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Autore: ehyshady    16/10/2012    0 recensioni
Follemente innamorata dell'idea dell'amore.
Maledettamente spaventata dall'idea di metterlo in pratica.
Dannatamente attratta dall'idea di farlo.
Si, questa è J.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Lime | Avvertimenti: Bondage | Contesto: Contesto generale/vago
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L'amore: argomento principale di film, libri, canzoni, favole per bambini, racconti, vite da adolescenti, adulti.
L'amore è quella cosa che viene definita la sensazione più bella che tu possa provare nel corso della propria esistenza.
Beh, a tale proposito avrei un quesito da aggiungere.
E se si trattasse di un amore mancato? Quasi nessuno ne parla, infatti viene quasi sempre considerato irrilevante.  
Irrilevante o meno, è pur sempre una manifestazione d'amore, o sbaglio?
Eppure, è del tutto diverso dai film, dove, quando due sguardi si incrociano, si innamorano perdutamente dal primo istante.
Se non erro, è il così detto 'amore a prima vista'.
E se invece la scintilla scattasse solo da una parte?
Se l'amore non fosse ricambiato? Quali sono poi gli effetti sull'amante?
Nessuno ne parla.
Tutti si concentrano solo ed esclusivamente sull'amore di coppia. Peccato che però io sono sempre andata controcorrente.
L'amante in questione è pur sempre un essere umano, capace di provare dei sentimenti come tutti gli altri.
Puah, che schifo.
Gli sprechi mi hanno sempre fatto schifo, fin da bambina, quando vedevo gli avanzi di pasta buttati nel cesto dell'immondizia. Chi ha detto che quella pasta era meno buona dell'altra? Nessuno, però tutti erano già sazi, e quella veniva scartata.
Spreco di cibo, spreco d'amore.
Io davvero non riesco a trovarci una differenza.
Pur sempre uno spreco è. Ed è esattamente questo il punto.
Tutto quell'amore in attesa di essere condiviso che avrebbe reso felice qualcuno, destinato a rimanere nel cuore, o meglio, nella mente di una sola persona. E la persona finisce in una sorta di agonia, una depressione. Inizia a domandarsi cosa ci sia di sbagliato in se stessa, inizia a vedere il mondo in maniera diversa. A contare i propri difetti, e a vedere negli altri, quello che essa non possiede. E non importa in quanti le ripetano che non c'è nulla di sbagliato in lei, che è una persona meravigliosa, che trovarà qualcuno di migliore. Non ci crederà.
Fortuna che passa. Tutto passa.
Il dolore, le preoccupazioni, la paura, e persino la felicità.
Durano solo un momento, ma creano l'illusione che quel momento, sia il più lungo della tua vita.
E si, come avrete capito sto parlando della mia storia.
Ma in caso vi fosse sfugito, sappiate che vi invidio. Anche io vorrei essere capace di lasciarmi sfuggire le cose più ovvie. Sarebbe decisamente tutto più facile.


Risate, tante risatine irritanti.
«Sei solo una puttana, vatti a scopare quel frocio del tuo amichetto, vai!»
Altre risate.
L'adrenalina saliva ogni millesimo di secondo di più.
«Ehi zoccola, quanto vuoi per un bocchino?»
Bum. La bomba esplose.
Una spinta. La spinta più forte che avessi mai dato.
«Oh, ma che cazzo fai?»
Quella voce squillante, nella quale si poteva quasi udire una sfumatura di preoccupazione, rimbombò nel corridoio della scuola.
E poi sbem, un calcio in mezzo ai testicoli.
Urla. Gente che ansimava. Chiacchiere indecifrabili.
Non ascoltavo nessuno.
Il biondo piegato in due dal dolore, sembrava quasi non riuscisse più a rialzarsi.
Un altro calcio, stavolta sul ginocchio (giuro di averlo sentito scrocchiare) , seguito poi da un altro urlo.
Stavolta il ragazzo si alzò di scatto e mi diede uno schiaffo sul volto, poi un altro.
Alcuni studenti provavano a fermarlo, ma era imbestialito come non mai.
Scoppiai a ridere di gusto.
«Scusa coglione, avevo di gran lunga sopravvalutato la tua forza. Sei ridicolo.»
Ricambiai uno schiaffo, ma stavolta fu la preside a fermarmi subito dopo.
Mi trascinò nel suo ufficio e chiamò mio padre.
«La situazione degenera di giorno in giorno, sua figlia assume comportamenti fin troppo sgarbati, le dovrò assegnare una sospenzione per far si di riordinarle le idee, le consiglio di affidarla ad uno psicologo..» BLA,BLA,BLA. Ormai erano tutte frasi che conoscevo a memoria, e che ripeteva ogni singola volta, solo che ogni tanto ne cambiava l'ordine.
Ero sicura al cento per cento che mio padre non avesse ascoltato una parola di quello che usciva dalla bocca di quella cinquantenne dai capelli rossastri.
E ovviamente, appena uscimmo dalla porta della presidenza, arrivarono le cinque magiche parole.
«Jasmine, ma che problemi hai?»
«E' stato lui ad istigarmi dandomi della putt..»
«Mi fai sempre perdere tempo, lo capisci? Non potresti semplicemente cercare di comportarti in maniera civile senza farmi perdere una giornata di lavoro? Lo sai che già abbiamo problemi economici, evita di metterci anche del tuo come sempre,e cresci un pò.»
Mio padre salì in macchina, e partì dopo neanche un istante.
Ovviamente avevo già capito che avrei dovuto arrangiarmi per tornare a casa.
Abbassai lo sguardo, e infilai le mani nelle tasche alla ricerca di qualche moneta per pagare il biglietto dell'autobus.
Iniziai come al solito a farmi venire i complessi, ripetendo nella mia mente che nessuno avevesse bisogno di me, o che risultavo solo uno stupido fallimento agli occhi di tutti.
Per fortuna una pacca sulla spalla mi fece tornare alla realtà prima che arrivassero le lacrime.
Jared.
«E Jaz,come stai?»
«Sprizzo di felicità, non mi vedi?»
Il sarcasmo non è mai stato il mio forte.
«Mi è arrivata la voce che hai fatto a botte con Nicholas e lui ce le ha prese!»
Scoppiò a ridere.
«Pura verità, mi ha dato della puttana, era il minimo che potessi fare.»
«Bho, secondo me dovevi lasciarlo stare e fargli capire che di lui non ti importa affatto.»
«Ma infatti non mi importa affatto! Non me lo cago, è solo che stare ferma e farmi insultare non è nel mio DNA.»
«Si, ma dovevi mostrargli che ti importava, che persino il suo giudizio era irrilevante.»
«Sai, a volte darei un braccio per riuscire ad avere almeno un quarto della tua saggezza.»
Ed era vero. 
Jared era la persona più saggia che conoscessi, e anche il migliore amico che avessi mai avuto. E forse anche l'unico che sia rimasto nonostante il mio vaffanculo facile, gli sbalzi d'umore, il pessimismo,  il mio carattere di merda insomma.
E gli volevo davvero bene, solo che non avevo mai trovato la forza di dirglielo.
Non sapete quanto possa risultare difficile pronunciare quelle tre parole per me.
Ma beh, prima o poi lo supererò.
«O forse..»
Sussurrò.
«O forse,cosa?»
Chiesi, incuriosita.
«O forse ti importa davvero di quello che pensa di te quel tizio, e allora..»
«Rimangio la frase della saggezza. Sei un fuori di testa, Jey. Ma che ti sei fumato?»
Abbassai immediatamente lo sguardo.
«Ehi, non ti agitare, era solo un'ipotesi.»
«Un'ipotesi stupida. Adesso vado, ci si vede.»
Salii sull'autobus che si era appena fermato, infilai le cuffiette nelle orecchie e mi persi nei miei pensieri.





Beene, salve a chiunque stia leggendo questa sottospecie di storia!
AHAHAHHA, beh, ovviamente è solo un assaggio,
deve ancora prendere forma e.e
L'avrei continuata ancora, ma temevo ne uscisse
una cosa chilometrica,quindi per ora posto
solo questo.
In teoria neanche avevo pensato di pubblicarlo mentre
scrivevo, infatti l'ho solo per
non pensare a quello che mi stava succedendo,
ma poi ho cambiato idea lol.
Anywaaaaay, grazie per la vostra
attenzione.
Mi fareste infinitamente felice
se lasciaste una vostra recenzione, ma
se non ne avete voglia fa nulla.
Grazie a tutti! :)
  
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