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Autore: Josie_    11/10/2012    2 recensioni
Questa fanfiction è stata completamente ispirata dal nuovo album degli All Time Low "Don't Panic" e ogni capitolo farà riferimento ad una canzone.
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Alex è un ragazzo complicato, pieno di contraddizioni e desideri ai quali non sa dare forma. La sua vita è totalmente condizionata da una ragazza, Wendy, e dovrà imparare a far coincidere la musica con l'amore, il sogno con la realtà. Dovrà imparare a vivere.
Genere: Sentimentale, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo uno: The Reckless And The Brave
 
 
Io sono sempre stato così: passivo, insicuro, statico. Sono sempre stato poco fiducioso nelle mie capacità e in quelle degli altri. Sono sempre stato solo. Persino adesso, in questo bar dall'atmosfera cupa, grigia, mi sembra di essere la persona più sola del mondo. È strano, lo so. Io sono strano. Vedo i miei amici ridere spensierati, bere come se non ci fosse un domani e mi chiedo perché io non posso essere esattamente come loro. Dopotutto questa sera si festeggia il nostro successo. Questa sera si festeggia la nostra vittoria. 
Jack si lascia cadere accanto a me, su questo divano rosso e logoro -veramente squallido. 
"Per Dio, Alex! Ti ricordi? Ti ricordi quando nessuno credeva in noi? Quando tutti dicevano che eravamo pazzi e scommettevano contro di noi?"
Eccome se me lo ricordo, Jack...
 
Little brat must be crazy, never make it, in our vicious little world.
 
"Dicevano che non ce l'avremmo mai fatta." -continua il mio migliore amico rovesciandosi quel liquido alcolico non ben definito sulla maglia- "Vorrei poter gridare la mia felicità in faccia ad ognuno di loro!"
Mi abbraccia di slancio e io non posso fare a meno di sorridere. Jack è una delle poche persone che riesce a farmi stare bene, ringrazio ogni giorno il cielo per averlo incontrato e se potessi passerei ogni momento della mia vita insieme a lui. Sarà perché è l'esatto opposto di me, sarà perché tutto diventa semplice con lui, sarà perché è il miglior amico che si possa desiderare. E poi ci sono loro, Rian e Zack. Due ragazzi altrettanto fantastici, riescono sempre a tenermi il morale alto. Inizio a pensare di essere una specie di parassita, ho bisogno di compagnia, quando rimango solo tutto diventa buio e triste, tutto diventa inutile e negativo. Allo stesso tempo, però, stare con i miei amici non è ciò di cui ho bisogno, mi manca qualcosa e so esattamente che cos'è. Questo vuoto che provo dentro ha i capelli rossi e gli occhi scuri. Ha la pelle diafana e le lentiggini. Questo vuoto che mi stringe il cuore si chiama Wendy. 
"E sai cos'altro voglio fare?" -riprende Jack guardandomi orgoglioso- "Voglio andare là fuori e dire ad ogni ragazzino che deve credere nei suoi sogni. Noi l'abbiamo fatto e guarda dove siamo ora! Un sogno, un'opportunità, una scintilla e ora abbiamo il nostro posto nel mondo. Questo è quello che ogni adolescente spera e noi lo abbiamo ottenuto. Non sei felice?"
 
Got a van, got a chance, got my dignity.
Got a dream, got a spark, got somewhere to be.
 
"Sì, Jack, sono felice." asserisco sperando di risultare convincente e quando il chitarrista mi abbraccia di nuovo il mio sguardo si posa inevitabilmente su di lei.
È colpa del mio subconscio se per tutta la sera non ho fatto altro che guardarla di sottecchi. È colpa della mia ragione se ancora non mi sono alzato per andare da lei. 
"Che hai?" sussurra Jack scrutandomi attentamente. È inutile: anche da ubriaco, Jack rimane il migliore.
"Ma niente, è solo che sta succedendo tutto così in fretta che mi spaventa. Era il nostro sogno, è vero, ma i sogni non sono fatti per essere realizzati, capisci? Non per me. Sognare è l'alternativa alla realtà, se le due cose si fondono io..."
"Tu?" mi incalza lui più attento del solito.
"Io non lo so. Forse non sono pronto per-"
"Non dire cazzate!" -mi interrompe bruscamente- "Alex, non dire cazzate. Adesso che ci siamo non puoi tirarti indietro, okay? Non puoi."
E senza lasciarmi l'opportunità di replicare si alza e torna da Matt e Rian, mentre io, abbandonato sul sedile lercio di questo pessimo bar, vorrei solo capire cosa c'è di sbagliato in me.
 
 
I mesi passarono e così anche i nostri primi veri concerti. Gli incontri con i fan, l'adrenalina di ogni esibizione iniziavano a diventare un'abitudine e stavo finalmente mettendo ordine nel mio piccolo prezioso mondo quando sei arrivata tu a distruggere ogni mio tentativo.
"Ciao." mi saluti con quel sorriso che ho sempre ammirato da lontano e che non ho mai osato pensare rivolto a me.
Limito a fare un cenno con la testa, non sono sicuro di come possa suonare la mia voce ora che mi stai parlando.
"Ultimo giorno a Baltimora, eh?"
Esatto. È l'ultimo giorno. L'ultimo giorno in cui devo sopportare la tua presenza, l'ultimo giorno prima della mia riabilitazione. Persino Jack -assolutamente contrario a questo mio amore platonico e malato- è convinto che l'Europa riuscirà a toglierti dalla mia testa. 
"Sì, ma torneremo presto."
Purtroppo o per fortuna?
Abbassi lo sguardo portandoti i capelli dietro l'orecchio e non puoi immaginare quanto ti desideri. Adesso che sei qui, ad un passo da me, e fai la timida sussurrando "mi mancherai" riesco a trovare la forza per prenderti il polso e avvicinarti delicatamente a me. Non so come possa essere possibile, come potrò mancarti, ma queste parole mi hanno concesso il coraggio necessario per chiedere di più.
Capisco dal tuo sguardo che non provi quello che io provo per te, ma non posso partire senza averlo fatto. Non posso partire senza averti baciata almeno una volta. 
E quando finalmente poggio le mie labbra sulle tue probabilmente impazzisco, perché mi sembra di sentire Jack in lontananza che grida: "Long live us!"



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N.d.A
Oddio non ci credo che ho scritto ancora! *^* 
Cercate di capirmi, ho passato mesi interi in cerca di ispirazione e oggi, nell'ora di latino, è arrivata! Spero che questa storia riesca a coinvolgervi tanto quanto coinvolge me perché praticamente si sta scrivendo da sola! Sono davvero presa bene quindi è anche possibile che non mi renda conto di quanto faccia schifo questo primo capitolo. Un po' come la mamma cornacchia che dice al gufo (o era una civetta?) di non mangiare i suoi   cuccioli e quando il gufo/civetta le chiede come avrebbe fatto a riconoscerli lei le dice: "Sono i cuccioli più belli", ma per il gufocivetta i cornacchietti erano brutti e se li è mangiati D: Ecco, non so se avete capito, ma io sono Mamma Cornacchia, la storiella è il mio Cornacchietto e voi siete i GufiCivette! Morale: se questa storia non vi piace non mangiatela! lol 
Cacchio, sono fuori di testa.
Me ne vado. 
Addio!
  
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