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Autore: nannie    16/10/2012    2 recensioni
Le note di Summer Paradise mi arrivano all’orecchio, il mio telefono sta squillando.
Sconosciuto.
Sospiro, con la voglia di rispondere e sentire chiunque sotto ai piedi.
“Vanessa, Van..” La sua voce mi colpisce forte come un fulmine a ciel sereno. “Ti prego non parlare, ascoltami.” Sento nella sua voce l’agitazione e un fiatone insolito.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Payphone.












Sono seduta al tavolo dello starbucks da circa mezz’ora, fuori piove.
Fisso la tazza di cappuccino al cioccolato con spolverata di cacao, proprio come piaceva a noi, sperando che i miei pensieri dal mio cervello si tuffino lì dentro e vi affoghino.
Mi sposto il ciuffo moro con la mano e sospiro, ormai è partito ed io sono qui più ferita che mai.
Prendo un sorso del cappuccino maledicendomi subito dopo per essermi ustionata la lingua.
Le note di Summer Paradise mi arrivano all’orecchio, il mio telefono sta squillando.
Sconosciuto.
Sospiro, con la voglia di rispondere e sentire chiunque sotto ai piedi.
“Vanessa, Van..” La sua voce mi colpisce forte come un fulmine a ciel sereno. “Ti prego non parlare, ascoltami.” Sento nella sua voce l’agitazione e un fiatone insolito.
Rimango in silenzio, insicura se attaccare o lasciarlo sentire. Ma sicura che se lo ascolto le mie convinzioni crollano.
“Sono da un telefono pubblico, quel fottutissimo iphone è morto prima che ti chiamassi, o meglio trovassi le palle di chiamarti.. Si so che stai pensando, che non ho mai avuto le palle di fare nulla, che sono un fottutissimo codardo, me lo hai sempre ripetuto..”

Flashback.
Un anno e mezzo prima, nel corridoio di scuola.
“Justin, sei un coglione, anzi peggio, sei un fottutissimo codardo, non hai mai avuto le palle di fare nulla, nemmeno di confessare che mi hai cercato solo per una scommessa, se me lo avessi detto tu forse non sarei qui a dirti che sei un coglione, un fottutissimo codardo.”
Ci guardavano tutti ormai, e io ero fuori di me.
I miei capelli scapigliati, gli occhi ricolmi di lacrime e il cuore in pezzi. “Van ma..” provò a parlare, ma non lo lasciai finire.
“Van un cazzo, vuoi fare una scommessa? Quanto scommetti che ora ti mollo qui davanti a tutti?”

Torno al presente, alla sua voce. Quella voce che ho sempre amato.
“Ho deciso di non essere più così, che devo esternare quello che provo, per te, e infatti guarda fuori, piove, a Los Angeles, buffo no? Comunque, non posso parlare a cazzo come sempre o mi finiscono i minuti a disposizione e io non ho più spicci. Voglio solo chiederti scusa,  so che ti è impossibile, che mi odi, che ora io sono ad un telefono sulla nona.. E scende tutta l’acqua di cristo, e te al caldo e l’ultima cosa che vuoi sentire è me, ma devo dirtelo, devo provarci fino all’ultimo. Non sono partito, m’ero avviato per l’aeroporto, ma ho fermato la macchina, e ti ho chiamato. Perché se tu ora mi dici che non vuoi più sentirmi e vedermi io sparirò, ma devi sapere che ti amo. Ti amo davvero. Ti ho sempre amato, dal giorno in cui feci quella stupida scommessa co Ryan, ho sempre amato tutto di te. I tuoi capelli neri così lunghi, il loro profumo, il tuo, quello così frizzante che mi rimaneva addosso. Ho amato te e le tue labbra dal nostro primo bacio. Ho amato le tue battute taglienti, il tuo modo di sbuffare ogni due per tre, il tuo avere sempre l’ultima parola e zittirmi, e se non trovavi le parole mi baciavi per farmi stare zitto, ha amato tutto di te. Ho amato te, e a dirla tutta amo te. Ora la troia elettronica della macchinetta mi sta avvertendo che mi mancano trenta secondi e sinceramente io non so più che dire... Solo che perdonami Van, perdonami se ti ho deluso, ferito, spezzato il cuore, perdonami se per levarmi dalle palle Charlotte l’ho baciata, perdonami, ma abbiamo superato tutto, la scommessa, il viaggio, il tempo, supereremmo anche questa, tu perdonami..”
Lo sento imprecare prima che la chiamata cade.
“Ti perdono..” Dico.
E lo perdono davvero, perché lo amo più di chiunque altro, più di quanto ami me stessa.
Sono bagnata davanti a una cabina telefonica sulla nona, dopo aver corso due isolati e mezzo sotto la pioggia, con l’orecchio attaccato all’iphone dopo essermi scordata l’ombrello allo starbucks.
Justin si volta, la cornetta gli cade dalle mani mentre io metto il telefono nella tasca ormai zuppa dei jeans e esce sotto l’acqua per avvicinarsi di quattro passi sotto l’acqua.
“Ti ho perdonato appena ho sentito la tua voce alla cornetta, sono scappata dallo starbucks senza l’ombrello appena hai detto dove ti trovavi, e se mi viene il raffreddore sappi che mi bacerai anche con quello, perché io ti perdono ma tu non andartene.”
Ormai la distanza che ci divide è minima, due tre centimetri.
Sento il suo respiro freddo sul viso, le sue mani già nelle mie. La pioggia che gli appiattisce i capelli, tutto quello che riesco a vedere sono i suoi occhi nei miei, e il mio cuore uscire dal petto.
“Non mi muovo da qui se non con te al mio fianco, non ti lascerò scappare sta volta, non rovinerò tutto, perché..”
“Ti amo.”
Lo dico insieme a lui perché è giusto così, affinché i nostri respiri si mischino e le nostre labbra s’uniscano, affinché la pioggia che mi bagna sia anche la sua.
Perché lo amo, perché è tornato, anzi in realtà non se né mai andato, perché mi ama e tutto è giusto così.
Io e lui, che ci baciamo bagnati sotto la pioggia con un raffreddore assicurato per il giorno dopo, ma più felici che mai, io e lui ch’esplodiamo d’amore.





Hi!

Okey, premetto che questa one-shoot è nata alle dieci e venti di ieri sera,
da un mio momento d'estrema depressione, dove con le note appunto di 
Payphone cantate da quel gran pezzo d'uomo di Adam Lavine mi facevano piangere più del dovuto,
visto che già piangevo a causa di un coglione, vabbe non centra nulla ma ok (?)
rimane il fatto che perché tutti gli uomini non sono come Justin o Adam?
no okey mi sto dilungando troppo, basta stronzate torniamo seri,
anche se non so se prima ero seria..
Coooomunque, leggetela mentre ascoltate appunto Payphone da cui oltretutto prende il titolo.
La gif che vedete è opera mia, da cui si può dedurre che la protagonista ha il volto di 
Vanessa Hudgens, da cui prende anche il nome, che mi è stato inizialmente suggerito da Eleonora,
vabbeh come potete bellamente notare lei è una strafiga, io l'ho sempre amata fina da HSM. 
Tornando a noi, anche se non me ne sono mai andata(?)
essendo nata di sera tardi, durante una crisi mistica ç.ç
perdonatemi se non si capisce o se fa schifo, per questo vi chiedo gentilmente di RECENSIRE
con un vostro parere, e magari se volete posso pubblicare le altre OS che ho in cantiere,
o anche mi potete consigliare una canzone da cui prendere spunto. 
Detto questo, passo e chiudo, alla prossima babe! *3*

Besos, nannie.

 

   
 
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