Serie TV > Glee
Ricorda la storia  |      
Autore: Love is Klaine    12/10/2012    1 recensioni
Cosa si provava a morire? Forse niente o forse tutto. Kurt si sentì semplicemente morire. Il suo cuore si trovava sull’asfalto di quella strada deserta, ormai incapace di provare una qualsiasi emozione. Non riusciva a muoversi o a parlare, non riusciva a guardarlo negli occhi. Guardava un punto lontano, sentendosi le guance calde e bagnate non sapendo bene cosa fare...
Genere: Song-fic, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

How to save a life
 

Fuori pioveva ormai da ore e le strade buie cominciavano a illuminarsi della prima luce del mattino. Kurt amava la pioggia. Amava il rumore che faceva quando si infrangeva sul vetro della sua camera e la sicurezza che gli infondeva quel rumore non era eguagliabile a nulla. Suonò la sveglia. 7:00. Era decisamente ora di prepararsi per la scuola: ”Kurt,questa mattina ti scordi che ti accompagno a scuola se non ti muovi!” Finn era sempre in anticipo, quel ragazzo non riusciva a organizzarsi bene quasi per niente ma riusciva sempre a essere puntuale, qualità molte volte irritante. ”kurt allora, ti muovi?” arrivò un messaggio in quell’istante:’Sorpresa. ti sto aspettando sotto casa,sbrigati! B.’ grazie a Dio Blaine aveva avuto un’ottima idea quella mattina . “Kurt senti se non ti muovi…….” “Finn mi accompagna Blaine. Grazie lo stesso!” lo sentii borbottare e sbattere la porta d’ ingresso. 7:30. Si, era decisamente ora di andare. Aprendo la porta d’ingresso e scendendo le scale, vide Blaine, era stupendo, appoggiato alla sua bellissima chevrolet cruze nero opaca, aveva una camicia bianca con uno strano motivo sul taschino sinistro e dei pantaloncini neri attilati che avevano dei risvolti che facevano intravedere le spoglie caviglie “Ciao Amore” lo salutò Blaine andandogli in contro e baciandolo dolcemente sulla fronte.
A Kurt piaceva immaginare, durante quei brevi spostamenti in macchina, come sarebbe potuto essere il loro futuro. Di solito si ritrovava a fantasticare su matrimoni e case da sogno ma alla fine svaniva tutto come in un sogno alla vista del Mckinley e tornavano in mente i test e le mille lezioni che avrebbe dovuto affrontare durante la giornata. “Kurt oggi non ti posso accompagnare a casa,ricordi che ho l’incontro con gli Usignoli?” “mmm…..quindi ci sarà anche Sebastian?” quella domanda uscì con un tono troppo acuto dalla bocca di Kurt, che se ne accorse all’istante e cercò di rimediare schiarendosi un poco la gola “Kurt Lo sai che sei l’amore della mia vita ” disse queste parole e dopo una veloce occhiata intorno, lo tirò a sé per i fianchi e lo baciò dolcemente sulle labbra prima di sussurrare un “ti chiamo più tardi” e correre verso la macchina. Perfetto…. Sarebbe dovuto tornare a casa a piedi.

Quella sera Kurt era seduto sul divano del salotto Hummel, cercando di studiare gli innumerevoli capitoli di storia che avrebbero chiesto l’indomani nel test. Ma non riusciva a concentrarsi completamente. Lo sguardo gli finiva in continuazione sul cellulare che posizionato sul tavolino davanti al divano segnava l’ora.22:45 e Blaine non si era degnato neanche di mandargli un messaggio. Era tentato di prendere il cellulare, digitare il numero di Blaine e farlo sentire in colpa per la dimenticanza per circa un quarto d’ora, ma non lo fece. L’indomani magari avrebbe messo il broncio per un po’ e poi avrebbe ceduto dopo i mille regali da parte di un Blaine sinceramente dispiaciuto.

Un Blaine che il giorno seguente non si presentò a scuola. Decise allora di andare alla Dalton. Non era proprio il primo posto dove cercarlo, ma voleva essere sicuro. Ma quando parcheggiò davanti al portone non era pronto alla scena che avrebbe visto. Blaine era all’ingresso della Dalton e parlava con un ragazzo, Sebastian . Kurt scese dalla macchina, non sapendo bene se fosse ferito o semplicemente infastidito o forse geloso e rimase in piedi appoggiato alla macchina non sapendo bene cosa fare. Nessuno dei due ragazzi, i quali erano troppo presi dal loro discorso, si accorsero della presenza di Kurt. Solo quando i due sembrarono raggiungere un accordo e Blaine si girò per raggiungere la macchina si accorse di Kurt, che da quando era sceso dalla macchina era immobile, fermo a osservare attentamente la scena. I loro sguardi si incontrarono, ma non si riconobbero. “……Allora credo che ti comprerò un nuovo cellulare per Natale Blaine Anderson…ma che fine hai fatto?” Blaine scese i pochi scalini che ancora li separavano “ Scusa se semplicemente mi sono stancato di doverti comunicare ogni mio spostamento e ogni mia decisione” queste parole affilate arrivarono al petto di Kurt senza alcun preavviso, spietate. Kurt si girò cercando lo sguardo di Blaine, che guardava un punto lontano al di sopra della sua testa, perso. “Blaine cosa diavolo…….” “ Scusa ora devo proprio andare, ci si vede” queste parole, come le precedenti, colpirono Kurt al petto,violentemente, forse più feroci delle precedenti e non riuscì a formulare delle parole, non riuscì a pensare a niente da dire e da fare quindi rimase in piedi fermo nello stesso punto dove era rimasto fino a quel momento. Blaine approfittando di quel momento di incertezza spostò velocemente lo sguardo su Kurt e, scesi gli ultimi scalini, si diresse a passo veloce verso la sua macchina.

Erano le 4:00 del mattino quando Kurt si svegliò di soprassalto. Era strano il modo in cui il silenzio che regnava nella casa rimbombasse nelle sue orecchie, lo stesso silenzio che lo faceva sentire così solo, così perso. Guardò il cellulare. 4:05. si rigirò nel letto parecchie volte e ogni volta aveva sempre di più la certezza che non si sarebbe più riuscito a addormentare. Alla fine, dopo una lunga battaglia col cuscino, decise di alzarsi e mise le prime cose che riuscì a trovare nell’armadio (cosa molto strana, per un ragazzo puntiglioso e preciso come Kurt) Uscì di casa cercando di non far rumore. 4:30. Prese la macchina e cominciò a guidare, senza un obbiettivo preciso, senza una meta. Parcheggiò davanti a un parco e scese dalla macchina. Fuori si sentiva un lieve venticello che soffiava pigro e solleticava le guance di Kurt, che si stava avviando a passo deciso verso l’albero in mezzo al parco. C’era ancora il cumolo di sassolini che Kurt aveva messo per ricordarsi che lì era stato seppellito Pavarotti, il suo amato canarino. Ecco, quello era il posto in cui si era accorto di amare Blaine, quando l’aveva guardato negli occhi aveva provato una sensazione diversa dalla felicità o dall’euforia, aveva provato qualcosa che neanche lui si sapeva spiegare un qualcosa che non sapeva descrivere. Si, l’aveva amato sotto quell’albero, come non aveva mai amato nessuno in tutta la sua vita. Sentiva di amarlo ancora come quella volta, ma la sua mente a fasi alterne decideva di fargli rivivere la scena di poche ore prima, lo sguardo vuoto e perso di Blaine…


“Blaine, dobbiamo parlare……” queste parole sembrarono risvegliare Blaine, che camminava automaticamente passo dopo passo al fianco di Kurt , come se camminare fosse diventata una cosa del tutto nuova e innaturale….. “Va tutto bene Kurt, quante volte te lo devo ripetere?” “Ok adesso basta!” Kurt si fermò bruscamente girandosi e guardando fisso negli occhi di Blaine “ Non va tutto bene, non riesci neanche a guardarmi negli occhi e hai il coraggio di dirmi che va tutto bene? Ti supplico, dimmi cosa ti succede. Mi uccide questa situazione, non capisci? Rivoglio solo il mio ragazzo….” Gli occhi dell’altro ragazzo si riempirono di lacrime “ N-non ti amo. Non ti amo più. Oggi ti osservavo e non riuscivo a provare niente, Kurt, quando ti guardo negli occhi non provo niente…” Cosa si provava a morire? Forse niente o forse tutto. Kurt si sentì semplicemente morire. Il suo cuore si trovava sull’asfalto di quella strada deserta, ormai incapace di provare una qualsiasi emozione. Non riusciva a muoversi o a parlare, non riusciva a guardarlo negli occhi. Guardava un punto lontano, sentendosi le guance calde e bagnate non sapendo bene cosa fare. “Non sai quanto….” “…C-ciao” disse Kurt voltandosi e correndo senza pensare a respirare. Ciao? Era un addio? Poteva dire milioni di cose e l’unica cosa gli era uscita era stata “Ciao”? Ed improvvisò capì. Era così chiaro, lo aveva saputo fin da subito. Blaine era troppo per lui, lo era sempre stato e non si sarebbe mai accontentato solo di Kurt. Sebastian aveva vinto.


“Forse gli farebbe bene cambiare un po’ aria, credo che Lima non sia più il suo posto” Carole era tutto il giorno che si indaffarata a cucinare e pulire la cucina e al ritorno di Burt si ritrovarono come ogni sera a parlare sotto voce cercando di non farsi scoprire “Burt, sta tutto il giorno in camera sua, non frequenta neanche più il Glee…. L’unica cosa che fa è prendere la macchina e vagare per la città….. per quanto ne sappiamo. Sono passati 4 mesi oramai…Blaine ha perfino cambiato città. Non è normale” “E’ mio figlio, voglio che stia con me, non gli farebbe bene stare in nessun altro posto Carole! Sai cosa è successo dopo il funerale d…….” “Sei andato avanti. Dovevi essere forte per Kurt e lo sei stato, ma sei andato avanti” “Ci riuscirà anche lui, vedrai. Sono solo 4 mesi in fondo…..” La stanza era buia e silenziosa. Mancavano un sacco di foto e la tappezzeria era strappata in dei punti. Si notavano soprattutto gli scaffali vuoti, che un tempo erano pieni di cd e di musical di Broadway, e l’enorme buco nel centro del muro dove un tempo si trovava l’enorme stereo. Kurt era accovacciato sotto le coperte. Sentiva perfettamente ogni parola dei genitori, ma l’unica parola che riusciva a farlo sobbalzare era il nome dell’unico suo grande amore. Faceva ancora troppo male. Ogni volta che ne sentiva pronunciare il nome sentiva una fortissima fitta allo stomaco che si attenuava solo se si sedeva e stringeva forte le ginocchia al petto. Si ricordava ancora quel pomeriggio di 4 mesi fa. Arrivato a casa aveva strappato tutte le foto….si ricordava ancora lo sguardo terrorizzato di suo padre che poteva solo guardarlo mentre rompeva tutto quello che aveva sottomano. Aveva buttato tutti i cd, ormai non ascoltava più musica, tutto gli ricordava Blaine, ogni singolo particolare. Lo aveva tradito. Sebastian era stato così gentile da spargere la voce della loro notte, come se non facesse già tutto abbastanza male. La cosa più fastidiosa erano gli sguardi degli altri, il loro preoccuparsi e il loro chiedere continuamente “Come stai?” come se si aspettassero che dopo quella domanda tutto andasse meglio.

“Kurt, vero che stasera vieni con tutte noi a vedere l’ultimo film di Spielberg?” “Rach…non so se….” “Oh ma piantala, tanto lo so che non hai niente da fare, guarda che sono fidanzata con tuo fratello e sono una ficcanaso se ancora non lo avessi capito” Kurt fulminò con lo sguardo il fratellastro che abbassò subito imbarazzato lo sguardo, fissandosi le scarpe come se fossero le cose più interessanti che avesse mai visto “Andiamo Kurt, ci siamo tutti stasera e poi ti devi far ancora perdonare della tua assenza QUOTIDIANA!” Disse Mercedes puntandogli il dito addosso “E va bene, vengo! Basta che non mi rompete più!” “Siiiii! Ti assicuro che non te ne pentirai, cavolo è Spielberg! Allora ci vediamo alle 6 sotto casa di Tina, tutti d’accordo?” “Aspetta Rach, cosa vuol dire alle sei? Dobbiamo andare al cinema non……:” “Uffa, smorzi sempre l’entusiasmo! Dobbiamo andare fino ad Archville, qui a Lima non lo proiettano” “Ma sono 2 ore di macchina! Rachel Berry non posso cred….” “Ormai hai promesso, a più tardi!” disse scappando e salendo in macchina di Finn. Quella ragazza quando si metteva poteva essere molto irritante.

“Miglior film di sempre! Avete visto la scena di quando il dinosauro azzanna la testa di quel ragazzo? Semplicemente epico!” “Bhlaa, Puck ti prego risparmiaci!” Quella sera tutto sommato Kurt si era divertito e non aveva pensato a niente, gli aveva fatto bene uscire… si sentiva finalmente….normale. “Santana, porta Kurt fuori” “Berry ma sei impazzita? Che cavol….?” “Fallo e basta!” Kurt sentendo queste parole bisbigliate incuriosito si girò. Aveva passato molto tempo a pensare a come sarebbe stato rivederlo. Le ginocchia erano sul punto di cedere, tutto scomparve e si annebbiò, la voce di Rachel era ormai lontana. Non era Blaine. Non era il Blaine che conosceva. Aveva una barba incolta su tutto il viso e delle enormi occhiaie sotto gli occhi. Era pallido e aveva gli occhi spenti, neri, come se fossero stati svuotati della vita. Era per mano con una ragazza bionda, con un sorriso caldo e dolce che sembrava più che altro supportarlo. Alzò lo sguardo e i loro occhi si incontrarono.

You make me feel like
I’m living a teenage dream
The way you turn me on, I can’t sleep
Let’s runaway and don’t ever look back, don’t ever look back
heart stops when you look at me
Just one touch now baby
I believe This is real so take a chance and don’t ever look
back, don’t ever look back

Riafforarono uno a uno tutti i ricordi. Il loro primo bacio, il loro primo duetto, il loro primo litigio, la loro prima volta…… “KURT, muoviti ce ne stiamo andando!” Sentì Finn che lo strattonava per il braccio, gli voleva bene e sapeva che Kurt stava incominciando a dimenticare, non voleva che tutto tornasse come 4 mesi prima… Ma Blaine ormai lo aveva visto e si stava avvicinando. C’era qualcosa che non andava. Non riusciva a camminare bene e sembrava troppo stanco e affaticato….. “Ciao” C’era qualcosa che non andava….. ma prima che Kurt potesse formulare una qualsiasi risposta Finn si mise davanti a Kurt in un gesto di difesa “Non puoi arrivare dopo 4 mesi e far finta di niente, hai rovinato tutto, TUTTO! Mi fai veramente schifo, sapevi cosa significare tradire eppure sembra che tu ti sia divertito con Seb….” “Tradire? Ma di cosa stai parl….” Ma Finn si era già lanciato per colmare la distanza che li separava quando, Puck e Mike che si aspettavano il peggio, scattarono e riuscirono a afferrarlo per la maglia. Ma accadde tutto troppo velocemente che Kurt riuscì solo a vedere gli occhi di Blaine tremare sotto il troppo sforzo e accasciarsi.


Erano ormai le 5 di mattina. L’ospedale di Archville era silenzioso ed era illuminato dalla timida luce del mattino. Kurt era seduto sul divanetto della stanza 21. Osservava Blaine disteso, attaccato a una macchina che ogni cinque secondi circa, emetteva un lieve suono. “Mi dispiace” quella voce……. “Non importa veramente, sono già andati tutti a casa e io volevo solo aspettare che ti svegliassi… ma ora posso and…” “Resta. Ho bisogno di te. Ti Amo” Si sentì morire per la seconda volta. Il “ti amo”, il modo in cui lo diceva lo faceva sentire ancora vivere. “Devo andare” Kurt si alzò e si diresse verso la porta ma sentì Blaine alzarsi alle sue spalle e accorse in tempo prima che cadesse. Toccarlo gli era così dannatamente mancato. Gli era mancato tutto di lui. Il suo profumo, i suoi capelli, le sue mani, le sue labbra i suoi occhi…. “Kurt, mi ami? “I-io …sono stato così male. Ti amo, ma non posso. Non posso più Blaine….è m-meglio che vada ora” “ Ho l’AIDS. Ho scoperto di essere siero positivo circa quattro mesi e mezzo fa. E’ una cosa che mi porto dietro da tutta la vita ma solo adesso si è manifestata. Non ti ho tradito, non ti tradirei mai. Non volevo solo vedere la persona che amavo più al mondo spegnersi insieme a me” Perché? Perché a Blaine? No non poteva essere vero. Si erano trovati, si appartenevano, non poteva mai succedergli niente di male. Kurt baciò Blaine come non aveva mai fatto nella sua vita. Lo amava più della sua stessa vita e non poteva accadergli niente di male. Sentiva la mano di Blaine che asciugava le sue lacrime. “Kurt, non sai quante volte mi hai salvato la vita”



“lo sai vero che esistono le infermiere per fare queste cose?” “Amore, se tu pensi che un’infermiera riesca a vestirti e a sopportarti meglio di me non hai capito ancora niente” disse Kurt in un grande sorriso “Ahhhh” “Cosa?” “Non riesco più a muovere la gamba destra. Dio ti prego Kurt non farlo!” “C-cosa sto facendo?” “Non guardarmi in quel modo.lo sai che mi odio quando fai così.” “Blaine, sei bellissimo. Ti ricordi al ballo del mio ultimo anno? Non ti avevo mai visto senza gel….ma eri comunque il più bello. Non cambia niente adesso. Ti amo” “Sposami” Kurt collezionava le riviste sulle spose da quando aveva circa 4 anni, aveva organizzato decine e decine di diversi matrimoni e aveva passato ore a immaginare come sarebbe stata la sua proposta. Se la immaginava con rose, magari in un parco vicino a un lago, una tiepida mattina d’estate. Di sicuro non se la sarebbe mai immaginata in una camera d’ospedale e che la persona che glielo proponesse fosse un paziente. “Blaine… non vogl…” “Sai meglio di me cosa hanno detto i dottori, non so neanche cosa succederà domani ma la mia unica certezza sei tu. Sono sempre stato sicuro che ti volevo sposare, ok?” “Non voglio che tu lo faccia perché pensi che….andrà tutto male!” “Si o no Kurt?” “Si…………….….Blaine? Oddio non respira, BLAINE” La macchina a cui era attaccato incominciò a suonare nel momento in cui Blaine chiuse gli occhi. Entrarono dei dottori. “ Blaine, no ti prego ho bisogno di te. No no no no no no ti amo, mi devi sposare, ci dobbiamo sposare. Non posso perderti. Amore mio, ti prego, apri gli occhi, ti prego!”



Where did I go wrong, I lost a friend
Somewhere along in the bitterness
And I would have stayed up with you all night
Had I know HOW TO SAVE A LIFE.

  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Glee / Vai alla pagina dell'autore: Love is Klaine