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Autore: argentmist    24/04/2007    7 recensioni
Tra rapimenti, inaspettati alleati e la nascita di un amore il destino di Alagaesia verrà deciso.Il terzo uovo si schiuderà...e l’identità del suo cavaliere influenzerà le sorti della guerra...
ecco la mia versione del terzo libro dell'eredità. spero vi piaccia!!
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Angela, Arya, Eragon, Roran | Coppie: Eragon/Arya
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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CAP 4
L’HELGRIND

Eragon, Saphira e Roran erano in viaggio da molte ore.
Quando cadde la sera avevano superato i Monti Beor e decise di atterrare e di accamparsi in una pianura li vicino.
Trovarono una grotta abbastanza grande da poter far stare anche Saphira e si accamparono li per la notte.
Eragon stava consultando la mappa e disse a Roran:
- Credo che per domani sera arriveremo a Dras-Leona -
- E quel posto…l’Helgrind…quanto dista dalla città? – chiese Roran.
- E’ abbastanza vicino. A dorso di drago ci metteremo poco.- rispose Eragon.
- Bene. Domani notte vendicheremo nostro padre.- disse Ronan.
- Non domani notte- disse enigmatico Eragon.
- Cosa? Perché?- chiese alterandosi Roran.
- Perché di notte il potere dei Ra’zac si rafforza. Agiremo di giorno, quando sono più vulnerabili – rispose Eragon, sedando così la rabbia la rabbia del cugino.
Detto questo andarono a dormire.
Il giorno dopo si svegliarono ponti per l’ultima tappa della loro missione.
Era ormai calata la sera quando Eragon avvistò Dras-Leona  e poco dopo l’Helgrind.
Atterrarono lontano dalla città per non essere avvistati, e avevano una certa protezione da occhi indiscreti, essendo atterrati in una boschetto li vicino.
- E’ adesso?- chiese Ronan tra l’impazienza e il non sapere cosa dover fare.
- Aspettiamo che sia giorno- rispose Eragon – Forza andiamo a dormire- disse battendo le mani – non vorrei che domani un  Ra’Zac ti staccasse un braccio perché avevi troppo sonno per stare in guardia -
Ronan non rispose, ma segui l’esempio del cugino e si coricò.
Si svegliarono quando il sole era sorto da poco.
- Allora sei pronto ad andare incontro alla nostra vendetta? - disse Eragon.
Era una domanda che non richiedeva risposta ma Roran rispose, con espressione decisa
- Andiamo-
Eragon; Ronan e Saphira avevano progettato un piano il giorno prima:
Saphira avrebbe attirato fuori i Ra’zac e le avrebbe portati nel punto stabilito dove Eragon e Ronan gli avrebbero teso un’imboscata, e mentre i due cugini erano alle prese con i Ra’Zac, Saphira se la sarebbe vista con le loro cavalcature, i Lethrblaka.
Eragon e Ronan si andarono a sistemarsi nel punto prestabilito, mentre Saphira si alzò in volo verso l’Helgrind.
I due cugini non dovettero aspettare molto: infatti poco dopo avvistarono Saphira e a poca distanza dietro di lei c’erano i Ra’zac a dorso dei Lethrblaka.
Saphira riuscì a portare i Ra’zac nel punto stabilito,un pianoro circondato da alberi e vari massi, dopo di che, nascondersi alla loro vista.
I Ra’zac atterrarono e scesero dalle loro cavalcature e con le armi in pugno avanzarono di qualche passo, annusando l’aria per trovare qualche traccia della loro preda.
Eragon e Ronan erano appostasti dietro a uno dei tanti massi, e questione di secondi, avrebbero agito.
I Ra’zac continuavano ad avanzare, con un venticello che faceva muovere i loro pesanti mantelli e diffondeva il loro putrescente odore.
Ad un tratto uno dei due Ra’zac cacciò un urlo disumano.
Una freccia gli aveva trapassato le costole.
L’altro Ra’zac si girò e vide chi aveva ferito il suo compagno.
Eragon faceva capolino da dietro il masso, l’arco ancora in mano.
Il Ra’zac ferito si girò per vedere chi l’aveva colpito, e con uno scatto di rabbia tirò via la freccia.
Del sangue scuro, quasi nero uscì dalla ferita, ma il Ra’zac sembrò non farci caso.
I due Ra’zac si lanciarono verso i due cugini, che erano li attendevano pronti allo scontro.
In quel momento un ruggito squarciò il silenzio.
I due cugini capirono che Saphira aveva iniziato la sua lotta.
Eragon incoccò l’arco e colpì l’altro Ra’zac a una spalla.
Nonostante fossero entrambi feriti cotinuarono ad avanzare.
E lo scontrò iniziò.
Ronan si lanciò , il martello levato,contro il Ra’zac ferito al fianco, mentre Eragon, sguainando Galad, si occupò di quello ferito alla spalla.
- Cosssa credete di fare?- disse sibilando il Ra’zac – Non avete speranze di sssconfigerci. Appena il mio compagno avrà uccissso tuo cugino, porteremo te e il tuo drago da Galbatorix –
Per tutta risposta Eragon si scagliò contro il Ra’zac.
Anche se adesso era diventato un’ elfo, Eragon aveva qualche difficoltà ad avere la meglio sul Ra’zac.
E anche Ronan era in difficoltà. Era riuscito a colpire una volta con il martello il suo avversario, che però non dava segni di cedimento.
Eragon dopo aver parato un  colpo particolarmente violento, ferì il Ra’zac a una gamba.
La ferita era abbastanza profonda e il sangue scuro del Ra’zac macchiò l’erba.
Il Ra’zac fece schioccare il becco dal dolore e scaraventò lontano Eragon,
Il cavaliere non ebbe il tempo di alzarsi, che il Ra’zac fu su di lui che gli stringeva la gola.
Con la mano,Eragon cercò Galad e si accorse che giaceva per terra lontano da lui.
Il Ra’zac strinse la presa sul collo del cavaliere.
Nel campo visivo di Eragon comparvero delle macchie bianche che andavano espandendosi.
Sembrava che la fine di Eragon Ammazzaspettri  fosse arrivata. La spada giaceva lontano da lui ed era troppo debole per usare la magia.
- Non può finire così-  pensò ribellandosi Eragon.
Però i fatti dicevano il contrario.
Le macchie bianche avevano quasi occupato del tutto il campo visivo di Eragon, e la testa gli pulsava.
Sentiva che tra poco sarebbe svenuto  e l’ultima speranza di libertà  sarebbe morta con lui.
Uno dei suoi ultimi, così credeva, pensieri fu rivolto ad Arya ed al loro ultimo incontro.
Quel pensiero gli fu provvidenziale.
Si ricordò che Arya gli aveva regalato un pugnale.
Un pugnale che era a portata di mano, infilato nella cintura.
Aveva una possibilità di salvarsi.
Ma doveva fare in fretta.
Le orecchie iniziarono a fischiarli.
Sentiva il Ra’zac che stringeva sempre più la presa intorno al suo collo.
Doveva muoversi. Il tempo a sua disposizione stava per finire.
Mosse una mano verso la cintura e estrasse il pugnale.
Con grande sforzo sollevò il braccio, e colpi il Ra’zac alla gola.
Il Ra’zac mollò la presa sul collo di Eragon, cercò di sollevarsi ed emise qualche gorgoglio per poi ricadere morto, addosso a Eragon.
Eragon spostò il cadavere del Ra’zac e si sollevò.
Respirò profondamente, e l’aria torno nei polmoni dopo quei terribili minuti in cui aveva rischiato di morire strozzato.
Si alzò e vide che la tunica era fradicia di sangue: suo e del Ra’zac.
Si avvicinò al cadavere del Ra’zac per recuperare il pugnale di Arya.
Estrasse il pugnale dal collo della creatura e lo pulì sulla mantello del nemico.
Andò a recuperare Galad. Poi si ricordo di Ronan.
Lo chiamò a gran voce, ma non udì alcuna risposta.
Spaventato lo andò a cercare.
Trovo suo cugino sotto il cadavere del Ra’zac che aveva ucciso con una martellata sul cranio.
Buttò di lato il cadavere del nemico e aiuto suo cugino ad alzarsi.
- C’è l’abbiamo fatta Eragon- disse Ronan con un sorriso solenne sul volto.
- Si. C’è l’abbiamo fatta- rispose solenne Eragon
Eragon a quel punto chiamo Saphira con il pensiero:
- Saphira dove sei?- chiese preoccupato.
- Sto arrivando.- rispose la dragonessa.
Poco dopo, infatti, raggiunse i due cugini.
Eragon vide che Saphira era ferita in molti punti. Si avvicinò per curarle le ferite con la magia.
Saphira vide che Il suo cavaliere era sporco di sangue. Troppo.
- Sei ferito?- chiese molto preoccupata la dragonessa.
- No. Tutto il sangue che vedi non è mio, ma del Ra’zac- rispose tranquillizzando la dragonessa – E’ i Lethrblaka?-
- Di loro è rimasto solo più un mucchietto di cenere.-
Eragon iniziò a curare le ferite di Saphira.
Poco dopo la dragonessa gli disse:
- Abbiamo rischiato di morire soffocati. Non riuscivo più a respirare e avevo capito che eri in  pericolo ma non potevo venire in  tuo soccorso- disse con frustrazione la dragonessa.
- Non attribuirti colpe che non hai.- disse affettuosamente Eragon – Se sono riuscito a cavarmela c’è da ringraziare Arya e il suo pugnale- tirò fuori il pugnale e lo mostrò allo dragonessa.
- Mai un regalo è stato così utile- disse Saphira
Eragon intanto aveva finito di curare  Saphira, e andò da Ronan che gli disse che non aveva ferite gravi.
- Adesso direi che ora di andare a liberare Katrina – disse Eragon.
Roran gli sorrise grato.
Salirono in groppa Saphira, che si alzò in volo verso l’Helgrind.
Trovarono l’entrata ed entrarono.
Era molto spazioso all’interno, con molti cunicoli che si diradavano in varie direzioni.
 Per questo Eragon dovette espandere la mente per trovare Katrina.
Percepì la sua coscienza e si diressero nella direzione indicata da Eragon.
Dopo un tempo che sembrò interminabile, arrivarono in una grotta non molto spaziosa e videro Katrina incatenata al muro.
Ai polsi aveva le catene, la testa era chinata in avanti e i capelli ramati facevano da sipario sul viso.
Ronan si precipitò da lei e cercò di rompere le catene, senza però riuscirci.
Allora fece provare a Eragon,che le ruppe usando l’antica lingua.
Ronan prese in braccio Katrina e vide era molto magra e aveva vari tagli, tutti superficiali. Fortunatamente aveva tutte le ossa integre.
Katrina si svegliò e credette  di stare ancora sognando: si trovava tra le braccia di una persona e quella persona era Ronan, il suo Ronan. Fu così felice di vederlo, ma aveva paura che fosse un sogno, e che quando si sarebbe svegliata si sarebbe di nuovo trovata appesa al muro in balia di quei due orrendi mostri.
Ma anche se aveva paura che appena facesse una qualsiasi mossa si sarebbe svegliata, aveva bisogno di sapere se quello che vedeva era sogno o realtà.
Così tese una mano ad accarezzare il viso di Ronan.
No, non era un sogno. Sentiva la pelle calda del ragazzo che amava, sotto la sua mano.
Ronan la guardò e disse
- Katrina! ti sei svegliata!!- disse felice Ronan accarezzandole i capelli.
Katrina gli sorrise e disse – Sapevo che saresti arrivato-
E si addormentò di nuovo, questa volta serenamente, finalmente era libera.
Si diressero verso l’uscita, salirono in groppa a Saphira.
Adesso era ora di tornare dai Varden.

E' adesso che ne dite di lasciarmi 1 commentino? Su non fate i timidi! :-)

Ringrazio per le recensioni:
MartyViper: sono contenta che ti sia piaciuta! tranquilli il terzo cavaliere apparirà tra qualche cappy!!spero spero che questo cappy sul salvataggio di katrina ti sia piaciuto! baci!
Queen_of_sharigan_91: Grazie 1000 per tutti i complimenti! Sono contenta che ti sia piaciuto! Il pezzo dove roran si spiaccica per terra lo scritto durante religione XD…ecco cosa serve quest’ora qui per andare avanti con la ficcy!! baci
Moony Potter: Sono contenta che ti sia piaciuto! continua a seguirmi e la tua curiosità sarà soddisfatta! baci
Pralina93: Certo, sempre e comunque! Me ne sono accorta che in questo periodo sei molto ripetitiva ma ti voglio bene lo stesso! Grazie per i complimenti! baci
  
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