Serie TV > Glee
Segui la storia  |       
Autore: Flurry    12/10/2012    5 recensioni
E se Kurt e Blaine non si fossero conosciuti sulla scalinata della Dalton? Sette one-shot sulla struttura dell'alternate meeting; sette prompt, sette AU, sette possibili modi in cui i nostri amati fringuelli si sarebbero potuti conoscere, secondo i prompt della KLAINE WEEK. Enjoy! ;)
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Salve salvino! In SUPER-ritardo, lo so, ma non sono proprio riuscita a postare prima; tra la febbre, EFP che funziona a singhiozzo e la mia connessione internet che salta causa temporale o_O

Nel pomeriggio posterò anche la Photographer/model, quindi a più tardi! ;)


PROMPT: Skank/Nerd

RATING: Giallo

PERSONAGGI: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Quinn Fabray


***


Mercedes aveva sempre preso in giro Kurt per la sua lista di buoni propositi di capodanno, dicendo che era una cosa infantile e piuttosto buffa. Quell'anno però, non aveva avuto il coraggio di ridere, non quando il ragazzo le si era presentato davanti la porta di casa, armato di una bottiglietta di decolorante ed una tinta per capelli rosa pallido. “Voglio diventare uno skank.” aveva detto semplicemente, prima di intrufolarsi in casa sua con passo deciso.

Lei aveva tentato in tutti i modi, davvero, a farlo ragionare, ma Kurt era uno che prendeva le sue promesse seriamente, anche quelle della lista dei buoni propositi.

“Loro sono potenti, Mercedes. Anzi, ancora meglio, sono al di sopra di tutta la scala gerarchica; non danno fastidio a nessuno, nessuno osa dare fastidio a loro e non si immischiano in tutte le faccende della popolarità.” aveva detto mentre lei, rassegnata, gli passava pazientemente la tinta tra le ciocche umide. “Se per smettere di essere spintonato e deriso, devo tingermi i capelli e mettermi vestiti trasandati, lo farò. Siamo all'ultimo anno, presto sarò fuori da questa città, e tornerò alle mie abitudini di sempre... Fino a quel momento devo solo resistere, cercare di uscirne con il minimo danno possibile, e questo è un modo.” lei si era limitata ad annuire, incrociando il suo sguardo nello specchio. “Lo capisco è solo che... Non voglio che tu ti dimentichi chi sei, sarebbe come dargliela vinta...” aveva detto, sperando di non suonare troppo dura; era solo preoccupata per lui.

“è così assurdo voler essere lasciato in pace per una volta?” aveva risposto Kurt, così piano che aveva fatto fatica a sentirlo. Lei non era riuscita a controbattere niente, sapeva quanto dura fosse la vita a scuola per lui, ed era consapevole di quanto poco tutti loro avessero fatto per aiutarlo. Se c'era qualcuno che si meritava un po' di pace dagli spintoni e dalle prese in giro quotidiane, era proprio Kurt. Così quando al rientro dalle vacanze natalizie, il ragazzo si era presentato a scuola in un outfit che comprendeva giacca di pelle con le borchie ed una serie di magliette strappate l'una sovrapposta all'altra, Mercedes era stata l'unica a non stupirsi, ma gli aveva sorriso e gli aveva augurato 'buona fortuna'.


Perchè se in teoria entrare a far parte degli skank, sembrava semplice, in pratica non lo era affatto. Non erano sufficienti gli stivali di pelle, e nemmeno il piercing alla lingua; non bastava che tu chiedessi di essere ammesso, loro dovevano accettarti. E Kurt era determinato a farsi accettare, a qualsiasi costo. Per questo, alla fine delle lezioni, si era avventurato sotto le gradinate del campo da football, sapeva che li avrebbe trovati lì. Avevano scelto quel posto perchè era uno dei più isolati, ma, Kurt sospettava, anche perchè da lì si potevano sbirciare senza problemi gli allenamenti della squadra e, anche se la sua cotta per Finn si era esaurita da un pezzo, doveva ammettere che la vista non era niente male.

Come temeva, il suo arrivo era stato accolto da sopracciglia alzate e sguardi tra il divertito e lo scettico. “Allora è vero quello che si dice in giro, Hummel vuole essere dei nostri.” aveva esordito una delle ragazze, squadrandolo da capo a piedi con sguardo provocatorio.

Le altre avevano riso, ma prima che lui potesse mettere insieme una risposta velenosa, si era fatta avanti Quinn. “Lasciatelo in pace.” aveva detto, alzandosi dal divano rattoppato per andare al suo fianco. “Se vuole essere uno dei nostri, non vedo quale sia il problema.”.

“Nessun problema”, aveva replicato qualcuno alla sua destra “ma dobbiamo vedere di che pasta è fatto. Sai, Hummel, la vita da skank non è per tutti.”

Kurt aveva fatto fatica a contenere una risata, perchè, seriamente? La 'vita da skank' consisteva sostanzialmente nel passare pomeriggi interi buttati dietro quelle gradinate a guardare male chiunque passasse nelle vicinanze, o a vagabondare nelle vie del centro, fumando e ascoltando musica di pessimo gusto.

“Ha ragione.” aveva detto poi Quinn, distraendolo dai suoi pensieri. “Se vuoi diventare uno di noi, devi dimostrare di volerlo veramente.” e Kurt sapeva che il suo sorriso non prometteva niente di buono.

“Cosa dovrei fare?” aveva chiesto, sperando che il tremolio nella sua voce non si sentisse. Quinn si era scambiata un'occhiata veloce con le altre, poi lo aveva preso a braccetto, trascinandolo verso l'uscita. “Qualcosa troveremo, intanto vieni con noi.”


Era così che, un paio d'ore più tardi, si era ritrovato a camminare, sconfitto, per le vie del centro grigio di Lima, con le skank al completo. Non gli avevano ancora detto in cosa consistesse questa 'prova di iniziazione', e lui quasi sperava che fosse tutto uno scherzo.

Se avesse saputo in cosa stava per cacciarsi, probabilmente avrebbe tenuto la bocca chiusa; era partito tutto da una sfida, da una battuta stupida. Era nato tutto da Quinn che non la smetteva di vantarsi delle sue conquiste sessuali, del fatto che, anche da skank, potesse far cadere ai suoi piedi qualunque ragazzo del Mckinley.

“Quinn, cara, ti rendi conto che rimarcare il fatto che venire a letto con te sia più facile che imparare il testo di una canzone di Bieber, non ti aiuta a farti amici, vero?” aveva detto, cercando di infilarsi in qualche modo nella conversazione.

“Invidioso Hummel? Lo sanno anche i muri che sei ancora vergine.” gli aveva risposto Quinn, giocherellando con il piercing alla lingua, in una smorfia divertita.

“Ah certo, perchè qui è pieno zeppo di adorabili gay che non aspettano altro che venire a letto con me. Non so se ti sei accorta che viviamo a Lima, Ohio?” aveva risposto, velenoso. Quinn sapeva che quello era un nervo scoperto per lui; non l'avrebbe confessato neanche sotto minaccia di bruciare tutti i suoi foulard di McQueen -la divisa da skank sarà anche stata rigorosamente trasandata, ma non c'era motivo di gettarli, no?-, ma alla sera, prima di addormentarsi, l'unica cosa che desiderava Kurt Hummel era essere stretto da un paio di braccia forti, avere qualcuno che lo amasse, che non lo considerasse uno strambo ragazzino con la passione per la moda e sogni troppo grandi.

“Oh, povero Kurtie-pie, l'unico galoppatore di unicorni di tutto il centro America!” l'aveva ripreso lei, senza perdere un colpo, facendo ridere le altre ragazze. “Smettila di piangerti addosso, sono sicura che se anche ti mettessi l'occasione su un piatto d'argento non saresti capace di coglierla.” aveva detto, ghignando, l'ombra di un'idea malsana dietro gli occhi; aveva buttato fuori una boccata di fumo, poi aveva pronunciato la frase che Kurt temeva da tutto il pomeriggio.

“Ho un'idea; mi è venuto in mente cosa potresti fare per dimostrarci che vuoi davvero far parte degli skank.”

Kurt aveva subito sentito le pulsazioni accelerare, il respiro farsi più corto; non poteva non tirarsi indietro a quel punto, voleva davvero la protezione di quella giacca di pelle, avrebbe dimostrato a tutti di che pasta fosse fatto. Aveva continuato a camminare, giocherellando con la zip del giubbotto, ostentando un disinteresse che non provava.

“E che idea sarebbe, sentiamo.”

“Oh, è molto semplice” aveva esordito Quinn posandogli pesantemente un braccio esile sulle spalle, sorridendo come chi sa di avere già la vittoria in pugno. “Io scelgo un ragazzo, qualcuno che non sia un neandethal omofobo come Karofsky, qualcuno di non pericoloso... E tu vai lì e lo baci. Facile, no?”

Alle parole della ragazza si era sollevato un coro divertito di “oooh”, qualcuno aveva riso, qualcuno aveva detto che uno come lui non aveva abbastanza palle per fare una cosa del genere. Lui aveva mantenuto la calma, si era spostato con grazia una ciocca ribelle dalla fronte e poi, sorridendo aveva stretto la mano che Quinn gli porgeva.

“Perfetto.”


Il brutto delle sfide, delle scommesse, era che era estremamente facile per Kurt cedere quando venivano formulate, ed estremamente complicato venire a patti con quello che implicavano quando doveva metterle in atto. Aveva maledetto la sua testardaggine più e più volte durante il tragitto che li aveva portati a vagabondare per le strade grige di Lima alla ricerca di una 'preda' per Kurt. Le ragazze erano tutte piuttosto su di giri, ma il suo umore stava raggiungendo picchi di depressione profonda. La verità era che se non si contava il bacio che gli aveva rubato Karofsky -e quello davvero non si poteva contare-, Kurt non aveva mai baciato nessun ragazzo.

Non che non volesse, intendiamoci, ma semplicemente non gli era mai capitata l'occasione giusta, la persona giusta. E adesso stava per gettare via quell'esperienza, come se niente fosse. E tutto per passare il suo ultimo anno in pace. Sperava solo che il suo sacrificio fosse ben ripagato, e che Quinn scegliesse bene.


“Ooooh, guardate un po', ragazze. Direi che ci siamo!” aveva esclamato ad un certo punto una delle ragazze, indicando la vetrata della biblioteca sulla loro destra. Kurt si era voltato, ed aveva subito intuito a chi si stesse riferendo. C'era un ragazzo seduto da solo al tavolo adiacente al vetro, capelli sepolti sotto una quantità inammissibile di gel, occhiali spessi, e solo una montagna di libri a fargli compagnia. Sembrava immerso nel libro che stava leggendo, non staccava gli occhi dalla pagina nemmeno per sorseggiare il caffè stretto tra le sue mani. Il primo istinto di Kurt era stato di correre ad abbracciarlo; c'era qualcosa di triste, qualcosa di difensivo nella sua postura, che gli aveva fatto stringere il cuore. Si era morso il labbro; se Quinn era seria sulla sua proposta, presto avrebbe fatto ben di peggio che un abbraccio.

“Cosa dici Kurt? A me pare perfetto; è da solo, non ci sono amici protettivi in vista, e non frequenta nemmeno il nostro liceo. ” aveva detto Quinn, sorridendo. “E, a giudicare da come è vestito, ci sono anche buone probabilità che sia gay.”

Kurt aveva glissato sul commento sui vestiti 'da gay', e si era limitato ad annuire seccamente. Voleva solo che quella giornata finisse, che le skank lo accettassero, che la sua nuova vita a scuola potesse finalmente cominciare.


Così, con un'ultima occhiata alle ragazze, era entrato in biblioteca con passo sicuro. Aveva ignorato gli sguardi curiosi dei pochi presenti e l'occhiataccia della bibliotecaria, dirigendosi verso la scrivania del ragazzo. Quando finalmente l'aveva raggiunta, si era preso giusto un secondo per apprezzare come la camicia attillata gli mettesse in risalto le spalle larghe e i bicipiti sviluppati, prima di bussargli piano sulla spalla per attirare la sua attenzione. Il ragazzo aveva alzato lo sguardo, sorpreso di essere stato interrotto, e Kurt aveva potuto constatare che, anche se protetti dalle lenti degli occhiali, i suoi occhi erano vivaci, grandi di stupore e dorati, incorniciati da ciglia lunghe e folte. “Scusami” aveva mormorato piano, prima che l'altro potesse chiedergli qualsiasi cosa, e, chiudendo gli occhi, si era sporto per baciarlo. L'impatto con le sue labbra era stato un po' violento, e non era riuscito a centrarle in pieno, ma era stato comunque abbastanza per sentirle muoversi appena sotto le proprie, morbide, calde e piene. Aveva portato una mano a carezzargli la guancia, sentendo un rossore imbarazzato salire a tingergli il viso, e d'istinto aveva approfondito il bacio, approfittando della bocca ancora aperta per la sorpresa del ragazzo. La sua bocca era calda e umida e sapeva di caffè, e lui stava lentamente iniziando a rispondere ai suoi movimenti; era delicato e dolce, niente a che vedere con la brutalità della sua esperienza con Karofsky. Era servito un commento inorridito della bibliotecaria per farlo tornare in sé e abbandonare le labbra dello sconosciuto, imbarazzato per essersi lasciato trasportare tanto.

“Scusa.” aveva mormorato al suo volto sconcertato, alle sue guance rosse e alle sue labbra umide, voltandosi rapido per uscire.


Una volta fuori era stato accolto dalle urla di congratulazioni delle ragazze che lo avevano preso a braccetto e si erano messe a correre e ridere con lui, preda di una strana ondata di adrenalina.

Ce l'aveva fatta, era uno di loro, aveva pensato mentre riceveva pacche sulle spalle e complimenti. Il perchè non riuscisse a sentirsi entusiasta della cosa però, l'aveva capito solo ore più tardi quando, disteso sotto le coperte, continuava a passarsi le dita sulle labbra, chiedendosi come si chiamasse il ragazzo dal sapore di caffè.


La mattina seguente era arrivato a scuola presto, deciso a godersi a pieno quella prima giornata 'da skank' e si era messo a chiacchierare con Quinn, mentre aspettavano le altre nel parcheggio vicino all'ingresso. Stavano riepilogando gli avvenimenti del pomeriggio precedente, quando l'aveva visto; una figura piccola, dal passo rapido e nervoso, che si dirigeva proprio verso di loro. Era rimasto paralizzato, mentre Quinn si voltava per vedere quale fosse la fonte del suo shock.

“Oh mio Dio, è lui!” aveva detto, ridendo e cercando di riscuoterlo dal suo torpore. “Cosa aspetti, tigre? Vai!” e lo aveva spinto verso il ragazzo che stava continuando a camminare a testa bassa, le mani strette nervosamente intorno alla tracolla.

Kurt aveva fatto qualche passo in avanti, inciampando sui suoi stessi piedi, attirando così la sua attenzione.

I loro sguardi si erano incrociati di nuovo, e di nuovo Kurt aveva sentito un rossore colorargli il viso di imbarazzo. Cosa si dice al ragazzo che si è baciato il giorno prima per sfida? Non ci sono manuali per questo genere di cose.

“Ehm... Ciao.” aveva esordito, spostando lo sguardo sulla punta delle sue scarpe. “Sono Kurt.” era poi riuscito a dire, allungando la mano verso di lui. Il ragazzo l'aveva osservata un attimo, confuso, prima di stringerla. “Blaine.” aveva detto, sorridendo piano. “Non mi darai un altro bacio a sorpresa, vero Kurt?”

Kurt aveva avuto la decenza di arrossire, scuotendo la testa. Aveva notato distrattamente come sembrasse delicato il suo nome quando era Blaine a pronunciarlo, sembrava qualcosa di interessante, qualcosa di prezioso.

“I-io, mi dispiace, per ieri. Uhm, io di solito non sono... è che...” aveva cercato di dire, chiedendosi perchè quel ragazzo fosse così gentile con lui dopo quello che aveva combinato.

“Ehi, tranquillo. Diciamo che forse dovresti scusarti con Molly, la bibliotecaria; sono piuttosto sicuro che le sia venuto un mancamento.” lo aveva interrotto Blaine, uno sguardo gentile e appena imbarazzato negli occhi caramello. Kurt aveva notato quanto fossero più luminosi liberi dalla costrizione degli occhiali; poi aveva riso, sentendosi subito a suo agio.

“Quindi studi anche tu qui?” aveva chiesto, curioso.

“Uhm, diciamo di sì...Mi sono appena trasferito, è il mio primo giorno qui e... diciamo che potrei essermi dimenticato gli occhiali a casa e che senza la mia vista non sia granché... E poi la cartina che mi hanno dato è piuttosto confusa e non sono sicuro degli orari. Ma non che tu ti debba sentire obbligato ad accompagnarmi, ovvio! Cioè, sei praticamente l'unica persona che conosco, ma...” aveva balbettato Blaine in risposta, spostando lo sguardo a terra e schiarendosi la voce nervosamente. Kurt aveva pensato che fosse adorabile.

“È il minimo che possa fare.” aveva detto, posandogli una mano sulla spalla. “Andiamo, seguimi.”

Il modo in cui gli occhi di Blaine si erano illuminati aveva qualcosa di magico e, mentre lo ascoltava decantare i pregi del libro che stava leggendo il giorno precedente, si era ripromesso di ringraziare Quinn, e le skank al più presto, forse il suo ultimo anno sarebbe stato molto più entusiasmante di quanto aveva pensato.


***


Ooook, questa OS era un pochino più “seria” delle altre, ma spero vi sia piaciuta lo stesso =)
So che il mio Blaine!Nerd è davvero poco nerd, ma non essendo io un esperta di quel campo, invece di creare una caricatura e fare qualche strafalcione, ho preferito renderlo solo un po' troppo studioso. =P


Mi scuso per non aver ancora risposto alle recensioni, ma non è perchè non mi interessano, anzi, le adoro e mi scaldano il cuore, è che proprio non ho avuto modo! Cercherò di rimediare il prima possibile, promesso <3


A domani più tardi; con un po' di ANGST per il prompt: photographer/model


baci, Sara

   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Glee / Vai alla pagina dell'autore: Flurry