Fanfic su attori > Cast Twilight
Segui la storia  |       
Autore: robstenwhore    13/10/2012    10 recensioni
[...] Lui non è seduto sul divano che gioca con Bear come l'ho lasciato. Giro per casa ma non c'è, di lui nessuna traccia e neanche il nostro cagnolino salta fuori. Forse sono andati a fare un giro insieme, per sbollire la rabbia della nostra litigata di questa mattina. Entro nella nostra camera e mi siedo sul letto, sospirando. Qualcosa non torna, questa stanza è diversa, non era così quando sono uscita. Ora sembra quasi... vuota. Sì, è vuota, mancano delle cose. Apro l'armadio ed è il solito caos ma stavolta è differente. Ci sono solo i miei vestiti, i suoi sono scomparsi. No, non può essere. Sento il panico salire e corro in cucina, poi in salotto. Deve esserci una traccia di lui, deve. Poi lo vedo. E' un foglietto bianco, ripiegato in due, lasciato sul tavolino di fronte alla televisione. La mano mi trema mentre lo afferro e lo apro.
Mi disgusti. Non me lo sarei mai aspettato da te. Addio.
Le parole si marchiano a fuoco nel mio cervello e chiudo gli occhi, mentre le lacrime scendono e mi rigano le guance. Ho perso tutto, ho perso lui. E in un secondo tutto diventa buio.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kristen Stewart, Robert Pattinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Breathe Me - Capitolo 13

Breathe Me

Capitolo 13.

Forgiveness


Il viaggio verso casa di Tom è pieno di una tensione palpabile, talmente reale che mi sembra di percepire un muro tra di noi, qualcosa che ci divide. E' un silenzio strano quello che aleggia, un silenzio arrabbiato, che urla quasi, un silenzio che chiede di essere spezzato con parole che però non arrivano, perchè nessuno dei due vuole parlare per primo. Cosa ci sarebbe da dire in fondo? Anche se provassi a spiegargli lui non mi crederebbe mai. Non potrei neanche davvero spiegargli tutto, finirei per dirgli solo altre bugie che ci farebbero soffrire entrambi. Non mi piace questo nuovo nostro rapporto, è un odio strano, è un disprezzo che però non è davvero tale. E' l'odio che nasce quando ami una persona e sai che non puoi averla, per qualche ragione. E' l'odio che nasce quando vorresti dimenticare qualcuno ma non ci riesci, perchè ce l'hai marchiato a fuoco dentro il cuore. Sarebbe più facile se lui mi odiasse davvero, ma lui non mi odia, lui odia il fatto che mi ama ancora. Lo capisco e vorrei fare qualcosa per poter rimediare ma so che l'unica soluzione sensata sarebbe stargli lontana ma il mio cuore si rifiuta anche solo di comprendere quel pensiero, lo rifiuta e lo rifiuta anche la mia mente. E' un pensiero troppo doloroso. Così semplicemente rimaniamo in silenzio, seduti vicini ma distanti come due estranei che dividono la corsa di un taxi, ma che poi prenderanno strade diverse.
Una volta arrivati a destinazione insiste per pagare la corsa e io vorrei che non lo facesse ma lascio correre, non posso perdere tempo adesso, devo capire che cosa diamine sia successo a Marlowe. Quando suono il campanello non è Tom a venirmi ad aprire come mi aspetto, è Lizzy. Probabilmente hanno avvisato anche lei.
"Come stanno?", domando entrando in casa, riferendomi a Tom e Sienna. Posso solo provare ad immaginare come possano stare due genitori ai quali hanno sottratto la propria figlia, deve essere una sensazione orribile.
"Sienna è uno straccio, non riesce a smettere di piangere... Tom la consola, sembra più tranquillo ma è comunque scosso, cerca solo di nasconderlo", risponde in un mormorio basso, facendomi capire con un cenno della testa che sono in soggiorno e possono sentirci.
Annuisco piano e sento Rob entrare mentre io mi dirigo verso il soggiorno. Sono seduti sul divano, stretti l'uno all'altra. E' evidente che Sienna è in preda ad una vera è propria crisi di pianto mentre Tom è sotto shock, ha gli occhi spiritati. Mi inginocchio davanti a loro e poggio la mano sulle loro gambe, cercando di creare un contatto, qualcosa che possa in qualche modo far capire loro che li aiuterò in ogni modo possibile.
Alla mia vista gli occhi vuoti di Tom sembrano riprendersi per un attimo, spero che dica qualcosa, che spieghi, ma non lo fa.
"Mi spiegate cos'è successo? Com'è possibile che sia scomparsa?", domando dopo un attimo interminabile di silenzio.
"N-non lo so", mormora Tom in un tono che sembra talmente disperato da mettermi paura. Non l'ho mai visto così, sembra il fantasma di se stesso.
"Cerca di ricordare Tom, per favore, che stavate facendo quando l'hanno presa?", gli chiedo stringendogli la mano, l'unico modo in cui posso dargli conforto è questo e mi sento terribilmente inadeguata alla situazione, sono inutile.
"Io... Io e Sienna eravamo in centro, dovevamo solo fare una passeggiata tranquilla. E poi un passante ci ha chiesto informazioni, neanche ricordo su che cosa, e noi ci siamo distratti... Quando abbiamo guardato la culla era vuota, lei non c'era più. L'abbiamo cercata per mezza città, abbiamo chiamato la polizia ma niente, non riescono a trovarla...", la sua voce si rompe, come se si stesse trattenendo dallo scoppiare a piangere. So perchè non lo vuole fare, glielo leggo negli occhi: deve aiutare Sienna ad essere forte, come può farlo se anche lui si lascia andare alla disperazione?
"Chi può essere stato?", domando tra me, in fondo loro non possono saperlo.
Chi potrebbe essere tanto crudele da rapire una bambina di pochi mesi? E a quale scopo poi? Cosa ci potrebbero guadagnare? Certo Tom e Sienna sono entrambi abbastanza conosciuti e i soldi di certo non mancano ma se avessero voluto un riscatto si sarebbero già fatti vivi. E allora se non sono i soldi che cercano, cosa vogliono? Chi vogliono colpire in tutta questa storia?  Mi rendo conto che forse e veri bersagli non sono Tom e Sienna, né la piccola Marlowe. Il bersaglio sono io. Hanno colpito loro ma in realtà è a me che miravano. E ci sono riusciti in pieno, hanno colpito tutto ciò che amo di più. Quella povera bambina e i suoi genitori sono solo delle stupide pedine nel gioco perverso e senza fine di Rupert e di chiunque ci sia dietro tutto questo. Come si può essere così meschini? Mi sento male al solo pensiero.
"E' colpa mia", mormoro alzandomi, quando ormai quell'idea diventa una consapevolezza.
"No, Kristen tu non c'entri", risponde Tom, improvvisamente lucido. "Ci siamo distratti, chiunque poteva prenderla, non incolparti sempre".
"Tu non capisci! E' me che vogliono colpire, non voi! Vi stanno usando per arrivare a me!", dico decisa, vedendo entrare in soggiorno Lizzy, con Robert dietro di lei.
"L'ho pensato anche io in realtà, avrebbe un senso se fosse così", interviene Lizzy, poggiandosi con la schiena al muro.
"Perchè dovrebbero cercare di colpire lei? E poi chi?". Robert sembra confuso ed è più che normale. Lui non sa niente.
"Io...", provo a parlare ma non ho idea di cosa dire, non c'è spiegazione logica a tutto questo senza che prima lui conosca tutta la storia.
"Kris", Lizzy mi guarda seria, non l'ho mai vista con quella decisione nello sguardo. "Devi dirglielo. Adesso. Basta bugie, basta cercare di proteggerlo. Siamo tutti coinvolti ora, lui deve sapere", afferma. Ha ragione, li ho coinvolti tutti e dovrei dire tutta la verità ora ma ho paura, non posso negarlo, sono pietrificata dalla paura.
"Che cosa devo sapere?", domanda Rob ancora più confuso.
"Liz...", mormoro scuotendo la testa, non può farmi dire tutto quanto, non sono pronta, lui non è pronto, non posso.
"Kristen, diglielo. O racconti tutto tu o lo faccio io, decidi".
"Uhm...". Guardo Sienna e Tom in cerca di un possibile aiuto ma non ne ricevo, Sienna è troppo sconvolta per Marlowe per accorgersi di cosa le succede intorno e Tom sembra quasi dello stesso parere di Lizzy, sono in trappola. "Va bene ma... Rob, ti dispiace se andiamo di sopra? Devo parlarti in privato", gli domando, non posso parlare davanti a tutti, ho bisogno di calmarmi e trovare le parole giuste, anche se dubito ci siano davvero parole giuste per dirgli ciò che tra poco sarò costretta a raccontare.
Lui annuisce ma nel suo sguardo leggo tutta la confusione che sta provando, in fondo anche io se mi trovassi nella sua situazione avrei la confusione più totale in testa. Lancio un'ultima occhiata a Lizzy e poi mi dirigo in camera, la camera degli ospiti, la sua vecchia stanza. Mi siedo sul letto e lo invito a fare lo stesso ma lui scuote la testa, chiudendosi la porta alle spalle e poggiando la schiena ad essa. Non sembra avere molta voglia di starmi a sentire e non tollera più di tanto la mia presenza. Prendo un respiro ma prima che io possa cominciare a raccontare è lui a parlare.
"Che c'è di tanto importante e segreto? Non capisco", il suo tono è freddo, si comporta sempre così ultimamente. Se non lo conoscessi penserei che è solo uno stronzo arrogante, ma non lo è. E' un ragazzo ferito, ferito da me.
"Riguarda il mio... tradimento, se vogliamo chiamarlo così".
"Non credo ci sia molto altro da sapere a riguardo", la sua risposta è secca, decisa.
"Lasciami solo parlare okay? Poi potrai tirare tutte le conclusioni del caso ma fino a quel momento, ti prego, ti prego, ascoltami e basta", lo supplico quasi con lo sguardo, stringendo con una mano il lenzuolo.
Lui sospira come se si stesse arrendendo alle mie parole e mi guarda, in attesa che io cominci a parlare. Da dove posso cominciare? Come posso spiegare all'uomo che amo che in queste settimane ogni cosa che gli ho detto e fatto credere era una bugia? Una bugia per proteggerlo, ma sempre una bugia. Non credo che la prenderà bene, lui odia le bugie e io non ho fatto altro che riempirlo di menzogne in continuazione.
"E' cominciato tutto il giorno in cui Rupert mi ha chiesto di incontrarci a Los Angeles, tu ti sei arrabbiato perchè non volevi lasciarmi andare e io volevo dimostrarti a tutti i costi che avevo ragione io, che lui non ci avrebbe provato con me. Ma non avevo ragione, per niente. Ha cominciato ad abbracciarmi e stringermi e io ero spiazzata, non sapevo cosa avrei dovuto fare. Poi mi ha chiesto di accompagnarlo in macchina e non me la sono sentita di rifiutare e lui... lui mi ha baciata, ma l'ho spinto via, gli ho chiesto che cosa diamine stesse facendo e lui si è scusato ma intanto i paparazzi ci avevano visti e fotografati. Non so che ci facessero lì, o almeno all'epoca non lo sapevo. Lui disse che avrebbe sistemato tutto e io mi sono fidata ma i giorni passavano e io avevo il terrore che qualcosa potesse uscire fuori, ho preferito non dirti niente perchè avevo paura che tu avresti reagito male, che avresti perso la fiducia in me. E alla fine è successo, le foto sono comparse su internet e Rupert si è rifiutato di aiutarmi. Tu sei andato via e non volevi sentirmi, ti ho chiamato mille volte, ho provato a spiegarti ma tu non hai voluto sentirmi e io non sapevo più cosa fare", prendo un respiro e alzo lo sguardo, cercando di capire la sua reazione. Non sembra arrabbiato, anzi sembra quasi più rilassato.
"Quindi tu non...", dice quasi incredulo, facendo un passo verso di me.
Io scuoto la testa lentamente, stringendo le labbra. "No, non sono mai andata a letto con lui. No, non ti ho mai tradito. Non avrei mai potuto farlo", rispondo decisa, sicura.
"Allora perchè non mi hai detto niente quando sei venuta qui? Perchè mi hai detto che era successo?", si siede vicino a me e mi guarda, è una domanda più che lecita.
"Dopo alcuni giorni che tu eri andato via io stavo riguardando quel vecchio video di noi due, sai quello che dicevi di voler tenere sempre con te per quando ti sentivi solo...".
"Quello dove facciamo l'amore?".
"Sì, era su una memory card che ho trovato in casa e lo stavo guardando, ma poi l'ho tolta quando è entrata Scout in camera, insomma non volevo che vedesse noi due nudi, non era il caso", dico abbozzando una risata che però si spegne dopo poco. "Quel giorno è venuto Rupert a trovarmi e con la scusa di un bicchiere d'acqua ha frugato tra la mia roba e ha trovato la memory card con il video. Da allora ha cominciato a ricattarmi, minacciandomi che se avessi detto a qualcuno che era tutta una montatura tra me e lui quel video sarebbe finito su internet, non potevo dirlo neanche a te. Ancora non dovrei dirti niente in realtà, se venisse a saperlo saremmo in grossi guai", spiego tutto ciò che posso, ormai ho cominciato e merita di sapere la verità, adesso non è più tempo di tenere tutto per me.
"Oh Kris", mormora lui e in meno di un secondo sono tra le sue braccia, stratta in quella morsa tanto familiare e dolce da far male. "Perchè non me lo hai detto? Avremmo trovato il modo di risolvere tutto subito", sospira e lo sento distintamente respirare il profumo dei miei capelli, nascondendoci il viso dentro.
"Avevo paura. Ho paura anche adesso. Ho pensato e sperato che facendo così ti avrei tenuto fuori da questa storia, al sicuro, che tutti voi sareste stati al sicuro. Ma poi Lizzy e Tom hanno capito che qualcosa non andava e sono stata costretta a raccontare tutto, li ho coinvolti e niente e nessuno è più al sicuro. Neanche Marlowe. Guarda cosa hanno fatto solo per arrivare a me? Io vi sto solo portando un sacco di guai, dovreste lasciarmi tutti perdere", scoppio a piangere senza un perchè, ne sento semplicemente il bisogno.
Piango perchè finalmente sono tra le sue braccia, sono di nuovo a casa, con l'uomo che amo. Piango perchè nonostante ci amiamo questa storia non andrà a finire bene, non ora. Piango perchè chi mi sta intorno finisce sempre per soffrire e stare male, per avere problemi a causa mia. Piango perchè probabilmente adesso Rupert scoprirà tutto e ci separerà definitivamente. Ma piango soprattutto perchè, finalmente, Rob sa tutto e non devo più fingere con lui. Mi sento libera. Lascio che tutto il dolore trattenuto in questi giorni vada via, che si sfoghi con le mie lacrime e sparisca, non lo voglio più, non voglio più che la mia vita sia così. Voglio essere felice finalmente, con la persona che amo. E forse non succederà mai ma mi lascio cullare da quella dolce illusione così come mi lascio stringere dalle sue braccia.
Una sua mano si infila sotto il mio mento e con l'indice mi costringe a sollevare il viso. I nostri occhi si incontrano, i miei bagnati di lacrime e i suoi intrisi di tanto amore e tanta dolcezza da far male. E' così tanto tempo che non vedo i suoi occhi tanto vivi e tanto miei.
"Non allontanarmi più amore mio, ti prego. Io sono qui per te, per aiutarti, ne usciremo insieme da questa storia, te lo prometto. Mi dispiace se non mi sono fidato di te, avrei dovuto capire che qualcosa non andava. La colpa è anche mia è ti chiedo scusa. Te ne prego davvero Kris, puoi perdonarmi?", domanda senza staccare gli occhi dai miei, guardandomi in quel modo così intenso e innamorato che potrebbe far sciogliere anche il cuore più duro.
"Tu non devi scusarti, non hai colpa di niente, è solo colpa mia", rispondo scuotendo la testa, singhiozzando.
"Shh, ci sono io ora, andrà tutto bene", mi accarezza i capelli e tira a se, baciandomi.
Le nostre labbra che si uniscono sono quanto di più bello possa esistere per me in questo momento. Ci baciamo con lentezza studiata, piano, dolcemente, godendoci quella meravigliosa sensazione di bocche che si sfiorano, di lingue che si cercano e si trovano, di respiri che si mescolano. E' un bacio salato di lacrime, le mie, ma dolce del nostro amore e della fiducia ritrovata. Non m'importa se durerà un secondo o una vita intera, se qualcuno proverà a separarmi da lui ancora, in questo momento sono con lui e il mio cervello si rifiuta di pensare ad altro. Non esiste altro, esistiamo solo noi.
Si stende sul letto e mi fa mettere al suo fianco, con la testa poggiata sul suo petto mentre i singhiozzi cessano e io smetto di piangere. Non smette un attimo di accarezzarmi e di mormorare paroline rassicuranti, di ripetermi quanto mi ama. Mi sono mancati questi momenti, mi è mancato tutto di noi. Le sue mani percorrono tutto il mio corpo, accarezzano la schiena e le gambe, i fianchi e le braccia, poi i capelli e il viso e ogni punto che riesca a raggiungere fino a quando non si posano sul mio ventre, accarezzandolo dolcemente.
"Sei davvero incinta?", domanda dopo minuti interi in cui gli unici suoni a provenire da noi erano quelli dei nostri respiri.
"Sì", rispondo con cautela, cercando di decifrare la sua espressione.
"Quindi il bambino è...".
"E' nostro Rob, il bambino è nostro", dico sorridendogli, so che è ciò che vuole sentirsi dire.
"Oh Dio", mormora tra sé, sfoggiando un sorriso dolce e felice. Mi lascia un bacio sulle labbra e scende con il viso verso il mio ventre, sollevando poi la mia maglia. Passa il naso sul leggerissimo rigonfiamento e lo bacia lentamente, quasi stesse venerando quel piccolo esserino che cresce dentro di me. "Piccolo mio mi prenderò cura di te e della mamma in ogni singolo istante, non sai quanto ti ho aspettato", sussurra contro il mio ventre e sono sul punto di piangere ancora una volta.
"Sei sempre stato troppo smielato", dico ridacchiando, cercando di trattenere le lacrime.
"Ma tu mi ami anche per questo, no?".
"Sì, lo ammetto".
"Meglio per te".
Mi baciai ancora, indugia sulle mie labbra senza fretta, facendomi sorridere sulla sua bocca morbida.

Rimaniamo così, abbracciati sul letto, per un tempo che mi sembra infinito. Mi sento come se ci stessimo nascondendo dalla realtà, come se stessimo lasciando i problemi fuori da quella porta chiusa, almeno per qualche minuto. Mi sono mancati quei momenti in cui c'eravamo solo noi e il resto del mondo rimaneva fuori, con tutti i suoi problemi e guai, con tutte le cose brutte che potevano esserci. Ma i problemi ad un certo punto bussano alla porta e che tu voglia o meno devi aprigli, devono ricordarti che per quanto tu li ignori ci saranno sempre, pronti a crollarti addosso appena farai un passo fuori.
E' Lizzy a venire a bussare e dirci di scendere giù, sembra avere buone notizie.
"Hanno trovato Marlowe", dice abbozzando un sorriso che non dura molto.
Mi alzo e insieme a me Robert fa lo stesso, stringendo le mie dita tra le sue. E' così bello il calore della sua mano che tiene la mia, ma adesso non abbiamo tempo per noi, abbiamo cose più complicate a cui pensare. Quando arriviamo in soggiorno, Sienna sta stringendo tra le sue braccia la piccola Marlowe e Tom stringe entrambe a sé, è una scena davvero dolce, posso solo minimamente provare ad immaginare cosa voglia dire per due genitori ritrovare una figlia che hanno temuto di aver perso. Sorrido dolcemente e accarezzo la spalla di Tom, ma il sorriso va via molto presto, non appena i miei occhi si posano sulla chioma bionda di Caroline, in piedi di fronte a noi.
"Lei che ci fa qui?", domando confusa, senza riuscire a trattenere il disappunto nella mia voce. Non la voglio lì, lei è un'intrusa che sta cercando con tutte le forze di entrare dentro la vita di Robert per cancellare me.
"E' stata lei a trovare Marlowe, vero Caroline?", dice Liz, rivolgendo lo sguardo alla bionda. Il suo tono mi sembra sarcastico ma non ne capisco il perchè. "Perchè non racconti la storia anche a Kristen e Robert? Saranno interessati", aggiunge poi.
"Uhm... Beh, stavo passeggiando nei pressi di Picadilly Circus e ho visto degli zingari con una bambina che non sembrava affatto una dei loro, anzi, mi ricordava molto la loro bambina. Così mi sono avvicinata e ho visto che era proprio lei, ma non volevano darmela ovviamente così ho dovuto pagarli. In pratica ho comprato la vostra bambina, non so neanche se sia legale", spiega ridendo, rivolgendosi a Tom e Sienna che sono troppo in estasi per poterle dare ascolto.
"E' stato un bel gesto", mormoro senza sapere bene cosa rispondere, stringendo nervosamente le dita di Rob.
"Strano però, né Tom e Sienna né la polizia sono riusciti a trovare la bambina e tu ce l'hai fatta al primo colpo". Lizzy sembra sospettosa, come se qualcosa non le quadrasse. E in effetti nemmeno io mi fido più di tanto, non riesco a crederle ma forse io sono troppo di parte.
"E' stata solo una fortuita coincidenza credo",  si stringe nelle spalle Caroline, con il leggero sorriso sulle labbra.
Liz le risponde con un sorriso talmente finto che mi stupisce il fatto che Caroline non lo capisca. Ma cosa diamine le pende adesso? Non capisco più quella ragazza.
"Lizzy, possiamo parlare un attimo?", domando guardandola, indicando con un cenno della testa la cucina.
"Oh, finalm... Cioè certo!", risponde con troppo entusiasmo, come se stesse aspettando solo che io glielo chiedessi. Ma cosa le succede? E' impazzita?
"Va tutto bene?", sussurra Robert al mio orecchio ed io annuisco.
"Sì non preoccuparti, voglio solo capire un paio di cose, torno presto", mormoro guardandolo e inaspettatamente lui mi lascia un bacio sulle labbra, lasciandomi poi andare da sua sorella. Con la coda dell'occhio riesco a vedere Caroline che ci guarda e posso solo immaginare quanto lei non sia felice di vedermi in certi atteggiamenti con Rob. Mi mordo le labbra e mi dirigo in cucina, poggiandomi vicino al bancone.
"Quella ragazza mi da ai nervi", sbotta Lizzy chiudendo la porta a soffietto della cucina, passandosi una mano tra i capelli.
"Davvero? Non era per niente evidente!", rispondo sarcastica, scuotendo la testa tra me.
"Dici che si vede così tanto?".
"Si capirebbe di meno se andassi direttamente in giro con una maglietta con su scritto 'Io odio Caroline', andiamo Liz! Ma che ti prende?".
"Arriva qui a fare la paladina della giustizia, la salvatrice del mondo! Siamo seri, girando per Picadilly Circus la prima cosa che vedi sono degli zingari con una bambina? Ma che storia è? Sarebbe più credibile la storia del rapimento alieno", dice con tono esasperato mentre cammina avanti e dietro per la cucina.
"Quindi non le credi, è questo il problema?", chiedo confusa, cercando di capire dove voglia arrivare.
"Non mi fido di lei, credo che ci sia qualcosa sotto, qualcosa che sta nascondendo", mormora pensierosa, come se stesse cercando di risolvere un complicato enigma.
"Pensi che l'abbia rapita lei? Arriverebbe a tanto? E poi perchè?".
"Non lo so, non ne ho idea! Ma non quadra la sua storia, non ha il minimo senso. Forse voleva solo fare una bella figura con Rob".
"Rapire una bambina solo per poi poterla riportare dai suoi genitori e fare la figura dell'eroina? E' troppo anche per lei, no?".
"Forse no. O forse non è questo il motivo. Non lo so Kris, ma comincio ad avere sospetti su di lei e dobbiamo indagare".
"Dobbiamo indagare?", ripeto le sue parole scettica, corrucciando la fronte. Comincio a chiedermi se Lizzy non stia prendendo troppo sul serio questa storia dello spionaggio.
"Sì, dobbiamo indagare. E in fretta anche. Portiamola fuori con una scusa e cerchiamo di farle dire qualcosa di più, qualcosa che la tradisca e con cui possiamo incastrarla", afferma, sembra assolutamente certa di ciò che dice. Io scuoto la testa sospirando, non può davvero voler fare una cosa del genere.
"Lizzy, ho già tanti problemi per conto mio, non trovi? Ora devo anche mettermi a fare la spia con te per scoprire qualcosa su Caroline? Non voglio sapere niente di lei", dico mordendomi le labbra. Più le sto lontana, meglio mi sento.
"E se fosse in combutta con Rupert?", domanda lei.
"Stai decisamente lavorando troppo di fantasia, lei è solo una bionda oca senza cervello", rispondo scuotendo la testa, ricordandomi poi di un particolare. Rupert era con una ragazza bionda quando l'ho visto, e se...? "Oh cazzo", esclamo guardando Lizzy con occhi sbarrati.
"Cosa? Che c'è?", chiede confusa.
"Rupert era con una ragazza bionda quando l'ho visto, forse non era lei pero...".
"Hai visto Rupert?".
"Sì, è a Londra... O almeno lo era, è una storia lunga Liz ma era con una ragazza bionda e se fosse lei?".
"Dobbiamo assolutamente indagare. Forza, torniamo dagli altri, cominceranno a chiedersi cosa diamine stiamo facendo qui", dice abbozzando una risatina e poi si volta per aprire la porta a soffietto, uscendo.
Io la seguo dopo pochi secondi, andando a stringermi a Robert che è rimasto vicino a Tom e Sienna, che ancora piangono di gioia e coccolano la loro bambina. Caroline non è ancora andata via, è seduta sulla poltrona di Tom adesso. Accarezzo il braccio di Robert e mi lascio poi stringere per le spalle, sentendo le sue labbra posarsi sulla mia fronte. Mi sono mancati questi piccoli gesti tra noi, queste piccole dimostrazioni d'amore. Mi è mancato tutto di Robert.
"Bene, perchè non lasciamo i genitori felici e la loro bambina in pace e andiamo a prenderci qualcosa da bere? Una birra, non so... Tu vieni Caroline?", esordisce Lizzy, guardando poi me come per farmi capire qualcosa. Vuole uscire con lei così da poterle carpire qualcosa.
"Ma sì, perchè no", risponde lei annuendo.
"Kristen, ti unisci a noi?", chiede tanto per non dare sospetti, Liz sa già che andrò con loro.
"Se viene Kristen allora ci sono anche io", dice Robert, mi guarda preoccupato e so che ha paura per me ed il bambino, lo capisco e in un certo senso ha ragione a preoccuparsi.
"Niente uomini, è una cosa tra donne".
"E' una cosa complicata amore, ti spiego appena torno okay?", mormoro al suo orecchio, lasciandogli poi un bacio sulla guancia.
"Ti chiamo dopo, non ti strapazzare per favore".
Prende il mio viso tra le labbra e mi bacia con dolcezza, indugiando un po' sul mio labbro superiore prima di staccarsi da me e lasciarmi andare. Io sospiro mentre mi allontano, vorrei non dovermi separare da lui, proprio ora che le cose sembrano andare un po' meglio tra noi ma questa uscita con Lizzy e Caroline potrebbe essere una svolta. Se davvero Caroline fosse coinvolta con Rupert potrei riuscire a incastrarli e a mettere fine a tutta questa storia. Non c'è niente che voglio di più al mondo.

Dopo aver salutato Tom e Sienna usciamo fuori e cominciamo a camminare verso un bar che ci indica Lizzy. Non parliamo molto durante il tragitto, per lo più sono Caroline e Lizzy a discutere mentre io mi limito ad ascoltare. Fino ad ora nulla di rilevante è saltato fuori, Caroline sembra essere molto brava ed eludere tutte le domande che le vengono poste. Il bar in cui entriamo non è tanto lontano così non ci mettiamo molto ad arrivare, è un posto carino, abbastanza tranquillo. Lizzy e Caroline prendono una birra mentre io chiedo un succo all'arancia.
"Sul serio Kris? Un succo? Hai cinque anni?", domanda Lizzy scettica, con le sopracciglia inarcate.
"Uhm non posso bere, il bambino sai", rispondo stringendomi nelle spalle. Caroline mi guarda come se avessi appena detto una cosa strana per lei e si morde le labbra.
"La mia ginecologa ha detto che posso bere ogni tanto, nei primi mesi", si affretta a dire, come se stesse cercando di giustificarsi. Strano, non credevo che fosse salutare bere alcool nei mesi della gravidanza, ma forse mi sbaglio. Lizzy la guarda stringendo gli occhi come se stesse cercando di capire qualcosa, forse anche lei sta pensando ciò che penso io.
"Quindi, devi sentirti molto fiera di aver salvato una bambina no? Soprattutto perchè sei incinta, proteggere un bambino deve essere importante per te", le chiede guardandola, sembra davvero un interrogatorio.
"Beh sì, devo ancora abituarmi all'idea di avere un bambino in realtà".
"Però devi essere stata davvero contenta di aver salvato il bambino di Tom e Sienna, di sicuro adesso Rob ti vedrà con occhi diversi, come la madre di suo figlio", incalza Lizzy e io la guardo male, non mi sembra il caso di andarci così pesante.
Per fortuna il cellulare di Liz squilla e Caroline non ha il tempo di rispondere ma vedo nel suo sguardo che è in difficoltà e c'è anche una certa rabbia nei suoi occhi. Dopo essersi scusata va a rispondere al telefono e noi rimaniamo da sole al tavolo, con le nostre bevande davanti. Non abbiamo niente da dirci noi, rimaniamo semplicemente lì come due estranee costrette a stare sedute vicine, senza nemmeno sopportarsi più di tanto. Probabilmente presa dalla noia estrae il suo telefono e comincia a giocarci o mandare messaggi, non capisco che cosa stia facendo di preciso ma non sono nemmeno interessata più di tanto a lei, la lascio fare. Quando Lizzy torna da noi lei fa sparire il suo telefono e allontana la sua birra da sé.
"Grazie per la birra ma preferirei tornare a casa, non mi sento granché bene. Sono vicina tanto", afferma alzandosi.
"Ti accompagniamo allora, voi uscite, intanto io pago", le risponde Lizzy e io mi alzo per andare fuori. Questa brevissima uscita non ha portato assolutamente a nulla, è stato solamente un grosso buco nell'acqua.
Senza aspettarci, Caroline comincia a camminare e fa per attraversare la strada. Il semaforo è rosso, le macchine sfrecciano sulla strada indisturbate.
"Caroline aspetta! Finirai per farti investire", dico cercando di fermarla, ma senza successo. Lei si gira ormai al centro della strada e mi sorride, un sorriso che non è sincero, un sorriso quasi consapevole di ciò che sta per succedere.
In un attimo accade, una macchina la prende in pieno facendola schiacciare contro il vetro che però non si rompe e la fa rimbalzare fino al marciapiede, vino a me. Un urlo mi si blocca in gola e corro da lei, stesa a terra ormai priva di sensi.
"Cazzo! Oh cazzo, Lizzy! Chiama un'ambulanza!", urlo sperando che mi senta dal locale e dopo poco la vedo uscire.
"Oh porca miseria. Che è successo?", domanda, urlando anche lei.
"Non lo so, le ho detto di fermarsi ma lei ha voluto attraversare, non lo so cazzo, fa qualcosa!", dico. Le mani mi tremano mentre cerco di capire se sia ancora viva, se respira ancora. Le passo due dita sotto la gola e il battito c'è ancora, sembra che non si sia fatta granché male, la macchina che l'ha investita non andava tanto veloce ma non ho avuto il tempo di prenderne la targa.
Lizzy prende il suo cellulare e compone nervosamente il numero del pronto soccorso mentre un gruppo di curiosi si stringe intorno a noi. Spero solo che non mi riconoscano, non posso rischiare di finire sui giornali più di quanto già non accada.
Passano almeno dieci minuti prima che un'ambulanza arrivi e carichi Caroline per portarla in ospedale. I paramedici sembrano ottimisti, sono certi che non abbia riportato molto più che un trauma cranico e qualche distorsione o ematomi vari. Io e Lizzy siamo terrorizzate, forse io più di lei. Vedere qualcuno che viene investito è una scena surreale, tutto ciò a cui riesco a pensare è quel sorriso consapevole e tranquillo sul suo viso poco prima che la macchina la sbalzasse via. Come poteva essere così calma, sapendo che sarebbe stata investita? E poi perchè l'ha fatto? Non capisco, non ha il minimo senso, niente ha più un fottuto senso nella mia vita ormai.
Una volta in ospedale, Caroline viene portata in una stanza per i vari accertamenti e ci chiedono di rimanere fuori. Lizzy decide di chiamare Robert e Victoria per avvisare di ciò che è successo ed io rimango seduta su una delle poltroncine in sala d'attesa, ancora scossa. Odio gli ospedali, odio il loro odore di disinfettante, odio le luci bianche e accecanti, odio i medici. Sembra che ultimamente io sia destinata a passare le mie giornate in ospedale, ma stavolta non ho paura di perdere il mio bambino, non sono io ad essere stesa su di un lettino. Per quanto io odi Caroline, la storia dell'incidente mi turba. Poteva morire, potevo vedere una persona morire davanti ai miei occhi, sarebbe stato orribile. Più ci penso e più mi sembra di non capire che cosa l'abbia spinta a fare un gesto del genere, il mio cervello si arrovella inutilmente, gira intorno ad orbite di confusione più totale. Per fortuna Rob e sua sorella non ci mettono molto ad arrivare in ospedale e finalmente posso dare una tregua al mio cervello. Appena lo vedo mi alzo e mi getto tra le sue braccia, lasciandomi stringere. Lui non fa domande, sa che sono scossa e si limita a stringermi a se, a rassicurarmi e baciarmi ogni tanto, si prende cura di me come solo lui sa fare ed io non chiedo altro. Lui è il mio calmante, un balsamo lenitivo per l'anima.

Passano un paio d'ore prima che i medici ci dicano che possiamo entrare per vedere come sta Caroline. Ha qualche livido sul viso e sulle braccia ma non è intubata, non è poi così grave. E' sveglia, e sembra sorpresa di vederci tutti lì per lei. Lo sarei anche io in fondo.
"Cos'è successo? Perchè sono qui?", domanda guardando il medico che è venuto per darle i risultati di tutti i suoi controlli.
"Ha avuto un incidente, è stata investita da un'auto in corsa, non ricorda?".
"Vagamente... E' tutto a posto? Il mio bambino sta bene?", domanda preoccupata, ma il suo tono la tradisce. Sta recitando, anche ora. Non sono stupida, so riconoscere quando qualcuno recita.
"Le abbiamo fatto un'ecografia e non c'è battito, mi dispiace davvero signorina", risponde il medico scuotendo la testa.
Lei fissa la parete davanti a sé, per qualche secondo non dice nulla. Non una lacrima, non un urlo, non un sospiro. Niente. Il silenzio più totale cade sulla stanza mentre tutti noi assorbiamo quella notizia.
"E' colpa sua", afferma guardando me.
"Cosa?", dico confusa, cercando di capire cosa diamine stia dicendo, senza risultato.
"E' colpa tua, mi hai spinto sotto la macchina", insiste, come se fosse totalmente certa di ciò che dice. Una brava attrice, ma pur sempre un'attrice.
"Non è vero, ti ho detto di fermarti perchè il semaforo era rosso per noi ma tu hai voluto continuare!".
"Sta mentendo! Voleva liberarsi di me e del mio bambino per avere Robert".
"Sapevo che eri meschina ma non immaginavo così tanto", interviene Victoria, guardandomi come se volesse incenerirmi all'istante.
"Non è vero, io non...".
"Vic stai esagerando, davvero. Non ti permetto di parlare della mia donna in questo modo", mi blocca Robert, stringendomi più a sé.
"Basta. Fuori di qui, tutti quanti. Non è il luogo adatto ad una discussione familiare. La paziente ha bisogno di riposo, andate fuori", ci ammonisce il medico.  
Senza fiatare, tutti quanti usciamo. "Tu mi credi?", domando a Robert, lontano dalle sue sorelle.
"Certo che ti credo, non lo faresti mai", afferma sicuro, prendendo il mio viso tra le mani.
"Tua sorella non ne sembra altrettanto certa", mormoro abbassando lo sguardo ma lui mi costringe a fissare i miei occhi nei suoi.
"Lei non capisce, crede di proteggermi facendo così ma non mi fa del bene".
"Forse ha ragione a volerti proteggere. Guarda cosa succede alle persone con cui sto. Ogni persona che mi sta vicino finisce per farsi male, non posso rischiare anche con te Rob".
"Che stai dicendo?", domanda confuso, come se si rifiutasse di accettare le mie parole.
"Devi stare con Caroline, Robert. Lei ha perso il tuo bambino, ha bisogno di te adesso. E devi...", prendo un forte respiro, chiudendo gli occhi. So già quanto farà male tutto questo. "Devi dimenticarmi, davvero Robert. Devi trovare qualcuno che possa darti la vita che vuoi, la stabilità di cui hai bisogno. Io sono un casino totale adesso e non potrei stare con te come meriti. Non so se sarà Caroline o qualsiasi altra ragazza ma troverai qualcuno che non sia incasinato come me e possa renderti felice come meriti", dico con le lacrime agli occhi, non voglio piangere ma non riesco a trattenermi, mi sento distrutta.
"Non farlo, ti prego", mi supplica con lo sguardo ma io scuoto la testa, allontanandomi un po'. "Non rinuncerò a te, non m'importa quanto mi allontanerai, ti amo Kristen, non smetterò mai di farlo".
Vorrei che non dicesse quelle parole, vorrei che mi odiasse e mi urlasse di andare via ma non lo fa, vuole che io rimanga con lui, vuole farmi capire che non importa quanto io proverò ad allontanarlo lui ci sarà comunque. L'egoista dentro di me gioisce come non mai.
"Mi dispiace", mormoro sospirando e mi volto, andando via, uscendo da quell'orribile ospedale.
Vorrei non doverlo allontanare ma so che devo farlo, non voglio che lui rischi con me, che si senta bloccato in una relazione che non porterà da nessuna parte, voglio che sia felice, anche se non con me.
Non so per quanto cammino, cammino fino a quando i piedi non mi fanno male, fino a quando è buio e mi ritrovo vicino casa di Tom. So che non dovrei stancarmi ma è più forte di me, camminare mi aiuta a riflettere, a pensare, mi aiuta a scaricare i nervi. Una luce mi illumina mentre mi dirigo verso la porta di casa e mi rendo conto che sono i fari di una macchina. Anche al buio riesco a riconoscerla, ha ancora i segni dell'incidente sulla carrozzeria. E' l'auto che ha investito Caroline. Al posto del guidatore c'è qualcuno che sembra familiare, mi sembra di riconoscerlo e appena si avvicina ne ho l'assoluta certezza, so chi è. E' Michael.
















Note dell'autrice:

Salve a tutti! Contrariamente alle mie previsioni sono riuscita a scrivere tutto in tempo e rispondere alle recensioni, anche se di corsa. Spero vivamente di aver fatto meglio dello scorso capitolo, ci ho provato davvero, sto cercando di impegnarmi ma purtroppo non posso promettere niente, quelli che giudicano alla fine siete voi!
Bene, passando al capitolo, cosa ne pensate? Kristen ha dovuto confessare tutto a Robert e lui non l'ha presa male, anzi, sembra più lui a sentirsi in colpa. E' tanto dolce il mio Robert, lasciatemelo dire. Poveri Tom e Sienna, distrutti per la loro bambina che però torna insieme Caroline che non la conta giusta nessuno. E l'incidente poi? Tante, tante stranezze. Voi ci state capendo qualcosa? Fatico a capirmi persino io ormai! Fatemi sapere che cosa ne pensate voi!
Detto questo, grazie mille per le vostre recensioni, ho capito che per farvi parlare devo minacciarvi di chiudere la storia LOL siate più comunicativi, vedere così tante recensioni per lo scorso capitolo è stato davvero stupendo. Come sempre grazie a chi ha inserito la storia tra le preferite, le seguite e le ricordate, a chi recensisce e anche solo a chi legge, zitto zitto nell'ombra, grazie davvero di cuore a tutti. Vi adoro.
Sperando che continuerete a seguirmi vi rimando al prossimo sabato, che ci porti magari un capitolo migliore!
Baci, Mary.


  
Leggi le 10 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Cast Twilight / Vai alla pagina dell'autore: robstenwhore