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Autore: moonguardian    11/10/2012    2 recensioni
"Non posso credere che mi abbia fatto questo, mi ha tradito..."
Ce la farà la coppia protagonista a superare il tradimento?
Magari con l'aiutino di un gruppetto di personaggi di nostra conoscenza.
Per il compleanno di Serelily, un'altra avventura del formidabile quartetto di ZAM! Colpo di fulmine
Genere: Demenziale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Intorno a ZAM! tutte le storie'
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AVVISO: Tutti i personaggi di questa fic sono maggiorenni. I fatti e i personaggi non sono esistiti o esistenti. Questa storia non ha alcun fine di lucro. Qualsiasi riferimento a fatti o persone esistenti o realmente esistiti è puramente casuale.

Ringrazio quella Santa donna di Onda1965 per aver betato la storia correggendo parecchie castronate del sottoscritto


Ciao a tutte, il mio regalo di compleanno per Serelily è questa piccola storia sui personaggi descritti da Benny nel capitolo 13 di ZAM!
Brian e Joey.
è leggibile anche da sola però
Vi avviso che ho un po' esasperato i caratteri dei personaggi
è divisa in due capitoli, ma li pubblico entrambi oggi perchè non mi fido di EFP domani, e non vorrei lasciarvi a bocca asciutta

Pro cronaca: la storia si colloca intorno al capitolo 13 di ZAM!
Mike ed Anthony sono fidanzati, Benny e Ludo ancora single.
Le parti in carattere normale sono i pensieri di Brian
quelle in corsivo di Joey

Solo una cosa, non fermatevi all'inizio, dovevo inserire una base triste, prima di lasciare arrivate alla fine


Perdonami...


"Vattene. Non ti voglio più vedere"
"B-Brian m-mi dispiace..."
Lo vedo piangere alle mie parole fredde, prive di qualsivoglia intonazione, ma dentro di me rabbia e disperazione si stanno rincorrendo, cercando di superarsi a vicenda, pronte ad esplodere.
Davanti ai miei occhi si accavallano le immagini di ieri sera
 
 
Eravamo alla festa di un nostro amico, il Deejay aveva appena chiesto ad una ragazza di scegliere la canzone e lei aveva deciso per Teenage dream, la versione del Glee.
Io cercavo con lo sguardo il mio ragazzo, Joey.
Mi sono messo con lui l'anno scorso dopo che, a seguito di una serie di discussioni, anche pesanti, si sono trasferiti tutti gli studenti che hanno avuto comportamenti omofobi.
Continuavo a cercare tra la folla i suoi capelli castano chiaro, che tuttavia non riuscivo a vedere: fossero riconoscibili come i miei, biondi, sarebbe tutto più facile...
Uscii in giardino, pensando che si fosse rifugiato lì... e come dagli torto? Dentro casa non si poteva proprio resistere con quella temperatura.
Tuttavia se dentro era calda, nel giardino, enorme con tantissimi divanetti sparsi, l'atmosfera era letteralmente rovente.
Causa probabilmente le massicce dosi d'alcol servite agli invitati, fuori era in corso la sorella minore di un baccanale.
Ragazze in intimo, ridacchiando, fuggivano da ragazzi in déshabillé con intenti per niente casti.
"Ma dove cavolo è andato a cacciarsi..." Mi domandavo preoccupato che gli fosse successo qualcosa...
Tutt'intorno sentivo versi e gemiti che definire osceni era il signore di tutti gli eufemismi...
Venni colto da un'inquietudine inspiegabile, come se il cuore mi volesse uscire dal petto; allora iniziai a gridare il suo nome, correndo come un pazzo.
"Joey! Joey!! JOEY!!!"
Ad un certo punto, nella cacofonia creata da quei versi carichi di lussuria e dalle mie urla, un suono si fece strada nelle mie orecchie, un gemito di piacere che conoscevo benissimo.
Incredulo, mi diressi nella direzione dalla quale proveniva. E mi sentii morire.
Sta... stava ... non riuscivo neanche a pensarlo, ma la situazione era difficilmente equivocabile.
I nostri sguardi si incontrarono, i miei occhi color ghiaccio, carichi di ogni frammento del mio cuore spezzato, ed i suoi nocciola, sgomenti e appannati dall'alcol e dalla lussuria.
"Bastardo"
Dopo quell'unica parola scappai, cercando sollievo a casa mia nel saccheggiare il mobile bar nell'inutile tentativo di sbronzarmi e dimenticare… inutile perché, sfortunatamente, su di me l'alcol non sembra avere alcun effetto.
Alla fine caddi in un baratro buio e senza sogni.
Al mattino non feci altro che evitare le sue chiamate; trovai anche un biglietto di scuse nella cassetta della posta, ma lo gettai via.
Sapevo che lui mi stava guardando, che avrebbe quindi visto e compreso il mio gesto, esattamente come sapevo di fargli male, ma era proprio ciò che volevo in quel momento.
 
 
"Brian... t-ti prego..."
Fa troppo male, la furia si impadronisce di me e carico un pugno, incurante del fatto che ci troviamo nel bel mezzo di un corridoio pieno di studenti, voglio solo colpirlo e cancellarlo dalla mia mente … e dal mio cuore.
Ma, all'improvviso, qualcosa ferma la mia mano. Mi giro di scatto, rabbioso, e vedo un ragazzo, Mike Saint -conosciuto a scuola tanto quanto me per essere gay-, che mi osserva con uno sguardo severo negli occhi color muschio.
Quindi fa un cenno ad un altro ragazzo che, ubbidiente, si avvicina a Joey, mentre lui mi trascina via con sé borbottando "Qualcuno dovrà spiegarmi perché cavolo finisco sempre per immischiarmi con ragazzi pieni di problemi..."
Non mi dà il tempo di rispondere -probabilmente stava pensando ad alta voce- e mi ritrovo scaraventato su una sedia nell'aula video, al momento vuota.
"Allora... dato che il mio ragazzo mi ha praticamente costretto ad intervenire, convincimi che ho fatto bene a non lasciarti colpire Stryer e a impedirti di finire spedito per direttissima dalla vicepreside"
Mi lancia uno sguardo inquisitorio...
E io esplodo
"Ma a te che ca**o te ne frega!?! LASCIAMI IN PACE"
Mi alzo per andarmene, ma con una mossa repentina mi obbliga a sedere, di nuovo; acchiappa la propria tracolla e mi lega alla sedia, bloccandomi i polsi con le mani e piantandosi a dieci centimetri dal mio viso.
Se uno sguardo potesse uccidere, a quest'ora io sarei già bello che morto.
"Ora ti illustro la situazione: prima che tu lo distraessi, io e il mio ragazzo avevamo programmi ben più 'interessanti' per questo quarto d'ora, quindi, o tu mi dici che cavolo ti capita e io cerco di aiutarti, o giuro che ti risolvo per sempre il problema della sessualità, dandoti però l'occasione di entrare in un coro di voci bianche adulte... Chiaro il concetto?"
Ha in faccia un ghigno da far invidia ad uno squalo, spero di non essere la sardina di turno.
Per fortuna vengo salvato da una ragazza che entra e si rivolge a Mike "Non credo che traumatizzarlo sia esattamente quello Anthony intendeva quando ti ha detto 'bloccalo e vedi cosa non va'..."
Poi ride, beccandosi anche lei un occhiata omicida, commentando
"Certo che il tuo 'amorino' è riuscito ad ammaestrarti bene eh?"
Lui prima la incenerisce con lo sguardo, poi ghigna e ribatte serafico "Almeno io un ragazzo ce l'ho, cara la mia single-da-qualche-secolo-Benny."
Lei lo guarda, improvvisamente furibonda "Brutto bastardo!!! Guarda che ti aizzo contro Fangs, la prossima volta che ti incontro fuori da scuola"
Dal nome mi immagino un cane lupo tipo commissario Rex, ma lui non fa una piega.
Oddio, veramente la fanno le sue labbra, che si incurvano in un sorriso di scherno "Come se ci fosse da aver paura di quel topo travestito da cane"
Nella mia testa il cane lupo viene sostituito da un topino, in costume canino, che abbaia furioso puntando a parti anatomiche abbastanza delicate del mio aguzzino.
A quell'immagine mi verrebbe da sorridere, se non mi stessi preoccupando della furia omicida crescente della ragazza
"Non offendere il mio cucciolo!!!" Ringhia infatti.
E continuano quel teatrino mentre io mi interrogo sulla loro sanità mentale... Sospetto che la cosa andrà avanti per un altro po'.
 

 
Brian è appena stato trascinato via.
Ha cercato di colpirmi... non ci posso credere, lui è un ragazzo sempre gentile con tutti, non l'ho mai visto alzare le mani.
E invece ora voleva darmi un pugno.
Mi inginocchio a terra, le lacrime che scendono copiose.
Poi sento una mano che si posa sulla mia spalla. Alzo lo sguardo, dietro il velo delle lacrime vedo un ragazzo con due profondi occhi neri -mi pare si chiami Anthony- che mi guarda con aria preoccupata.
"Tutto bene? Riesci ad alzarti?" Mi chiede gentile.
In qualche modo riesco ad annuire e mi alzo, lo vedo guardarsi intorno con aria pensierosa. Mi porta in infermeria e mi fa lavare il viso.
Si siede sul lettino accanto a me "Ti va di parlarne?" Mi interroga con sguardo comprensivo,
-Perché no?- penso, -Lui sembra gentile e io ho bisogno di sfogarmi-
Questa cosa è un peso insopportabile sul mio cuore, quindi gli racconto tutto, della festa di ieri, della massiccia dose di alcol che ho bevuto partecipando ad un gioco, dell'euforia che provavo, sentendomi invincibile, e di come sono caduto nella trappola di quel tizio più grande di me.
Lo sguardo tradito di Brian, la sofferenza che ho provato capendo quel che stavo per fare,
i disperati tentativi di parlargli, le urla e il pianto davanti alla sua porta, tutte le chiamate a cui lui non ha risposto, la lettera che gli ho scritto e infilato nella sua cassetta della posta, appostandomi poi vicino a casa sua per spiarne la reazione.
Il mio dolore quando l'ho visto gettarla via.
Senza volere riprendo a piangere: non riesco a credere alla colossale cazzata che ho fatto; ci amavamo, ci eravamo promessi di stare sempre l'uno con l'altro, e io ho tradito tutto questo.
Con due dita mi solleva il mento e mi fa incrociare il suo sguardo, in esso leggo comprensione e voglia di aiutarmi, non so perché lo faccio, ma istintivamente lo abbraccio e inizio a piangere ancora più forte, mentre lui mi accarezza la testa lasciandomi sfogare.
Non so per quanto tempo vado avanti, poi, improvvisamente, la porta si apre lasciando entrare uno dei ragazzi più alti della scuola, un certo Ludo.
"Sapevo di trovarti qui. Benny mi ha avvertito e siamo venuti a vedere, ora lei è da Mike e Brian. Posso fare qualcosa?"
Vedo Anthony strabuzzare gli occhi.
"Benny e Mike insieme con un ragazzo sull'orlo di una crisi nervosa!?! Ma sei impazzito!?!" Lo investe.
Il gigante sposta il peso da un piede all'altro, colto in fallo...
Poi il più piccolo si rivolge di nuovo a me
"Dato che immagino tu rivoglia il tuo ragazzo mantenga in una quantomeno accettabile condizione psicologica, ti dispiace se ti lascio con lui? È un esperto in problemi di cuore... insieme potreste riuscire ad inventarvi una soluzione" Mi consiglia.
Poi, fa per uscire, ma all'ultimo istante si volta, cellulare alla mano, acchiappa Ludo per il colletto della maglietta e gli dà un bacio a stampo scattando una foto.
All'espressione sconvolta del gigante, scrolla le spalle giustificandosi "Mi serve qualcosa per distrarli dai loro litigi" E se ne va, seguito da un torrente di imprecazioni degne della più fumosa taverna dei docks di Londra.
Finito di insultarlo, Ludo sembra ricordarsi della mia presenza e arrossisce al mio sguardo sconvolto. "Ehm... scusa"
In qualche modo mi ricompongo. "Fa niente..." Lo rassicuro.
Poi lui sospira "Vabbeh... vediamo cosa posso fare per te"
 
 
 
Mi chiudo la porta di casa alle spalle domandandomi se il mondo sia impazzito.
Nella mia testa rivivo la scena di pochi minuti fa...
 
Dopo parecchio tempo, durante il quale quei due hanno continuato a darsi addosso a vicenda, lei ha estratto, non so bene da dove, un paio di ferri da calza neri, iniziando a brandirli come fossero due spade.
In risposta lui ha afferrato una bacchetta di quelle che i professori usano per indicare le cose sullo schermo -bianca, in metallo, lunga circa un metro- usandola come fosse un fioretto.
A quel punto, sotto gli occhi del sottoscritto, povero sfigato prima equestrato e poi legato ad una sedia, hanno dato il via ad un duello degno di... non so, forse Tekken, comprensivo di parate, schivate, tentativi di omicidio, acrobazie sulle sedie, uso di tendina come liana, lancio di dvd a mo' di shuriken, combattimento corpo a corpo, rotolamento per terra, uso di una giacca come fosse un drappo da matador... non mi viene in mente nient'altro ma la lista sarebbe ancora lunga.
Poi fortunatamente è entrato il ragazzo di Mike che ha fischiato per attirare la loro attenzione mentre accendeva il proiettore sul cui schermo è comparsa una foto di lui e del gigante di quinta -Ludo mi pare- che si baciavano.
Quasi immediatamente lei, intenta a strangolarlo con la propria cintura, e lui, con la mano sulla sua testa pronto a sbatterla violentemente al suolo, si sono bloccati.
Sono seguiti attimi di imbarazzante silenzio, durante i quali Anthony ha cancellato la foto giustificandosi tranquillo, come se fosse la cosa più normale di questo mondo.
"Non mi è venuto in mente niente di meglio per distrarvi...".
A suo credito devo ammettere che si è preso la briga slegarmi, acchiappare il proprio ragazzo e uscire commentando "Riprenditi, sei tu quello che deve convincere la prof a non sospenderci in gruppo per essere stati fuori due ore."
Approfittando del fatto che la ragazza era ancora bloccata nella stessa posizione di prima sono fuggito...
 
Realizzo di essere seduto per terra sul pavimento della mia camera... sono solo le undici del mattino, ma mi rimetto a letto.
La giornata è stata troppo lunga.
 
 
 
"Oookeeeii... questo è strano" mi dico il mattino dopo, alle sette, uscendo di casa.
Fuori dalla porta ho trovato qualcosa come duecento rose in un unico enorme bouquet.
Il che sarebbe già strano di per sé, se non fosse che insieme ai fiori c'era un mega biglietto -tre metri per due- con su scritto a caratteri cubitali "PERDONAMIIII!!!!" in sei lingue.
Ci metto qualche minuto a realizzare chi possa essere l'autore.
Dopo venti ore filate di sonno, popolate da incubi di cui è inutile che vi descriva i protagonisti, avrò il diritto di essere un filino fuso, no?
Prendo le rose e le porto direttamente nella vasca da bagno: non posseggo un numero sufficiente di vasi dove sistemarle, sa benissimo che ho un debole per i fiori, ma stavolta non la passerà così liscia. Quello che ha fatto brucia ancora... anche se meno rispetto a ieri.
 
Mi avvio verso il liceo, ma noto strani biglietti appiccicati a tutti i lampioni...
Li guardo e arrossisco, sono come simili a quello che accompagnava le rose, solo che su questi spicca una foto (con) di lui in ginocchiato, con le mani giunte e lo sguardo disperato.
Li ha messi lungo l'intero percorso!!!
Li ignoro pensando - Non merita il mio perdono -.
Quando arrivo davanti a scuola, però, mi blocco: non posso credere l'abbia fatto, né come diavolo abbia fatto. Sulla facciata del palazzo di fronte al liceo c'è un mega striscione al cui confronto il biglietto che accompagnava i fiori era un fazzoletto da naso.
Anche questo recita "PERDONAMIII!!!", corredato con foto dell'idiota.
"Sai, secondo me un'occasione dovresti dargliela; se è disposto a fare queste cose ci deve tenere a te..." Mi sorprende una voce alle spalle.
Faccio un salto da medaglia olimpica, quando sento la voce di quello svitato di Mike, e mi riparo dietro un lampione.
Lui solleva gli occhi al cielo "Che esagerato."
Occupato a tenere d'occhio lui e la sua borsa -ho ancora male ai polsi a causa del trattamento di ieri-, non mi accorgo di Benny che si avvicina alle mie spalle.
"BUH!!!"
"WAH!!!"
La pazza n° 2 si scompiscia dalle risate, quando mi arrampico direttamente sul lampione ad una velocità da record.
Poi si ricompone.
"No, sul serio, solo una volta ho visto un livello tale di disperazione, non ti dico cosa è arrivata a fare quella persona..." Mi racconta sperando di commuovermi.
Il tarlo del senso di colpa inizia a farsi strada in me, -in effetti se è disposto ad umiliarsi in questa maniera, per lui devo essere davvero importante; e non gli ho dato nemmeno il tempo di spiegarsi- penso.
Non mi accorgo neanche che, preso da queste riflessioni, sono sceso dal lampione.
Entro a scuola senza voltarmi indietro; se l'avessi fatto avrei visto quei due scambiarsi uno sguardo soddisfatto e battere il cinque.
 

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Allora? è la cavolata che penso che sia?
e avete riconosciuto il telefilm che l'ha ispirata?
La seconda parte è già stata postata, magari recensitemi anche questa graz!
  
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