Anime & Manga > Axis Powers Hetalia
Ricorda la storia  |      
Autore: happley    16/10/2012    4 recensioni
"Hai perso, America."
Un piccolo scorcio sulla prima grande sconfitta americana: la guerra del Vietnam. Implicita America/Vietnam.
Genere: Guerra, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, America/Alfred F. Jones
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Pairing: slightAmerica*Vietnam.
Avvertimenti: Het; Missing Moments.
Genere: Malinconico.
N/A: La shot si ambienta a metà fra presente e passato e si riferisce alla guerra civile del Vietnam negli anni ’60; per chi non lo sapesse –perché magari non l’ha mai studiato in storia, o che so io- gli americani appoggiarono il Vietnam del Sud, ma furono pesantemente sconfitti dai comunisti del Nord. Fu una delle prime guerre perse dagli americani, usciti vincitori da entrambe le guerre mondiali, e il conflitto lasciò dietro di sé bagni di sangue e diversi milioni di morti da entrambe le parti contendenti.
 
Loser
 
Sa perfettamente che dovrebbe fare più attenzione alla riunione di cui è presidente; sa anche con certezza che Inghilterra più tardi lo picchierà e gli strillerà contro, perché lui non ha sentito una parola di ciò che l’inglese ha detto.
Ma nonostante America sappia ciò che accadrà, non riesce a far niente per cambiare le cose.
Da quando lei è entrata in sala, circondata dalle nazioni asiatiche, non è riuscito a staccarle gli occhi di dosso. Non riesce a concentrarsi su nient’altro che non sia il suo viso, le sue labbra, i suoi capelli.
I suoi occhi.
Ricorda bene l’ultima volta che l’aveva vista, e non era mai stata così bella…
 
Pioveva… America rifletté che quasi tutti gli eventi peggiori della sua esistenza erano avvenuti in giornate piovose, e dentro di sé cominciò ad odiare l’acqua che cadeva su di loro.
Sembrava che fosse fatto apposta, che venisse giù solo per gettare sale sulle sue ferite aperte.
Era esausto; era steso a terra nel fango e non riusciva ad alzarsi per via del dolore intenso che gli pervadeva tutto il corpo. Un’ondata di gelo lo travolse. Chiuse gli occhi e contò, poteva sentirli cadere uno ad uno…
Altri migliaia di soldati morti. Altri connazionali da commemorare. Altre vite umane in meno.
Aprì gli occhi. Aveva la vista sfocata, non sapeva se a causa della pioggia, o delle lacrime, o delle lenti appannate degli occhiali. Davanti a lui c’era una figura, una donna.
Lei.
Indossava la divisa militare, sporca e lacera in più punti e un po’ troppo grande per il suo corpo minuto, e gli stava puntando contro un’asta di ferro, di colore rossiccio scuro per via della ruggine.
Gliela puntava al petto, come il vincitore punta la spada alla gola del nemico.
Era coperta di terra, fango e sangue da capo a piede, con i capelli unti e disordinati che le ricadevano sulle spalle e sulla fronte; una fasciatura le cingeva il capo, e rivoli di sangue fresco, denso e scuro scivolavano da sopra l’occhio destro fino al mento, arrivando a sfiorare gli angoli delle labbra spaccate.
Labbra che si aprirono per pronunciare solo tre parole.
America capì e rimase a fissarla. Il dolore era accecante, aspettava solo il colpo di grazia.
Ma gli occhi castani della ragazza non cercavano vendetta: portavano dentro la stessa sua sofferenza, l’odio non per il nemico ma per una guerra senza senso, la consapevolezza delle vite umane perdute.
Erano occhi colmi di una tristezza oceanica, profonda, lacerante.
Non sorrideva; quello non sembrava neanche il volto di una vincitrice.
 
Ora il suo viso è un po’ più pieno –forse per merito delle cure di Cina- e il suo portamento un po’ meno mascolino; sembra più aggraziata e serena, come se fossero passati secoli da quella notte.
Eppure, quando i loro occhi s’incrociano, America sa che anche lei ricorda ogni singolo dettaglio di quella guerra e la porta dentro di sé, esattamente come lui.
Vietnam non gli sorride neppure adesso; china lo sguardo e stringe i pugni, come se stesse ancora impugnando quell’asta, la sua spada da vincitrice.
America chiude gli occhi. Le sole tre parole che lei aveva pronunciato quella notte gli tornano alla memoria, dardeggianti e amare come erano uscite dalla sua bocca.
 

“Hai perso, America.”
 
 
 
 
-

  **Angolo dell’Autrice**
Ciao :)
Ho sempre immaginato Vietnam come una ragazza forte e combattiva, ma allo stesso tempo molto triste. Il suo rapporto con America è molto complicato, tuttavia non c'è esattamente odio tra i due - insomma, in Hetalia se si dovessero detestare ogni volta che si fanno guerra, nessuno parlerebbe più con nessuno(?). Penso invece che, nonostante la guerra estenuante, possa essere rimasto affetto tra America e Vietnam, e questo è il motivo per cui America non riesce a passare avanti... Ancora una volta, insomma, volevo sottolineare l’impotenza dei personaggi di fronte alle decisioni prese dalla loro nazione; America e Vietnam devono accettare la guerra in quanto decisa dai loro superiori, i capi della loro nazione, e la devono accettare in quanto rappresentano quelle nazioni, ma ciò non significa che ciò dipendesse dalla loro volontà.
Spero che la shot vi piaccia, recensite per dirmi la vostra opinione ^^
Baci,
      Roby  
  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Axis Powers Hetalia / Vai alla pagina dell'autore: happley