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Autore: Deb    10/10/2012    0 recensioni
“Nolan...”
“Lo sai, l’avevo immaginato che prima o poi questo sarebbe successo”.
Emily non poté fare a meno di sentire i suoi occhi bruciare un pochino.
“Voglio staccare da tutto questo”.
“Lo so”, le sorrise sinceramente. Ed Emily pensò che avrebbe voluto continuare a frequentarlo, non era poi così male stare in sua compagnia.
No, non poteva rimanere attaccata a quella vita. Ormai era finita.
In quei quattro anni, Nolan era stato l'unico a starle sempre vicino, ad aiutarla quando era in difficoltà, l'aveva confortata nei momenti più bui.
Lei gli era profondamente grata, anche se forse non glielo aveva mai fatto capire.
“Sappi, Amanda, che per qualsiasi cosa sai dove trovarmi”, sottolineò il suo vero nome; perché lui lo sapeva che, in fondo all'anima, lei sarebbe stata sempre aggrappata al suo passato.
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emily Thorne, Nolan Ross, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo V

“Non posso o non voglio rispondere, lasciate un messaggio e forse vi richiamerò”.
Emily sospirò, erano passate tre settimane nelle quali aveva provato più e più volte a contattarlo, e non era decisamente da lei, senza risultato. Probabilmente le aveva bloccato il numero, Nolan era solito rispondere a tutte le chiamate. Le uniche volte che non l'aveva fatto era perché era stato rapito ed in quel momento stava subendo una tortura.
“Nolan, chiamami. Smettila di fare il bambino”. Parlò ancora una volta con la segreteria telefonica.
Emily stava ormai perdendo la pazienza, e se stesse male e avesse avuto bisogno del suo aiuto? Non era da lui comportarsi in quella maniera, anche se le cose erano andate in quel modo non significava che la loro amicizia fosse conclusa. Certo, non la chiamava più, ma non poteva essere tutto finito. Lei non aveva dato il suo permesso e non era un segreto che Nolan facesse quello che diceva lei.
Si sta stava stancando, davvero.
Emily si domandava cosa avrebbe dovuto fare. Se fosse stato per lei, testarda com'era, sarebbe rimasta lì, a Boston. Alla fine non era certo colpa sua se quello stupido aveva fatto un colpo di testa, però sentiva che non poteva lasciare quella situazione così irrisolta. Non era nelle sue corde. Nolan avrebbe dovuto pagare per averla ignorata così volutamente.
La bionda sospirò e cominciò a preparare la valigia. Stava già ritornando negli Hamptons e la cosa non le piaceva granché, ma doveva pur sempre vendicarsi.
Cominciò a buttare dentro la valigia i primi vestiti che trovava.
Emily non aveva alcun piano nella mente, ma poco importava. Si sarebbe inventata qualcosa una volta arrivata alla sua casa al mare. In fondo, questa volta, la vendetta sarebbe stata alquanto blanda. Voleva bene a Nolan e voleva soltanto fargli imparare una piccola lezione: mai fare arrabbiare Emily Thorne, o ignorarla.

Una volta giunta negli Hamptons si fermò a casa, dove ripose tutte le cose che si era portata da Boston, si fece una doccia e si cambiò d'abito.
Emily uscì nel porticato e accarezzò il disegno del doppio infinito che aveva fatto il padre.
Nolan era legato a lei, Emily non poteva certo perderlo di vista così, in fondo conosceva tutti i suoi segreti, non poteva farlo andare in giro senza avere la certezza che non l'avrebbe mai tradita.
Gli uomini sono bugiardi per natura ed Emily non era ancora sicura al cento per cento di fidarsi di Nolan, non in quel momento almeno.
Indossò un leggero soprabito e cominciò ad avviarsi verso lo Stowaway.
Una volta arrivata corse a salutare Jack con un sorriso, sincero, sul viso.
“Ciao! Guarda chi si vede, ormai credevamo non venissi più negli Hamptons”.
Jack, con i suoi soliti modi gentili, le schioccò due baci sulle guance. “Ho avuto da fare”, rispose. “David e Amanda?”.
“Sono fuori. Credo che tornino tra pochi minuti”.
“Tutto bene tra di voi?”, chiese. Non voleva sembrare una pettegola, ma fondamentalmente le sarebbe dispiaciuto se Amanda li avesse abbandonati. Voleva che Jack fosse felice.
“Nolan ha spifferato come suo solito, eh?!”, rise. Non ce l'aveva veramente con l'amico, ormai lo conosceva e non se la prendeva più.
Emily annuì, sinceramente dispiaciuta.
“Lo sai, Amanda è una donna impulsiva...”, cominciò a raccontare, “... abbiamo litigato e lei ha chiesto il divorzio, e stata fuori due giorni e poi è tornata. È fatta così. Anche se all'inizio mi sembrava fosse seria e mi ero preoccupato”.
Emily sorrise e gli strinse una mano, “sono contenta che tutto si sia risolto per il meglio, Jack”.
“Anche io. Se cerchi Nolan è laggiù”. Il barista le indicò il ragazzo. Era girato di spalle e quindi non aveva visto né sentito il suo arrivo. Davanti a lui vi era una donna dai capelli castani.
“E quella sarebbe?”, domandò Emily apatica.
“La sua ragazza”.
Sgranò gli occhi, sinceramente sorpresa. “Da quando in qua ha una donna?”.
“Da circa una settimana e mezzo”. Rispose lui pulendo il bancone con uno strofinaccio.
“Guarda, guarda chi è tornata”. Amanda corse ad abbracciarla.
“Ciao”. Emily ricambiò quel gesto affettuoso e le diede un bacio sulla gota.
“Senti, mi presti la fede?”. Più che una domanda sembrava quasi un'affermazione.
Emily, infatti, aveva trovato la giusta vendetta. Non che non volesse la felicità di Nolan, ma aveva preso quella decisione e quel tipo di punizione era quella giusta, soprattutto perché, altrimenti, non sapeva proprio come fargliela pagare.
“Che ci devi fare?”, Amanda si sfilò l'anello e lo porse all'amica.
Emily sorrise, forse un po' malignamente.
“Voglio fare uno scherzetto”.
“Oh, questa cosa mi piace. Rimango qui ad assistere, fallo nero”.
La bionda le fece l'occhiolino. Si infilò la fede e si avviò al tavolo nascondendo la mano sinistra.
“Buongiorno, Nolan”. Annunciò il suo arrivo con un sorriso, guardò Nolan che, per poco, non gli andò per traverso il drink che stava sorseggiando.
“Che diavolo ci fai qui?”, dalla sua voce traspariva un po' di incertezza.
Emily alzò le spalle, “non te l'aspettavi, vero?”.
La donna, che fino a quel momento era rimasta in silenzio, prese la parola, “e tu chi saresti?”.
“Come, scusa? Non mi dire che mio marito non ti ha detto di essere sposato.” Fece vedere la fede gentilmente concessa da Amanda.
“Cosa?” Denunciò il biondo, visibilmente in crisi, mentre la castana, per poco, non sputava fumo dalle orecchie per quanto fosse diventata rossa.
“Brutto bastardo, non mi hai detto di essere sposato!”. La bevanda finì letteralmente in viso a Nolan.
Lui cercò di pulirsi alla meno peggio e, quando riaprì gli occhi, notò che fosse rimasto da solo.
Catherine, così si chiamava la sua ormai ex, si era dileguata, mentre Emily stava tirando la fede ad Amanda.
“Grazie”.
“Ottimo spettacolo!”, rispose lei ridendo sotto i baffi.
La signora Porter si avvicinò al biondo, “che diavolo le hai fatto per farla arrabbiare tanto?”.
“Taci”. Rispose lui alzandosi per uscire da quel buco infernale. Perché diavolo Emily si era dovuta comportare in quella maniera, cosa voleva ancora da lui? Nolan non era come lei, non trovava certo mille ragazze soltanto schioccando le dita e Catherine gli piaceva davvero.

Emily si accomodò sul divano, con le braccia conserte al petto e le gambe accavallate.
Sapeva che prima o poi sarebbe entrato da quella porta, in fin dei conti, era casa sua.
“Mi sai dire che diavolo ti è preso?”, sbatté violentemente la porta di vetro che vibrò.
Lei alzò le spalle, volgendo lo sguardo da un'altra parte.
“Dio, anche la bambina ti metti a fare adesso. Mi sembri la vecchia Amanda”.
“Fondamentalmente sono sempre la stessa persona, sai?”, rispose, “cambiare colore dei capelli o cercare di essere più sorridente non cambia il mio vero carattere, non credi?”.
Nolan la guardò e non riusciva a comprendere chi avesse di fronte. Davvero, era un mistero. Aveva già deciso che le avrebbe dato della gelosa perché sembrava davvero tale, anche se non ne capiva il motivo, invece, dal momento in cui aveva osservato quegli occhi, aveva inteso che al loro interno vi era una persona alquanto furiosa.
Eppure quello che doveva essere arrabbiato, anzi, deluso, era proprio lui. Era Nolan quello che si sentiva il cuore spezzato e che non voleva vederla, non ancora almeno. Invece lei era piombata lì, dal nulla, e aveva già stravolto tutto.
“Come vuoi, Ems”. Nolan sospirò. Non aveva voglia di litigare, soprattutto per il fatto che desiderava non averla di fronte.
“Lo sai che provo a chiamarti da tre settimane?”.
Emily si alzò in piedi e si pose proprio davanti a lui.
“Quindi? Non volevo sentirti se ti stai chiedendo perché non ti ho mai risposto o richiamato”. In effetti, in quelle tre settimane passate il suo cellulare riceveva almeno due o tre chiamate al giorno di Emily e lui, ogni volta, non aveva mai avuto il coraggio di risponderle. Doveva rimanere da solo, a pensare, ad andare avanti con la sua vita che, non per sua scelta, non comprendeva la bionda.
“Mi sono preoccupata”.
Nolan inarcò le sopracciglia, “per cosa ti dovresti preoccupare, Ems?”.
Emily sorrise e si chiuse nelle spalle, “negli anni passati ti ho salvato così tante volte il culo che ho perso il conto, Nolan”.
Lui lo sentiva, lei stava soltanto giocando e la cosa non gli piaceva per niente. Non voleva essere preso ancora in giro.
“Cosa vuoi, Ems?”. Tagliò corto lui scompigliandosi un po' i capelli per il nervosismo che sentiva.
“Potrei dire di volere tante cose, ma la verità è che non mi è piaciuto il modo in cui sei andato via”, ammise infine allontanandosi da lui per versarsi un po’ di vino rosso. Ovviamente Emily sapeva dove si trovasse; aveva passato così tanto tempo in quell'abitazione che oramai era come la sua seconda casa negli Hamptons.
“Ti rendi conto che mi hai detto che mi ami e poi te ne sei scappato a gambe levate?”. Sorseggiò il liquido scuro. Era difficile per lei stare lì, tutta colpa dell'orgoglio. Le sembrava quasi di essere tornata da lui strisciando, ma non poteva lasciare che finisse tutto così. Non poteva perderlo.
Nolan era stato praticamente sempre presente. C'era quando era uscita dall'istituto, c'era quando aveva cominciato a vivere una vita sregolata e l'aveva ricondotta sulla giusta via. Lui aveva dato inizio alla vendetta portandole tutti i diari del padre, era grazie a lui se i Grayson stavano finalmente pagando per tutto ciò che avevano fatto. Emily, questo, non poteva ignorarlo.
“Non sono scappato, avevamo finito...”
“Cosa, Nolan?”, lo interruppe, “cosa avevamo finito? Di parlare? Hai detto tu stesso, quel giorno, che io non avevo mai pensato a te in quel... quel modo e tu avresti davvero voluto una risposta immediata? Dio, dovevo metabolizzare la cosa!”, si sfogò finalmente.
“Ems, senti...”
La bionda lo interruppe nuovamente, posando il bicchiere.
“Fottiti, Nolan!”, esclamò cercando di trovare la forza per non picchiarlo, perché, davvero, aveva voglia di dargli uno schiaffo in pieno viso.
“Vieni qui”. Nolan le si avvicinò ed anche se avrebbe voluto che fosse rimasta a Boston perché gli faceva male vederla, la circondò con un abbraccio.
Lui non gradiva vederla in quello stato. In tre settimane per lui non era cambiato nulla, voleva la sua felicità.
“Scusami, Ems, scusami”. La strinse più forte a sé.
“Sei uno stronzo rompiscatole”. Lo scansò con un piccolo pugno sulla spalla che però non era poi così delicato.
Nolan sospirò, sarebbero mai usciti da quel circolo vizioso? Ormai Emily conosceva i suoi sentimenti, erano trascorse tre settimane, cosa doveva fare ancora?
Eppure, quando vide gli occhi in lacrime della sua Ems, non poté fare altro che correre nuovamente da lei per stringerla.
Lei aveva cercato di nasconderle, non era così debole, non piangeva lei.
“Mi hai lasciata sola”, ammise cercando di calmarsi. “Eri l'unico e... mi hai lasciata sola”.
Cosa le prendeva? Nemmeno una frase di senso compiuto riusciva ad articolare? La verità era che il senso di solitudine che Emily aveva sentito da quando Nolan si era dichiarato era come una voragine. Era rimasta sola con i suoi ricordi, non aveva nient'altro, era come se fosse morta.
E lui l'avrebbe dovuto capire perché si era sentito solo per tanti e tanti anni, a tal punto da cercare di comprare l'amicizia di Jack. Doveva capirlo, ma non l'aveva fatto ed Emily per questo ce l'aveva a morte con lui anche se, allo stesso tempo, voleva che Nolan le stesse nuovamente vicino come prima.
Era proprio lui la persona che voleva davvero vicino.
“Ti ho già chiesto scusa, anche se dovrei essere io quello incavolato nero visto che hai fatto scappare Catherine”. Le sussurrò all'orecchio.
“Non era il tuo tipo, Nolan”. Affermò sicura. “Anche perché... se volessi stare con lei, di certo non faresti la cozza con me, fra un po' non riesco nemmeno a respirare, Nolan”.
Lui rise sciogliendo l'abbraccio, “mi sembrava che avessi bisogno di un po' di calore umano, miss robot”.
“Parlando seriamente, Nolan, io non voglio perderti. Certo, sei un rompiscatole quanto una stanza satura di zanzare, ma non voglio perderti, e... non capisco nemmeno io il perché, ma pensare di vivere senza di te mi fa mancare il respiro, ormai... ormai sei diventato fondamentale”, ammise senza guardarlo in volto. Aveva perfino le guance in fiamme. Cosa le toccava fare per un po’ di felicità, doveva prostrarsi ai piedi di Nolan Ross. Cose da non credere.
“Sarei come una stanza piena di zanzare, eh?!”, cercò di essere serio lui, anche se la cosa gli risultava difficile visto che aveva gli occhi illuminati. Era fatto così, quando era felice lo sguardo parlava per lui.
“Hai sentito il resto, vero?”.
“Fin troppo bene, Ems”.
Sorrise, infine, prendendole il viso tra le mani.
“Sei sicura?”, chiese.
“Non dovrei?”
“Non lo so, dovresti dirmelo tu. Non voglio certo costringerti a fare qualcosa che non vuoi”.
Emily rise sarcastica, “non ci riusciresti nemmeno, Nolan”.
Lui le sorrise, felice come una pasqua, prima di unire le loro bocche. E tutto il resto gli uscì dalla testa. Aveva in mente soltanto lei, Ems, e la sua cocciutaggine e intolleranza verso il mondo.
Ma lui lo sapeva fin troppo bene che sarebbero rimasti insieme per sempre perché soltanto lui l'amava così tanto da fare tutto, davvero di tutto, pur di renderla felice.

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Scusate per l’immenso ritardo, ma queste sono decisamente settimane infernali. Ed ancora devono finire.
La fanfiction, comunque, giunge al termine. :) La prossima settimana pubblicherò l’epilogo e la saluterò. Mi spiace di ciò, ma sono contenta di essere riuscita a scrivere una fanfiction non troppo lunga. Penso che si sia sviluppata abbastanza bene e, finalmente, Emily è venuta a patti con se stessa e si è resa conto che l’unica persona con la quale può stare è Nolan :D
Spero che il capitolo vi sia piaciuto! *0*
Alla prossima settimana con l’epilogo! :) Se ci fosse qualche dislattamento, come al solito, lo scriverò su facebook e twitter.
Con il tempo, inoltre, risponderò anche a tutte le recensioni che mi avete lasciato, una ad una, scusate se ancora non ho trovato il modo di farlo, sappiate che le apprezzo tantissimo ^_^ ma voglio avere dieci minuti in santa pace per potervi rispondere con calma e senza fretta.
Baci
Deb
   
 
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