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Autore: gehennafire    11/10/2012    1 recensioni
Protagonisti sono l'Arcangelo Gabriel, ancora nel suo "programma di protezione testimoni" sulla terra, e una ragazzina, capitata per caso -o forse no- sulla sua strada proprio quando, anni prima degli eventi che conosciamo, i pianeti e gli eventi iniziano ad allinearsi per l'Apocalisse. Odio gli spoiler. Niente pairing. Probabili comparsate, in futuro, di Dean&Sam Winchester e altri.
Genere: Azione, Drammatico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gabriel, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Prima dell'inizio, Più stagioni
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0. The Boxer
Il Cairo, Egitto – 4 novembre 1983

 
 

L’ennesimo pugno alla tempia, e uno dei due uomini al centro della stanza rovinò a terra, definitivamente privo di sensi. Per un attimo, su quella cinquantina scarsa di persone calò un silenzio attonito, improvviso: poi la piccola folla insorse e tutti cominciarono a gridare insulti e maledizioni in un arabo convinto che rimbombava tra le pareti della palestra sudicia.
Solo due persone sembravano mantenere la calma: una di queste era l’altro pugile, sudato e infilato nei suoi ridicoli pantaloncini blu, che aveva l’aria di essere ancora più sconvolto degli spettatori. Aveva appena steso il campione favorito del quartiere, dopotutto, perciò fu con una sorta di riluttanza che accettò il premio e l’occhiata omicida del vecchio arbitro.
L’altra persona era un uomo, un occidentale, in piedi sulla scalinata che portava all’uscita: questi continuò a masticare la sua caramella gommosa come se nulla fosse, immerso nei propri pensieri. Era piuttosto bassino, nessuno gli avrebbe dato più di quarant’anni, e si ritrovava a rimpiangere un pochino il freddo pungente del nord, quello di tanto tempo prima. Troppo tempo prima.
I suoi occhi scandagliavano la stanza, dal ring assediato fino al manipolo di tifosi ancora immerso nella baraonda: all’uomo piaceva quel caos frenetico, la sensazione di disordine e di imprevedibilità che impregnava i quartieri bassi del Cairo. Era come un’aria rovente che saliva direttamente dalla terra: lì, sul ciglio della culla della vita, dove tutto era cominciato.
A pensarci bene, forse non era stata la scelta migliore: ma l’uomo sentiva il bisogno di un po’ di disordine, in quel momento in cui tutto l’universo si stava assestando secondo l’ordine prestabilito. L’aveva percepito, che tutto era andato secondo i piani; lo sapeva da sempre, in effetti tutti lo sapevano da sempre, che l’eventualità è inevitabile e che la scelta è obbligatoria.
Inghiottì i resti della caramella e risalì le scale, ricordando a se stesso che lui non aveva più nulla a che vedere con tutta quella storia: se ne era chiamato fuori.
 
-
 
Rise di gusto, quella notte, godendosi la vista sul Nilo che placidamente trascinava le proprie acque verso nord, verso il mare. L’uomo era appoggiato ad un parapetto sulla riva occidentale, una barretta di cioccolato mangiata per metà ancora in mano. Dalla riva sotto di lui giungeva un ticchettio sonoro, come di orologio, a malapena coperto dagli ultimi rantoli di dolore di un vecchio egiziano: ogni volta che il coccodrillo apriva le fauci per masticarlo meglio, il tic-tac si faceva più forte, più esilarante. E l’uomo rideva, senza nemmeno aver bisogno di guardare giù: la misera fine dell’arbitro, che aveva rotto tre dita alla nipote la cui colpa era stata quella di presentarsi a casa con una maglietta di un troppo occidentale Peter Pan, lo divertiva immensamente.
Staccò coi denti un pezzetto di cioccolato e ridacchiando più forte accolse gli ultimi pensieri dell’egiziano, le sue ultime preghiere. Salvami Dio, salvatemi angeli. Vi prego.
“Hai sbagliato numero. Riprova!” biascicò tra sé, senza abbassare lo sguardo.
Poteva ancora sentirli, di tanto in tanto, specialmente quando s’impegnavano, quando volevano davvero, quando chiedevano forte: soldi, aiuto, salute, aiuto, il posto del capo, aiuto, le mutandine di Millie Rosings, aiuto. Aiuto. Nessuno che avesse la forza di alzarsi, invece di inginocchiarsi, e scoprire che Millie le mutandine le dava via volentieri. Ma neanche questo era più un suo problema: non era più la sua vita, semplicemente. Aveva scelto di essere qualcun altro, qualcuno che potesse divertirsi con i coccodrilli e con Millie Rosings in prima persona.
Gustò piano il suo cioccolato e si scostò dal parapetto: la riva sottostante si era fatta improvvisamente silenziosa, ma l’uomo non ci fece caso e salutò cordialmente la figura vestita di nero che si avvicinava silenziosa sull’altra sponda. Continuava a sorridere quando diede le spalle al fiume e si avviò attraverso il parco; la confezione accartocciata della barretta rotolò a terra, dietro di lui. Gli echi di quelle richieste supplicanti e devote gli vorticavano nella testa, ma se ne liberò in fretta.
Un istante dopo, una voce sottile gli attraversò la mente con la forza di un uragano, lasciandolo lì impalato, interdetto. Uccidili, diceva. Falli sparire. Uccidili. Implorava, le parole rotte dal terrore e da un’insolita scia di rabbia: una fioca maledizione. Quella piccola voce, poi, iniziò a ripetere il suo nome: sillaba dopo sillaba, ancora ed ancora, come se non conoscesse altro, come se non volesse dimenticarlo.
L’uomo sbatté le palpebre, con gli occhi d'ambra fissi sulle sagome scure degli alberi; non gli ci volle molto per prendere una decisione: sospirò in maniera esagerata e con un vago fruscio svanì dal parco.





___


Allora! °_° grazie a chi è arrivato fino a qui. In tutta sincerità vi dico che è una vita che non scrivo, che sono parecchio lenta ed arrugginita e che i miei ultimi progetti non li ho finiti; ma con questo farò del mio meglio. E' una storia dedicata al mio personaggio preferito di tutta la serie di Supernatural, Gabriel; però no, non sarà una storia zuccherosa e romanticosa, ho in mente qualcosa di un po' diverso. Non so esattamente che cosa infilerò nei capitoli futuri, quindi i rating e le categorie prendetele un po' per quello che sono: click praticamente a casaccio.
Non riesco a scrivere senza un po' di buona musica di sottofondo: in questo periodo le mie mus(ich)e ispiratrici sono principalmente i Mumford and Sons, i The Killers e gli A Perfect Circle. Runaways, il titolo della storia, è il singolo dei The Killers tratto dal loro ultimo lavoro, Battle Born.
Quanto al titolo del capitolo 0, The Boxer, è una canzone scritta qualche decennio fa da Simon&Garfunkel; ma io ho in mente la cover dei Mumford and Sons, un pezzo stupendo che consiglio a tutti.
Le scelte musicali, a differenza del rating, non sono mai casuali: le specificherò ogni volta.
Grazie dell'attenzione e al prossimo aggiornamento, recensioni e critiche sono cosa buona e gradita.

Cri.

  
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