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Autore: Acid Sylvia    10/10/2012    4 recensioni
Andreas si era avvicinato con il foglio di carta traslucida, era semplicemente perfetto, ritraeva The Rev in persona, le lettere in formato maiuscolo che sembravano un tributo alla sua grande altezza sia fisica che morale, immaginai le sfumature radicali del suo carattere pazzo, dal chiaro della pacatezza e saggezza alla trasformazione al nero della sua esuberanza, quei tratti estremamente gotici e appuntiti quasi ossuti alle linee morbide e rotonde che addolcivano il tutto, semplicemente perfetto. Rimasi a bocca aperta con gli occhi che pizzicavano.
Genere: Angst, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Synyster Gates
Note: Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta
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Note dell’autore:

Allora ho la febbre, e ho sognato questa cosa sicuramente perché mi sto guardando le puntate di L.A. Ink a manetta sul sito di Dmax.

Ovviamente tutto questo è frutto della mia immaginazione e dei miei pensieri!

Spero vi piaccia e che non vi abbia depresso abbastanza! Una recensione non farebbe mai male, scusate per eventuali errori ortografici e baci a tutti!

 

 

È il nostro arrivederci per sempre Capo.

Spesso le cose capitano all’improvviso, indipendentemente dal ruolo che giocano, sia in positivo che in negativo, segnano una spaccatura nella tua vecchia routine, te la stravolgono, spesso capita in bene, seppur l’essere umano riesce a captarne il male.

Qualsiasi cosa che stravolga una routine è il male per ognuno di noi, la vita è suddivisa in vari spazi, da noi scelti, ognuno di loro ha una tale importanza che se ne venissimo privati ci incazzeremmo come pochi.

Passeggiavo lungo il marciapiede cementato di uno strano color beige, il sole tramontava e i raggi color arancio illuminavano tutto il paesaggio, dalle foglie verde oliva, ai fiori biancastri, come le villette bianche che assumevano un colore caloroso, un colore di casa, sorrisi ripensando a quante ne avevo combinate prima di arrivare qui, ai miei trent’anni, la vita cambia, e spesso viene stravolta.

Da adolescente passavo le mie giornate a far scorrere le mie dita affusolate lungo il manico della mia fedelissima amica a sei corde, mi esercitavo, ore ed ore, non avevo la minima idea di come poi sarebbe andata a finire, sono diventato un chitarrista eccezionale, faccio emozionare la gente proprio come mi emoziono io quando compongo, lungo la spina dorsale sento dei forti brividi e dico ‘cazzo questo si che stravolgerà’ allora so che è la melodia giusta, allora so di essere il migliore. E lo sono cazzo.

Alzo lo sguardo passando per un portone a specchio e non riesco ad evitare di guardarmi, è una cosa naturale, guardo le lenti color cappuccino illuminate dal sole dei miei occhiali, si notano i miei occhi, il naso piccolo privo del piercing, le mie labbra leggermente gonfie, si cazzo, sono Synyster Gates.

Molti pensano che io abbia abolito questo mio nome, lo abbia abolito dopo la morte di The Rev, invece no, ammetto, forse le prime due settimane l’ho fatto, anche perché le prime due settimane volevo solo che il mio cuore cessasse di battere in qualche modo, ero triste, depresso, solo, indifeso, dolorante, uno zombie umano, ma lui, il mio migliore amico, era un combattente, devo onorarlo, ed andare avanti per lui, crescere i miei figli raccontandoli di un eroe pazzo invisibile agli occhi ma presente nel cuore.

Arrivo al negozio e sento un enorme peso al petto, finalmente mi ero deciso, grazie ai miei amici, alla mia vera famiglia, ci stavo riuscendo.

Apro la porta a specchio sfilandomi gli occhiali da sole, e sorrido entrando nella mia seconda casa, lo studio di tatuaggi, i ricordi riaffiorano alla mente ripensando a quante ore e soldi avevo speso per rendermi la persona che volevo essere. Ci ero riuscito ad essere la persona dei miei sogni, ma adesso mancava solo il tocco finale.

<< Amico! Carissimo ben tornato a casa. >>

Cory è un uomo molto giovane, ha all’incirca sui ventiquattro anni, posso dire di averlo visto crescere, è il manager della Laguna Tattoo, ha sempre contatti col pubblico, prende appuntamenti e organizza spese, è un piccolo grande lavoratore con un sorriso smagliante.

<< Piccolo Cory! Grazie! Ho appuntamento con Andreas. >>

<< Sì, te lo chiamo subito! >>

Un uomo basso e tosso, dall’altezza di Zacky e un sorriso famigliare si avvicinò con la camminata da orso, mi aveva fatto provare i bruciori più assurdi con il suo cazzutissimo ago e inchiostro, ma era magico.

<< Junior, allora come ti sta passando la vita? >>

Sorrisi, quasi nessuno mi chiamava in quel modo tranne lui. << si tira avanti, e tu? >>

<< Al solito, allora spiegami questo incredibile tatuaggio. >>

<< Allora sì, allora vorrei tatuarmi al centro del petto ‘per sempre’ ti lascio libera scelta per il font, anche perché sai già i miei standard, però vorrei che i contorni siano ben evidenti e calcati mentre l’interno delle lettere siano sfumate, bianco e nero, mi fido di te. >>

<< Perfetto lasciami dieci minuti per la bozza, intanto accomodati >>

 

<< Junior, che ne dici? >>

Andreas si era avvicinato con il foglio di carta traslucida, era semplicemente perfetto, ritraeva The Rev in persona, le lettere in formato maiuscolo che sembravano un tributo alla sua grande altezza sia fisica che morale, immaginai le sfumature radicali del suo carattere pazzo, dal chiaro della pacatezza e saggezza alla trasformazione al nero della sua esuberanza, quei tratti estremamente gotici e appuntiti quasi ossuti alle linee morbide e rotonde che addolcivano il tutto, semplicemente perfetto. Rimasi a bocca aperta con gli occhi che pizzicavano.

<< Lo prendo per un sì! Muovi il culo amico che lo facciamo subito! >>

Mi alzai lanciando la rivista di chitarre sul tavolino raggiungendo la sua postazione, mi tolsi la maglia guardando allo specchio per l’ultima volta il mio petto spoglio.

Stampò la scritta sul mio petto e mi incitò ad osservarmi allo specchio, semplicemente magnifico, allora ritornai a sdraiarmi sul lettino appoggiando la testa ad un seggiolino, che il bruciore abbia inizio.

Il brusio di sottofondo del macchinario era assordante, un continuo rumore metallico, sembrava di essere in officina, mentre l’inchiostro nero cominciava a dilagarsi e sporcare il mio petto chiaro, ogni tanto strizzavo gli occhi, la gabbia toracica era una stronza, faceva un male bestia.

<< Allora perché questo per sempre? >>

Guardai il soffitto sofferente, mi ci voleva un po’ per abituarmi a quel brusio e dolore contemporaneamente.

<< Jimmy, è venuto a mancare circa un anno fa, per me era come un fratello, uno di quei migliori amici che vorresti per tutta la vita, lo avevo trovato, abbiamo raggiungo l’apice della felicità lottando e sorreggendoci a vicenda, molti tatuaggi che ho, oltre ad avere un significato, fanno parte della scena, della mia esuberanza, ma questo è diverso, questo è per Jimmy, e per immortalare la sua felicità in questo per sempre. Molte persone lo ricordano in modo assurdo, strano, stupido, io lo voglio ricordare felice, quando abbiamo raggiunto il nostro apice di felicità che non sono mai stati i soldi, ma la famiglia. Sì eravamo come una famiglia, anzi siamo una famiglia e non avercelo più così vicino come prima fa molto male, ma ricordare gli eroi, e i geni con un velo di tristezza non fa altro che alterare aspetti negativi, e malinconici, mi manca e lo ammetto, ma preferisco ricordarlo e ricordare tutto con un sorriso stampato sulle labbra, vorrei essere forte per me come lui era forte per se stesso. Spesso invidio la forza che aveva, ci sono giorni in cui non riesco ad alzami dal letto, in cui vorrei chiudere gli occhi e ripetermi ‘ehi questo incubo finirà’ ma poi ti accorgi che non è un incubo, si chiama vita, nella vita capitano cose, sia felici che tristi, la mia felicità è quella di ispirare persone, amare la mia famiglia e amare me stesso, la mia tristezza è di aver perso una persona cara, una persona che reputo ancora adesso casa, ma vorrei che col tempo questa tristezza si trasformasse in forza, Jimmy vorrebbe questo per me, ne sono certo.

Diciamo che con questo tatuaggio vorrei regalargli il suo arrivederci per sempre. Non è un addio, non ce la farei, è solo un ‘ehi ci vediamo dopo capo’. >>

Sorrisi con gli occhi lucidi mordicchiandomi il labbro. Avrei affrontato diversamente la vita, avrei tratto forza da questa semplice parola che racchiudeva il significato di una vita.

 

 

   
 
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