Continua la pulizia del pc... altra fic su Merlin, anche questa scritta un po’ di tempo fa, a cui però tengo particolarmente, perché Arthur è sì un Asino, ma non così Asino come ce lo mostrano nella serie, almeno per me.

Al solito, pre-slash o friendship, a visione personale ^^

Proprio perché tengo in particolare a questa storia, ci terrei davvero a sapere che ne pensate... ogni commento, critica e consiglio è ben accetto.
 

Layla
 
 






The missing piece
 




C'è qualcosa, in Merlin, che dal primo istante ha faticato a capire.
Una nota discordante dalle altre, una melodia che non riesce mai a pieno a comprendere.
Eppure è lì, Arthur sa che è lì, da anni, in attesa che lui riesca finalmente a coglierla.
Ogni volta, quando è ad un passo, ad un respiro dall'intuizione giusta ecco che, nuovamente, quella gli sfugge tra le dita.
Ci sono volte in cui il pensiero che ci sia qualcosa di Merlin che a lui è precluso gli sembra una stupidaggine, un'ansia senza senso che lo pervade alla sera, poco prima di addormentarsi, quando può abbassare la maschera da Re di Camelot e concedersi di essere, anche solo per pochi momenti, il giovane uomo che realmente è.
Ma poi, poi ci sono volte in cui Merlin lo guarda e, nei suoi occhi blu che a volte appaiono troppo saggi, gli pare di scorgere un qualcosa. Qualcosa che a volte sembra paura, altre invece preoccupazione, altre ancora stanchezza.
Come se volesse dirgli qualcosa, ma avesse il terrore di farlo, e Arthur rimane così, sospeso tra le emozioni di Merlin, decidendo, ogni volta, di far finta di niente.
Non lo ammetterebbe mai, nemmeno sotto tortura, ma la cosa che Arthur Pendragon più odia è di non essere ancora riuscito ad afferrare l'ultimo tassello mancante di quel disastro ambulante che è il suo servitore.
E quel un pezzo mancante, che gli sfugge, dispettoso e irreverente come lo stesso Merlin, a volte ha la sensazione che sia qualcosa di essenziale.
Qualcosa di estremamente labile, ma allo stesso tempo importante.
Forse è quella sicurezza, con cui afferma cose per cui qualsiasi altro verrebbe preso per pazzo, con quella totale ed incondizionata fiducia che ripone in lui, come se ci fosse da qualche parte un destino già scritto che a lui, come per magia, è già dato sapere.
E Arthur continua a dannarsi per capire cosa ci sia, di così incredibilmente unico, in Merlin.
Perché qualcosa ci deve pur essere per far si che la sua anima, ogni qual volta sente la voce Merlin, si agiti e risponda senza esitazione al suo richiamo.
 
Ed è con questi pensieri in testa, non proprio consoni al momento, che Arthur sta fissando Merlin, mentre questi sistema, con gesti ormai esperti, le sue stanze.
Come se sentisse il suo sguardo su di sé, il suo esasperante servo si volta e gli sorride, da sopra una spalla.
Un sorriso piccolo e sincero, familiare. Il sorriso che Merlin rivolge a lui, e a lui soltanto.
E per l'ennesima volta il filo dei suoi pensieri lo porta ad un soffio dall'intuizione, ma è un attimo, un battito di ciglia in cui il sorriso di Merlin s’incastra e lo distrae, e di nuovo rimane con la sensazione di aver avuto davanti a sé il bandolo di quella matassa intricata che il suo servitore è, ed esserselo lasciato sfuggire, per l'ennesima volta.

Forse, si dice, Merlin non ha tutti i torti, quando lo chiama Asino.
 












Per chi volesse, ho pubblicato anche un'altra fic, sempre su questi due, la trovate qui: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1304198&i=1 ^^