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Autore: pecorabe    10/10/2012    2 recensioni
One-shot a tema Johnlock. Per ora come ragazzi, poi si vedrà. School!Sherlock&John
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson , Sherlock Holmes
Note: OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Non mi chiamo Moffat (purtroppo) e non guadagno sacchi a scrivere questa schifezza.

 

-Muoviti John, ci sta per raggiungere!

Il ragazzo bruno correva a perdifiato giù per la collina erbosa del parco di Villa Holmes. Il sole del tramonto  fra le nuvole illuminava la pelle diafana e incorniciava i capelli di raggi dorati, incoronando i ricci ribelli. Qualcosa di piccolo fra le sue mani scintillava nella luce pomeridiana.  Alle sue spalle, di fronte all’imponente edificio vittoriano si stagliava la figura alta di un giovane che brandiva un ombrello nero. Da come lo agitava furiosamente, sembrava desideroso di spaccarlo sulla schiena dei due adolescenti che fuggivano verso la struttura separata del garage.

-U-un attimo! –ansimò il secondo, provato dalla corsa. Sherlock continuò a correre per qualche metro, poi tornò indietro sbuffando e prese per un braccio l’amico, strattonandolo insistentemente. Con uno sguardo complice, ripresero a fuggire fino all’entrata dell’ampio locale che ospitava una dozzina di veicoli, molti d’epoca, altri all’avanguardia, come la moto dalla carrozzeria lucente che adesso entrambi guardavano con desiderio. John strappò dalle mani dell’altro la chiave e provò ad inserirla nel quadro, inultilmente. Dopo un paio di tentativi andati a vuoto, esclamò frustrato:

-Diamine Sherlock, hai preso la chiave sbagliata! – Si guardò intorno alla disperata ricerca di una soluzione: Mycroft si stava probabilmente avvicinando, e se non si fossero dati una mossa avrebbe sicuramente… meglio non saperlo.

-Sono confuso, John. Era appesa vicino alle chiavi delle altre macchine, ed era l’unica più piccola della altre, così pensavo che dovesse essere per forza quella di una moto. – Si passò una mano fra i capelli. Poi fece risoluto – Forza, proviamola nelle altre macchine. Qualcosa dovrà pur aprire.

Dopo aver spinto la chiave a forza in ogni veicolo, si accorsero che ne era rimasto uno, in fondo al garage. Sotto quel lenzuolo polveroso, se ne intuiva solo la forma. Una moto! Si avventarono in quella direzione e scostarono la stoffa, speranzosi…

-Sherlock, cosa ci fa qui un trabiccolo come questo? –chiese John inclinando la testa verso quel… quell’affare, insomma. Era un piccolo motorino antiquato, doveva essere sicuramente più vecchio di loro. E sedici anni non erano pochi, come andava esclamando Sherlock ogni volta che veniva ammonito per la sua precocità. La vernice celeste era scrostata in parecchi punti, e rivelava l’acciaio opaco della carrozzeria. La pelle della sella era completamente rovinata, mentre il vetro del fanalino posteriore era incrinato.

-E’ la vecchia Bonnie. Il catorcio con cui girava mio fratello alla nostra età. Cioè nel Paleolitico, più o meno.

John rise sotto i baffi della battuta, mentre il moro si avvicinò lentamente al motorino.

-Lo invidiavo da morire. Chissà se…- Infilò la chiave e la girò. Un paio di deboli luci si accesero controvoglia. Sherlock, con uno sguardo divertito negli occhi, girò la manopola del gas, producendo un rombo simile ad un’esplosione fra le pareti del garage. Ridendo di gioia, tolse completamente il lenzuolo e spolverò con un paio di manate la sella. Tolse il cavalletto e ci montò sopra con un balzo elegante, mentre l’altro lo guardava storto.

-Sali John, non abbiamo tutto il giorno!

-Non ho alcuna intenzione di salire su quella vecchia carretta.- esclamò il ragazzo incrociando le braccia.

-Non avrai un po’ di paura, Cuordileone? - fece Sherlock subdolo. Sapeva che John odiava essere chiamato così.

-Certo che no! Ma tengo alla mia vita, e tu non sai nemmeno guidare uno di quelli. –John sentiva di averla avuta vinta. Sapeva per certo che l’altro non aveva mai portato un motorino. Probabilmente non sapeva nemmeno andare in bicicletta. Eppure gli occhi di Sherlock si illuminarono.

-Ma tu sì! – scese e lo costrinse a montare in sella, spingendolo con le dita sottili. John assaporò uno dei rari contatti fra i loro corpi, poi sbuffò. Salì rassegnato e aspettò che Sherlock facesse lo stesso. Mancava qualcosa…

-I caschi! Non abbiamo i caschi! Sarebbe da incoscie… - iniziò a strillare allegramente, felice di non dover rischiare la vita su uno stupido motorino per il suo stupido amico. In quel momento, lo stupido fratello di Sherlock aveva spalancato la grande porta da cui uscivano i veicoli, lasciando entrare gli ultimi sprazzi di luce autunnale.

-Che cosa… avete intenzione di… fare voi due? – proferì fra i respiri da asmatico, appoggiandosi ad un muro.

-Parti, John. Parti!

 

***

Il cielo era terso, mentre il sole era calato da poco. La poca benzina nel serbatoio li aveva costretti a fare tappa verso il distributore più vicino, dove Sherlock aveva fumato una sigaretta in silenzio, osservando John che imprecava contro il self-service e il suo malsano inventore; dopo la breve sosta  si diressero verso l’interno, fra i campi e le strade sterrate, dove non c’era anima viva. Il paesaggio autunnale scorreva veloce e una brezza fredda si infilava nella giacca di pelle di John, facendolo rabbrividire. La morbida sciarpa di Sherlock gli carezzava la nuca. Dopo una serie di sgommate dovute alla poca esperienza di John come motociclista, il moro decise di aggrapparsi al ragazzo per non cadere, circondandolo con le braccia, e dopo qualche minuto, per stare più comodo si allungò in avanti, appoggiandogli il mento sulla spalla. I loro volti erano uno accanto all’altro, a contatto. John riusciva a sentire il suo respiro caldo sulla pelle. Le guance si tinsero di un rosso purpureo, ma entrambi fecero finta che fosse per il vento sferzante che li colpiva.

E’ avventato. Temerario. Incosciente, sconsiderato. -pensò John-  Tutto quello che non sono mai stato.

E’ divertente. Stupido, irrazionale, privo di logica. –pensò Sherlock- Ma sempre divertente.

Entrambi non sapevano se si stessero riferendo al viaggio improvvisato, o al ragazzo a cui erano abbracciati.

 

 

 

Note dell’autore:

Mi piace troppo l’idea di questi due da CCCioFani per non scriverci sopra una ff con cui ammorbarvi  :3

Vorrei fare tante piccole one-shot, ma coerenza non è esattamente il mio secondo nome (ehm).

Enjoy!

Fr.

  
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