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Autore: CriminalGlambert89    10/10/2012    4 recensioni
Anno 1982, 29 Gennaio.
Nella famiglia Lambert nacque il loro primo genito, un frugoletto di 3,8 kg con due occhioni azzurri e una testolina piena di tanti e corti capelli rossicci.
[Adommy]
Genere: Drammatico, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Buonsalve gente, sono qui con una nuova ff per di più long. Ecco doveva esserci la mia Beta che me la correggeva, ma per problemi ho deciso di lasciarla stare e quindi fare da me. Spero di essere entrata abbastanza nella parte (ammetto che non è semplice) ma ho voluto provare. Quindi spero vi piaccia e buona lettura
Cinzia


***

~Il piccolo Adam~


 

Anno 1982, 29 Gennaio.
 

Nella famiglia Lambert nacque il loro primo genito, un frugoletto di 3,8 kg con due occhioni azzurri e una testolina piena di tanti e corti capelli rossicci. La piccola creatura era fra le braccia della madre quando, consultandosi con suo marito disse:
-Amore, come lo chiamiamo nostro figlio?
Eber guardò sua moglie e poi posò lo sguardo su suo figlio, sorrise e disse:
-Adam!
Leila lo guardò e sorrise, quel nome le era sempre piaciuto, e così il piccolo venne chiamato Adam. Un paio di giorni più tardi, Leila e suo marito tornarono a casa nella loro piccola fattoria in campagna. Appoggiarono il piccolo sul divano e lo guardarono mentre dormiva, era bellissimo. Ma soprattutto erano felici di avere un figlio, dopo averlo desiderato così allungo… i giorni passarono e il piccolo Adam cresceva, all’età di un anno iniziava già a pasticciare su come camminare. Cadeva ma dopo si rialzava, voleva camminare. Il cucciolo iniziava a spiccicare qualche parola, e i suoi genitori sorridevano nel sentire che iniziava a parlare. Adam cresceva e all’età di due anni era già capace di camminare e parlare, era una raffica, non smetteva:
-Mamma, cos’è questo, papà cos’è quello. Perché è così…
I suoi genitori gli dicevano cos’era ogni cosa che indicava col suo ditino paffuto.
 

 

***

 
Un giorno, il piccolo Adam andò da Leila  la guardò e le disse:
-Mamma… perché hai la pancia tanto grande?
-Oddio amore mio, non so come fare a dirtelo. Ecco… avrai un fratellino o una sorellina, sei contento?
-Sììììììììììììììììììììììììì!
Si mise ad urlare il piccolo, ad un tratto chiese alla sua mamma:
-Mamma, posso mettere la mano sulla pancia, per sentire il mio fratellino o sorellina?
-Certo Adam, lo sentirai di sicuro. Non fa altro che scalciare!
-Ma mamma, ma ti fa male?
-No amore, anche tu scalciavi e non poco anche.
E sorrise a suo figlio… i giorni passarono e il 29 Dicembre nacque il loro secondo genito, Adam quando lo vide gli sorrise. Finalmente non era più solo, aveva qualcuno con cui giocare e la cosa gli piaceva.
Tornati a casa Adam voleva e doveva fare il fratello maggiore, e così voleva stare con la madre a curare il suo fratellino…
I giorni passarono e il piccolo Neil stava crescendo, e invece Adam era già pronto per intraprendere il suo primo cammino, l’asilo. Adam venne accompagnato dal suo papà a scuola e prima che lo lasciasse, Adam si avvicinò a Eber e gli diede un abbraccio, il padre sorrise e poi disse:
-Vai figliolo è il tuo primo giorno, non vorrai fare tardi!
Corse alla porta d’ingresso e gli sparì dietro. A casa le cose andavano bene, Neil non era così chiassoso, dormiva di notte ma quando aveva fame beh lo si sentiva lontano chilometri. Infatti era arrivata l’ora della poppata, Leila si sedette sulla sedia a dondolo che dava fuori sul portico e diede da mangiare a Neil. Eber intanto fece il suo rientro in fattoria, la moglie lo vide e le chiese:
-Allora, come l’ha presa Adam quando l’hai lasciato a scuola?
-Bene, mi ha abbracciato prima di entrare. Ma lo si vedeva che aveva voglia di andarci, vuole fare nuove conoscenze e va bene così.
-Bene sono contenta… amore, porteresti Neil nel suo lettino?
-Va bene!
Eber prese in braccio il piccolo e lo portò nel suo lettino, lo adagiò dolcemente e lo coprì con il lenzuolino. Lo guardò e gli stampò un bacio sulla fronte, socchiuse la porta e tornò da sua moglie.
-Leila, abbiamo ancora del lavoro da fare. Mentre che Neil dorme e Adam è a scuola possiamo finire quel lavoro arretrato che abbiamo.
Leila fece cenno con il capo, e mettendosi degli stivali andò con suo marito nella stalla delle mucche, doveva ancora mungere. Mentre lei era a mungere, il marito era nel granaio e stava raccogliendo con un forcone il fieno.
 

 

***

 
Si fece mezzogiorno ed Eber andò a prendere il figlio a scuola, appena Adam lo vide gli corse in contro abbracciandolo, il padre lo prese in braccio e gli disse:
-Allora Adam, com’è andato il tuo primo giorno di scuola?
-Benissimo papino.
-E… hai fatto amicizia con qualcuno?
-Sì, con tutti i miei compagni di classe. Sono tanto simpatici con me.
-Sono contento figlio mio, ma… non c’è un bambino che ti ha colpito di più tra tutti?
-… Mmm sì. Uno c’è si chiama Thomas, è simpaticissimo. Papino è molto più chiacchierone di me?
Eber rise e gli disse:
-Oddio allora siete una coppia perfetta voi due!
-Sì.
-Adam… ce lo farai conoscere vero, questo tuo amichetto?
-Sì papino.
-Bene, puoi invitarlo da noi domani se vuoi.
-Sì, così lo vede anche mamma.
-Ok, dai figliolo è l’ora di andare a casa.
Tornati a casa, Leila vede Adam e lo abbraccia, e anche lei gli chiese come fosse andato il suo primo giorno di scuola e lui glielo disse dicendole anche, che domani avrebbe portato a casa il suo amichetto del cuore. Leila rise, perché vedeva che il suo piccolo era riuscito a fare le sue prime conoscenze per di più da solo, i signori Lambert avevano paura che loro figlio appena messo piede in quella scuola, si isolasse da tutti sapendo di non conoscere nessuno. E invece ha già un amichetto del cuore. 


 

***

Il giorno dopo Adam andò a scuola e incontrò Thomas, lo prese da parte e gli disse:
-Ciao, oggi sei invitato da me!
-Perché Adam?
-Perché, ti voglio far conoscere la mia mamma e il mio papà. Ho detto che sei simpatico e che sei il mio amichetto del cuore.
-Adam!!!
-Cosa ho detto?
-Niente… anch’io ho detto a mamma e papà che sei il mio amichetto del cuore.
-Bene sono contento, ti va di venire da me?
-Certo!
Adam abbracciò Thomas e gli disse:
-Thomas sei l’amichetto più simpatico e buono che abbia mai conosciuto.
-Anche tu Adam, ma non chiamarmi Thomas. Chiamami Tommy!
-Ok… Tommy! –e si mise a ridere-
I due ormai inseparabili amici giocavano a nascondino, pasticciavano con le tempere e si rincorrevano per tutto il giardino dell’asilo, fino a che la campanella suonò. Annunciò così che anche quel giorno era finito, Adam prese il suo zainetto e prese per un braccio il suo amichetto. Quando all’uscita di scuola, si trovò davanti la madre pensava che lo andasse a prendere suo padre, invece Leila voleva vedere a tutti i costi il suo amichetto così andò lei a prenderli.
-Ciao mamma! Ma io pensavo che veniva papà!
-Beh vedi Adam, papà aveva da fare e così sono venuta io, perché ti dispiace?!
-No, è solo che… non importa. Mamma ti presento Thomas… Tommy. Tommy questa è mia mamma Leila!
-Piacere di conoscerti Tommy. –disse Leila-
-Piacere.
-Bene, possiamo andare adesso!
-Sì andiamo! –disse Adam tutto euforico-
Così arrivati a casa Tommy disse:
-Ohhhhh… non ho mai visto una fattoria, che bello!!!
-Sì è bello, a parte il gallo che canta alla mattina presto!
-Ahahah, dai… però è divertente stare in mezzo a tutti questi animali.
-Sì, dai che ti faccio vedere casa nostra!
-No Adam! –disse Leila-
-Perché no!
-Dovete fare i compiti.
-Ma mamma, abbiamo da fare un disegno e basta.
-Appunto, un disegno. Quindi fatelo adesso e poi potete fare quello che volete!
-Va bene! Dai Tommy facciamo il disegno e poi possiamo fare quello che vogliamo.
I due piccoli si mettono al tavolo del salotto e con carta e pennarelli iniziano così a disegnare, più che altro a spaciugare e imbrattare. Fino a che Tommy con un pennarello fece un punto sul viso di Adam, e lì iniziò la battaglia all’ultimo pennarello.  Si divertivano, si rincorrevano per casa nel tentativo di imbrattarsi ancora di più alla fine cedettero tutti e due e guardandosi allo specchio che stava nel piccolo bagno il piccolo Adam disse:
-Sai Tommy che sembri un dalmata, con tutti quei puntini!
-Cos’è un dalmata?!
-E’ un cane!
-Come fai a sapere che è un cane?!
-Willy!!!
-Chi è Willy?
E ad un tratto un piccolo cagnolino fece il suo ingresso in casa, e…
-Tommy ti presento Willy!
-Ohhh… ma è bellissimo!!!
Era un piccolo cucciolo di dalmata di un mese, Tommy gli si avvicina e inizia ad accarezzarlo e il piccolo Willy si lasciava coccolare. In quell’istante la mamma di Adam li vede e disse:
-Ehi che ci fate qui in bagno?
-Niente! –disse Adam girandosi verso la madre-
-Niente ah! Che sono quei punti blu sul viso.
-Ha iniziato Tommy!
-E’ vero, colpa mia.
-Ahahahah non ti scusare piccolo, è normale imbrattarsi così alla vostra età. Comunque dai che vi pulisco e poi potete uscire a giocare!
Leila li pulì e poi andarono fuori a giocare, fino a che non incontrarono Eber che disse:
-Ciao tesoro mio!
-Ciao papino, ti presento Tommy il mio amichetto del cuore.
-Oww ciao Tommy, il piacere è tutto mio.
-Papino possiamo andare a giocare per la fattoria?!
-Certo, ma state attenti a non farvi male.
-No, staremo attenti.
Iniziarono a correre per la fattoria e in quell’attimo Adam disse:
-Prima di giocare a nascondino, ti faccio vedere casa mia ti va?!
-Certo!
Così prese per mano il piccolo amico, e gli fece la panoramica di casa sua. Arrivati così di nuovo davanti casa videro Leila con in braccio Neil e Tommy disse:
-Adam, non mi hai detto che avevi un fratellino!
-No! Non te l’ho detto?!
-No!
-Vabbè adesso lo sai. Sai che sono il fratello maggiore?!
-Uww che bello! Comunque devo dirti anche io una cosa?!
-Dimmi!
-Ho un fratello!
-Daiiiii, ma più grande o più piccolo di te!
-Più grande…
-Owww dai almeno ti fai coccolare da lui no!
-Sì!
-Andiamo a giocare ora?!
-Sì!
Aveva appena finito di dire “sì” che la mamma di Tommy arrivò in fattoria per riprendersi il piccolo, in quel momento il biondino disse:
-Nooooooooooooooo, non è giusto. Mamma proprio adesso dovevi venire?!
-Thomas, non ti permettere di parlare così a tua madre!
-Scusa!
-Comunque ora andiamo, se fai il bravo domani puoi venire qui di nuovo.
-Sì sì, faccio il bravo. Mamma questo è Adam!
-Piacere di conoscerti Adam. –disse la mamma di Tommy-
-Piacere.
E così salutando l’amichetto con la sua manina, va via con la madre ma se avesse fatto il bravo il giorno dopo sarebbero stati di nuovo insieme.
 

 

***

 
La mattina seguente Adam andò a scuola, e vide Tommy in un angolo tutto solo. Gli va vicino e gli disse:
-Ciao!
-Ciao! –disse il piccolo con tono triste-
-Che hai?!
-Niente!
-… Mmm, non è vero!
-Sì ho qualcosa.
-Che cos’hai?!
-Sono stato messo in castigo.
-Perché?!
-Ho fatto il cattivo.
-Come il cattivo?!
-Sì ho picchiato mamma, e oggi non mi lascia venire da te.
-Fa niente ci vieni domani!
-… Ma io volevo venire oggi!
Con sicurezza Adam gli disse:
-Ci parlo io alla tua mamma.
-Oh… no Adam non farlo!
-Perché?!
-Perché non voglio che ti mandi via da me, mi sono troppo legato a te e quindi non voglio rimanere solo.
-Ma Tommy sei matto o cosa, ci parliamo io e mio papà?!
-Va bene, ma ho paura lo stesso.
-Dai, so che si sistema tutto.
-Va bene se lo dici tu.
-Sì lo dico io! E cosa fai qui tutto solo, dai usciamo a giocare che è una bella giornata… non ti voglio vedere così chiaro?
-Sì… dai usciamo a giocare.
I due amici escono a giocare, e come al solito giocarono a nascondino. Quello per loro era il gioco più bello che esisteva. Le ore passano e la campanella suona, era ora di tornare tutti a casa. Appena usciti dall’asilo i piccoli si imbattono nei loro genitori, Adam va da suo papà e gli disse:
-Papino, papino…
-Ciao figliolo.
-Sì ciao, papino… abbiamo un problema!
-Che è successo, non stai bene?!
-No sto bene, è Tommy che…
-Tommy non sta bene?!
-No, sta bene. Solo che vuole venire da noi oggi, ma la sua mamma lo ha messo in castigo.
-Ohhhh, Adam non posso farci nulla se l’hanno messo in castigo.
-Papà, si può fare qualcosa invece. Devi dire a sua mamma se può venire da noi, ma non essere cattivo nel dirglielo.  
-Ma Adam…
-No papino, Tommy stava per piangere quando mi ha detto che l’hanno messo in castigo e che vuole venire da noi.
-Ok, hai vinto tu. –disse Eber rassegnato-
-Ehm… signora Ratliff!
-Sì?! Oh buongiorno signor Lambert!
-Buongiorno! Ecco mio figlio Adam, mi ha riferito che…
Non finì la frase che la madre di Tommy la finì per lui.
-Sì gli avrà detto che mio figlio vuole venire da voi solo che, l’ho messo in castigo.
-Sì ecco, signora dai sono bambini non può metterlo in castigo così piccolo.
-Ecco… si rende conto che mi ha picchiato!
-Che sarà mai, cioè è piccolo che male possa averle fatto…
-E con questo cosa vorrebbe dire?!
-Lo lasci venire da noi, lo lasci stare è piccolo.
-… Va bene avete vinto voi, dai Tommy vai da loro. Ma fai il bravo però.
-Sììììììììììììììììììììììììììììììì grazie mamma ti voglio bene.
-Sei un ruffiano e una peste. Dai vai, ti vengo a prendere alle 6 stasera.
-Sì va bene, ciao mamma!
-Ciao Tommy!
Così il piccolo Tommy andò con Adam e Eber a casa loro…  

 


Nota dell'autrice:
spero vi sia piaciuto come primo capitolo, se sì sono contenta anche perché sono già alle prese con il secondo. Detto questo grazie per essere passati e se volete lasciarmi un commento ne sarei felice.
Kisses
Cinzia <3

   
 
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