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Autore: HisRose    10/10/2012    4 recensioni
Perso un compagno, per quanto triste e doloroso fosse, se ne trovava un altro, ma non con Rose; perché lei non era semplicemente Rose, lei era la sua Rose.
(ambientata nella 2x09 - l'abisso di satana parte 2)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Doctor - 10, Rose Tyler
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Rose era andata a farsi una bella doccia calda, aveva davvero bisogno di rilassarsi. Era stata una giornata tremenda. Per un periodo di tempo aveva creduto di aver perso per sempre il suo Dottore. Qualche attimo prima stava pensando di sistemarsi con lui e quello dopo non sapeva come avrebbe fatto ad andare avanti senza di lui. Era ancora spaventata, tremava ancora un po’, pensava che fosse un sogno dovuto all’effetto dei sedativi che le avevano dato per farla salire sulla navicella di salvataggio. Aveva paura di svegliarsi e ritrovarsi da sola. Aprì l’acqua e si gettò sotto di essa. Sentii i muscoli pian piano rilassarsi. Il respiro cominciò a ritornare normale e si godette il piacere dell’acqua calda che scorre sulla pelle.

Il Dottore era in sala console. Ripensava a come avesse temuto di aver perso la sua Rose. Si era reso conto che lei era pi di un’amica, era l’unica di cui si fidava veramente, l’unica in cui credeva e tra salvare l’universo e lei, avrebbe sempre scelto lei. Il vecchio se stesso era innamorato della biondina, ma il nuovo se stesso era stato fatto per amarla in tutto e per tutto e una vita senza di lei, non avrebbe avuto alcun senso. Ma ora la sua Rose era nel TARDIS, nella loro casa al sicuro. Era strano come fosse diventato ansioso quando la biondina gli aveva chiesto di condividere un appartamento, d’altronde loro lo facevano già. Il TARDIS era la loro casa, loro già vivevano insieme.

Rose uscì dalla doccia e, dopo essersi messa il pigiama, andò a letto. Cercava di trattenere le lacrime,  non riusciva a capire perché era così tesa se era tutto finito. Avrebbe tanto voluto essere con il Dottore, abbracciarlo, toccarlo, vedere che era reale. Ne avevano passate tante loro due, ma mai come quella volta erano andati così vicini a non vedersi più. Si rese conto di come fosse diventata dipendente dal Dottore, da come la sua vita ruotava intorno a lui e quel giorno il suo universo sarebbe potuto esplodere. La testa le faceva male, non voleva più pensare quindi iniziò a canticchiarsi mentalmente una ninna nanna e dopo un po’ di tempo si addormentò.

Il Dottore si malediva. Tra tutte le persone del pianeta, anzi tra tutti i viventi dell’universo proprio Rose aveva scelto come compagna?! Non lo pensò perché era stanco di Rose o cose del genere, ma perché sapeva che la sua Rose era destinata a morte certa se fosse rimasta con lui.

Perché lui era un’egoista, nonostante sapesse i pericoli a cui andava incontro si portava sempre qualcuno con sé, perché la solitudine era troppo dura da sopportare, più della tristezza di una perdita. Perso un compagno, per quanto triste e doloroso fosse, se ne trovava un altro, ma non con Rose; perché lei non era semplicemente Rose, lei era la sua Rose. Lei non era semplicemente una compagna, perché stupidamente il Dottore si era innamorato di lei. La sua biondina, cosa avrebbe fatto senza di lei?! Avrebbe continuato a viaggiare di sicuro, e avrebbe trovato anche un’altra compagna, ma sarebbe stato diverso. Una parte di lui sarebbe morta con lei. Tutto quell’entusiasmo di scoprire l’universo si sarebbe affievolito senza di lei, il suo sole, il suo calore, la sua energia, la sua fonte vitale. Chiuse gli occhi, cercando di non pensare a quel giorno scritto nei loro destini, immaginando fosse il più lontano possibile, quando sentì la sua Rose urlare.

Senza pensarci due volte corse in camera sua e spalancò la porta. Trovò la biondina seduta sul letto con il volto rigato di lacrime. Le sue mani erano chiuse in due pugni che stringevano forti le lenzuola. Lui si avvicinò a lei e le prese il viso fra le mani, asciugandole le lacrime.

“Cos’è successo?”, chiese preoccupato.

“Ho fatto un incubo, un incubo orribile”, rispose lei singhiozzando. Le sue mani lasciarono il lenzuolo per aggrapparsi al pigiama del Dottore.

La strinse a sé e iniziò ad accarezzarle i capelli e a darle dei piccoli baci.

“È tutto finito. Non c’è nulla di cui aver paura”, le sussurrò lui all’orecchio.

“Invece sì, ho paura di svegliarmi”, confessò lei, guardandolo negli occhi.

“Sei già sveglia Rose”, la rassicurò il Dottore.

“E se invece ti stessi sognando? E se stessi dormendo e quando mi sveglierò mi ritroverò nel mio incubo?”, chiese lei, il suo respiro divenne sempre più affannoso.

“Quale incubo?”, chiese il Dottore afferrando il suo viso fra le mani.

“Tu sei morto, sei stato risucchiato dal buco nero e io sto sognando per via dei sedativi che mi hanno dato, perché ti volevo aspettare nella base, perché ero sicuro che saresti tornato. Così hanno dovuto drogarmi per portarmi nella navicella di salvataggio”.

Il Dottore provò una fitta di dolore al petto, non solo per il fatto che Rose era così terrorizzata, ma anche perché lei sarebbe potuta morire su quel pianeta, solo per aspettare che lui tornasse.

La strinse forte a sé. Lui la capiva bene, in fondo provavano la stessa cosa: il terrore di perdersi.

“Questo è il mondo reale Rose, hai solo fatto un incubo”, la rassicurò, cullandola fra le sue braccia.

“Me lo prometti?”, chiese lei guardandolo negli occhi.

“Croce sui cuori”, disse lui sorridendole, lei ricambiò. Iniziò a tranquillizzarsi, ma non lasciava la presa dal pigiama del Dottore.

“Non te ne andare, potresti svanire”, lo supplicò lei tirandolo verso di sé.

“Sono reale”, le ribadì lui.

“Ma non te ne andare, ti prego. Ho bisogno di te”, confessò infine lei.

Lui non poté resistere e la accontentò, anche se per lui era più che un piacere poter stare così vicino a lei. Si mise sotto le coperte e si stese al suo fianco. Intrecciarono le loro gambe e si cinsero la vita a vicenda, stringendosi in un abbraccio profondo. Le loro fronti si toccavano. Si infondevano calore l’un l’altro.

Più tardi Rose riaprì gli occhi e quando vide che il Dottore era ancora lì, si convinse che non stava sognando. Dopo essersi assicurata che lui dormisse profondamente, lo baciò. Sarebbe rimasto un segreto.

“Ti amo”, gli sussurrò e felice si riaddormentò tra le braccia del suo Dottore.

  
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