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Autore: Marge    12/10/2012    3 recensioni
Punti di vista diversi sul trucco. Ma chi tra Howl o Sophie è la donna della coppia?
Piccola oneshot scritta con il prompt Howl/Sophie, profumi della piscinadiprompt per il 1° turno della Staffetta.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Calcifer, Howl, Sophie | Coppie: Howl/Sophie
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Flowers Wall'
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Profumi terreni



Col passare del tempo, Sophie aveva imparato a non toccare più le boccette colorate nel bagno di Howl; ma dal momento che lui non si era premurato di creare un bagno in più anche per loro, era inevitabile che ogni sera ed ogni mattina lei l’utilizzasse.
Tutte quelle cremine, lozioni e profumi le creavano un po’ di invidia: le ricordavano Lettie, che, nonostante fosse più piccola, aveva cominciato a truccarsi molto prima di lei, e padroneggiava la tecnica senza alcuna esitazione.
“Chissà se anche Howl usa dei trucchi.” Non stentava a crederlo: passava in bagno moltissimo tempo, ogni giorno, ed ogni volta ne usciva perfetto: non un brufolo, un’ombra, un’occhiaia a rovinare il suo bel viso liscio. “Oppure un qualche incantesimo.”
Che le boccette in bagno non contenessero normali profumi era stato chiaro fin dal primo incidente: era bastato smuoverli un po’, cambiar loro di posto solo per pulire, per combinare quel pasticcio con i capelli del mago, e vanificare tutto il suo lavoro di pulizia con tanta melma verde.
Sophie non si truccava, non usava creme, non utilizzava nulla se non del semplice sapone. Guardò il suo aspetto semplice –quasi scialbo- allo specchio a lungo, quella mattina, chiedendosi se non avrebbe dovuto curarsi un po’ di più.
“Credi che dovrei truccarmi un pochino?” gli chiese, mentre lui era quasi addormentato, riverso sui cuscini ed era, anche alla luce della candela, bellissimo e perfetto come sempre.
Non rispose subito, socchiuse la labbra per tirare un respiro più profondo, poi si fece forza e si voltò a guardarla: “Truccarti?”
“Lettie si trucca, ed anche molte altre donne lo fanno.”
“Non ti sei mai truccata?”
“Oh sì” rise lei, al ricordo. “A volte ho provato, ma l’effetto è stato disastroso. Per fortuna, nelle occasioni importanti c’era Lettie accanto a me, a sistemare il mio viso.”
Howl si rotolò sul fianco, e le mise una mano sulla guancia. “Mi sarebbe piaciuto vederti; sicuramente non eri molto a tuo agio!”
Sophie annuì sorridendo. “Mi sentivo così in imbarazzo.”
“Non c’è bisogno che ti trucchi, quindi. Come ti è venuta questa idea?”
Arrossì: “Tu.”
Lui si stupì: “Io?”
“Sei sempre così perfetto” si affrettò a spiegare. “Passi in bagno tutte quelle ore.”
“Evidentemente tu sei bella naturalmente, mentre io ho bisogno di pasticciare molto per arrivare a questo risultato” disse lui, girando gli occhi con un’espressione quasi tragica; ma i suoi occhi brillavano ironici, perché, senza alcun dubbio, aveva di sé e del proprio aspetto un altissima opinione.
“Non prendermi in giro!” s’offese lei.
“Non potrei mai” rispose. “Credo davvero che tu sia bellissima, Sophie.”
E per convincerla la baciò così a lungo da lasciarla senza fiato.

Il giorno seguente Howl scese per la colazione molto prima del solito; in pochissimo fu pronto, si gettò una delle sue migliori giacche sulle spalle ed uscì. Sophie, impegnata com’era con gli ordini del negozio, a malapena vi fece caso.
La seconda mattina ugualmente impiegò meno tempo a prepararsi, e così anche la terza e tutte le altre che seguirono in quella settimana. A sera amava comunque trascorrere almeno un’ora nella stanza da bagno, ma il cambiamento era notevole: ed a farlo notare alla ragazza distratta fu Calcifer.
“Da quando Howl ha deciso di lasciar perdere tutti quegli sciocchi preparativi in bagno, consumiamo molta meno acqua calda.”
Sophie alzò gli occhi dal libro e lo fissò: “Howl ha smesso?”
“Non ti sei accorta che da qualche giorno esce ogni mattina senza prepararsi per ore?”
Sophie lo osservò stupita: ma sì, rifletté lentamente, era vero. Cosa poteva esser successo?
“Forse va semplicemente molto di fretta” disse, poco convinta.
“O forse ha finalmente deciso di diventare una persona adulta” beccò ancora il demone, girando gli occhi tra le fiamme. “Forse ha capito che il nostro talento demoniaco è decisamente sprecato, a far da caldaia a questo enorme Castello. Era quasi meglio quando aveva guerre da combattere e streghe da cui fuggire…”
“Non lo dire neanche per scherzo!” rabbrividì la fanciulla, e Calcifer fischiò (era il suo modo di sghignazzare) e le fece l’occhiolino: “Per fortuna qualcuno lo tiene impegnato a far ben altro che mutarsi in mostro, e tiene i guai lontano da qui!”
Sophie arrossì e volle sprofondare nel divano; a salvarla, per fortuna, ci pensò lo stesso Howl, che in quel momento aprì la porta del Castello e salì i gradini con un pacchettino tra le mani.
“Bentornato!” esclamò Sophie.
Lui le fece cadere il pacchetto in grembo e si sedette accanto a lei.
“Per me?”
“Aprilo!”
Aveva in viso l’entusiasmo di un bambino, e Calcifer scommise tra sé e sé che era più felice quel mago bipolare nel regalare qualcosa a Sophie, che lei stessa a riceverlo. Ma la ragazza aveva gli occhi luccicanti, mentre lacerava la sottile velina rosa e scioglieva il fiocco verde, e c’era da fare a gara su chi, tra i due, in quel momento fosse più al settimo cielo.
“In questo Castello c’è decisamente troppa melassa” pensò, “dobbiamo assolutamente tornare in Accademia da Markl al più presto.”
Dentro la scatolina vi era un flaconcino in vetro, d’un tenue verde; Sophie ne svitò il tappo e lo avvicinò al naso.
“È buonissimo” disse, chiudendo gli occhi beata. “Ha un aroma così fresco…”
“Ne ho annusati almeno cento, prima di trovarne uno adatto a te.”
Sophie sorrise, soppesando il flacone tra le mani; poi decise di punzecchiarlo: “Pensi che io abbia bisogno di un buon profumo? Non va bene quello che ho ora?”
“Ma tu ora non usi profumi” obiettò Howl, a disagio.
“Proprio per questo: il mio odore non ti va bene?”
“Assolutamente!” esclamò convinto. “È solo che…ho immaginato ti avrebbe fatto piacere avere qualcosa di tuo, dopo avermi fatto notare che tutto il bagno è occupato dalle mie cose… A me il tuo profumo piace moltissimo, ma…”
Interruppe le sue spiegazioni con una risatina e gli gettò le braccia al collo.
“Grazie” gli sussurrò all’orecchio, e Howl sorrise e la strinse.
Calcifer fischiò: era il suo anche per dire che ne aveva abbastanza di tanto miele, e dal momento che quei due avevano tutta l’aria di voler restare da soli a guardarsi negli occhi come due scemi, s’involò sopra il focolare ed imboccò la porta, per un giretto nelle Lande.
“Semplici umani” pensò, mentre le risatine di Howl e Sophie lo salutavano.



*** Scritta per la piscinadiprompt, prompt “Il castello errante di Howl, Howl/Sophie, profumi”, con il quale partecipa al 1° turno della Staffetta.

Per il lettori di FW: non temete, sono solo un po’ presa dalla Staffetta, ma prometto che entro qualche giorno (una settimana al massimo) arriverà il capitolo XX. See you soon!
  
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