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Autore: Fitz and the Tantrums    09/10/2012    1 recensioni
La trama di questa storiella è semplice: due innamorati e il loro amore. Ho scritto questa Flashfic pensando ai miei nonni ed è a loro ed alla loro lunga storia d'amore che voglio dedicarla!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Passeggiavano per le vie della vecchia cittadina tenendosi per mano, felici e spensierati, belli e puri come un ruscello gorgheggiante che nasce dalle più alte vette innevate. La gioia gli si leggeva negli occhi che costantemente erano puntati l’uno sull’altra e il passo era veloce, quasi quanto il ritmo del loro cuore che martellava nel petto temendo di scoppiare da un momento all’altro. Voci rauche, voci gravi e voci fine, vento che scompigliava i capelli ben pettinati e qualche bestiola mugugnante: tutto ciò che era intorno a loro li trapassava impassibilmente, tanto persi nei loro sciocchi discorsi e troppo presi nel guardarsi. “Ti amo” si sentiva sussurrare ogni tanto flebile dalle labbra di lei che nel dirlo abbassava gli occhi e arrossiva un po’ colorandosi di vermiglio le guance. Di tutta risposta lui, superata quella timidezza che una volta era solita ad attanagliarlo, le prendeva il mento delicato e le dava un bacio a fior di labbra, casto e impregnato di tutto quell’affetto che sentiva di provare e che talvolta, non riuscendo ad esprimere a voce, dimostrava con le parole. “…ieri ti ho vista: eri con tua madre e ti stavi dirigendo verso la chiesa vestendo quel grazioso abito bianco che ti sta d’incanto. Ho provato un’ incommensurabile gioia nel vederti, tale che ha fatto nascere in me la voglia di scriverti l’ennesima lettera, l’ennesima dimostrazione dell’affetto che io provo per te, Elisa, e che cresce ogni giorno di più…” Così diceva nelle sue lettere che creava seduto in quella logora seggiola della sua camera da letto che ormai l’aveva visto troppe volte ingegnarsi nel trovare la parole e le rime adatte ma che alla fine avevano sempre avuto successo. Sì, perché lei amava sentirsele dire. Era estremamente romantica e bastava davvero poco per sorprenderla ed emozionarla davvero, bastava un semplice gesto a farla piangere o ridere a crepapelle, ad incuriosirla o in casi eccezionali, o meglio rari, a farla arrabbiare. Lui adorava vedere le sue mille personalità tutte così spontanee e colme di un’ingenuità dolcissima che veniva riflessa dai suoi occhi scuri come la notte ma chiari e comprensibili come il cielo diurno di luglio. Erano due persone così differenti: lui un po’ timido e riservato, un profilo che se fosse stato in un romanzo sarebbe stato definito il  “bello e misterioso” e  lei sorridente e spigliata, sempre pronta a dare un consiglio saggio a chi ne aveva bisogno, ma insieme erano tutto, tutto ciò che c’era di perfetto e armonioso. Erano come una sinfonia di Beethoven, un insieme di note differenti nello stesso pentagramma, suonate da strumenti diversi e destinate a farlo per lungo tempo e a rimanere nella storia. 
 

 

  
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