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Autore: heartgranade    13/10/2012    2 recensioni
Quella festa di carnevale è stata un po' più speciale.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Patrick Stump, Peter Wentz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: ciau. Come potete ben immaginare, è una storiella inventata, questi cuccioli non mi appartengono e non scrivono a scopo di lucro (magari un giorno.)
Ci vediamo alla fine.



Vedo solo il cielo.



 

Aveva deciso che avrebbe continuato a vivere ogni anno solo per questo.
La festa cittadina del carnevale era molto tradizionale e colorata: tutti gli abitanti si procuravano delle belle maschere eccentriche e si sbizzarrivano abbinando i vestiti più bizzarri, mentre i bambini correvano gioiosi per le strade, lanciando stelle filanti e piccoli coriandoli di qualsiasi forma e colore.
Patrick, Andy e Joe partecipavano, come il resto del paese, a questa festa tutti gli anni.
Avere diciotto anni non li fermava di certo dal rimpinzarsi di schifezze varie, dallo sbraitare in mezzo alla folla e, perchè no, dal lanciare qualche uovo contro la macchina di un povero cristo, ma ora di anni ne avevano ventiquattro e forse era il caso di finirla (tranne che per il cibo: per quello non si è mai troppo vecchi).
Quest'anno, dopo anni, in piazza venne accolto un nuovo stand di dolci, di proprietà di un ragazzo appena trasferitosi dalla città.
Andy, Joe e Patrick decisero di dargli un'occhiata.

Mentre i primi due si soffermarono sul cibo dall'aspetto piuttosto invitante, l'ultimo si concentrò più su chi lo serviva.
La prima cosa che notò furono gli occhi: quelli nocciola non gli erano mai piaciuti. Erano comuni e banali.
Questi, però, erano.. diversi. Erano unici e brillavano, il chè spaventò e affascinò Patrick, perchè andiamo, a chi brillano ancora gli occhi a ventianni e passa?
Durante l'infanzia e l'adolescenza succede spesso, sei ancora incantato, ci credi, sei speranzoso, hai la forza per sopportare e combattere, sei così ingenuo che pensi che forse, là fuori, non sarà così dura. Poi, un bel (si fa per dire) giorno ti svegli e realizzi la cosa come se qualcuno ti avesse tirato uno schiaffo in faccia: sei entrato nel mondo degli adulti, nel mondo dei cosiddetti grandi, ora devi pensare a trovare un lavoro, un partner, una casa, a pagare le bollette. Ti rendi conto che ti sei disincantato. Patrick ricordava bene quell'odiosa mattina, e probabilmente era questo il motivo per il quale quel ragazzo quasi lo spaventava.

Spostò l'attenzione ai capelli: erano neri, lunghi fino alle spalle e disordinati.
Ogni volta che gli piacevano i capelli di una persona, mentre li guardava immaginava di passarci una mano in mezzo e di accarezzarli fino allo sfinimento. Non c'è bisogno di dire che era esattamente ciò a cui stava pensando.

Abbassò lo sguardo sulle labbra.
Era a un secondo dal iniziare un commento mentale su quelle labbra quando queste si aprirono, sfoggiando un grande e meraviglioso sorriso (purtroppo non rivolto a lui) che quasi si sentì cadere in ginocchio.
Assorbì la mezza figura del ragazzo in un batter di ciglia e decise che era la cosa più bella che avesse mai visto.

Scosse la testa, uscendo dal suo piccolo mondo di adorazione, ordinandosi poi di comprare qualcosa, perchè uhm. Il ragazzo -Pete, c'era scritto sulla targhetta-, si era voltato e, con un grosso sorriso, era pronto a prendere il suo ordine.

Patrick si girò un attimo per controllare se i suoi amici fossero ancora lì ma, come loro solito, erano spariti. Puff.
Si voltò di nuovo verso Pete e dovette contare fino a dieci per evitare di dire qualcosa di.. strano.

Erano le 18.55, e tra cinque minuti tutti gli stand avrebbero chiuso.
Patrick ordinò due ciambelle e due caffè da portar via.

Pete uscì dal retro, dopo aver sistemato tutto ed aver chiuso. Passò dal fronte del suo stand, stringendosi nel suo cappotto, quando udì una voce infreddolita. 
-Hey, non vuoi un po' di caffè caldo?-

Conversarono per quelli che sembrarono anni, scoprendo di avere molti interessi in comune, e di non essere poi così diversi.
Uno dei tanti era che entrambi odiavano l'esercizio fisico ma amavano con tutti loro stessi la musica.
La conversazione, inoltre, comprese almeno trecento grazie di Pete, seguiti da almeno trecento -nessun problema- di Patrick.

-Sai cosa?- Patrick interruppe il silenzio.
Pete si limitò semplicemente a fare un'espressione curiosa.
-Mi... mi sembra di aver vinto il mondo a questo carnevale. So che potrebbe sembrarti stupido e... insensato? Ma... ma è così.-
Non rispose, e contemplò i suoi occhioni azzurri, quasi scambiandoli per il cielo.
Alzò lo sguardo verso di esso, solo per un piccolo confronto.
Gli occhi di Patrick vinsero.
-Sai cosa? Anche a me.-











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Ciau, eccoci qua! Credo che questa sia meglio di quella prima haha.
Le recensioni sono ammmore, e importanti perchè mi sta frullando in testa l'idea di prendere la scrittura sul serio e ho bisogno di critiche sincere.
Alla prossima!

Eri


 

  
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