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Autore: ladyme    13/10/2012    4 recensioni
Sorridi mentre lui è voltato, poi ti incammini nella direzione opposta alla sua, sai che quando lui avrà terminato la chiamata tu sarai già lontana.
Puoi sopportare la sua lontananza, in fondo a New York se vuoi ignorare una persona per tutta la vita puoi farlo, ma sapere che lui sarà con un’altra donna per il resto della tua vita, no questo non puoi reggerlo.
Avevi letto da qualche parte o forse sentito in qualche film che a volte le anime gemelle sono destinate a stare insieme per tutta la vita, altre invece lontane per il semplice fatto che se stessero insieme si respingerebbero talmente è forte la loro forza di attrazione.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Rick Castle
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Seconda stagione, Contesto generale/vago
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Un piccolo esperimento: pensate che la terza, la quarta stagione non siano mai esistite e di conseguenza neanche la quinta (che brutto mondo!!!), bene.

Ultima puntata della seconda stagione: Castle parte con Gina per gli Hamptons , mentre Kate si vede passare davanti agli occhi la possibilità di iniziare quella bellissima cosa chiamata Caskett, e si chiude ancora di più in se stessa.

 

 

 

 

Pardon my interruption
This drinks just setting in
On my reservation
A reason I don’t exist

 

 

Settembre.

New York inizia a ripopolarsi di quegli abitanti che l’hanno abbandonata nel mese di agosto per un po’ di mare, ignari di quanto sia bella la loro città in quel mese.

Gli alberi si tingono di un giallo morto, troppo pallido per i colori caldi dell’autunno, e le borse delle donne si gonfiano per colpa dei golfini, a volte inutilizzati per il troppo caldo altre volte benedetti per il fresco vento autunnale.

Il bar del vostro incontro si trova sulla Broadway, sai esattamente qual è, ci sei stata altre volte con lui, con Castle, ma stai cercando di guadagnare tempo fingendo di non vedere l’insegna luminosa, non sei sicura di volerlo rivedere dopo quattro mesi, hai paura di lui, potrebbe ferirti nell’anima come ad inizio estate quando si era presentato al dodicesimo con Gina.

 

Smettila di ignorare il locale, mi sei passata davanti già cinque volte

non sei obbligata ad entrare, anche se vorrei che lo facessi.

 

Ti volta, il viso di Castle ti appare attraverso un vetro, come avevi potuto non vederlo?

Sorride, gli mostri il cellulare, lui annuisce, sa che in realtà non eri al telefono con nessuno tanto meno con qualche membro della tua squadra. Respiri e spingi la porta verso l’interno del locale, Castle si è alzato e ti è venuto in contro. Smettila di ripetere a te stessa di non arrossire, tanto non funziona e lo sai benissimo. Il calore del suo abbraccio lo senti in tutto il corpo e il suo profumo si sostituisce all’aria, all’improvviso vorresti vivere solo di quello.

«Bentornato in città», dici passandoti una mano tra i capelli, lui non risponde, sposta la tua sedia e ti fa accomodare, un vero gentiluomo che non ha esitato a ferirti e a trattarti come tutte le altre. «A cosa devo questo? Pensavo che la nostra collaborazione fosse finita». Lo guardi delusa, speravi che il primo settembre si sarebbe di nuovo seduto sulla sedia vicino alla tua scrivania, non l’hai mai spostata nonostante sia rimasta vuota.

«Sei in servizio?». Scuoti la testa. «Bene, allora ho fatto bene ad ordinare due Vodka lemon».

«Sono solo le undici del mattino, non è un po’ presto per qualcosa di così forte?». Questa volta è lui a negare. Ti preoccupi. Il cameriere appoggia i bicchieri davanti a voi, tu esiti a berlo mentre Castle ne beve quasi la metà.

 

She says, can you keep a secret
A ceremony set for June
I know it’s a rush but I just love him so much
I hope that you can meet him soon

 

 

«Lo sai mantenere un segreto?», ti chiede, tu alzi gli occhi al cielo e annuisci. «Allora bevi». Prendi il bicchiere freddo, bevi un sorso del contenuto, non sei abituata a bere a quell’ora. «Io e Gina ci sposiamo a giugno». Il bicchiere che avevi ancora in mano cade sul tavolo, non si rompe ma rovesci il contenuto sulla tovaglia beige. Ora capisci perché ti incitava a bere. Ti scusi, il cameriere finge un sorriso mentre cerca di rimediare al tuo disastro.

Non dici niente mentre lui aspetta delle parole, ne provi il suono nella tua mente, ma qualunque ti suona falsa, specialmente congratulazioni. «La amo».

Ti senti morire, non pensavi che il dolore che ti potesse provocare fosse così forte. Vorresti urlare. La tua mano si muove istintivamente verso la pistola, Castle se ne accorge e con il corpo si arretra, ma poi ritorni in te. Prendi il suo drink e lo finisci in un sorso solo. Lui ti fissa.

«Congratulazioni e figli maschi». Felicitazioni che suonano più come uno sputo in un occhio, sa che non sei sincera e sa anche che ti comporti così per non ferirlo.

Ti senti male.

Improvvisamente il tuo futuro ti si ripresenta davanti come un flashback, con lui tutto era imprevedibile invece ora lui non ci sarà più a riempire le tue giornate con ipotesi su ufo, zombie o agenti della CIA, il caffè al mattino dovrai prendertelo da sola e berlo allo stesso modo, il caso di tua madre tornerà tra i casi irrisolti, da sola non hai la forza per portare avanti quell’indagine e infine non proverai  più il desiderio di leggere il suo nuovo romanzo che parla di te, di voi, semplicemente perché non ne scriverà più.

«Vorrei davvero che tu la conoscessi meglio, secondo me andreste d’accordo». Sorridi incredula. Come potresti mai andare d’accordo con la donna che lo sta portando lontano dalla tua vita?

«No, non credo. Anzi perché me lo stai dicendo proprio ora?».

 

No, I don’t wanna love
If it’s not you
I don’t wanna hear the wedding bells bloom
If we can’t try one last time then I don’t wanna hear the wedding bells chime
Listen, you bring me up and down then try to see the light
Standing here alone,
I don’t wanna hear the wedding bells chime, the wedding bells…
The wedding bells, wedding bells

 

 

Ti sta lodando con parole convenevoli, hai smesso di ascoltarlo quando ha pronunciato la parola amica. Lo guardi e vorresti solo piangere.

Avevi creduto o forse solamente intensamente sperato che tutto sarebbe stato come prima dopo quest’estate: lui sarebbe tornato per cercare di conquistarti, perché l’hai sempre saputo che nonostante le donne per te ha sempre riservato un posto speciale, che tu hai sciupato.

Ora quel posto appartiene a lei, a Gina, e ti dovrai accontentare di un posto più marginale, come quello di amica che nel tempo dimenticherà.

Te lo immagini nel suo smoking su misura, attende Gina sotto un arco di fiori bianchi e arancioni, al suo fianco c’è Alexis, mentre Martha seduta in prima fila spera che questa sia la volta buona, gli invitati sono molti e tu seduta nelle ultime file sorridi alla donna vicino a te e dici di essere un’amica dello sposo.

No, questo matrimonio è troppo anche per te. Non sei pronta a mostrarti felice, quella maschera è troppo pesante da indossare in questo momento. Abbassi gli occhi, sparando che lui possa captare qualcosa nel tuo comportamento, qualche sentimento profondo.

Alzi nuovamente lo sguardo, ti fermi a fissare le sue labbra morbide o almeno le hai sempre immaginate così.

«Mi faresti da testimone?».

 

Pardon my harsh reaction
You’re putting me on the spot
But if I’m being honest
I’m hoping that I’m getting caught
Shouldn’t you be more happy?
Letting you see my truth
‘Cause if you recall, our anniversary falls eleven nights into June.

 

 

«No, non posso farti da testimone», dici alzandoti rumorosamente. «Non posso Richard». A passo veloce esci dal locale. L’hai chiamato per nome, non te ne sei accorta, lui sì e per questo ti è corso dietro.

Con il dorso della mano cancelli le tracce delle lacrime lasciate  sul tuo viso, cerchi di non correre, ma non riesci, non saranno quei tacchi dodici a fermati, non oggi.

Senti il vento batterti sul viso e apporre resistenza al tuo corpo nella sua fuga, ma tu sei più forte, tu sei ferita e questo si trasforma in rabbia.

«Kate». Senti la sua voce chiamarti, hai la tentazione di voltarti ma non puoi farti scoprire, rallenti lui ti raggiunge, senti la sua mano forte afferrarti il braccio. Ti fermi

«Non chiamarmi Kate», dici tirando su con il naso. «Beckett, io sono Beckett». La tua voce trema, Castle gira intorno a te, ora ce l’hai davanti. «Scusami, non me l’aspettavo». Chiudi gli occhi, per la prima volta sei sincera. «Sei sicuro? L’hai già sposata una volta, hai visto com’è finita. Vuoi rischiare di nuovo?». Annuisce. Tu muori. «Perché sposarsi? Non potete che ne so… convivere? Il matrimonio è impegnativo, e poi tu meriteresti di essere più felice di quanto possa renderti lei».

«Lei mi rende felice. Lei si dona a me. Lei non scappa», dice e tu ti senti tirata in causa. « E poi la amo». Lo guardi negli occhi, non riesci a capire se è sincero o se si sta autoconvincendo della cosa. «E poi chi altro potrebbe fare tutto questo?». Smettila di urlare il tuo nome nella tua testa, lui lì non ti può sentire. «Nessuno infatti, e se non l’ho trovata fino ad adesso sono certo che non la troverò da qui fino a giugno».

«Notte dell’undici giugno duemilasette», dici a bassa voce. «È la data in cui ci siamo visti la prima volta, tu non la ricordi eri troppo occupato a fissare il seno di quella in fila prima di me. La cosa buffa è che tu quest’estate sei partito in quello stessa data. Sai cosa diceva la tua dedica?». Castle scuote la testa. «A Kate Richard Castle». Ti fermi a pensare a quella notte lunga, hai passato ore in coda per quelle quattro parole. «Sì solo quello, mentre per molte altre avevi occupato una pagina intera di complimenti e baggianate varie. E ora mi ritrovo qui davanti a te che mi chiedi di essere testimone alle tue nozze, quando sai benissimo che io quel giorno non ci sarò, perché oggi invitandomi in quel locale hai fatto in modo che le nostre strade prendessero direzioni diverse».

«Questo è tutto quello che devi dirmi?». Lo guardi, le sue parole risuonano dure. Vorresti lasciarti cadere a terra. Lo stai allontanando completamente da te consapevole che quel distacco sarà un dolore invalicabile, che ti perseguiterà per notti, giorni, che ti porterà a vedere il suo viso in quello degli altri e a sentire le sue battute nel silenzio. Annuisci.

Speri per l’ultima volta che lui vada oltre al tuo sorriso forzato e legga il tuo desiderio di averlo tutto per te, e che magari quel futuro undici giugno possa essere la date del vostro matrimonio e non solo del suo.

«Mi hai fatto male». Non ti aspettavi quelle parole.

«Non quanto ne ho fatto a me», sussurri, lui non ha sentito o forse finge meglio di un attore. «Non avrei voluto», dici questa volta ad alta voce. «Ma ho dovuto».

No, I don’t wanna love
If it’s not you
I don’t wanna hear the wedding bells bloom
If we can’t try one last time then I don’t wanna hear the wedding bells chime
Listen, you bring me up and down then try to see the light
Standing here alone,
I don’t wanna hear the wedding bells chime, the wedding bells…
The wedding bells, wedding bells

 

 

Ti fissa.

Vi siete cercati, vi siete trovati e ora non sapete cosa fare.

«Torna al distretto», dici giocando con le dita delle tue mani. «Torna e diamoci un’altra opportunità, in fondo giugno è così lontano. Mi convincerò che lei è giusta per te». Sorride, ma sai che non tornerà, lei non glielo permetterà. «Ho solo paura di vederti soffrire».

«Un’ultima possibilità?», chiede. Tu annuisci. Vorresti solo passare un ultimo giorno con lui, un giorno normale come tanti altri, ma sai che se anche lui accettasse nulla sarebbe più come prima. Il cellulare vibra nella tasca dei suoi jeans, lui si affretta a rispondere, ti chiede un minuto mentre si allontana di qualche metro. È Gina, te lo senti.

Sorridi mentre lui è voltato, poi ti incammini nella direzione opposta alla sua, sai che quando lui avrà terminato la chiamata tu sarai già lontana.

Puoi sopportare la sua lontananza, in fondo a New York se vuoi ignorare una persona per tutta la vita puoi farlo, ma sapere che lui sarà con un’altra donna per il resto della tua vita, no questo non puoi reggerlo.

Avevi letto da qualche parte o forse sentito in qualche film che a volte le anime gemelle sono destinate a stare insieme per tutta la vita, altre invece lontane per il semplice fatto che se stessero insieme si respingerebbero talmente è forte la loro forza di attrazione.

Tu e Castle fate parte di quest’ultimo gruppo.

Il cellulare vibra.

 

Sono in piedi qui da solo e tu sapevi già la risposta.

Sapevi che se avessi detto di sì avremmo finito

per farci del male a vicenda. Mi fa male starti

lontano, eppure devo farlo per entrambi.

Ho mentito non la amo.

 

Alzi gli occhi verso le nuvole, una goccia di pioggia fredda ti cade sulla fronte.

Lui sapeva cosa si celava dietro le tue parole, conosceva i tuoi pensieri, li aveva letti nei tuoi occhi, nei tuoi gesti, nelle tue parole non pensate ma gettate addosso a lui.

Guardi gli uomini passare, pensi che magari come Castle potrai trovare chi sostituirà la tua anima gemella.

 

I don’t wanna love If it’s not you.

No, non amerai nessun altro come hai amato lui, come lui non amerà mai Gina come ama te, te l’ha pure scritto in un sms, ma tu non l’hai visto, l’hai cancellato per errore mentre ti convincevi che un giorno saresti stata meglio, lontana dalle campane nuziali.

 

Rebecca Is Here:

Ore 00.31 tra cinque ore e mezza mi devo svegliare per ripassare Napoleone III.

Eppure sono qui, non riesco a non smettere di ascoltare “Wedding Bells” dei Jonas Brothers, ad ora iTunes segnala 83 riproduzioni ed è uscita oggi come canzone. Si, non sono sana di mente.

Niente Happy Ending, già. Vi ho già detto che non credo nel lieto fine? Beh ora lo sapete, per il semplice fatto che se non esiste nella vita perché deve esistere nelle storie?

La vorrei dedicare al fantastico gruppo “Castle Made Of” di cui sono diventata membro *saltella felice*

Ora vado a nanna, buonanotte

Okay niente buonanotte buon pomeriggio perché la posterò al rientro da scuola

Grazie di aver letto!!

Baci Becky

 

                                                                                                                                  

 

 

   
 
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