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Autore: Thisastro    10/10/2012    2 recensioni
Cos’è l’amore? Forse a 19 anni si dovrebbe sapere, o per lo meno conoscere. Ma Alyss non ne aveva idea, ne tanto meno la cosa la interessava più di tanto.
La musica. La musica e Michael Jackson erano il suo vero amore.
In una cittadina come Londra, l’amore sta per coglierla alla sprovvista.
Rivisitazione di una storia che scrissi tempo fa ☺ la protagonista porta il mio nickname e siate buoni, non sono brava :C buona lettura
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- ricorda Alyssa, sempre se vuoi ottenere la promozione… .-
- si Mr. Clark, non si preoccupi, certo che voglio.-
- bene, allora domani nel mio ufficio.- sforzò un grande sorriso sulla soglia della stanza.
- certo, non si preoccupi.- si chiuse la porta alle spalle e s’incamminò per il corridoio.
- ma vaffanculo.-
 
una tranquilla mattina d’ufficio, appena arrivata dalla sua città, deve fare i conti con l’odierna società, anche se non sembra esserne molto entusiasta.
Il mondo si muove troppo velocemente per i suoi gusti e lei aveva bisogno di tempo per adattarsi e per imparare a cavarsela da sola con tutta tranquillità.
Era lì da sei mesi all’incirca, e già le parlavano di promozioni, di come doveva gestire il suo lavoro e tutto il resto.
Sei mesi sono tanti se vogliamo, ma per una che è stata trasferita così bruscamente, catapultata in questo mondo che corre troppo veloce, che non si da mai pace e nel quale le cose non devi tanto guadagnartele e meritartele…ma sapere come ottenerle, il che è ben diverso, è una tortura
Alyss aveva dato gli esami prima di tutti, ed uscita col massimo dei voti, le avevano trovato subito una sistemazione, ma che lei non gradiva molto.
Con una laurea in legge, dove pretendeva di andare? In uno studio di avvocati, è chiaro! Ma così… su due piedi!.
Aveva vinto già qualche causa, ma il suo capo pensava che stesse parecchio bene con la gonna attillata, e stava pensando già ad una promozione, e voleva parlarne nel suo ufficio, l’indomani mattina.
Aveva già pensato a vari strumenti di tortura se solo avesse provato a sfiorarla, ma forse si sarebbe contenuto... essendo in uno studio di avvocati.
Entrò nel suo ufficio e si stravaccò sulla sua morbida sedia girevole. Accese la radio, e subito venne folgorata da una meravigliosa voce:
 
- ringrazio così tanto i miei fan!... davvero ragazzi, grazie tantissimo!. So che è quello che normalmente si dice, e che quindi può sembrare tanto banale, ma vi assicuro che non lo è… grazie per tutte le lettere che mi avete mandato per il mio nuovo album. Vi assicuro che le ho ricevute e che le ho lette tutte. Siete meravigliosi, vi adoro… .-
 
un tonfo al cuore. Ah quante lettere gli aveva scritto! Le aveva davvero lette tutte? chissà… .
sarebbe voluta andare così tanto a quel concerto, ma la sua malattia glielo impediva.
Era malata di una malattia non molto rara e nemmeno sconosciuta, ma ricordarne il nome, avrebbe portato troppe sofferenze.
Quel lavoro per lei era l’ideale, lavorava solo tre ore al giorno, ed il resto le passava in ospedale. Non viveva in un attico ma… lì.
Non aveva nessun supporto, se non quello della sua migliore amica Courtney. Tirò fuori dalla borsa, il biglietto ed il pass per il suo concerto a Londra. Come sarebbe voluta andare, ma non poteva. Il dottore non glielo avrebbe permesso. Il suo cuore faceva già troppi scherzi, ed il concerto le avrebbe provocato un infarto assicurato. Se ne stava lì sulla sua sedia, finché non finì l’orario e dovette tornare in ospedale.
Arrivata lì, si stese nel letto col suo camice abituale, ed aspetto il dottore, che non accennava neanche un mezzo sorriso.
- salve doc! come andiamo stamattina?.- la guardò come si guarda un bambino appena nato, con compassione, per tutto ciò che gli aspetta. La fissò anche abbastanza rassegnato e combattuto, come se si sentisse sconfitto.
- Alyss... per me non è una cosa facile da dire... ma sarà bene che tu mi ascolti... .- cominciò ad avere seriamente paura, non era mai stato così serio in vita sua. Era sempre allegro e sorridente, cosa poteva essere successo?.
- sono medico da ben 35 anni, e ormai non mi spaventa più di tanto dare queste notizie.- cominciò ad abbassare il volto capendo il perché della sua espressione ed i suoi giri di parole.
- e poi non sei la paziente più giovane che abbia mai avuto e... .-
- avanti, poche cazzate. Quanto mi resta?.- schietto e freddo. Buttò quella frase lì, con tutto l’odio ed il disprezzo possibile per quella schifosa malattia che la stava portando via.
- Una settimana, su per giù.- in quel momento il cuore si fermò. Peggio di come sarebbe successo al concerto. In quel momento si vide la vita passare davanti, ed ebbe come la sensazione che non sarebbe più tornata indietro. Ma non pianse. Neanche una sola lacrima. Infondo a parte la sua migliore amica, non aveva altre affettività a cui rendere conto. Annuì e gli chiese di uscire. Rimase lì ferma impietrita senza proferire parola, immobile come un automa.
Poco dopo entrò la sua migliore amica raggiante e sorridente come sempre. Con una busta piena di muffin, in mano.
- Ally che hai? Non ti vedo così da quando Mike ha sposato Lisa… .-
- per lo meno loro hanno divorziato adesso e lui è di nuovo roba mia.- da quella battuta Courtney pensava andasse di nuovo tutto bene e allora tornò a sorridere, ma smise subito e scoppiò in lacrime quando seppe la vera notizia.
- oh cazzo... merda non posso crederci! La mia migliore amica sta per lasciarmi… no ti prego dimmi che è un incubo! E l’intervento?.- scosse la testa.
- lo sai, non posso permettermelo. E anche se abbassassero la quota non so come gestire le mie spese ed è un casino bestiale… .-
- pago io! Ti do una mano, in tutto! Però ti prego non mi lasciare.- disse abbracciandola forte. Sorrise e ricambiò la stretta, ma ormai rassegnata.
- naah, perché fai così, tranquilla! Tu hai la tua vita e devi continuare a vivere e a goderti tutte queste belle cose… vedrai che passerà poi. Ti darò una mano ad andare avanti sempre e comunque, promesso…. Solo…. Un favore.- lei annuì prontamente.
Infilò di capofitto la mano nella borsa ed estrasse il biglietto ed il pass.
- Courty... devi andare da lui.- cominciò a scuotere la testa alzandosi.
- ti prego! Ti prego, ti prego, ti prego! Devi andare da lui e devi chiedergli di venire qui... ti prego ti supplico, è il mio ultimo desiderio! Devi farlo!... per me… per noi…. per favore.-
cominciò ad imprecare nella sua testa ma alla fine accettò, non poteva tirarsi indietro.
 
I giorni che seguirono, non riuscì ad andare a lavoro. Forse si vedeva che la fine era vicina, infatti già da due giorni dopo, cominciò ad avere gli occhi gonfi e la pelle impallidita. I capelli cominciavano a cadere e le labbra a rinsecchirsi, ed il processo, era irreversibile. Passò molto tempo con i bambini dell’ospedale, che andavano spesso a trovarla, dato che lei li adorava e giocava sempre con loro, dandogli conforto e serenità.
Le avevano fatto una moltitudine di disegni:
lei come un angelo che veniva accolta in Paradiso,
lei che cantava tra le stelle.
Dei disegni bellissimi e pieni d’amore, come solo i bambini sanno fare.
Passò più volte il prete, ma non volle pregare con lui, né raccontargli i suoi peccati. Non era fin troppo religiosa, forse non lo era per nulla, ma la rispettava, poiché Michael era un vero e proprio credente.
 
Arrivò la sera del concerto, e Courtney, presi i biglietti, si diresse proprio lì.
Si sorbì tutto il concerto, fu una vera e propria tortura gratuita tutto ciò. Non che avesse qualcosa contro di lui, semplicemente non le piaceva e non la ispirava, e tantissime volte aveva discusso con Alyss per questo.
La cosa che però le fece un po’ cambiare idea, fu che quando provò ad accendersi una sigaretta, un signore della security la fermò dicendole che Michael aveva proibito alcol, fumogeni, e sigarette ai suoi concerti, poiché non era salutare.
Ripose la sua cicca pensando che forse era molto meglio di quanto pensava, e che avrebbe dovuto dargli una possibilità.
Dopo quattro ore estenuanti di musica che odiava e che la stava portando al suicidio (era più il tipo ac/dc, kiss, metallica e cose così. Tutto il resto per lei era odioso).
Andò dietro il palco, aspettando il suo turno.
Quando arrivò, le chiesero la tessera d’identità, e videro che non combaciava col biglietto.
- il biglietto non è intestato a lei... .- disse un omone grande e grosso almeno quanto Boogieman.
- no… lei è la mia migliore amica che purtroppo è malata.- a quelle parole Michael, da dietro la porta semi aperta, cominciò ad origliare.
- vorrei chiedergli di andare da lei… ha meno di 5 giorni di vita, quindi... .- la guardia annuì ma senza scomporsi, anzi.
- certo, certo... sfruttiamo la gente famosa! Fili via o la faccio arrestare all’istante!.- al che s’indispettì.
- cosa? Ma io la faccio rinchiudere in un manicomio! Bello mio sei fuori strada! Io non sfrutto proprio nessuno, ti sbagli di grosso! Ti pensi che abbia tempo da perdere per inventarmi queste storie e venire a truffare Michael Jackson? Ma va al diavolo!.- quelle parole lo irritarono da morire, tanto che strappò il pass e si avvicinò minaccioso verso di lei. A quelle parole Michael sbucò fuori ed intervenì appena in tempo, prima che la guardia la incenerisse.
- problemi?.- disse schiarendosi la gola. La guardia si scostò e lei lo squadrò da capo a piedi.
- ascoltami bene.- rimase sorpreso e si accorse subito che non era un bluff e che non era sua fan.
- tu non mi piaci. Hey amico nulla di personale, sono più per... vabbè lasciamo stare. Devi venire con me, ti prego. La mia migliore amica sta per morire. Lei ti ama, avrebbe voluto essere qui stasera e non sai come le spezza il cuore non esserci… più di quanto non glielo spezza la sua malattia che la porterà via a breve, questione di giorni… vieni?.- disse con gli occhi lucidi e smarriti. Le sorrise e le mise una mano sulla spalla.
- prendo la giacca.- entrò a prendere la giacca ed uscì andando avanti. Lo seguì girandosi un secondo verso la guardia e sibilandogli un ‘vaffanculo’ a denti stretti, mostrandogli il suo incantevole dito medio.
 
Era fatta così, esuberante ed allegra, con una scrittura nei messaggi incomprensibile, incredibilmente lunatica, sempre pronta a sparare parolacce e bestemmie gratuite, ed andavano d’accordo proprio perché un tempo, anche Alyss amava essere così menefreghista e strafottente, con quel tanto in più di umorismo che la contraddistingueva, e Courtney non poteva credere che stesse tutto per finire.
   
 
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