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Autore: _Maddy    11/10/2012    1 recensioni
Una festa. Un incontro. Un amore. 2 anni di assenza. La sua ricomparsa.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Andiamo ad una delle feste che da dopodomani organizzerai tu?- domandai.
- Yeah. Shopping? Non abbiamo vestiti per stasera- mi fece lei
- Bene, andiamo?- dissi
- Andiamo – mi fece lei. Uscimmo di casa e andammo a fare colazione da Starbucks.
- Ehi Maddy , Vicky ! Buongiorno- ci disse il barista
- Ciao Austin! –
- Il solito? – ci domandò
- Il solito – dicemmo noi. Ci portò la nostra solita colazione, poi andammo sulla 5th a cercare un vestito per quella sera.
- Questo? – mi chiese uscendo dal camerino con indosso un vestito rosso che a malapena copriva il sedere.
- Dove pensi di andare con quel coso?! – dissi
- Bho… Mi cambio – disse e tornò dentro
- Questo ?-
- Si, mi piace!- dissi. Era un vestito blu elettrico lungo fino sotto il ginocchio.
- Lo prendo, dai tocca a te! – mi disse. Andai nel camerino e mi misi uno dei due vestiti che avevo preso.
- Questo ? – domandai
- Sembri una bomboniera! – mi disse lei
- Che carina, vado a cambiarmi- dissi e rientrai in camerino
- Allora?- dissi riuscendo.
- Bello, bello, bello ! – mi disse lei. Era un abito lungo fino sopra il ginocchio, color verde acqua, il mio colore preferito.
- Andata – dissi io e dopo aver pagato uscimmo dal negozio.
- Che ore sono Vicky?- domandai
- E’ 12:30 – mi disse
- Dove pranziamo?- dissi io
- Bho.. –
- Io direi di pranzare a casa.. cucino io – dissi
- Bene, andiamo! – mi fece lei
- Allora che cucini di buono? – mi domandò Vicky entrando in casa.
- Pasta al sugo? – dissi io
- Perfetto – disse. Andai in cucina ed iniziai a cucinare. Una volta preparata la pasta la portai a tavola e la misi nei piatti.
- Mmh, è buona. Strano. – disse lei
- Simpatica – dissi sorridendo.
- Lo so – disse lei. Pranzammo e poi lei lavò i piatti mentre io ero in salotto a riposarmi. Dopo aver visto due bei film andammo a prepararci per la festa.
- Pronta? – mi domandò.
- Pronta – dissi. Entrammo nel taxi che ci stava aspettando sotto il palazzo e andammo al locale della festa. Era pieno di gente. Il buttafuori ci fece  entrare ed andammo dentro.
- C’è troppa gente – dissi guardandomi attorno.
- Finiscila e divertiti – disse lei poi la persi di vista nella mischia.
- Perfetto – dissi guardandomi intorno.
- Le va di ballare? – sentii. Mi voltai e trovai un ragazzo che mi sorrideva.
- V- volentieri – dissi. Mi prese la mano e mi portò in mezzo alla gente.
- Non ti piace qui vero? – mi disse dopo poco.
- Ehm, non sono tipa da feste- dissi sorridendo.
- Nemmeno io… Usciamo? – mi domandò sorridendo. Io non risposi.
- Rilassati. Non sono quel tipo di ragazzo – mi disse.
- Andiamo – dissi sorridendo. Sempre tenendomi per mano uscimmo ed iniziammo a camminare sul marciapiede.
- Come mai sei venuta se non sei tipa da feste? – mi domandò
- La mia migliore amica lavorerà qui da dopodomani. Mi ci ha trascinato e tu?-
- Idem. Cioè, i miei migliori amici mi hanno trascinato qui. – disse lui sorridendo.
- Quanti anni hai ? – domandai.
- 23, tu? -
- 19 – dissi.
- Uh, sei piccolina – mi disse ridendo.
- Già.. – feci io.
- Piacere, Logan – mi disse forse per farmi capire che potevo fidarmi di lui.
- Maddie – dissi stringendogli la mano.
- Non sei di qui vero? Hai un accento strano. – mi disse.
- Sono italiana. Ma vivo qui da circa due mesi – dissi.
- Oh, benvenuta allora. – disse
- Grazie – risposi sorridendo.
- Andiamo a recuperare i nostri amici? – mi domandò dopo aver camminato per un po’.
- Andiamo – dissi sorridendo. Entrammo nel locale e sentimmo che c’era una musica lenta.
- L’ultimo ballo? – mi domandò.
- Certo – risposi. Mi strinse a sé ed iniziò a scendere con le mani alla mia vita.
- Posso? – mi chiese. Io annuii sorridendo. Misi le mie braccia intorno al suo collo. Ero un po’ tesa e lui se ne accorse.
- Rilassati – mi sussurrò all’orecchio. Io mi rilassai e mi appoggiai con la testa sul suo petto. Era muscoloso ed accogliente. Non fu un vero e proprio ballo, più che altro dondolammo in tondo.
Finì la canzone e quando alzai la testa notai che mi stava fissando.
- Che c’è ? – domandai imbarazzata.
- Non mi va di lasciarti – sospirò.
- Non lo fare allora – dissi diventando rossa come un peperone.
- Torniamo fuori ? – domandò.
- Si – dissi. Riuscimmo dal locale, attraversammo la strada e camminammo fino ad arrivare ad un boschetto. Ci mettemmo seduti su una panchina.
- Ti piace qui ? – mi domandò
- E’ rilassante – dissi.
- Guarda lassù -  mi disse. Alzai lo sguardo e vidi il cielo ricoperto di stelle.
- Oh mio Dio – dissi.
- Bello vero? Vengo spesso qui di sera, mi rilassa. E’ il mio posto segreto. – disse.
- Ora non è più un segreto però – dissi
- Mi fido di te, anche se ci conosciamo da meno di due ore – disse lui sorridendo. Io mi limitai a sorridere. Lui mise il suo braccio intorno alle mie spalle. Io rabbrividii.
- Sto esagerando ? – mi domandò.
- No, tranquillo – dissi sorridendo. Lui ricambiò ed io mi poggiai con la testa sulla sua spalla.
- Come mai sei qui a New York? – mi domandò.
- E’ sempre stato il mio sogno. Andare via dall’Italia e venire nella città che amo. Appena ho finito il liceo ed ho avuto l’occasione mi sono detta: “ Perché non coglierla?” e siamo partite. – dissi
- Wow, coraggiosa e determinata, sognatrice, simpatica, timida – disse e mi strinse col braccio – e..-
- E ? – domandai un po’ in imbarazzo.
- Bellissima – disse. Lo guardai in faccia e non so se erano le luci fioche oppure era arrossito davvero. So per certo che io ero arrossita però.
- Sei arrossita, di nuovo – disse sorridendo.
- Anche tu – dissi imbarazzata.
- Sono timido. Non mi apro spesso con le ragazze anche se i miei amici dicono che io sono il donnaiolo del gruppo. Per me è difficile socializzare con qualcuno che… che mi .. Si insomma, che mi piace – disse e lo vidi arrossire di nuovo. Io non sapevo che dire. Ero rimasta imbambolata a guardare quel ragazzo bellissimo e dolcissimo che mi stava accanto.
- Io.. ti.. –
- Si, tu mi piaci. So che è strano dirlo, perché ci conosciamo da due ore più o meno, ma.. mi piaci – disse. Io sorrisi. Non mi capitava spesso, anzi, non mi era mai capitato di piacere ad un ragazzo, o di fare amicizia con un ragazzo che non conoscevo.
- Ho rovinato tutto vero? – disse allontanandosi un po’ da me.
- No – dissi afferrandolo e facendolo tornare accanto a me – al contrario. Bhè, mi piaci anche tu -
- Sul serio? – domandò sorridendo.
- Già – dissi ed arrossii di nuovo.
- Sei tenera quando arrossisci – mi disse e mi abbracciò. Io mi sentii andare a fuoco e le farfalle mi svolazzavano nello stomaco. No, non era possibile che mi ero innamorata di uno sconosciuto! Ad un tratto squillò un cellulare, il suo.
- Si, ok.. arrivo – disse.
- Devi andare? – domandai triste.
- Si, i miei amici mi stanno aspettando alla macchina – disse abbassando lo sguardo.
- Oh – fu l’unica cosa che riuscii a dire. Ci alzammo e camminammo mano nella mano fino a davanti al locale.
- Finalmente, eccoti ! – urlarono tre ragazzi tutti molto carini.
- Io sono arrivato – disse triste. Io abbassai lo sguardo.
- Dammi la mano – mi disse. Io alzai la testa e allungai la mano. Lui tirò fuori una penna e mi scrisse sulla mano.
- E’ il mio numero. – disse arrossendo, si avvicinò, mi prese per la schiena e mi strinse a sé, poi mi baciò, prima insicuro, poi appena vide che risposi al bacio iniziò a baciarmi con passione. Nel mio stomaco era scoppiata la terza guerra mondiale. Non mi ero mai sentita così… bene. Dopo un po’ allontanammo i nostri visi. Lui sorrise, tenendomi ancora per mano.
- A presto Maddie – mi disse e si allontanò. Io rimasi a guardarlo dal marciapiede.
- Oh, il nostro Logan ha fatto conquiste, ciao bellissima – mi disse un ragazzo alto che sembrava un po’ ubriaco.
- Finiscila e sali in macchina James – gli disse Logan dandogli una forte pizza in testa. Prima di entrare anche lui, si voltò verso di me e mi salutò con un sorriso triste ed un cenno della mano. Mi voltai verso l’entrata del locale, ancora intontita dal bacio, e mi trovai Vicky che mi guardava con la bocca spalancata.
- Chi era ? – mi domandò con voce maliziosa.
- Ehm… - feci io..
- Mi racconti tutto a casa, andiamo, ho chiamato un taxi. – disse lei.
- Ok – dissi. Appena arrivò salimmo sul taxi e andammo a casa.
- Dai raccontami ! – disse Vicky buttandosi sul divano.
- Vicky, sei un po’ ubriaca. Vai a letto – dissi vedendo la faccia stralunata della mia migliore amica.
- Naaaaaaaah, dai racconta – disse
- Mi ha chiesto di ballare, abbiamo ballato, siamo andati fuori, abbiamo parlato, siamo rientrati, abbiamo ballato, siamo riusciti, siamo tornati davanti al locale e prima di andare via mi ha baciata – dissi ricordando la scena.
- Oh, la mia piccola Maddie cresce – disse abbracciando il cuscino.
- Vicky, io sono qui e in piedi. Vai a letto, sul serio. – dissi
- Si mamma – disse lei. Si alzò ed iniziò a camminare.
- Vicky, quella è la cucina. Ferma, ti ci porto io – dissi e la portai in camera sua. Le tolsi le scarpe e la feci sdraiare sul suo letto. Si addormentò come un sasso. Andai in camera mia, mi misi il pigiama e mi sdraiai nel letto. Presi il cellulare e segnai il numero che mi aveva scritto Logan. Scrissi un messaggio: “ Ciao, sono Maddie. Questo è il mio numero. Grazie della serata.”. Non sapevo se inviarlo o no . Alla fine mi dissi “ O la và o la spacca” e premetti INVIA.
Misi il telefono sul comodino dicendomi che non mi sarebbe importato se avesse risposto oppure no . Appena mi squillò il telefono però, la mia affermazione era già sparita. Presi il cellulare quasi cadendo dal letto, col cuore in gola, lo aprii e lessi il messaggio.
 “ Speravo con tutto il cuore di ricevere un tuo messaggio. Grazie a te, sul serio. Vorrei rivederti il prima possibile. Buonanotte piccola. Xoxo Logan.”
Era ufficiale. Ero innamorata persa di un ragazzo sconosciuto.
Mi addormentai col sorriso sulle labbra, pensando a quella serata e a come mi aveva fatta sentire.
La mattina dopo mi svegliai con Vicky che vomitava al bagno. Corsi da lei a vedere come stava.
- Ehi, post – sbronza è? – dissi.
- Già..  Sto uno schifo – disse seduta accanto al water.
- Ci credo, posso fare qualcosa per te? – domandai.
- N.. –non finì e ricominciò a vomitare. Suonarono alla porta. Andai ad aprire e trovai il vicino preoccupato.
- Ho sentito dei rumori, tutto apposto? – domandò.
- Si, tutto bene.. – dissi. Ma non ero molto credibile dato che in sottofondo c’erano i versi di Vicky.
- Sta vomitando? – domandò affacciandosi al bagno.
- No, sta comunicando con una balena per mezzo della tazza – dissi.
- Oh, ehm… -
- Si, sta vomitando – dissi.
- Ah, credevo.. – disse lui sospirando. Era davvero così cretino o faceva finta?
- Bhè, se vi serve qualcosa chiamatemi, sapete dove trovarmi  - disse ed uscì.
- Oh mio Dio – dissi chiudendo la porta. Vicky uscì dal bagno, bianca come un cadavere.
- Come va? – domandai.
- Devo. Sdraiarmi. – disse e si accasciò sul divano.
- Ti porto un po’ di ghiaccio? Te lo metti in testa. – dissi.
- Magari – disse lei. Andai in cucina e presi un po’ di ghiaccio, glielo portai e si riaddormentò.
Sentii arrivare un messaggio. Corsi in camera come se fossi alle Olimpiadi e saltai sul letto per prendere il cellulare. Aprii e vidi che era un messaggio da Logan.
 “ Buongiorno . Spero tu abbia dormito bene. Ti va di vederci, magari facciamo colazione insieme. Xoxo L”
Volevo urlare dalla gioia ma avrei svegliato Vicky.
 “ Buongiorno. Ho dormito benissimo grazie.. Per me va bene. Dimmi tu il luogo e l’ora”
 “ Perfetto. Ci vediamo sotto casa tua tra poco. Aspetta, dove abiti?”
 “ 44 east end avenue”
 “ Benissimo, 10 minuti e sono lì”

Oh mio Dio. Stava per venirmi a prendere ! Corsi all’armadio per cercare qualcosa da mettermi, alla fine scelsi un paio di jeans, una maglietta dei Simple Plan a maniche corte e le mie Vans. Corsi al bagno e mi lavai, mi pettinai, mi vestii ed uscii appena in tempo per sentire il suono del citofono.

* Chi è? *
* Sono Logan *
* Arrivo *

Mi precipitai in camera per prendere il cellulare, lasciai un biglietto a Vicky e corsi giù per le scale.
Lo vidi, fuori dalla porta appoggiato alla sua macchina sportiva bianca, con dei jeans neri stretti,una maglietta bianca che aderiva al suo corpo perfetto ed una camicia rossa e blu aperta, il tutto accompagnato da un paio di occhiali da sole. Era davvero bellissimo. Appena mi vide sfornò uno dei suoi bellissimi sorrisi.
- Buongiorno piccola – mi disse e mi abbracciò.
- Buongiorno – dissi con un sorriso che arrivava da una guancia all’altra.
- Vieni, Sali in macchina – mi disse e corse ad aprirmi lo sportello.
- Grazie – dissi ammirandolo in tutta la sua galanteria.
- Allora, come stai ? – mi domandò
- Bene ora, e tu? -
- Benissimo – disse sorridendomi.
- Scusa per ieri sera, James era un po’ ubriaco – disse
- Tranquillo – dissi sorridendo.
- E la tua amica? – domandò
- Anche lei era un po’ ubriaca.. Stamattina stava malissimo – dissi
- Loro sono abbastanza abituati – disse ridendo. Risi anche io.
- Frequentate spesso feste del genere? – domandai.
- Bhè, ogni tanto.. Ma se io dovessi ubriacarmi credo finirei come la tua amica – disse. Io risi.
- Ma se finissi in tutto e per tutto come la tua migliore amica forse sarei fortunato ad avere te come infermiera – disse. Io sorrisi ed arrossii..
- Mi piace farti arrossire – ammise – Di giorno sei anche più bella -
- Finiscila per favore – dissi sorridendo e sotterrandomi nel sedile.
- Scusa – disse ridendo
- Eccoci – disse. Guardai fuori dal finestrino scuro e vidi il boschetto della sera precedente.
- Non ci credo – dissi sorridendo.
- Signorina.. – disse aprendomi lo sportello e porgendomi la mano per farmi scendere.
- Grazie – risposi sorridendo a mia volta.
- Colazione all’aperto – disse mostrandomi due buste di Starbucks ed una coperta che stese a terra.
- Ti ho preso un frappuccino moka , spero ti piaccia – dissi porgendomi il bicchiere.
- E’ il mio preferito – dissi guardandolo meravigliata.
- Anche il mio – disse facendo lo stesso. Scoppiammo a ridere. Dopo aver finito la colazione ci sdraiammo a terra e mi mise un braccio intorno, facendomi appoggiare la testa sul suo petto.
- Ti devo dire una cosa – disse serio.
- Dimmi, che succede? – domandai.
- Domani mattina devo partire. Devo andare a Los Angeles.. Per un anno – disse.
- C-cosa? – dissi io e mi misi seduta.
- Già, abbiamo formato una band io e i miei amici, dopo la prima stagione del nostro telefilm e dobbiamo andare agli studios di Los Angeles per girare i nuovi episodi – disse. Io non risposi.
- Mi dispiace- disse lui.
- Mi hai invitata per dirmelo? – domandai.
- Si, sei, come dire.. Sei diventata.. importante per me. Non so come spiegarmi.. Scusam.. – non lo feci finire e lo abbracciai.
- E questo è per.. ? – domandò smarrito.
- Non lo so. Sentivo che dovevo abbracciarti – ammisi…
- Will you remember me?  ‘Cause I know I won’t forget you.– canticchiò.  Io alzai la testa, riconoscendo le parole e il ritmo familiare e lo guardai come per dire : “ Come sai che amo i Simple Plan ?” e lui mi indicò la mia maglietta ridendo.
- Anche a me piacciono – disse sorridendo. Io ricambiai.
- Si – dissi.
- Si cosa? – domandò confuso.
- Mi ricorderò di te – dissi. Lui sorrise e si avvicinò a me, mi mise una mano sulla guancia e mi baciò accarezzandomi la guancia, per poi giocherellare un po’ con i miei capelli. Io mi sentivo in paradiso. Stava per allontanarsi, ma io lo presi per la camicia tirandolo a me facendolo sbilanciare sopra di me e continuando a baciarlo. Lui sorrise e mi strinse.
- Dobbiamo andare – disse dopo un po’. Ci alzammo, raccogliemmo la roba e salimmo in macchina.
- Scusa – dissi dopo un po’.
- Per cosa? – domandò
- Ti sono quasi saltata addosso – dissi arrossendo. Lui sorrise con quel sorriso sghembo che faceva ogni volta che arrossivo.
- L’avrei fatto io ma mi sono detto: “ Se poi non vuole mi denuncia” e non l’ho fatto - disse lui sorridendo. Io arrossii di nuovo trattenendo una risata.
- Eccoci piccola – disse sotto casa mia. Ormai era ora di pranzo.
- Quanto hai detto che stai via? – domandai intristita.
- Circa un anno, se non di più – disse abbassando lo sguardo.
- Bene.. – dissi.
- Ti amo piccola – sussurrò. Io alzai lo sguardo sbalordita da quelle parole. Lui era arrossito e mi sorrise mostrando quelle fossette dolcissime.
- Anche io – dissi scendendo dalla macchina. Mi affacciai al suo finestrino. Mi prese la faccia e mi baciò dolcemente. Sali al mio appartamento. Entrai e trovai Vicky a tavola.
- Dove sei stata? Sto morendo di fame. Ehi, cos’è quella faccia? – disse.
- Sono stata a fare colazione con Logan.. Mi ha detto che domani parte e va a Los Angeles per più di un anno – dissi abbassando lo sguardo.
- Due reazioni. O MIO DIO! La seconda. Mi dispiace. Ti piace davvero quel ragazzo vero? -
- Già. E’ stupido dirlo ma.. -
- Lo so. E’ il cosiddetto colpo di fulmine – disse lei sorridendo e venendomi ad abbracciare. Mi scese una lacrima. Preparai il pranzo e poi ci mettemmo sul divano. Lei si riaddormentò ed i guardai un po’ di MTV.
- O PORCA PUTROCCOLA! – urlai. Vicky si svegliò spaventata ed io alzai il volume al massimo.
- Che succede ?! – urlò lei.
- Guarda lì ! – dissi indicando la televisione.
- Che c’è.. Uh, carini – disse.
- No ! Cioè, si , ma.. Guarda, ecco, questo! -
- Molto carino si, ma preferisco quello accanto, ecco lui, oppure quello biondo.. O forse que..-
- ZITTA! Quello è Logan ! – urlai.
- Cosa?! – urlò lei alzandosi di botto.
Finì la canzone ed io ero gasata come una mezza drogata. Corsi in camera ed accesi il computer, scaricai il loro album e i loro episodi ed io e Vicky passammo tutto il pomeriggio e tutta la serata a vederli.

Circa 2 anni dopo…
 
Il capo di Vicky ci aveva regalato una vacanza a Los Angeles.
Era passata ormai una settimana da quando eravamo lì e il giorno seguente saremmo dovute partire.
Io e Logan eravamo rimasti in contatto per i primi mesi in cui lui era a Los Angeles ma poi non ci sentimmo più. Io avevo mantenuto la promessa, ma lui no . Erano uscite foto in cui si baciava con una ragazza. Il mio cuore si era letteralmente spezzato. Quella sera mi ero sentita qualche loro canzone presa dalla nostalgia e capii che mi faceva stare  peggio. Decisi di andare a fare una passeggiata sulla spiaggia, al chiaro di luna. Era metà settembre e faceva abbastanza fresco. Io, molto intelligentemente uscii senza giacca. Mi sedetti sulla sabbia a guardare le stelle. Ad un tratto iniziai a piangere senza accorgermene. Ripensai a Vicky che mi aveva detto di fare la dura se mai l’avessi incontrato, perché non si era fatto più sentire.
- Tutto bene? – mi domandò una voce. Alzai gli occhi e vidi quattro sagome. Avevo gli occhi appannati e non vedevo bene.
- Si, grazie – dissi.
- Non sembra.. – disse un’altra voce.
- Possiamo sederci? – domandò un’altra voce ancora.
- Certo – dissi asciugandomi le lacrime.
- Perché piangi? – domandò la prima voce che sentii .
- Nostalgia – dissi . Uno di loro quattro mi fissava senza parlare. Era buio e non vedevo le loro facce.
- Capisco, a volte capita anche a me- disse la terza voce.
-Nostalgia di cosa? Luogo o.. -
- Persona – risposi ed accennai un sorriso guardando verso quello che non parlava, il quale abbassò lo sguardo.
- Mi dispiace – disse ad un tratto.
- E perché mai ti dovrebbe dispiacere ? – dissi
- Quelle foto, io non.. -
- Non mi devi spiegazioni. Non stavamo insieme -
- Si lo so ma, ero e forse lo sono ancora.. -
- Eri cosa? -
- Innamorato di te -
- Ci siamo conosciuti in due giorni, non era vero amore – dissi sapendo che quello che dicevo non era vero.
- Da parte mia si – disse lui
- Anche da parte mia – ammisi
- Non ho infranto la promessa -
- Non l’ho fatto nemmeno io ma.. Tranquillo, ormai non fa niente giusto? – dissi alzandomi.
- Ti prego.. -
- Ciao ragazzi.. Grazie – dissi ed iniziai a camminare.
- Merda, ascoltami! Ti prego!- disse Logan alzandosi e prendendomi un braccio.
- Che c’è ? – mi sentivo un verme a trattarlo così.
- Mi dispiace di non essermi fatto sentire, mi dispiace per quelle foto e tra l’altro è stata lei a baciarmi, mi dispiace per tutto, mi dispiace per averti spezzato il cuore, mi.. – disse ma non finì ed abbassò la testa.
- Logan, tranquillo ok? Sono passati due anni, ora hai una vita perfetta, una carriera che va a gonfie vele, hai fan in tutto il mondo. Ti capisco. Non potevi perdere tempo prezioso pensando a quella che hai frequentato per due giorni. Sul serio, tranquillo. E anche se l’avessi baciata tu, non.. – dissi quasi piangendo.
- Sai come sono fatto. Sai che non mi apro spesso con le ragazze. Sai chi è l’ultima ragazza con la quale sono stato davvero me stesso? L’unica di cui mi sono fidato in questi due anni da star? – disse con voce fredda. Io feci no con la testa, piangendo in silenzio.
- Tu. Quella sera, mi hai fatto innamorare di te. Credi che se non avessi tenuto a te, te l’avrei detto di persona che partivo? So che non ti interessa quello che sto dicendo, che probabilmente ho rovinato tutto e davvero, ma.. spero che tu possa perdonarmi. Sei importante per me. Noi torniamo domani a New York. Spero di poter sistemare le cose. Ora puoi anche andare se vuoi. – disse.
- Anche noi torniamo domani. Io.. Non so che dirti – dissi ormai inondata dalle lacrime.
- Puoi anche non dire niente. – disse lui.
- Scusate, ci spiegate un secondo.. -
- James, ragazzi. Lei è Maddie. – disse Logan indicandomi.
- La famosa Maddie. Piccola, credigli. Ci ha parlato di te tutto il tempo – dissero.
- Devo andare – dissi e mi girai. Logan mi prese e mi tirò a sé abbracciandomi. Io scoppiai a piangere.
- Ti prego piccola. Non piangere. Non merito le tue lacrime. – disse lui cullandomi. Io mi staccai e lo guardai negli occhi. Lui mi mise la giacca del suo completo sulle spalle.
- Stai morendo di freddo. Se ci rivedremo bene, se no.. tienila. Ti farà pensare a me, anche se ti ho fatta soffrire – disse lui. Io tornai all’hotel. Entrai in camera e crollai a terra.
- Maddie. Che succede?! – disse Vicky preoccupata. Io continuai a piangere.
- L’hai.. incontrato vero? – disse
- Si.. Ho seguito il tuo consiglio ma mi sento uno schifo. – dissi piangendo.
- Scusa.. – disse e mi abbracciò. Vado a prendere la cena, sdraiati. – disse ed uscì. Io mi sdraiai a letto abbracciando la giacca di Logan e mi addormentai.

 
  
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