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Autore: Cloe Gallagher    10/10/2012    3 recensioni
Bene, immagino che molti di noi abbiano desiderato vedere un dialogo un po' più lungo tra Kurt e Blaine, perciò in questa OS ho scritto cosa sarebbe potuto succedere la mattina dopo quella famosa serata a New York.
Spoiler per chiunque non abbia visto la puntata 4x04 (anche se ormai credo l'abbiano vista tutti ç_ç)
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Ok tantissime lacrime per la 4x04! Non c'è nient'altro da dire T_T

Un ringraziamento particolare a Marzia (x) che ha letto questa OS in anteprima e mi ha aiutato con le virgole (LOL)
Ma soprattutto perchè ha sopportato i miei scelri post-puntata ♥ 

Buona lettura :)


Il suono della tazza semi-vuota che veniva poggiata sul tavolino di legno riempiva lo strano silenzio che riecheggiava nell’appartamento. Di solito si sentiva il rumore delle macchine di chi si svegliava presto per andare a lavorare, o il passaggio di un treno mattiniero. In quel momento, invece, a regnare era il silenzio, un silenzio insopportabile per Kurt.

Sono stato con un altro. Sono stato con un altro. Sono stato con un altro.

Scosse la testa per cacciare via quella frase ormai così reale che riusciva ogni volta a trafiggergli il cuore come una lancia affilata, dritta nel petto. Dopo poco che Finn se ne fu andato, Rachel si era svegliata e, in preda ai dubbi e alla sofferenza, aveva deciso di fare una passeggiata per schiarirsi le idee. Anche Blaine si era svegliato. Erano passati solo cinque minuti da quando lo aveva visto spostare delicatamente la tenda che separava il letto dal resto dell’appartamento per poi raggiungere il bagno. Non si erano scambiati una parola, anche perché gli occhi rossi e gonfi di entrambi bastavano a descrivere quanto dolore ci fosse stato in quella notte di lacrime silenziose. Blaine lo aveva solo guardato, e, per un attimo, Kurt aveva quasi dimenticato quello che era successo la notte prima, ma gli era bastato poco per far riaffiorare tutto come un getto d’acqua gelida sul viso. In un momento di debolezza, Kurt aveva deciso di far finta che non fosse successo nulla, avrebbe perdonato Blaine e tutto sarebbe tornato come prima. Eppure, continuava a immaginare Blaine tra le braccia di un ragazzo che non fosse lui, e, anche se Blaine lo aveva negato, il volto dello sconosciuto era sempre simile a quello di Sebastian. Ma poco importava di chi si trattasse, ormai non si poteva più tornare indietro.
Quando riconobbe il movimento caldo e umido di una lacrima che gli percorreva il viso stanco, si passò un dito sulla guancia per scacciarla via, chiedendosi per quanto tempo fosse rimasto sveglio. Il dolore alla testa era ormai insopportabile e ogni parte del corpo sembrava pesante e incapace di muoversi. Si massaggiò le tempie con due dita, anche se il mal di testa continuò a pulsare contro la sua fronte, facendolo sentire ancora più stanco e sfinito. In tutto quel tempo che aveva passato su quella poltrona, aveva cercato di convincersi che avrebbe dovuto arrabbiarsi con Blaine, magari urlargli contro un sacco di brutte parole e sfogarsi per quello che gli aveva fatto. Ma non gli interessava fare un’inutile scenata, perché lo sguardo triste e disperato che Blaine aveva avuto per tutta la serata era bastato a infestare la sua mente. Non lo aveva mai visto in quel modo e non immaginava che un ragazzo ottimista e solare come Blaine potesse apparire così avvilito e straziato. Il familiare luccichio di speranza che aveva sempre negli occhi era stato rimpiazzato da uno strato di dolore e rimpianto, come se quelle iridi dorate fossero offuscate da un velo di lacrime represse. Era uno sguardo rassegnato e stanco. Blaine sembrava così stanco, e, per un momento, Kurt pensò di essersi meritato tutto quel dolore. Pensò che il tradimento di Blaine era anche causa sua. Perché, da bravo fidanzato, non avrebbe dovuto spingere Blaine a sentirsi in quel modo e che, per quanto la vita a New York e il nuovo lavoro lo tenessero occupato, avrebbe dovuto dedicargli il più tempo possibile. Sebbene Blaine lo avesse tradito, vederlo così triste gli faceva mancare il fiato. Era stato tormentato per tutta la notte da un’insopportabile nausea che non era altro che un avviso d’allarme che gli ricordava puntualmente quanto fossero cambiate le cose in quei pochi mesi. Continuava ad avere un flashback dopo l’altro: lui e Blaine sorridenti al Lima Bean, con la divisa rossa e blu dei Warblers. Lui e Blaine che si tenevano per mano alla festa di San Valentino. Lui e Blaine che guardavano un musical seduti vicini sul divano.

Ma in quel momento non c’era più nessun Kurt e Blaine, perché tutto si sarebbe aspettato, tranne che un tradimento. E, purtroppo, ogni bacio, ogni sguardo, ogni carezza erano ormai sostituiti da lacrime disperate e una nostalgia straziante che gli appesantiva il cuore. Prese un respiro profondo in cerca di un motivo – qualunque motivo – che gli avrebbe impedito di crollare ancora una volta.

Tu mi emozioni, Kurt.

Sono stato con un’altro.

Scusi Signore, mi concederebbe questo ballo?

Mi sentivo così solo.

Non sopportavo l’idea di stare lontano dal ragazzo che amo.

Avevo bisogno di te, e tu non c’eri.

Sei l’amore della mia vita, Kurt.

Mi dispiace così tanto.

Si prese la testa tra le mani, con gli occhi che bruciavano e tremando senza controllo. Non riuscì a resistere un minuto di più. Ogni cosa, senza Blaine, sembrava priva di senso. Ma con quale coraggio lo avrebbe perdonato e gli avrebbe detto che sarebbe andato tutto bene se neanche lui ci credeva? Perché, per quanto lo amasse –lo amava così tanto – quello che gli aveva fatto era orribile. Orribile.

Un improvviso calore lo avvolse e un profumo familiare gli riempì le narici, facendolo sentire stranamente al sicuro.

«Kurt, ti prego» disse Blaine con la voce rotta dal pianto. Per quanto si era lasciato andare, Kurt non si era accorto che Blaine fosse uscito dal bagno prima che si precipitasse ad abbracciarlo, con le mani che gli stringevano la schiena e la testa affondata nel suo collo. Kurt sentiva le lacrime di Blaine scivolargli sulla nuca scoperta, calde e disperate. Non riuscì a dire niente, ma non trovò la forza di allontanarlo. Avrebbe voluto cacciarlo, urlargli contro con tutto il fiato che gli era rimasto, ma era bloccato. Bloccato in quell’abbraccio che li intrecciava come se fossero nati per completarsi.
 
Si aggrappò alle sue spalle stringendolo il più possibile, assaporando quel profumo che gli era mancato così tanto. Restarono in quella scomoda posizione per un po’, incapaci di parlare, mentre l’aria si riempiva di singhiozzi e lamenti.
 
Kurt non voleva allontanarsi. Voleva dimenticare quello che era successo e sfogarsi tra le braccia del ragazzo che amava.
 
Del ragazzo che gli aveva promesso così tante cose e che poi lo aveva tradito.
 
Si allontanò di scatto, come se si fosse appena accorto di quello che stava succedendo. Si alzò dalla poltrona e rimase in piedi, lontano da Blaine, guardandolo con aria sconvolta e con il respiro affannato.
 
Blaine si asciugò le lacrime con una manica e cercò di ricomporsi, guardandosi intorno come se non volesse incontrare quegli occhi azzurri delle cui lacrime era stato la causa.
 
«Kurt, ti prego, parliamone» sussurrò Blaine con la voce impastata dal pianto.

«Parlare di cosa, Blaine? Parlare di come mi hai tradito, spezzandomi il cuore? Vuoi parlare di quanto tu mi abbia fatto soffrire? Bene, allora dimmi, Blaine, è così che avresti voluto vedermi? Guardami! Sono distrutto, ed è tutta colpa tua» esclamò Kurt vomitando quelle parole in cerca di un conforto, ma sentendosi, se possibile, peggio di prima.

«Certo che non voglio vederti così! Dio, mi dispiace, mi dispiace così tanto e- e non riesco nemmeno a respirare per quanto mi sento in colpa» continuò Blaine disperato, avvicinandosi a Kurt.

«Non ci sono scuse per quello che hai fatto» sussurrò Kurt abbassando lo sguardo, cercando di cacciare le immagini raccapriccianti di Blaine nel letto di un qualche ragazzo.

Non ci pensare. Non ci pensare. Non ci pensare.

«No, non ci sono. Ma, ti prego – ti prego ti prego ti prego – cerca di capirmi. Ero così solo, Kurt. Mi sentivo malissimo»

«Una volta mi hai detto che bisognerebbe parlare invece di tradire» disse Kurt pensando a quando Blaine aveva scoperto i messaggi di Chandler e quella situazione gli sembrò ancora più surreale.

«E’ questo il problema! Io ho cercato di parlarti, ma tu non mi ascoltavi. Avevi sempre qualcosa di meglio da fare e ti sentivo così distante. Cosa avrei dovuto fare?»

«Ti ho già detto che mi dispiace per essermi comportato in quel modo, ti ho detto che ho sbagliato, ma, Blaine tu- tu non avresti dovuto … » disse Kurt con voce tremante senza riuscire a completare la frase.

«Pensavo che distraendomi avrei colmato il vuoto che si era formato a causa della tua lontananza. Quel ragazzo, lui- lui mi scriveva da un po’ e non gli avevo mai dato retta prima. Ma avevo un disperato bisogno di compagnia Kurt, avevo bisogno di qualcosa, qualsiasi cosa, per sentirmi meno vuoto. Ma quando mi sono accorto di aver sbagliato, era troppo tardi. Ma pensi che io non ci sia stato male? Non sono più riuscito a dormire dopo quella notte e- e mi dispiace così tanto»

«Come faccio a sapere che non ci sia stato qualcosa anche con Sebastian?» disse Kurt ammettendo ad alta voce quel dubbio che lo aveva torturato tutta la notte.

Blaine sbarrò gli occhi, sconvolto da quella domanda che, a quanto pareva, non si aspettava.

«Kurt, non pensarlo neanche – esclamò avvicinandosi ancora di più – Io ti amo da morire, Kurt, e anche se ho commesso un errore imperdonabile, non significa che quello che c’è stato tra noi non sia stato vero. Kurt, ti prego, dimmi che non pensi che io abbia mentito tutto il tempo»

«Sinceramente non so più cosa pensare» rispose Kurt con aria stanca. Blaine si avvicinò a lui e strinse le sue mani nelle proprie.

«Forse non mi perdonerai mai, ma ti scongiuro, non avere dubbi su tutto quello che abbiamo passato insieme. I momenti che ho vissuto con te sono i migliori della mia vita, Kurt, e se dovessi tornare indietro nel tempo rivivrei tutto dall’inizio alla fine»

Kurt rimase in silenzio, cercando di convincersi di quelle parole.

«Ti prego, dì qualcosa» sussurrò Blaine trattenendo le lacrime.

«Blaine, davvero, cosa dovrei dire? Ho passato una notte intera a cercare dei motivi per capire cosa ti abbia spinto a fare una cosa del genere, ma non li ho trovati. Ci ho provato perché non sopporto l’idea di stare lontano da te, ma non riesco a guardarti e non pensare che mi hai tradito, Blaine, non ci riesco»

«Kurt, mi dispia-»

«Smettila di chiedermi scusa, Blaine! Per favore, smettila di dire che stai male, perché non puoi nemmeno immaginare quello che sto provando. Ti ricordi quanto ti eri arrabbiato per la storia di Chandler? Adesso immaginati come ti saresti potuto sentire se io fossi andato a letto con lui»

«Io-»

«Non puoi immaginarlo, Blaine! Non puoi nemmeno minimamente capire cosa significa vedere la persona che ami e non fidarti più. Tu pensi che io ti odi? È quello il problema, io ti amo così tanto e non voglio più soffrire. Sono così stanco e pensavo che almeno tu mi avresti reso felice. Ma guardami adesso, Blaine, non so più cosa fare, io-» ma non riuscì a completare la frase perché una serie di grosse lacrime glielo avevano impedito. In un attimo, sentì il calore delle mani di Blaine sul suo viso e le loro fronti che si scontravano.

«Dio, Kurt, non sopporto l’idea di essere stato io a farti questo» sussurrò in preda ad un pianto disperato.

«Blaine io- io ti amo così tanto» era riuscito a dire Kurt tra un singhiozzo e l’altro.

«Ti amo anche io. Dio, Kurt, ti amo tantissimo» e così lo baciò. Era un bacio disperato, dove l’uno cercava forza dall’altro. Le lacrime bagnavano il viso di entrambi ma nessuno dei due sembrava volersi allontanare. Le loro labbra continuavano a scontrarsi, prima con foga e bisogno, poi più lentamente, sebbene il bacio si fosse fatto più intenso. Kurt pensava di trovarsi in un sogno (o in un incubo?) : sentire ancora una volta il sapore di Blaine lo rassicurava. Ma niente in quella situazione avrebbe dovuto rassicurarlo.

«Blaine, non ce la faccio» sussurrò dopo un po’, allontanandosi mentre Blaine continuava a lasciargli baci dolci ma disperati sulle labbra.

«Blaine, ti prego …»

«Non ho intenzione di lasciarti andare, soprattutto adesso» disse Blaine deciso, senza mai allontanarsi dal viso del ragazzo.

«Io- io ci sto provando Blaine, sto provando a reagire nel migliore nei modi, ma, Blaine, io non ci posso credere, okay? Non voglio, non ci riesco, io- ti prego lasciami stare» disse Kurt allontanandosi il più velocemente possibile per avvicinarsi al tavolo di legno.

«Mi fa schifo pensare che qualcun altro ti abbia fatto sentire come ti ho fatto sentire io» esclamò con il cuore che accelerava nel suo petto con tanta forza da fargli quasi male.

«Niente di quello che ho fatto con quel ragazzo può essere paragonato a quando stavo con te! C’è una differenza enorme, Kurt, spero che tu lo capisca»

«E allora perché diavolo lo hai fatto? – esclamò con le lacrime agli occhi – Blaine io mi fidavo come non mi ero mai fidato di nessuno! Sei stato tu a dirmi di venire qui, tu a farmi credere di nuovo che avrei potuto fare qualcosa di importante nella mia vita. E adesso hai rovinato tutto! Merda, hai rovinato tutto …»

Blaine si fermò a guardarlo. Stava respirando con fatica e solo in quel momento Kurt si accorse di quanto sembrasse stanco e disperato. I capelli solitamente ordinati dal gel erano ricci e scomposti, mentre due grossi cerchi scuri gli circondavano gli occhi. Le cose non sarebbero dovute finire in quel modo. Dove erano finiti i Kurt e Blaine che cantavano canzoni in macchina e ai quali bastava uno sguardo o un sorriso per stare bene? Dove era finita la fiducia? Perché era così difficile ammettere che nulla sarebbe tornato come prima?

«Blaine, non posso continuare così. Forse- forse è meglio che tu vada» disse Kurt asciugandosi le lacrime con la manica del pigiama. Una parte di lui sapeva che quella fosse la scelta più giusta, eppure perché sembrava essere la peggiore?
«Promettimi solo di pensarci, okay? Non pretendo che tu mi perdoni, però, pensaci» disse Blaine guardandolo negli occhi.

«Blaine, ti prego …»

«Non mi interessa quanto dovrò aspettare. Tu mi hai cambiato la vita, Kurt, e io ho rovinato tutto. Perciò ti aspetterò perché se non posso stare con te, non voglio stare con nessun’altro. Ma quando dico che ti amo, Kurt, credimi, perché posso anche essere uno stupido, idiota, egoista bastardo, ma ti amo più di qualunque altra cosa e tradirti è stato l’errore più grande che io abbia mai fatto. Se un giorno avrò l’onore di poter tornare finalmente insieme a te, ti prometto che farò di tutto per non farti pentire di avermi dato un’altra possibilità»

Kurt chiuse gli occhi per assaporare quelle parole. Era così difficile continuare ad ascoltare e ascoltare le scuse di Blaine, soprattutto quando l’unica cosa che avrebbe voluto era stare con lui. Ma sentiva ancora quel dolore nel petto che continuava a farlo impazzire, sentiva la sofferenza di essere stato tradito, sentiva la voglia di piangere e urlare e correre via senza fermarsi. Sentiva cosa significasse essere soli. Senza Blaine, era davvero solo. E non sopportava tutte quelle emozioni, non ce la faceva.
Sentì i passi lenti di Blaine farsi sempre più vicini, finché la sensazione di un respiro caldo sul volto lo fece rabbrividire.

«Ti prego, vai via» sussurrò Kurt con quel briciolo di lucidità che gli era rimasto.

«Sei tutto per me» concluse Blaine a fior di labbra. Era un sussurro così dolce e triste, quasi fosse l’ultimo.

Prima di allontanarsi, Blaine accarezzò il volto di Kurt con il dorso della mano, facendo scivolare delicatamente le dita lungo il collo e abbassargli leggermente la testa, per lasciare un bacio umido sulla sua fronte. A Kurt sembrò passare un’eternità prima che Blaine si staccasse lasciando un senso di freddo e vuoto. Kurt aveva ancora gli occhi chiusi, quasi sperando che, una volta riaperti, si fosse trattato tutto di un incubo. Ma quando li riaprì, sentì la porta dell’appartamento scorrere e chiudersi rumorosamente, facendolo sentire ancora più lontano da Blaine di quanto non fosse già.
 
   
 
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