13/10/2012
4 recensioniTitolo della storia: Chi l'avrebbe mai detto?
Pacchetto musical scelto (Frase): Mouline Rouge ('Le cose non sono sempre come sembrano')
Personaggi: Marron e Yamcha
Prompt (se utilizzato): Destino
Rating: Verde
Genere: Malinconico/Introspettivo
Note: Questa Fan Fiction partecipa al contest 'Ciak: si balla e si canta…. Ovvero Musical, che passione!' di babykit87l
Chi l'avrebbe mai detto?
{È così piccola...
...eppure nei suoi occhi vedo un'immensa saggezza...}
{È così piccola...
...eppure nei suoi occhi vedo un'immensa saggezza...}
Alza la testa e quando incrocia il mio sguardo mi corre incontro. Sbatte le manine nella sabbia lasciando la bocca leggermente aperta, da cui penzola una lingua rossa di amarena.
«Zio Yamcho, la vuoi anche tu la granita?» chiede guardandomi con i suoi enormi occhi azzurri.
Sorrido appena, un sorriso impercettibile. Ancora non riesco a credere che una bambina così solare sia la figlia del mio migliore amico. Mi appoggio ad un gomito e penso, penso alla vita, alla stranezza della vita. Io, bello, forte, coraggioso sono single da anni. Crilin, impacciato, buffo, amante, senza ombra di dubbio, invece, sposato con una figlia. «Il destino è proprio strano a volte... » penso guardando quella bimba. Una bellissima bambina di nome Marron, con due codini sulla testa, dolcemente fatti dalla sua cara madre. E che madre...
Senza volere mi schiaffeggio il volto, non devo pensare alla madre di quell'angioletto in quel senso.
«Zio! Ti sei fatto la bua!» grida la piccola avvicinandosi, i suoi occhi sono enormi e vedo che è davvero preoccupata.
Le sorrido e mi alzo, accorgendomi che ero stato piegato sulle ginocchia tutto il tempo.
«Non è niente piccola!» esclamo, sfoggiando il mio miglior sorriso.
Lei però mi raggiunge lo stesso, costringendomi ad abbassarmi. Ha in mano un kit da prontosoccorso. Sorrido 'Che bambina piena di risorse.'
«Allora... se ti faccio così ti fa male?» chiede spingendo forte sulla mia guancia.
Fingo molto dolore e faccio finta di cadere a terra. «Ahi! Marron più piano... volevi uccidermi?»
Mi sorprende sempre di più, quando, con in mano una specie di mini-bisturi, esclama «Mi dispiace, ma sarò costretta ad operare nel tuo cervello.»
Per poco non svengo. Mi rialzo, fa davvero paura quella bimbetta! Mi pulisco la maglietta sporca di sabbia, ma in un attimo sono di nuovo a terra, mi ha spinto lei. «Fermo!» grida alzando quella specie di arma letale.
Mi dimeno e sorrido, purtroppo lei crede che io faccia per gioco e continua nella sua operazione. Poco prima che mi raggiunga il viso dico, cercando di mantenere un tono calmo «Piccola... non credi che dovremo farlo di là?»
Lei mi sorride e annuisce «Hai ragione!»
I suoi occhi sono luminosi e pieni di vita, ha solo bisogno di un compagno di giochi. E io che pensavo che avesse istinti omicidi come la madre! Fortunatamente le cose non sono sempre come sembrano.
Lentamente si sposta e si reca verso la Kame House. Sospiro soddisfatto e mi preparo a spiccare il volo, devo andarmene. Non posso affezionarmi troppo a lei, è già successo altre volte. Mi alzo leggermente da terra e la vedo correre spensierata verso il giardino, è convinta che io la segua. Saltella contenta e canticchia una canzoncina. Più la guardo e più vedo in lei il mio amico Crilin. Sorrido e migliaia di pensieri mi affolano la mente. Perché lo sto facendo? Chi mi impedisce di giocare con lei? La paura. Colei che mi ha impedito di affrontare fin troppe cose, come Bulma e Vegeta. Mi ha impedito di avere una vita. Perché Crilin, io ti ho sempre stimato, voglio che tu lo sappia. Nonostante tu non sia proprio 'bello', non sei alto, non hai lo charme... però hai qualcosa di più. Hai la capacità di parlare con il cuore. L'ho capito sai, amico. E... e tua figlia sembra averla ereditata da te. Come... come si fa a non amarla? Il destino a voluto questo, a voluto che mi affezionassi a tua figlia, la tratterò bene.
Scendo a terra e seguo quei codini spensierati. Non so cosa mi farà quella perfida bambina, ma non credo che un bisturi possa scalfirmi. Voglio fare ciò che non sono stato con te, o almeno, non abbastanza. Voglio essere un amico vero. Sorrido, o come dice lei, uno zio.