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Autore: Free_Soul    16/10/2012    2 recensioni
Avete presente Misa Amane?
Ecco, scordatevela.
Una What if? dove il Death Note capita in mani che non sono quelle della una famosa idol, ma quelle di una persona che decide di non fare lo scambio degli occhi, o almeno non per il momento, che capisce e allo stesso tempo rifiuta il pensiero di Kira. Che ripercussioni ci sarebbero state in Death Note in tal caso? Per Kira?
E soprattutto, che ruolo avrebbe avuto in tutto questo L?
Genere: Introspettivo, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: L, Light/Raito, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Cap. 1 
 
Guardai fuori dal finestrino, la pioggia che scrosciava rumorosamente sui vetri della finestra.
Che palle. Mi sarei inzuppata da capo a piedi solo per un fottutissimo pacchetto di sigarette. L’idea di rinunciare almeno per quel pomeriggio al narcotico tra i polmoni mi sfiorò allettante. Molto allettante.
E infatti, due minuti dopo ero già sotto casa diretta verso il tabaccaio ad inzupparmi da capo a piedi per andare ad accorciarmi la vita. Pagando, per giunta.
Fumare, per me era l’atto più estremo di masochismo che potesse esistere.
Eppure, era l’unico cosa che mi evitava crisi nevrotiche o attacchi di depressione durante la giornata. Avete presenti quei momenti di stress più totale, dove vorreste mandare a quel paese tutto e tutti senza un buon motivo? Ecco, io vivo questi momenti costantemente, e non perché sia stressata o quant’altro.
Anzi, conducevo una vita pure troppo tranquilla.
E’ questo mondo di merda, che mi fa odiare qualsiasi cosa lo riguardi, senza esclusioni. Al telegiornale non si sentivano altro che notizie riguardanti criminali colpevoli di atti disumani, lasciati in libertà per mancanza di prove.
La sera, non potevi uscire di casa senza avere la paura di incontrare qualche malintenzionato pronto a derubarti, nella migliore delle ipotesi.
Nessuno faceva mai niente per niente. C’era il menefreghismo più totale.
Era uno schifo. Lo schifo più totale.
I miei, mi hanno abbandonato alla prima occasione in uno squallido orfanotrofio senza farsi più sentire.
Ho riposto sempre la fiducia in persone sbagliate.
Recentemente, sono stata violentata dal mio ex che non ne voleva sapere di sparire.
Questo mondo, mi aveva fatto passare la voglia di vivere.
Ed ecco perché, senza la mia quotidiana dose di sigarette, probabilmente mi sarei ridotta a sniffare lo zucchero di canna.
Restai a fumare per buona parte del pomeriggio, in tuta da casa seduta su una sedia con i piedi poggiati sul tavolo.
Amavo poggiare i piedi su qualche superficie piana rialzata. Compreso in macchina. Avevo fatto incazzare molte persone per aver messo i piedi sul cruscotto della loro quattroruote. Ma chissà perché, era una mia specialità far incazzare la gente.
Anzi, lo sapevo perché. Semplicemente, perché ero insopportabile.
A malapena riuscivo a reggermi io davanti lo specchio.
Un metro e sessantadue di altezza, occhi verdi, capelli lisci e rossi corti fino alle spalle, accompagnati da un sorriso sprezzante, battute sarcastiche e tanta materia grigia utilizzata solo per risolvere cruciverba e quiz televisivi.
Aggiungeteci pure il fatto che perdevo le staffe per un non nulla.
Insomma, avete presente quelle ragazze dolci, simpatiche, innamorate dell’amore?
Ecco, io con loro non c'entro un cazzo.
Trovai il telecomando proprio a portata di mano, quindi decisi di accendere la televisione.
 
 Thomas Michael, noto per aver fatto strage lo scorso giovedì di ben undici ragazzi tramite armi contundenti, è appena morto questa mattina per arresto cardiaco, probabilmente per opera di Kira. Al momento, non ci sono altre … 
 
Spensi subito la tv al sol sentire nominare quel nome.
Mi faceva ribrezzo.
Un povero idiota convinto di poter cambiare il mondo facendo fuori tutta la feccia che riportavano sui notiziari. Non capiva che non ce l’avrebbe mai fatta a farli fuori tutti? E poi, a che scopo? Non c’è bene senza male. E’ la legge degli opposti.
Non ci si accorge dell’uno senza aver prima incontrato l’altro.
Il male sarebbe sempre esistito. Era inutile contrastarlo.
Odiavo tutta la spazzatura che popolava il mondo si, ma non mi sarei mai sognata di farla fuori tutta. Chi ero in fondo io, per potermi permettere di giudicare la gente?
Kira era soltanto un pazzo.
Dopo aver spento la tv, feci la stessa cosa con la sigaretta che avevo tra le dita.
Mi alzai pigramente, andando verso il frigo a preparare la cena. E con cena intendevo aprire una vaschetta di gelato da portare a letto facendo zapping col telecomando.
Che vita monotona.
Che noia mortale.
Non feci in tempo a pensarlo che qualcosa sembrò rianimare la serata.
Qualcosa irruppe nella stanza dalla finestra, colpendomi dritta in testa.
-Ma che diamine .. ?-
Mi precipitai dritta fuori dalla finestra a cercare l’idiota che aveva scaraventato un oggetto ancora non identificato dalla mia finestra. Non fu difficile trovarlo, urlava come un pazzo sul marciapiede, scappando da chissà che cosa.
Fortunatamente, la finestra era aperta, visto che aveva smesso di piovere, altrimenti mi sarei ritrovata il vetro rotto in mille pezzi, e la si che avrei sbroccato sul serio.
Mi avvicinai all’oggetto in questione: un quaderno nero, con su sopra incise due parole: Death Note.
 
Ma che mi è saltato in mente?
Correre in giro per la città nel cuore della notte?
E per giunta, con un arma letale dentro la borsa. Complimenti Megumi, questa volta hai avuto proprio una splendida idea.
 
Sfogliai quel quaderno incredula, sempre più scioccata man mano che leggevo tutte le istruzioni per usarlo. Ormai non c’erano più dubbi: ecco come faceva Kira ad uccidere, ecco in che modo aveva intenzione di cambiare il mondo.
 
Per quanto fossi sconvolta, uscire correndo fuori di casa, non avrebbe di certo portato nulla di buono.
Un’idiota, ecco come mi sentivo.
E alla fine, chi mi assicurava che scrivendo semplicemente il nome di una persona su quelle pagine, avrei effettivamente ucciso qualcuno?
Magari era semplicemente uno scherzo di pessimo gusto ispirato a tutto il casino che stava succedendo.
Suonava troppo assurdo. Anzi, ridicolo.
Forse, avrei fatto meglio a infilarmi sotto una bella doccia calda per darmi una calmata. O almeno un contegno. Mi sono sempre definita una persona razionale.
E invece mi ero ritrovata a scappare di casa per quello che probabilmente era un stupido scherzo. Alla faccia della razionalità.
Girai i tacchi, imboccando la via per ritornare a casa.
-Megumi!-
No.
Non è possibile.
Non può essere …
Mi afferrò per un braccio, costringendomi a girarmi.
Si, era proprio lui. L’uomo che mi aveva violentata.
-Ma tu cosa diamine vuoi ancora da me?! – mi divincolai, riuscendo a sfuggire alla sua presa.
-Non è ovvio? Voglio solo farti felice, ma non posso riuscirci se tu mi allontani … -
-Mi hai violentata, brutto bastardo! E parli ancora di certe stronzate ?!-
-Su via, Megumi, è una parola grossa quella, l’ho fatto solo per renderti felice … -
-Tu sei pazzo! Sta lontano da me!- gli urlai contro in preda al panico, ignorando che così facendo l’avrei solo fatto imbestialire di più.
Ottenni l’effetto desiderato: sfoderò fuori un coltellino, il viso contorto in una smorfia di dolore.
In preda al panico, non seppi più cosa fare.
Non so come diavolo mi è venuto in mente, di tirare fuori quel tarocco in un momento come quello. Ma sentii che quella era l’unica speranza a cui potevo aggrapparmi.
Scrissi in fretta e furia il suo nome sulla prima pagina, appena sotto uno che non feci in tempo a leggere.
-Cosa cazzo credi di fare, eh?- mi urlò, strappandomi il quaderno dalle mani.
Stava cominciando veramente a dare i numeri.
Ma non dovetti aspettare molto.
Dopo esattamente quaranta secondi, eccolo lì, davanti a me, che si contorceva per il dolore al petto, per poi accasciarsi a terra privo di sensi, morto.
L’avevo veramente … Ucciso?
 
Mi portai le mani tra i capelli, cercando di convincermi di essermi sognata tutto.
Eppure il quaderno era lì, sopra il tavolo, davanti i miei occhi.
E il cadavere del mio ex a pochi isolati da casa mia.
Avevo afferrato il Death Note ed ero subito corsa a casa.
La prima cosa che mi era venuta in mente, una volta rincasata, era quella di andare dritta dalla polizia, e consegnare il quaderno ad Elle.
Il caso Kira si sarebbe finalmente risolto, o almeno avrei aumentato il ritmo delle indagini una volta fatto sapere al mondo come Kira riusciva ad uccidere.
Ma il pensiero lasciò la mia mente, così com’era arrivato.
In fondo, quel quaderno mi aveva salvata la vita.
E avrebbe potuto salvarla a molte altre persone.
Con la morte di pazzi psicopatici come quello che avevo appena ammazzato.
Forse … Se avessi cominciato anche io a giustiziare i criminali ancora a piede libero, avrei permesso a molte persone di vivere più a lungo.
E alla fine, cosa avevo da perdere? Non avevo una famiglia, un lavoro, e tantomeno persone tanto vicine da potersi definire “amici” …
Avevo perso la voglia di vivere, e tantomeno avevo uno scopo nella vita.
Forse era proprio quello il mio destino. Forse grazie al Death Note avrei trovato uno nuovo scopo per vivere.
Nessuno si sarebbe accorto se avessi cominciato a giustiziare criminali per conto mio, nessuno avrebbe avuto modo di risalire a me.
Avrebbero tutti pensato che fosse opera di Kira.
Ma prima di iniziare questa follia, dovevo sapere molto di più su questo quaderno.
Da dove veniva per esempio.
Pensai di fare alcune ricerche, ed iniziare almeno la settimana successiva.
Ma non ce ne fu bisogno.
-Salve, umano –
 
 
 
 
Note dell’autrice:
Lo so, lo so, è una pazzia iniziare una nuova storia con altre due in corso, ma proprio non ce la facevo a tenere quest’idea per me :3!
Mi è venuta l’altro giorno ascoltando “Smooth Criminal” ( vai a capire cosa mi passava per la testa in quel momento u.u )
Per qualsiasi chiarimento sono disponibile per ogni domanda, e non serve che mi raccomandi di lasciarmi un commentino su cosa ne pensiate di ciò che avete appena letto ;)
Alla prossima!
 
Free_Soul 

Ps: Titolo provvisorio
  
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