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Autore: Gleach4615    16/10/2012    2 recensioni
E' più facile credere ad una bugia che ad una verità difficile da comprendere. La vita di una normale ragazza verrà sconvolta dall'incontro con due ragazzi particolari e una ragazza identica a lei. Scoprirà che la sua vita è una menzogna e cercherà la sua verità nascosta, ma essa la porterà davanti ad un bivio cosa sceglierà?
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Salva genteeeeeeeeeee!!! Chiedo umilmente perdono per la lunghissima attesa, ma almeno ho postato un nuovo capitolo, e vi prometto che da adesso in poi cercherò di postare una volta ogni settimana ( o due settimane dipende dagli impegni.). Mi dispiace avvertirvi che da questo capitolo in poi c’è uno SPOILER. Per chi non sa nulla ma non vuole anticipazioni ringrazio se mi ha seguito, per chi invece sa tutto… Buona lettura!!

 

 

 

 

“Dai Mizumi sbrigati!”, mi urla Allen dal corridoio.

“Arrivo!” gli urlo a mia volta.

Oramai sono quasi tre settimane che siamo arrivati all’Ordine, e sono altrettante settimane che io ed Allen ci frequentiamo. Ricordo ancora la faccia di Aya e Lavi quando ci hanno visti mano per mano andare verso la loro direzione, credo che le loro urla di gioia siano arrivate fino all’altro capo del mondo. Ma come posso biasimarli? Anche io avrei voluto urlare a tutto il mondo la mia felicità, ma mi sono limitata a dimostrarla.

L’unica pecca è l’umore di Lenalee, non mi parla più. Ma c’è un'altra cosa che rovina questi momenti: due giorni fa, mentre pranzavamo tutti insieme, Allen si è alzato senza dare spiegazioni e senza toccare cibo, è scappato via letteralmente. In cuori mio spero che fosse un malore passeggero, quindi mi illudo non facendomi domande.

Prima di uscire guardo per la millesima volta la mia stanza: il pavimento è ricoperto completamente da un tappeto color cremisi e le pareti sono tinteggiate di un caldo color panna e l’unico decoro su di esse è un quadro raffigurante un mare in tempesta, non molto allegro come tema. Gli unici mobili sono: il letto che si trova a destra della porta, l’armadio con uno specchio accanto, una scrivania ed un’ampia finestra.

“ Allora sei pronta? Sto morendo di fame!”, si lamenta ancora l’inglese.

“ Ma come sei impaziente oggi.”, lo ammonisco uscendo.

“ Si, scusa.”, mi dice passandosi una mano fra i capelli bianchi con fare imbarazzato.

“ Dai non preoccuparti, andiamo.” lo prendo per mano e scendiamo il lungo corridoio a spirale che percorre tutta la torre dell’Ordine.

Arrivati alla mensa cerchiamo un posto dove sederci e vediamo Aya che si alza e agita la mano per attirare la nostra attenzione. Ci dirigiamo verso di lei e ci sediamo al tavolo.

“ Ce ne avete metto di tempo eh?”, chiede ironicamente mia sorella.

“ Sentite per rendersi presentabili c’è bisogno di tempo!”, dico incrociando le braccia al petto.

“ Si certo, direi più che ti eri persa tra i tuoi pensieri.”, ribadisce Aya.

“ Potrebbe essere.”ammetto sconfitta scatenando la sua fragorosa risata.

Dopo l’incidente nel treno non l’avevo più vista così serena, sembrava sempre turbata, assente. La rivedevo ancora lì, seduta sull’erba vicino i binari, tremante mentre stringeva un pugno all’altezza del cuore. Quell’immagine ha cambiato completamente il mio modo di vederla. L’ho sempre vista molto forte, ma adesso, la vedo più indifesa, e sola. Lavi è in missione già da una settimana, per quei pochi giorni che era rimasto alla base evitava Aya con scuse assurde, ma lei fingeva che andasse tutto bene e andava avanti come se niente fosse . La verità è che lui le manca moltissimo, ma cerca di nascondere i suoi sentimenti dietro una maschera.

“Ehi Allen! Che c’è? Stare con Mizumi ti ha fatto passare l’appetito?”, chiede ironicamente lei. Mi volto verso l’inglese e vedo che non ha toccato cibo.

“ Allen che hai?”, sto iniziando a preoccuparmi, è la seconda volta nel giro di pochi giorni.

“Non preoccupartevi, ho solo dei lievi giramenti di testa.”, risponde tranquillizzandoci. Ma il suo viso dice altro, è più pallido del solito.

“ Forse dovresti andare a riposarti un po’.”, gli suggerisco.

“ Si, scusami.” si alza, mi da un lieve bacio sulla fronte e se ne torna in camera sua barcollando.

Qualcosa non quadra, adesso non posso far finta di nulla. Prima è fresco come una rosa e cinque minuti dopo sembra pallido come un fantasma. Non è un semplici giramenti di testa, sta nascondendo qualcosa.

 “ Dalla tua faccia suppongo che concordi con me che ha mentito spudoratamente.”, azzarda Aya.

“ Supponi bene. Ho la netta sensazione che solamente una persona può rispondere alla nostra domanda”.

Dieci minuti dopo ci ritroviamo nell’ufficio di Komui.

“ Salve ragazze!” ,dice sorseggiando del caffè, “ Come posso aiutarvi?”

“ Vorremmo chiederti una cosa su Allen.”, confesso determinata.

“ Ditemi tutto.”,

“ Prima, mentre scendevamo per il pranzo, continuava a ripetermi che stava morendo di fame e che mi dovevo sbrigare, ma quando finalmente eravamo seduti a tavola con i piatti pieni, lui non ha toccato cibo, e sai quanto mangia. Era pallido quasi come un fantasma.”, gli spiego tutto d’un fiato.

“ Komui tu sai cosa gli sta succedendo?”, insiste Aya arrivando al sodo.

“ Mi dispiace, ma non posso spiegarvi nulla.”, risponde mortificato.

“ Perché scusa?”, chiede. Allen sta male, Komui sa qualcosa e oltre a non rivelare niente non fa un beneamato niente. Però una spiegazione logica c’è.

“ Aya basta così, Komui ha ragione. Se non vuole dircelo un valido motivo ci sarà.”, non riesco ancora a crederci di averlo detto.

“ Ma che stai dicendo!? Sei o non sei preoccupata per Allen?” sbotta lei  stizzita.

“ Adesso che ci pensato, forse Komui vuole solamente che sia Allen a spiegarci la situazione, ammesso che lui lo voglia.”, spiego io con calma, il mio lato razionale questa volta ha prevalso.

“ Mi dispiace darvi questa delusione, ma ,Mizumi, hai ragione, adesso scusatemi.” ci dice facendoci uscire dal suo ufficio.

“ Mi spieghi perché ti sei arresa?”, domanda Aya infuriata.

“ Cerca di capirmi! Allen ci sta nascondendo qualcosa, ma non vuole dircelo! Avrà le sue ragioni, tu come reagiresti se fossi al posto mio? Aspetteresti che lui sia pronto o lo forzeresti?”, controbatto perdendo la calma per un secondo.

Lei dal canto suo rimane immobile a fissarmi.

“ Allora ? Cosa faresti se Lavi ti nascondesse qualcosa di importante?”,

“ Non metterlo in mezzo.”, urla.

In quel momento tra di noi c’è solo silenzio, che nessuno delle due accenna a spezzare.

“ Mi spieghi che ti prende ?”, chiedo dopo un po’ visibilmente più calma.

“In questo periodo non riesco a mantenere la calma, forse sono sotto pressione. Sto facendo la vittima, che sciocca!”, si scusa mortificata.

“ So che è successo qualcosa da quando siamo arrivate e so che riguarda Lavi, quando avrai voglia di parlarne, io ci sono.”, le confesso mettendole una mano sulla spalla.

“ Non preoccuparti, non voglio darti altre preoccupazioni oltre a quello che sta succedendo ad Allen. Scusa ancora.” dicendo questo se ne va lasciandomi sola.

Rimango ancora un po’ immobile davanti alla porta dello studio poi, quasi meccanicamente, cammino senza una meta precisa inondata dai ricordi.

Nell’ultimo periodo quante cose sono successe. Ed è stato a causa di Allen, Lavi e Lenalee che tutto è iniziato. Chi sa adesso come sarebbe la mia vita se qualche mese fa non li avessi incontrati, quasi mi immagino seduta alla scrivania con i capelli legati a fare i compiti o parlare con quelle amiche occasionali che si fermano per poco tempo nella tua vita e se ne vanno come se nulla fosse.

Quando mi guardo in torno mi rendo conto di esser arrivata accanto alla camera dell’inglese. Prendo coraggio e busso. Nessuna risposta, cerco di aprire la maniglia e con mia grande sorpresa la porta si apre.

So che è violazione di privacy, ma è troppo forte.

“ Allen.” lo chiamo con voce insicura.

La sua camera è in perfetto ordine come al solito.

Entro nella camera e cerco con lo sguardo Allen, ma quando lo trovo rimango sbalordita. Si trova davanti allo specchio rotto in mille a testa bassa con la mano sanguinante. Pian piano sul suo viso si apre un sorriso, ma non uno dei suoi dolci, quello è sadico.

“ Allen.”, pronuncio il suo nome quasi come un sussurro, ma basta per farlo sobbalzare e voltarsi verso di me. La sua espressione è cambiata totalmente, adesso è preoccupato e sorpreso.

“ Mizumi, c-che ci fai qui?”,

“ Volevo controllare come stavi.”, confesso.

“ Sto bene, non preoccuparti.”, come al solito cerca di tranquillizzarmi.

“ No Allen, non stai bene.”, affermo mentre mi avvicino a lui e gli prendo la mano destra sanguinante.

“ Non è niente, sono inciampato nello specchio.”,

“ Smettila di dirmi bugie. Non voglio forzarti, ma mi stai facendo preoccupare, ti prego dimmi la verità.”, dico prendendogli poi il viso tra le mani costringendolo a guardarmi.

“ Non voglio nasconderti nulla, ma ho paura.”, mi confessa.

“ Di cosa?”,

“ Io… Ti prego non odiarmi quando te lo dirò.”,

“ Non potrei mai odiarti.”, gli confermo sorridendogli dolcemente.

“ Non penso.”,

“ Che vuol dire?”, chiedo confusa. In quel momento mi attira a se in un abbraccio, come per impedirmi di scappare.

“ Voglio solo dirti una cosa prima. Anche se dopo te ne andrai, preferisco che tu lo sappia. Ti amo e lo farò sempre, te lo prometto.”, mi dice facendomi avvampare e poi, quasi come per dimostrarmi che avrebbe mantenuto la parola, mi bacia. Un bacio dolce con un accenno di tristezza.

Quando ci stacchiamo mi guarda negli occhi accarezzandomi la guancia.

“ Non sono esattamente quello che tu credi.”.

 

Allora? Che ne pensate? Qualcuno ha capito cosa sta succedendo ad Allen? ( certo che è facile capirlo per chi saXD, sono fin troppo preferibile.). So che non è nulla di che come capitolo, ma era necessario. Chiedo scusa in anticipo per eventuali errori. Vi sarei eternamente grata se lasciaste un commento, per sapere se la storia come sta andando avanti è di vostro gradimento o no, anche per dare pace al mio povero animo. ( Ditemelo se faccio pena XD.) Vi ringrazio anche se leggete e non commentate. Alla prossima!!

  
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