Credevo che nei sogni il
tempo non potesse scorrere.
Evidentemente mi
sbagliavo...
Sogno a quattro ruote
1
Un pensiero rincorre
l'altro. Un volo di gabbiano nell'animo.
Ed io, silenziosa a
percorrerne le spiagge come l'onda che
infrange la battigia.
Il remix
incessante degli stessi pensieri. Le note in ascesa
con cui sale la melodia di
sottofondo.
Piano, piano.
L'immagine imbrunita
dell'ametista al calare del sole.
Tutto ciò che voglio, tutto
ciò che desidero.
Un continuo salire e
scendere di certezze e dubbi che non
restano mai ancorati alla medesima
altezza.
Il suono s'abbassa
lentamente. La musica cantilenante s'interrompe.
Così si conclude
il mio sogno.
Apro gli occhi e torna a
dipingersi la realtà nella quale continuo
a specchiarmi ogni giorno.
Rombo di motori a destra, fascioni rossi a sinistra e la folla
esultante che acclama.
Ce la faccio e ci riesco.
Ho vinto anche questa volta.
Dietro il casco nero e
d'argento celo qualcosa di vero che al
mondo appare come una bugia.
Dietro il nome di Alex si disegna la mia vita da
sempre.
Io di donna non ho più
nulla.
Sono solamente qualcosa
dietro un casco, acclamata e riverita
quando do foga all'acceleratore.
Quando la MC12 sfreccia
sull'asfalto e come il flash
della macchina fotografica lascia
che gli altri
aspiranti vincitori mangino polvere,
io volo
di nuovo come quel gabbiano e,
solo allora mi sento libera.
Trattengo il respiro
attendendo che il mio manager s'avvicini.
Un'occhiata veloce, non vedo
mai soddisfazione completa nel suo
sguardo celato dagli occhiali
scuri.
Non importa,
nemmeno io lo sono. Devo dare di più,
il massimo.
Mi fa un cenno col capo. Devo seguirlo, lo so.
Scendo dalla mia MC12 e
m'avvio verso i boxe dove m'attende
la squadra.
Complimenti su complimenti,
tra poco c'è la premiazione
e come sempre porto alto lo
stendardo di Alex silenziosa.
Minuko-san m'osserva austero, come
sempre, non posso permettermi
nemmeno un istante di riposo.
Dovrò attendere stasera.
Per un istante mi specchio
sulla vetrata che sponsorizza
il mio logo.
Cosa vedo? Un casco e una tuta
che mi vanno troppo stretti.
Il corpo
di una giovane donna recluso dietro una maschera.
Attraverso la visiera il mio sguardo si spegne per un istante,
vorrei solamente un giorno, per
poter essere quel
gabbiano in volo.
Un 'ora,
un istante per essere Kagome e basta.
Non mi è permesso.
Sono Alex per tutti, lo sto divenendo anche per me stessa.
Il mio manager
emette una sottospecie di brontolìo sommesso.
Svaniscono i miei pensieri
come una passata di tergicristalli.
Penso anche come una
macchina.
Vivo per vincere e basta.
La coppa brilla a pochi
passi da me, nuovamente.
Salgo quei
gradini quasi riluttante ormai.
Minuko-san incrocia le braccia al
petto inarcando le sopracciglia
spesse sulla fronte.
Le urla, le grida, i flash.
Alla mia destra e alla mia
sinistra i due sfidanti
si congratulano con Alex.
Tutti sono pazzi di lui.
Fingo di essere soddisfatta
di nuovo, innalzando
la coppa della vittoria mentre
fiumi di spumante
mi inondano il casco e la
tuta.
Il riflesso del disco d'oro
riflette sulla visiera,
tutto pare splendido nella mia
vita, piena di soddisfazione,
lodi e vincite.
L'unica che non è
soddisfatta sono io.