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Autore: TheGloomyClown    14/10/2012    3 recensioni
Aveva paura. L'unica cosa buona che gli era capitata nella vita, l'unica persona che lo aveva accettato senza indugi, lo tormentava. Per essere precisi, ciò che di quella persona era rimasto.
- Lui non se ne andrà mai... -
Genere: Dark, Sovrannaturale, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Axel, Roxas
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun gioco
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 13th July


 Erano passati anni, ormai, da quel tragico giorno. Tre, lunghi e tormentati anni. Sua madre lo aveva sostenuto, gli era stato accanto e cercava, anche dopo tutto quel tempo, di non lasciarlo mai solo. Suo padre continuava a dirgli che, prima o poi, avrebbe dimenticato tutto. Ma come poteva dimenticare?
 
- Ok, Roxas, ci vediamo domani!
- Sì, vedi di non arrivare in ritardo come al solito...
- Sei tu che arrivi sempre in anticipo!
 
Tre anni quel giorno. E continuava a vederlo, nella sua testa. Il suo migliore amico.
 
- Ciao, Rox!
- Ciao un cazzo, Ax… è mezzora che ti aspetto…
- I miei capelli non si sistemano da soli, amico…
- E ci hai messo mezzora per conciarti come un pagliaccio?
- Ehi, ti sembra il modo di trattarmi? Non ho fatto due chilometri a piedi per venire qui ed essere insultato, marmocchio!>>.
 
Roxas non aveva mai avuto molti amici. Axel era stato il primo ad averlo capito veramente. Avevano fatto un mucchio di cose insieme. Gli aveva anche insegnato a guidare…
 
- Dai, non farti pregare…
- No, Ax, non ci vengo…
- È solo una festa…
- Certo… poi i tuoi amici mi prenderanno per il culo tutto il tempo, come OGNI volta che vengo ad una vostra festa…
- Ma a te che importa? Tu resta con me e vedrai che ti lasceranno in pace…
 
Si alzò dal letto, ancora intorpidito, e scese le scale. In cucina trovò sua madre intenta a cucinare il pranzo.
- Buongiorno, Roxy… finalmente ti sei svegliato…
- ’Giorno…
- Hai fame?
- No…
 
- Ax, non credo sia una buona idea…
- Senti… tu non hai bevuto… e poi… sai guidare, no? Te l’ho… insegnato io…
- Sì, ma… non sono capace…
- Va bene, amico… posso… posso guidare io…
- Sei mezzo ubriaco…>>.
- Nah… lo reggo alla grande, l’alcol… dove cazzo ho messo le chiavi?
- Ma stai a malapena in piedi, Ax…
- Vuoi… vuoi guidare tu… Rox?
- …
- Allora sali e non rompere…
 
- Perché quella faccia?
- Oggi è il tredici di luglio, mamma…
La donna si sedette accanto al figlio, cingendogli le spalle con un braccio.
- So che stai molto male per Axel, tesoro… ma non devi tormentarti così…
- È stata colpa mia…>>.
- Non dire così…
- È stata colpa mia!
Alcune lacrime sottili rigarono il volto del ragazzo. La madre rimase in silenzio.
- Lo dice anche lui… - sussurrò, flebilmente.
- Chi… chi te l’ha detto?
- …Axel…
 
- Ragazzo? Riesci a sentirmi?
- …
- È vivo! Non preoccuparti, andrà tutto bene…
- Cosa… cosa è…
- Sta tranquillo, ora ti portiamo in ospedale…
- P- perché? Dove…Axel! Dov’è Axel?
- Calmati, non dovresti agitarti così…
- Ma Axel…
- Andrà tutto bene…
 
- Ancora con questa storia. Rox?
Roxas si alzò di scatto. - Non chiamarmi così! - urlò.
La madre lo guardò, scioccata.
- Non chiamarmi così… Axel mi chiama sempre così… Non farlo più…
- Ma che stai dicendo? Axel è morto!
- Non voglio… non voglio… non…
- Smettila, Roxas, Smettila! - gridò la donna, afferrandogli le spalle e scuotendolo con forza.
Lui la guardò negli occhi. - È morto, mamma…
- …
- Ma non se n’è ancora andato…
 
- Oh, Roxas, sei sveglio!
- …ma-mamma…
- Oh, grazie al cielo stai bene! Eravamo così in pensiero per te! Tuo padre è uscito un attimo, adesso dovrebbe…
- Axel… dov’è Axel?
- …tesoro, non devi preoccuparti, ora pensa a…
- Dov’è Axel??
- Ascolta tua madre, Roxas…
- …papà…
- Ti sei svegliato, finalmente…
- Axel sta bene?
- Dovresti mangiare qualcosa, adesso…
- Perché non volete rispondermi??
 
- Sei impazzito, Rox?
Il ragazzo si coprì le orecchie. - Smettila… smettila di chiamarmi così…
- Roxas, adesso basta! -. Uno schiaffo lo colpì in pieno volto. - Va in camera tua, subito…
Roxas rimase immobile per qualche secondo, poi corse al piano di sopra e si chiuse in camera, sbattendo la porta.
 
- Axel è morto, Roxas…
- …
- Mi dispiace, figliolo…
- C-cosa?
- Dopo l’incidente… è stato portato d’urgenza all’ospedale… aveva una grave emorragia interna… non ce l’ha fatta…
- No, non è vero…
- Mi dispiace…
 
Non aveva più mangiato. Non aveva più parlato. Non aveva più dormito. Per i primi giorni aveva faticato a credere che il suo migliore amico l’avesse davvero lasciato. Se ne rese conto perché cominciò a sentirne la mancanza. Nessuno che lo chiamasse per uscire. Nessuno che gli telefonasse alle due di notte per dirgli una cazzata. Nessuno con cui parlare. Era solo.
Ma rimase solo per poco tempo…
 
- Perché siamo venuti qui?
- È il tuo migliore amico… non vuoi nemmeno essere presente al suo funerale?
- No…
- Quelli non sono i suoi amici?
- Credo di sì…
- Haha! Ma dai! Poverino! -, - Si, era ubriaco marcio… credo ci fosse anche quello sfigato, ma non s’è fatto che qualche graffio… -, - Beh, prima o poi doveva succedere… faceva troppe cazzate, quello…- , - Si, hai ragione! -.
- Divertente, vero?>>.
- Oh… tu devi essere Roxas… stai bene?
- Axel è morto… secondo voi sto bene?
- Ehm… io intendevo…
- Nemmeno voi dovreste stare bene…
 
Aveva sofferto la solitudine più d’ogni altra cosa. Gli sembrava troppo innaturale vivere senza Axel.
Erano andati a trovare la famiglia di Axel, due giorni dopo il funerale. Nessuno di loro era stato presente. La madre, era risaputo, aveva problemi di alcolismo da quando aveva divorziato. Probabilmente aveva passato il pomeriggio del funerale a bere in una bettola. Il padre era scomparso dopo il divorzio, aveva trovato lavoro all’estero. A Roxas sembrava impossibile che nemmeno uno di loro si fosse presentato. Non poteva essere l’unico a sentire la sua mancanza…
Intanto i giorni lasciavano posto alle settimane e poi ai mesi, fino a che non passò un anno. E, per Roxas, la notte del primo anniversario dalla morte di Axel fu impossibile da dimenticare.
 

  
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