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Autore: Hagne    10/10/2012    0 recensioni
"Quando un Re senza trono, ridotto in schiavitù, torna alla ribalta.
Quando degli dei, infrangendo le regole, compiono una blasfemia.
Quando ciò che non dovrebbe esistere nasce, cresce e uccide.
Allora nasce questa storia.
Una storia di amore, odio, rancore, e crescita.
Perchè il confine tra bene e male è labile, precario, e non sempre ciò che sembra giusto, lo è davvero"
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Heart Of Everything '
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“She's lost in the darkness
Fading away
I'm still around here
Screaming her name
She's haunting my dreamworld
Trying to survive
My heart is frozen
I'm losing my mind “

[…]

“I'm burning the bridges
And there's no return
I'm trying to reach her
I feel that she yearns “


( Lost – Within Temptation )














C’era silenzio .
Un silenzio inquieto fatto di sospiri e bisbigli concitati  ,  segreti sussurrati a fior di labbra per paura di essere uditi .
 Parole , nenie unite al  ritmico suono  di passi lenti e coordinati che avanzano  nel buio , il cammino tracciato da quel barlume di luce che aleggiava nell’aria come se fosse sospinto dal respiro  di un essere vivente .
Ma non c’era nulla di vivo in quel luogo , solo tenebre , un gomitolo di nebbie scure e soffocanti che uccidevano ogni suono , odore , calore , tutto all’infuori di quella  fiammella bluastra che delle mani artigliate cingevano con delizia mentre occhi rossi e sgranati dallo stupore osservavano il risultato del loro lavoro .
La fucina dell’universo era stato per secoli il grembo sterile di una madre che piangeva la propria condizione .
Perché c’era stato un tempo in cui l’universo non era altro che un terreno arido e secco , polveroso come un deserto che da anni non sente più il quieto frusciare del vento e il dolce sciabordio delle acque sul proprio corpo dorato  , l’antro oscuro e sterile nel quale loro  , i Creatori , avevano vissuto in solitudine , fino a quando lei non era nata .
La vita dell’universo .
Una minuscola scheggia di luce che illuminava gli arti grotteschi di Yehouda , affamato di quel bagliore che imprigionava tra gli artigli con la gola secca per la trepidazione .
I suoi occhi parevano ancora più ributtanti alla luce della goccia d’energia  ,  due ampolle di sangue rovesciato su una placca di metallo fuso , iridi che non avevano mai avuto la capacità di amare  , capire , ma solo di possedere , con rabbia , con egoismo .
Eppure la nascita della vita non era frutto dei suoi sforzi , ma era la risultante delle preghiere di  Semjace  e dei poteri di H’ava, lui aveva messo solo l’idea , l’ingegno , solo quello .
Eppure Yehouda sapeva che lei era sua , che lo sarebbe sempre stata, frutto di quel bisogno di invertire la sua noiosa eternità in  qualcosa di luminoso , di grande , di magnifico .
La creatura che si tendeva e ansimava tra le sua mani mentre il mondo implodeva dentro e fuori di lei , gettando luci nell’universo che avrebbero creato galassie , costellazioni ,  e una scia luminosa che l’avrebbe condotta sempre alla via di casa .
Quando riaprì gli occhi il silenzio attorno a lei fu la prima cosa che sentì prima che la puzza di bruciato la convincesse ad abbassare lo sguardo .
Scattò indietro , spaventata , quando vide una carcassa informe ai suoi piedi , un corpo completamente corroso dalle fiamme , disintegrato da un qualcosa che sembrava aver risucchiato la vita dai bulbi oculari che la fissavano vitrei  .
E fu il colore spento di quegli occhi a farle capire chi fosse l’uomo morto ai suoi piedi , il chiarore dei punti luminosi che l’avevano cercata sempre e che le ridevano nel buio degli angoli quando gli uomini in bianco la immergevano nella vasca .
Ma non capì il perché di quell’orrore , di quel bruciore che sentiva lei stessa al viso , alle mani , fino a quando non fu la voce di Yehouda a farle alzare lo sguardo .
- Era così che ti ricordavo , luminosa e implacabile – le bisbigliò suadente , allungando gli artigli verso i suoi capelli , ma fu nello sforzo di ritrarsi che notò qualcosa di strano , qualcosa di sbagliato nel colore delle sue ciocche e nelle mani che aveva teso in avanti per difendersi .
Rimase immobile , pietrificata dall’orrore , incredula di quello che vedeva , perché quelle non potevano essere le sue mani , quelle “cose” non potevano neanche essere chiamate mani .
Eppure erano i suoi  palmi quelli che nell’aria rilasciavano scie luminose ogni qual volta provava a chiuderli in pugni , due schegge di luce azzurra e fluorescente che però stentavano ad avere una forma concreta , stabile , tanto da disegnarle di nuovo delle dita .
- Cosa…
- Questa è la tua essenza , Tesseract . Tu sei energia , lo sei sempre stata .
Yehouda amava vederla soffrire , amava sentirla contorcersi dal dolore , ma la verità di quelle parole , unita alle immagini che aveva visto nella sua testa la costrinsero ad abbandonare le braccia lungo i fianchi e a guardarsi negli occhi scarlatti del mostro .Le ciglia fremettero un istante prima che sgranasse gli occhi , tanto da sentire il viso dolerle quando si vide e non si riconobbe .
Si tastò con mani tremanti il viso che brillava , che si scomponeva sotto il tocco delle sue dita e spruzzava scintille di energia come per difendersi , ma più toccava , in cerca di qualcosa di rosa , di “normale”  , più il dolore di vedersi diversa da papà Bruce , da Loki , ancora una volta ,  le faceva pizzicare lo sguardo .
- Non devi negare la tua vera natura .
Lo fissò ancora e ancora in cerca di risposte che però non voleva sentire , accettare , comprendere , perché lei sapeva , lo aveva sempre saputo che c’era qualcosa di “sbagliato”  in lei , qualcosa che non le permetteva di sentirsi a proprio agio nella sua stessa pelle .
Quella consapevolezza che aveva cominciato a tracciare i contorni del suo destino  man a mano che accresceva la sua conoscenza sul mondo , su ciò che la circondava e sugli umani .
Umani .
Alzò gli occhi con uno scatto spaventato , accorgendosi con un gemito strozzato che non c’era più niente di quello che ricordava attorno a lei .
Non c’era più  il corridoio stretto e buio nel quale Pepper l’aveva nascosta , né la sala dove papà Bruce e Loki stavano lottando poco prima , nulla all’infuori di una distesa di macerie , ma loro c’erano , e la guardavano dai lati corrosi dell’hangar che era saltato in aria .
Eppure il sollievo di vederli ancora vivi scivolò via dal suo cuore assieme al calore quando si vide riflessa negli occhi dello zio Tony , in quelle iridi scure che si contraevano sotto il suo sguardo come per capacitarsi della sua presenza , del perché i suoi capelli oscillassero e bruciassero di fiamme azzurre che danzavano sulla sua schiena , o sul perché del suo corpo nudo che levitava in aria e che sprigionava quella luce fastidiosa e calda .
- Astrid ?
 Non rispose al richiamo di Pepper , si limitò ad osservare i graffi sul viso e la chiazza di sangue che le macchiava il vestito con preoccupazione prima che Yehouda tornasse a farle tremare le pupille per l’orrore .
- Non dovresti mostrare rimorso , Tesseract . Gli umani non sono tanto forti da sopravvivere al tuo potere .
Lei . Era stata lei a farle quei graffi , era state lei a farle del male .
Indietreggiò come se l’avessero colpita al viso , forte , tanto da inondarle le orecchie di un fischio che smorzò con un sussulto spaventato quando , nel retrocedere , cozzò contro qualcosa di duro e verde .
E quando il sibilo sofferente di papà Bruce le raggiunse l’udito barcollò indietro nella fretta di allontanarsi e ritirare la mano con la quale si era scostata dal corpo verde e imponente  .
Di nuovo l’odore di carne bruciata le raggiunse il naso , ma questa volta non era l’uomo in nero a giacere ai suoi piedi privo di vita , ma c’era papà Bruce davanti a lei , con la mano grande e inumana poggiata sullo stomaco scrostatosi come se qualcosa lo avesse bruciato , scoprendo la carne viva che pulsava sotto i suoi occhi inondati di lacrime .
Quando lo vide riprendere  forma umana non potè che squittire un singulto sofferente , soffocando con le mani i singhiozzi che le contraevano il petto e la facevano tremare per il dolore .
- Non è niente . Non mi hai fatto niente – le sussurrò papà Bruce allungandole una mano , distendendo il viso stanco con un sorriso stentato che tentava di mascherare il dolore per la ferita che lei guardava con orrore , con raccapriccio .
- Mi dispiace . Mi dispiace – pigolò straziata , abbracciandosi  per non crollare in lacrime e senza forze a terra , allontanandosi ad ogni passo dell’uomo nella sua direzione .
- Mi dispiace .
Sembrava  conoscere solo quella parola che cantilenava con voce rotta , ritraendosi e avvicinandosi inconsapevolmente alla figura di Yehouda per trovare riparo , protezione  .
Vide papà Bruce abbozzare un altro sorriso , e pareva disperato , con quel braccio teso che la supplicava di afferrare la mano , di stare tranquilla .
Perché tutto sarebbe andato bene , lui glielo diceva sempre , che prima o poi tutto si sarebbe sistemato.
Ma ormai non c’era più nulla da aggiustare , nulla che potesse scacciare quella sensazione di essersi rotta , incrinata , senza più la possibilità di essere riparata .
-Astrid , per favore . Vieni qui – la supplicò ancora , straziato , ma lei non voleva essere toccata , non voleva fare del male a nessuno , non voleva più sentirsi così “sbagliata” .
- Andrà tutto bene .
Percepì chiaramente il respiro strozzato di papà Bruce , captò nitidamente persino il sibilo basso della creatura dorata che sostava poco lontano , piegata su se stessa con la schiena coperta di sangue .
Ma non era più lei quella che tutti guardavano con sconcerto , e non era stato nessuno di loro a confortarla con quella voce gentile che solo in sogno lei poteva sentire .
E quando Semjace le accarezzò il viso con i suoi artigli , poggiandole il palmo affilato sulla testa  per rassicurarla , capì che ora la vedevano tutti , il suo mantello nero e la bocca inumana che scintillava da sotto il cappuccio .
Papà Bruce provò a tirarla via , ma bastò uno sbuffo d’aria di Semjace per tagliare l’aria e procurare ferite oblunghe sul viso dell’uomo , e si aggrappò terrorizzata al braccio di lei per bloccarla .
- Non fargli del male . Ti prego – la implorò , sofferente , lasciando che la creatura la facesse più vicina con i suoi artigli per averla sotto l’ombra del mantello , lontano da papà Bruce  , lontano da tutti .
- Allontanati subito da lei ! – urlò Tony da lontano , provando ad agguantarla , ma anche quella volta bastò un gesto annoiato del capo di Semjace per farlo crollare al suolo con l’armatura forata poco lontano dal cuore .
Persino la donna che le portava le caramelle , anche se un po’ malconcia , sparò alla creatura per liberarla , per difenderla , ma Semjace non le avrebbe mai fatto del male .
Perché le aveva promesso che le sarebbe stata vicina quando ne avesse avuto bisogno e perché , semplicemente , lei era quella figura che lei aveva sempre cercato su quel pianeta .
- Mamma ?
Lo sussurrò con una punta di indecisione , perché la sua nascita non era come le altre , non come quelle che le aveva spiegato papà Bruce , ma lei ricordava come era nata , e sapeva che erano state le preghiere di Semjace a darle la vita .
La sentì sussultare accanto a sé , rafforzare la presa sulla sua testa ma senza farle male , e le parve persino di cogliere uno strano bagliore da sotto il cappuccio prima che Yehouda si rendesse visibile alla sua destra , facendo sussultare per lo spavento papà Bruce .
- Non è questo il modo in cui devi appellarti a noi , non è…
- È libera di chiamarmi come più le aggrada – lo zittì Semjace con voce dura , addolcendo il tono quando tornò a guardarla e a stringerla quasi con calore .
- È l’ora . Dobbiamo tornare a casa .
All’inizio non comprese la portata di quell’affermazione , ma quando alzò gli occhi per seguire lo sguardo di Semjace verso il cielo sussultò , spaventata , nell’accorgersi di un particolare che prima non c’era .
Un buco , un enorme buco nero squarciava il cielo a metà , un foro che si apriva sul nero di un cielo puntellato di piccole luci colorate .
Aveva un vago ricordo di quell’immagine , come se lo avesse già visto stagliarsi nel cielo del pianeta , e ricordò che quello era già successo , una volta , e che lo zio Tony aveva quasi rischiato di morire per difendere gli essere umani da un orda di alieni .
E il pensiero di quell’orrore la terrorizzò .
- Ora che hai aperto la via , dobbiamo tornare a casa prima che i Chitauri sentano la tua presenza e vengano a reclamarti .
Tremò , aggrappandosi alle vesti di Semjace quando il vago ricordo di quelle creature la fece sussultare per lo spavento , e non potè che urlare quando la creatura la prese in braccio d’improvviso .
- Non posso , io non posso andarmene  – gridò , dimenandosi con rabbia al pensiero di lasciarli in balia di quei mostri , di una forza che non potevano contrastare , non un’altra volta , non senza di lei .
Perché lei poteva chiuderlo , come aveva già fatto una volta , anche se guidata dalla mano dell’uomo  , poteva salvarli , ma quando provò a spiegarle che sarebbero stati indifesi e vulnerabili contro un esercito di alieni , forse più numeroso , forse più orribile e potente ,  la risposta che sua madre le diede fu gelida e secca .
- Non è affar nostro . Non lo è mai stato , e non è affar tuo . Lascia agli esseri umani ciò che meritano , il tuo posto non è più al loro fianco per essere usata e imprigionata ancora .
La trovò ingiusta , lei e quelle parole , e anche se sapeva che Semjace aveva ragione , che lei non aveva nessuno dovere verso gli umani che l’avevano catturata , torturata , barattata per la propria libertà ,  in cuor suo sapeva che non poteva abbandonarli .
Non con la consapevolezza che papà Bruce , lo zio Tony , Pepper e soprattutto Loki sarebbero potuti morire .
Non poteva permetterlo .
Eppure , ancora prima di districarsi dalla presa per fuggire via si sentì tirare all’indietro con uno strattone che la fece urlare per lo spavento prima di sentirlo , quel profumo , e di riconoscer il gelo di quell’abbraccio .
Lo riconobbe all’istante , anche con il viso imbrattato di sangue e con gli angoli della bocca arricciati sui denti, anche con tutte quelle ferite che non lo facevano sembrare neanche un dio , un uomo ,  ma un manichino che qualcuno si era divertito a torturare .
E non lo riconobbe solo per il suo odore che sapeva di vento e aria pulita , o per il freddo dei suoi palmi , ma per il battito del suo cuore , quel tum-tum lento e cadenzato  , il primo suono che aveva sentito quando aveva aperto gli occhi per la mia volta  .
La prima cosa che aveva udito quando si era svegliata su un mondo che non conosceva , lo stesso battito che non si storpiò neanche quando si accorse , con orrore , che al contatto con la sua schiena incandescente il petto di Loki stesse bruciando .
Provò a fuggire dalle sue braccia , facendo forza sul braccio con il quale le cingeva la vita , ma lui non la lasciò , neanche quando le sue dita gli ustionarono il braccio facendole salire le lacrime agli occhi .
- Lasciami ! Lasciami ! – gridò , straziata , dimenandosi e pregandolo di lasciarla andare , di non farle quello , ma lui le rispose con un sibilo prima che Semjace scostasse lo sguardo da lei a Loki .
Vide un lampo negli occhi di sua madre , ma non lo riuscì ad interpretare , non quando sentiva il cuore lacerarsi nel suo petto .
E pregò , per la prima volta in vita sua , di essere  normale , di non fargli del male , non come gli altri gliene avevano fatto in passato , perché non voleva diventare la causa del suo dolore , mai .
Si morse le labbra a sangue , trattenendo il respiro nel contrarre i muscoli del corpo per immobilizzarsi tanto da farsi male , per tentare di smetterla di respirare , di provare a morire , in silenzio , così da smetterla di brillare , di bruciare .
Loki dovette intuire le sue intenzioni , perché lo sentì irrigidirsi contro di lei , e quando una sua mano volò alla bocca che teneva chiusa provò a forzarla per aprirla , per farla tornare a respirare .
Ma lo scacciò malamente , rimpicciolendosi su se stessa quando il bruciore al petto divenne insopportabile , asciugandole persino le lacrime dagli occhi .
Perché avrebbe preferito morire piuttosto che fargli del male , non a lui .
Le palpebre le tremarono quando delle chiazze nere  le puntellarono lo sguardo , storpiando i profili delle persone davanti  a lei  , ma non demorse , accorgendosi con un barlume di speranza che il suo corpo sembrava spegnersi , lentamente , e che la carne di Loki aveva smesso di bruciare a causa sua .
Un capogiro la colse impreparata , e quando Loki riuscì ad infilarle due dita in bocca per forzarla provò a resistere prima di sentire uno spasmo strapparle il briciolo di ossigeno  che ancora aveva nei polmoni .
Quando l’aria  le riempì la bocca perse i sensi , afflosciandosi tra le braccia di Loki che la sorresse prontamente , respirando malamente per lo sforzo di rimanere ritto e sorreggere entrambi sulle gambe che gli tremarono .
Aveva smesso di brillare , e tanto le bastò prima di udire in lontananza la voce dello zio Tony che ordinava a Loki di spostarsi mentre Maria spronava tutti a raggiungere l’aereo per fuggire via da lì .
Lontano da sua madre , lontano da quel buco che ,  ogni secondo  , si dilatava sempre di più .









°°°
 








- Come sta ?
Bruce si sfilò i guanti in lattice con gesti lenti , deponendoli con cura dentro il camice da lavoro che la vecchia Baba teneva conservato nel suo vecchio baule sgangherato , con fin troppa cura e calma , tanto da accendere l’irritazione nello sguardo di Tony.
Ma ancor prima che il miliardario potesse acciuffarlo per la collottola e sbatacchiarlo un po’ , il buffetto di Pepper sulla guancia bloccò la sua mano mentre la donna lo invitava con un cenno del capo a guardare con più attenzione le mani del dottore .
Era un movimento impercettibile , quasi inesistente , ma le mani di Bruce tremavano , tanto che fu costretto ad infilarle nei jeans per darsi un certo contegno , pronto a ricevere un’occhiata caustica dello scienziato .
Ma udì uno schioppo alla schiena , e quando Tony ritirò la mano con la quale gli aveva dato una piccola pacca sulla spalla qualcosa nello stomaco di Bruce si mosse , scoppiando in una bolla di calma che lo avvolse e lo portò a sorridere con un po’ di calore .
Perché , anche se il tentativo di Tony di rilassarlo gli avrebbe causato un bel livido vista la forza che aveva esercitato per colpirlo , almeno aveva impedito alle sue mani di tremare ancora .
- Sta bene .
Questa volta lo schiaffo fu intenzionale , e molto più forte del precedente , e lo colpì con precisione millimetrica al bernoccolo che il dottore si era rimediato nelle colluttazioni con lo S.H.I.E.L.D .
- Ci voleva tanto per dirlo ? Ti diverti a farmi saltare qualche coronaria ? Sai che alla mia età potrebbe essermi fatale  – sbraitò Tony con la voce incrinata dalla preoccupazione , tornando in se stesso con un colpo di tosse che sperava avrebbe coperto il sospiro di sollievo che nessuno  doveva udire .
- Non credevo che i tuoi quarantadue anni ti pesassero tanto – cincischiò lievemente Pepper , immaginando le labbra di Tony strizzarsi come una spugna per la stoccata inferta al suo ego .
Il movimento con il quale l’uomo ruotò il  busto le ricordò molto la piroetta sdegnata di una ballerina di danza alla quale le avevano gentilmente fatto  notare di avere i piedi piatti , il che la portò a ridere di cuore nonostante lo sguardo cupo del compagno non fosse poi molto amichevole .
- Vedo che  non hai ancora imparato a contare , Pepper . Vedrò di regalarti un abaco per natale , ma se vuoi scusarmi ,  la mia bambina   necessita della mia attenzione – e stava per scostare la tenda per entrare nella stanza quando la mano di Bruce lo immobilizzò , scatenando nello scienziato un tic nervoso all’occhio .
- Anche tu vuoi un abaco per natale ?
- No . Io …
- E allora levati di mezzo – borbottò prima di trovarsi faccia a faccia con il dottore che ora gli bloccava la strada con tutto il suo corpo .
- Stai cercando di dirmi che non ho il diritto di vedere la mia bambina ? – lo aggredì Tony con voce acuta , e Bruce soppresse il ringhio a quel mia , ma non voleva ritornare su quel discorso , perché ora , i problemi erano ben altri .
- Sta dormendo , e Loki ha bisogno di riposo .
Le sopracciglia dello scienziato si schiantarono contro l’attaccatura dei capelli mentre le mani cominciavano a prudergli .
- David Copperfield è li dentro ? Con la mia bambina ?
Bruce lanciò un guaito quando Tony gli morse il braccio con il quale aveva provato a placcarlo , ma lo scienziato riuscì comunque a fare capolino dalla tenda insieme al dottore e Pepper che sbirciava di sottecchi il letto sul quale Astrid era stesa .
Poi lo videro , il prigioniero intergalattico , con il petto e il braccio avvolti dalle bende , e delle fasciature piuttosto strette attorno al capo , seduto su un secchio che aveva visto giorni migliori .
Eppure il dio non sembrava far caso alle condizioni precarie del luogo , o alle ferite che lo avrebbero ucciso , se fosse stato  mortale , si limitava a fissare il viso addormentato di Astrid in silenzio , stringendo le labbra nel vederla sussultare o emettere un gemito di fastidio .
Poi Astrid aprì gli occhi , e sebbene fosse durato meno di un battito di ciglia , anche se poteva essere stato frutto della stanchezza e dall’ansia per l’attacco oramai prossimo di un orda di alieni , Tony lo aveva visto , il sollievo .
Aveva visto le iridi del dio schiarirsi , pulirsi di quel velo che li oscurava e li rendeva tanto minacciosi prima di tornare a barricarsi dietro uno sguardo diffidente e aggressivo .
Bruce sentì un sussulto nel petto quando vide gli occhi della sua bambina riempirsi di lacrime nello scorrere sul viso e sul petto del dio , ma un sibilo contrariato del prigioniero la zittì , bloccando i luccicori agli occhi che Astrid inghiottì assieme al respiro .
E Tony stava per avventarsi sul dio con un ringhio quando il movimento delicato di Loki lo bloccò , convincendolo a dargli tempo , giusto qualche altro minuto .
Accadde nel più completo silenzio , ma Astrid si lasciò spostare e girare tra le braccia del dio mentre Loki , stesosi al suo fianco , allacciava le braccia attorno al suo busto  , attirandola contro il petto prima di sibilarle di riposare .
La tenda tornò al suo posto mentre Tony si avviava con un sospiro stanco verso l’esterno , per pensare ad un piano che consentisse a lui e a Bruce di proteggere Astrid .
Ma era nervoso , stizzito , geloso , e doveva sfogarsi .
- Barner ?
Bruce alzò lo sguardo dal baule con un sorriso mesto che si spense nel vedere lo scienziato rivolgergli uno sguardo severo.
 - Niente abaco per te questo Natale  .






°°°




- Non riesci a dormire ?
Astrid sussultò per la sorpresa quando vide lo zio Tony sederle a fianco , facendo scricchiolare il tronco sul quale si era poggiata  per fissare i riverberi del tramonto inghiottiti dal buco che oramai aveva mangiato chilometri e chilometri di cielo.
- Non ho sonno .
L’uomo le cinse le spalle con un braccio , seguendo lo sguardo della ragazza per  poi sbuffare contrariato .
Perché quella volta non ci sarebbe stata nessuna bomba tanto potente da richiudere quel buco , nessun arma in grado di proteggerli da quello squarcio che sembrava aver inghiottito nella sua ombra tutta l’America Meridionale .
- Ce la caveremo , ce la siamo sempre cavata . E poi noi abbiamo la nostra arma segreta .
Ci fu un lampo di speranza negli occhi di Astrid , un baluginio di iridi luccicanti che per un momento accecò lo scienziato , e Tony seppe con certezza che non avrebbe potuto sopportare di perderla , non lei , non in quel modo .
- Abbiamo tuo padre .
Lei non smorzò il sorriso , perché credeva nella forza di papà Bruce , in quella dello zio Tony e delle persone che si erano offerti di aiutarla , persino Estela si era ripromessa  di combattere al loro fianco , ma Astrid sapeva che il coraggio di tutte quelle persone non sarebbe bastato , non a difenderli da un esercito di alieni .
Perché aveva capito che per quanto buoni di cuore , per quanto gentili e altruisti fossero , gli esseri umani erano creature deboli , erano fragili , e non erano in grado di affrontare una guerra di quelle proporzioni ,  anche se si fossero mossi in milioni , anche se  davvero la creatura dorata li avesse  protetti , come aveva promesso .
Non ce l’avrebbero fatta , non quella volta .
- Cosa state confabulando ?
Quando Bruce si lasciò cadere al fianco della sua bambina storse la bocca nel riconoscere lo scienziato accanto a lei , ma si limitò a scrollare le spalle , innervosito , e guardare con loro lo squarcio nel cielo .
Si rabbuiò per un attimo , circondando le spalle della ragazza con un braccio , ma si ritrovò a combattere con quello dello scienziato che lo pizzicò per farlo scostare , ma alla fine cedette , lasciando che  anche il dottore potesse abbracciarla .
E lì , stretta tra le persone che più amava al mondo , alla sua famiglia , Astrid capì che non avrebbe permesso a Loki di scappare via con lei , lasciando gli umani a lottare da soli , come le aveva ordinato di fare poche ore prima  .
Non  avrebbe potuto.
Perché papà Bruce le aveva spiegato che la famiglia  andava protetta , andava amata e mai abbandonata , e lei non l’avrebbe fatto .
Poggiò una mano sul petto , premendo con forza per sentire il contatto ruvido della pagina che aveva nascosto contro la pelle , per trovare la forza e il coraggio di fare la cosa giusta , di sentirsi al posto giusto , con le persone giuste  .
Perché anche se era il Tesseract , anche se loro erano esseri umani e Loki un dio , lei in loro aveva trovato una famiglia , aveva trovato l’amore , ed era felice di aver provato tutto quello , di aver avuto la possibilità di conoscerli e vivere libera.
- Ce la faremo – ripeterono i due uomini all’unisono , stringendola un po’ di più , e non si guardarono in cagnesco , non si presero a male parole , ma restarono in silenzio , inclinando la testa per accostarla a quella di Astrid mentre lei abbassava lo sguardo per guardare il sole morire .
- Ce la faremo – sussurrò , stringendo al petto l’immagine di Loki e guardando dritta davanti a sé , lì dove Semjace la fissava da sotto il cappuccio con severità prima di scomparire e sussurrare nel vento il suo nome .
Non Tesseract , ma Astrid , figlia di papà Bruce e dello zio Tony , amica di Pepper e di Estela , compagna degli umani , amore di un dio .
Astrid l'umana .





Continua…  



Siamo oramai agli sgoccioli , grazie per la lettura .
Al prossimo aggiornamento , Gold Eyes

 
  
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