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Autore: GoodGoneGirl    14/10/2012    0 recensioni
*FANFICTION MOMENTANEAMENTE SOSPESA*
Angelique è una ragazza allegra, bella e solare.
Figlia di Horace e Mélodie Moreau, nobile famiglia francese, è costretta a rispettare e seguire regole a lei poco consone.
Angelique è spesso in conflitto con i genitori per la sua particolare personalità, e per questo verrà messa molte volte alla prova.
Le cose saranno ancora più difficili per lei quando conoscerà Chase, un ragazzo inglese trasferitosi in Francia per fare fortuna.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ore 6:30 del mattino. Il sole filtrava dalle tende di camera mia. Qualcuno si muoveva ai bordi del letto.

Signorina? Si svegli, Signorina. E' ora di alzarsi”. La voce di Annette era dolce. Mi svegliai subito. A mala voglia scesi in cucina per fare colazione.

Erano già tutti in piedi. Mia madre mi diede un leggere bacio sulla fronte mentre dava la colazione a Aliénor e Kilian. Louis mi sorrise. Mio padre invece era stranamente serio.

Mi sedetti tranquilla accanto a Lou, e iniziai a intingere dei biscottini nel thè. Mio padre mi guardava serio.

Non sono sicuro della scelta che abbiamo fatto”, disse poi.

Non sei sicuro del ragazzo, caro?”, domandò stupita mia madre.

Esatto. Non credo che sia adatto a lavorare per noi”.

E perché no?”, continuava mia madre.

Mio padre si bloccò. Mi guardò un attimo, poi riprese a parlare.

Perché ieri quando stava lavorando in giardino, Angelique lo ha ripreso molte volte. Vuol dire che non svolge il suo lavoro come si deve”.

Ma no! Cosa andate a pensare, Padre?”, intervenni io. “Chase è un bravo ragazzo. Non ha molta esperienza, ma imparerà presto”. Sorrisi, cercando di nascondere il mio spavento. Non volevo che lo cacciassero.

Hai ragione, Padre. Sbagli spesso, ma vedrete che dopo poco sarà bravissimo”, disse Louis.

Mph.. Va bene. Rimarrà. Ma ditegli di sbrigarsi a imparare. Non mi piacciono i perdi tempo”. Detto questo si alzò e andò nel suo studio.

Sospirai, felice. Louis mi diede una leggera spinta.

Ti piace proprio andare in giro mezza nuda, eh?”, disse ridendo. Ero scesa in cucina con la camicia da notte, senza nemmeno mettermi la vestaglia.

Tuo fratello ha ragione. Devi coprirti quando esci dal letto. Potresti ammalarti”, disse mia madre, posandomi uno scialle sulle spalle.

Si, Madre. Lo farò”. Mangiai gli ultimi quattro biscotti e andai in camera mia a vestirmi. Annette stava rifacendo il mio letto. Chissà se Chase era già sveglio e a lavorare. Mi misi i pantaloni e una camicetta bianca. Sistemai due ciuffi che mi coprivano gli occhi, e scesi in giardino.

Bello, il mio giardino. Molto grande, con gli alberi a lato e ricoperto di tanti fiorellini colorati. Ma Chase non c'era. Dov'era finito? Forse mio Padre lo aveva cacciato? No, è un uomo di parola, lui. E allora dov'era??

Tornai in sala, e trovai mio pare e mia madre seduti sul sofà leggere, con i miei fratellini ai piedi che giocavano.

Padre, Madre, sapete dov'è andato Chase, il nuovo ragazzo?”. Mio Padre mi guardò sospettoso.

Perché ti interessa?”. Perché mi interessava? Non lo so. Volevo conoscerlo, ma se non sapevo dov'era non potevo farlo.

Ehm.. Bhè io...”.

Oh, forza caro. Non dar fastidio a Angelique”. Mia Madre, per fortuna.

E' uscito, tesoro. L'ho mandato a fare la spesa”.

Da quanto tempo è fuori?”.

Non so, sarà si e no una mezz'oretta. Lo dovresti trovare al mercato in centro, comunque”.

Va bene. Grazie mamma. Padre...”. Accennai un saluto veloce e mi fiondai fuori di casa. Aspettai qualche minuto la carrozza pubblica, che passò poco dopo. Salii. C'era davvero tanta gente. Era sabato, e il sabato c'è sempre un sacco di gente che va al mercato. Sarebbe stato difficile ritrovare Chase in mezzo a tutta quella folla.

Arrivata in centro scesi proprio davanti a mercato. Diedi uno sguardo veloce in giro. Donne che correvano con sacchi pieni di cibo che si tiravano dietro i bambini per la mano. Uomini eleganti camminano veloci parlando tra loro. Mi inoltrai nella massa di gente e negozianti in mezzo alla piazza. Cercai di guardarmi intorno, ma era molto difficile. Così andai a un banco dove andavo di solito. Vendevano stoffe di ogni genere e colore, nastri, bottoni e tutto il necessario per i vestiti. Era in assoluto il banco che mi piaceva di più. La signora Antoniette stava seduta come al solito dietro al suo banco, leggendo un vecchio libro.

Oh, Angelique! Che piacere rivederla! Come sta?”, mi chiese sorridendo.

Tutto bene Antoniette, grazie. E lei?”.

Oh, tutto bene anch'io. Come posso esserle utile oggi?”.

Per ora in nessun modo. Do un'occhiata alle ultime novità”.

Come vuole”. Riprese a leggere.

Mi saltò subito all'occhio una stoffa bellissima: era nera, liscia e con delle piccole applicazioni brillanti su tutta la stoffa. Doveva valere molto. Prima che potessi prenderla, una mano bianchissima la tirò via da sotto i miei occhi. Quasi mi prese un colpo.

Chase!”. Il ragazzo mi guardò stupito, e mi sorrise. “Che ci fai qui?”.

Vostra madre mi ha mandato a fare la spesa”, disse, posando la stoffa.

Bhè, ma noi mica mangiamo stoffa!”, dissi, ridendo. Rise anche lui.

Le piace?”, mi chiese poi.

Si, moltissimo”.

A quanto la fa questa stoffa, signora?” chiese ad Antoniette.

Oh, quella è molto cara, ragazzo. Non credo tu te la possa permettere”.

Non importa. La prendo lo stesso”. Con dei soldi di cui non conoscevo l'esistenza, Chase acquistò quella stoffa bellissima e me la porse.

E' per me??”, chiesi stupita.

Certo. La prenda come un segno della mia gratitudine. Infondo, è merito suo se sono stato assunto”. Sorrideva. Presi la stoffa e ci incamminammo insieme.

Guarda che mi puoi dare del tu”, dissi poi.

Davvero posso?”.

Certo”.

Oh, grazie. E' davvero stressante dare del Lei o del Voi a tutti quelli che passano”. Sorrise.

Si, lo so!”, sorrisi anch'io. Era molto carino ed educato. Mi piaceva.

Tu sei inglese, vero?”, chiesi timidamente.

Si. Vengo da Oxford. Sai dove si trova?”.

Si si. E perché ti sei trasferito qui?”. Forse non dovevo chiederlo..

Bhè, per motivi di lavoro. E' ovvio. La mia famiglia è rimasta in Inghilterra. Ci sentiamo spesso però via lettere”. Ha un viso nostalgico. Deve mancargli molto la sua famiglia..

Quanto tempo è che sei qui?”.

Non molto, a dire la verità. Saranno più o meno sei mesi”. Si passa una mano tra i capelli per sistemarli. E' davvero molto bello.

Tu invece, a quanto so, sei nata qui. Giusto?”.

Giusto”.

E non hai mai pensato di andare a vivere altrove?”.

No. Perché dovrei?”. Che domanda strana.

Non so. Non ti piacerebbe vedere il mondo?”. Ha lo sguardo scintillante. Dev'essere il suo sogno.

Certo. E un giorno lo vedrò. Farò il giro di tutto il mondo per promuovere la mia linea d'abbigliamento. Sai, diventerò una stilista...”. Ci sediamo su una panchina sotto la statua della piazza centrale, quella accanto al mercato. C'è ancora un gran via vai.

Ahh. Capisco. E' per questo allora che la signora del banco della stoffa ti conosce così bene”, sorride.

Eh, si! E grazie ancora di avermi regalato questa stoffa splendida!”. Tiro fuori la stoffa dal sacchetto: è veramente il tessuto più bello che abbia mai visto. Però mi dispiace per Chase. Quei soldi gli servivano.

Senti, voglio renderti il denaro che hai usato per questa”. Mi guarda con gli occhi spalancati.

Stai scherzando, vero? Non sarebbe più un regalo....”.

Ma quei soldi ti servivano!”.

Se mi fossero serviti non li avrei usati”. Giusto. Non c'avevo pensato.

Sei sicuro?”.

Si, tranquilla”.

Come vuoi. Che dici, torniamo a casa?”. E' quasi ora di pranzo.

Va bene. Poi però dovrai farmi vedere il vestito che realizzerai con questa stoffa”, mi da una pacca sulla spalla e mi sorride.

Certo Chase. Contaci”.

A mala voglia ci incamminiamo verso casa, sempre parlando e scherzando. E' davvero bello parlare con lui.

Ah. Posso chiederti un favore?”, chiedo davanti alla porta di casa.

Dimmi pure”.

Quando ci sono i miei genitori potresti darmi del Lei? Lo so che è noioso...”.

Certo, tranquilla. Non voglio certo farmi cacciare”.

Grazie”. Gli sorrido e entriamo in casa. Io dalla porta principale e lui dal retro. Come inizio di una conoscenza non è affatto male... :33

 

 

 

   
 
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