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Autore: Izaioi    24/04/2007    5 recensioni
' Ti pensavo come un sogno quando invece eri una realtà sin troppo vera'
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Miroku, Sango
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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My glare

My glare

 

I personaggi di Inuyasha non sono di mia proprietà, ogni riferimento

ad essi è solamente opera di una fan.

 

 

' Ti pensavo come un sogno

 quando invece eri una realtà sin troppo vera'

 

 

 

L'ombra allungata verso destra presagisce qualcosa.

Il ponte il lontananza si infiamma del rosso del tramonto e sotto di esso le canne si piegano al vento fischiando melodie spezzate.

Tenue melodia del fiume che riecheggia poco lontana ad echeggiare sotto la schiena del monte.

File di ontani, sormontate in lontananza da brulli paesaggi bianchi e neri. Resto di qualcosa di lontano che torna alla mente come un ricordo. Paesaggi meravigliosi incappucciati tra il verde e il ceruleo.

I passi silenziosi e rossi. Lo spezzarsi dei fili d'erba sotto quel passo. I sospiri mogi del vento

a cullare gli strani sogni di un'epoca mai esistita, forse troppo lontana.

Le stelle d'un bianco quasi accecante sulla volta che sfidano qualsiasi nube moderna.

Fisso il cielo crucciato come se sapessi d'aver vissuto un qualcosa di simile.

Incrocio le braccia dietro il capo per sentire l'erba pressarsi sotto il capo. Senzazione non nuova. Di ogni sera.

La mente ricolma di quel pensiero che richiama tempi immemori. Domande, troppe e poche le risposte.

Scivolano le mani lungo i fianchi, ad allargarsi sull'erba di giugno non ancora inumidita della bianca e di giorno incolore rugiada.

Il capo scende sull'erba ad assaggiarne la consistenza, solleticata ai lati delle gote dai germogli verdi, resi bruni la sera.

Implacabile desiderio di sapere.

Diciassette anni sono pochi per contenere così tanto tormento. Non infelicità.

Le pozze nere sfumate d'un pallido grigio si spostano in direzione della villetta che troneggia quel prato sconfinato,

laddove le vetrate larghe si gettano in un suggestivo strapiombo da secoli.

Fa tutto parte dell'immaginazione forse quello che so, quello che sento. Questa voglia di essere libero che scoppia

furiosa nel petto. Le imposizioni odierne sfidano troppo la mia natura.

Io che di diverso dagli altri non ho proprio niente. Mi sollevo in piedi rimanendo a fissare le campagne del

Giappone ancora immerse nel verde che presto abbandonerò.

Non sospiro di malinconia perchè nemmeno questo è il mio vero mondo. Troppa profondità in uno stupido ragazzino?

Credo d'aver vissuto centinaia di anni, potrei sembrare pazzo ma, è una coscienza che possiedo da sempre.

Stringo le spalle ad un lieve sibilo del vento che mi provoca un brivido continuo lungo la schiena.

Cosa darei per provare di nuovo quella libertà che un tempo sentivo.

Fa parte di un sogno, tutto quanto. Un sogno ad occhi aperti che pare quasi reale il mio.

Ho la sensazione che mia madre sappia più del dovuto.

Non ho mai fatto domande. Non ho mai preteso risposte alle mie fantasie.

Lei mi guarda con quegli occhi troppo simili ai miei e mi intima di tacere. Mi sposto di nuovo tra le brughiere

che di notte paiono tele ordite senza colore.

Calcio un sasso poco distante. Una partenza inaspettata la mia.

'Dovremo andare a Tokyo, mi hanno affidato un nuovo lavoro' per me

 non fa differenza. Qui o li, sono sempre stato sballottato come un pacco

a destra e a manca e di certo non mi mancherà nemmeno questa casa.

Bella famiglia la mia. Io vivo con mia madre.

Mio fratello con mio padre.

Da quanto non li rivedo? Chi se lo ricorda? Forse nemmeno li ho mai visti.

Emulo un sospiro spostandomi nuovamente verso la casata. Entro.

I passi che prima erano attutiti dall'erba ora si fanno sentire.

Mia madre è seduta al solito posto a disegnare uno dei suoi strampalati fumetti.

Esatto, una mangaka.

Rimango ad osservarla per qualche istante chinata sui fogli, illuminata solamente

da un lieve bagliore dietro di , i capelli relegati dallo spillone per capelli e gli occhiali

fini bassi sul naso.

Solleva lo sguardo per un istante, distraendosi dal suo fare.

'Inuyasha, hai finito di preparare i bagagli?'

annuisco silenzioso.

Chi li ha mai disfatti? Sapevo che prima o poi avremmo lasciato anche questa casa.

Ho smesso da tanto tempo di abituarmi a certe cose, di affezionarmi a cose e a farmi amici.

Sono cose che non durano.

Forse è per questo che siamo rimasti io e quel desiderio incontrollato di libertà.

Mia madre abbassa lo sguardo. Sposto le mani in tasca dirigendomi ora in camera mia.

Come l'avevo lasciata, vuota.

Niente alle pareti, nemmeno le valigie disfatte.

Soltanto il letto padroneggia la stanza semibuia rischiarata da un lato dalle finestre larghe che

danno sui cappucci delle bianche montagne lontane.

Siedo sul bordo del mio giaciglio.

Le iridi scure cominciano a vagare sulle pareti bianche, sino a soffermarsi sulle finestre.

Inevitabile che il mio sguardo vada di nuovo al cielo, unica immagine di quella libertà agoniata.

Non ho mai avuto doveri particolari o imposizioni.

Eppure sogno una libertà assai diversa.

La notte scende ogni istante e l'alba di domani arriverà presto, di nuovo un altro giorno,

di nuovo un altro cambiamento nella mia vita.

Non me ne sorprendo più.

Mi stendo sul letto riprendendo la mia posizione iniziale. Non mi interessa come sarà la mia nuova vita,

ho smesso di farmi domande, l'esperienza mi ha insegnato a non aspettarmi più niente

di diverso nella vita.

 

 

 

 

  
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