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Autore: Icegirl46    17/10/2012    2 recensioni
Una mattina serena a New York; tutto sembra assolutamente normale: un'altra giornata ordinaria nella White Collar Unit. O no?
Perche` questa mattina, Neal si e` presentato in ufficio con uno strano cappello... davvero insolito. E` solo torcicollo, o qualcos'altro? Cosa nasconde?
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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The Hat

 
 
 
Il sole splendeva nel cielo autunnale, dopo una lunga settimana di pioggia e nebbia, illuminando piacevolmente le strade di New York, affollate gia` di prima mattina.
Erano le otto precise secondo l’orologio digitale della Taurus di Peter, che aveva accostato l’auto al marciapiede davanti all’immensa villa di June. Sedeva dietro il volante, aspettando che il suo consulente uscisse di casa per poi andare insieme in ufficio, e intanto stava appoggiato al comodo sedile di pelle nera cercando di esporsi il piu` possibile a quei raggi tiepidi, godendone piacevolmente dopo un’assenza che gli era parsa lunghissima. Ah, come amava il sole! Come gli era mancato!
Sentiva il calore gradevole sul volto e non gli pareva vero che, fino alla sera prima, la citta` era stata stretta nella morsa del cattivo tempo. Si preannunciava una splendida giornata.
Guardo` l’orologio. Le otto passate gia` da alcuni minuti; Neal era in ritardo.
Strano, penso`, e poi con un’alzata di spalle immagino` che, probabilmente, stava solo perdendo tempo davanti allo specchio.Mai che abbia un capello fuori posto, lui. Scosse la testa, in un gesto colmo di esasperazione ma anche affetto.
Prese il cellulare dalla tasca della giacca, e stava gia` per comporre il numero tanto famigliare, quando vide il portone dell’immensa dimora di June aprirsi e una figura snella e famigliare uscirne velocemente. Proprio come previsto, Neal si muoveva con grazia felina verso la sua auto e indossava uno dei suoi completi eleganti e costosi, eppure, a differenza del solito, qualcosa fuori posto c’era, eccome! Il cappello che portava quel giorno, di semplicissima lana grigia, bruttino e un po’ sgualcito, non era evidentemente il solito Fedora tanto amato dall’amico.
Peter non riusci` a trattenere un ghigno.
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Neal non aveva riposato molto, la notte precedente; era riuscito ad addormentarsi solo intorno alle quattro, e poche ore dopo la sveglia era squillata, impietosa. Ecco perche`, quando il giovane usci` di casa e si ritrovo` sul marciapiede stranamente assolato, dopo un’intera settimana in cui si era abituato ad avere sempre un ombrello a portata di mano, dovette fare forza a se stesso per non strizzare le palpebre e tornare a letto.
Invece, chiuse a chiave la porta, percorse il marciapiede rapidamente, e si affianco` all’auto nera di Peter. Poteva vedere benissimo, al di la` del vetro, l’espressione perplessa ma anche vagamente derisoria dell’agente che lo fissava, squadrandolo da capo a piedi.
Si affretto` a salire sapendo di essere in ritardo. Maledetto cappello. Ti strozzerei con piacere, Moz!
Si preannunciava una giornata orribile.
-Buongiorno, Peter- saluto`, cercando di mettere nella sua voce quanta piu` allegria e leggerezza possibile.
L’agente rispose al saluto, e si immise di nuovo nel traffico cittadino, senza commentare l’inusuale abbigliamento o fare domande in proposito. Neal ne fu sollevato, ma in realta` poteva percepire lo sguardo curioso di Peter su di se`. Alla fine, giunti a un semaforo rosso, non molto distanti dalla sede dell’FBI, Peter si decise a chiedere da dove sbucasse quell’inusuale berretto.
-Ho un terribile torcicollo, Peter. Ho passato una nottataccia, ho dormito pochissimo. Mi sento sfinito-
-Avresti potuto chiamarmi e prenderti un giorno libero, Neal-, gli rispose subito l’amico, preoccupato. -Hai un accordo preso con l’FBI e lo devi rispettare, ma questo non significa che devi venire in ufficio dolorante. Hai preso qualcosa? Antinfiammatori, analgesici…-
-Cosa? No, no, sai che non mi piacciono i farmaci. Gli antidolorifici soprattutto. Ho messo un maglione a collo alto e questo cappello di lana pesante, mi terranno caldi i muscoli, vedrai. Domani mattina saro` come nuovo!- rispose il truffatore, sfoderando dal repertorio un sorriso smagliante, nel tentativo di convincere l’amico a lasciar cadere la questione. Mancava soltanto che Peter lo trascinasse a forza dal medico dell’ufficio!
-Sei sicuro? Perche` altrimenti, posso riportarti a casa-
-Si`, sicurissimo. E poi, siamo gia` arrivati-
Ed in effetti, si trovavano proprio dentro il parcheggio sotterraneo dell’ufficio, Peter aveva gia` spento la macchina. Scesero dall’auto e si avviarono verso l’ascensore, parlando del piu` e del meno.
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Jones non poteva fare a meno di guardare di sottecchi Neal, che leggeva il fascicolo relativo a un vecchio caso.
Quella mattina si era presentato al lavoro con un cappello di lana invece del suo solito elegantissimo Fedora, e lui a stento si era trattenuto dallo scoppiare a ridere quando l’aveva visto varcare la soglia dell’ufficio. Portava uno dei suoi completi preferiti, ma aveva lasciato a casa la camicia, optando per un maglione a collo alto; e poi, c’era quel berrettino che stonava completamente nel quadro d’insieme, e davvero non capiva come Caffrey avesse potuto indossare un capo del genere, lui, sempre impeccabilmente vestito!
Era molto semplice, niente fronzoli o ricami; sembrava uscito dall’ultimo cassetto di un vecchio como` che non veniva piu` aperto da almeno un decennio, e, dulcis in fundo, aveva il colore simile a quello della pelliccia di un ratto. Non l’avrebbe messo nemmeno Peter, probabilmente! Qui gatta ci cova…
-Hey, Di!-
-Dimmi, Jones?-
-Ma perche` Caffrey porta quel… coso sulla testa? E perche` non se lo e` ancora tolto da quando e` entrato in ufficio?-
-Non so di preciso- gli rispose la collega, lanciando un’occhiata al truffatore mentre sistemava alcuni documenti in uno schedario. -L’ho sentito parlare con Peter, prima, dirgli che stava bene e di non preoccuparsi perche` il dolore sembrava un po’ meno intenso; probabilmente avra` il collo bloccato. D’altra parte, con questi sbalzi climatici non c’e` da sorprendersi affatto!-
Mh. Collo bloccato, eh? No. Qualcosa continuava a sembrargli terribilmente strano, in tutta quella storia.
Per altro, il loro consulente preferito aveva iniziato a grattarsi la testa furiosamente; in quel momento, dopo avere usato una matita ben appuntita per darsi un po’ di sollievo, si stava dirigendo verso il bagno. Probabilmente il calore del tessuto pesante, unito a quello del riscaldamento gia` acceso in ufficio, gli stavano giocando un brutto scherzo, e magari un po’ d’acqua fresca avrebbe aiutato.
Jones guardo` l’orologio; era quasi l’ora di pranzo ormai. Fini` la sua ricerca sul computer e prese la giacca per andare alla tavola calda poco distante. Stava gia` uscendo per prendere l’ascensore, quando qualcosa di molto sottile e quasi invisibile, appoggiato sullo schienale della sedia di Neal, attiro` l’attenzione del suo occhio ben esperto di investigatore.
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Neal usci` dal bagno dopo essersi bagnato la testa con dell’acqua gelida. Non pensava che sarebbe stato tanto difficile riuscire a portare tutto il giorno quel berretto, invece il caldo lo stava facendo impazzire; per poco non si scorticava da solo il cuoio capelluto a furia di grattarsi con quella matita.
Oh beh, almeno era arrivata l’ora di pranzo, finalmente. Lascio` il fascicolo aperto sulla scrivania e ando` alla solita tavola calda vicina all’ufficio.
Appena entrato, intravide Jones seduto ad un tavolo lontano dall’ingresso insieme a quello che riconobbe essere un collega dell’ufficio; li saluto` con un cenno del capo e un sorriso, ma non si avvicino`, preferendo, per quel giorno, rimanere da solo. Non era un gesto molto cortese, ma era sicuro che l’agente non se la sarebbe presa piu` di tanto. E poi, era gia` a buon punto del suo pranzo, a quanto gli era parso di vedere, mentre lui doveva ancora ordinare.
Si sedette ad un tavolo un po’ appartato, non lontano dall’ingresso, dove fu subito raggiunto dalla solita cameriera che, dopo averlo salutato squadrandolo per bene, prese le sue ordinazioni, una semplice insalata di pollo e un bicchiere di succo. Poco dopo, aveva gia` il piatto di fronte a se`.
Ma il prurito era difficile da mandare via, e un po’ di acqua fredda non era sufficiente a tenerlo a bada per molto, si accorse. Mentre stava addentando gli ultimi bocconi, si era messo a sfregare la testa con la mano sinistra senza nemmeno notarlo; non fosse stato per l’occhiataccia vagamente disgustata che una donna di mezza eta` gli aveva spedito passandogli accanto, probabilmente avrebbe continuato a mangiare e grattarsi in contemporanea, come una scimmia. Aveva abbassato subito la mano posandola su una coscia, con fare davvero imbarazzato.
Trattenersi dall’allontanare il prurito, pero`, diventava ogni minuto una tortura piu` insopportabile; gli sembrava che mille formiche avessero scambiato i suoi capelli per la loro nuova casa. E ne avrebbero avuto anche tutte le ragioni, a ben pensarci.
Decise di fare una nuova puntatina al bagno, prima di tornare alla sua scrivania per le ultime ore di noiosissimo lavoro. Aveva ancora un quarto d’ora di tempo a disposizione; ne avrebbe approfittato per far prendere aria alla sua povera testa.
Mentre si avvicinava alla toilette, passo` davanti al tavolo prima occupato da Jones, e lo trovo` vuoto. Meglio cosi`, non aveva proprio voglia di fermarsi a parlare; ando` alla porta che conduceva ai servizi e la apri`. Non perse tempo in ispezioni approfondite: non riusciva piu` a trattenere la sua voglia di grattarsi. Il bagno dopo una rapida occhiata gli sembrava deserto, cosi`, mettendosi accanto al muro, con la testa coperta alla vista immediata di chi entrava da una di quelle macchinette che soffiano aria calda per asciugarsi le mani, si tolse il cappello.
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-Te lo giuro Di, non sto scherzando! Erano proprio cosi`, ti dico!-
-Smettila Jones, figurati se Caffrey e` cosi` stupido da conciarsi in quel modo, per poi nascondersi dietro a un cappello ridicolo e ad un finto torcicollo-
-Ma Diana, io lo ho visto!-
-Si` si`, me lo hai gia` ripetuto due volte. Eri al gabinetto e Caffrey non si e` accorto della tua presenza, cosi` tu hai potuto assistere allo spettacolo piu` esilarante della tua vita. E io dovrei crederci? Clinton, te lo dico come amica, non farti sentire in ufficio a raccontare questa storia. E` molto simpatica, davvero, e sei riuscito a farmi ridere di cuore, ma ora basta, alla lunga queste cose stancano. Qualcuno potrebbe anche crederci, magari le reclute o le segretarie, qualcun altro lo riterrebbe uno scherzo divertentissimo, ma sono certa che altri ancora ti darebbero del pazzo. Neal si infurierebbe. Sai quanto tiene alla sua immagine!-
-Te lo ripeto: l’ho visto con i miei stessi occhi! E comunque, uno che tiene ad apparire non si presenta in ufficio con quella specie di berrettino della nonna se non per un motivo valido. O per nascondere qualcosa!-
-Lui ha un motivo valido: il torcicollo. Che per inciso, sta venendo anche a me, insieme a un forte mal di testa. Magari e` il preludio dell’influenza, magari e` solo che sono stufa di stare a sentirti; chi lo sa? In ogni caso, tu sei l’unico che sostiene di avere avuto il privilegio di vedere Neal in versione Chris Thompson de “Il diavolo veste Prada”-
-Va bene, ho capito: non mi credi. E se ti mostrassi una prova?-
Diana lo guardo` incuriosita. Certo, una prova avrebbe potuto farle cambiare idea; ma la storiella di Jones rimaneva sempre pazzesca. Troppo. Comunque magari, accontentandolo, il collega avrebbe smesso di ciarlare come una vecchia pettegola.
Dunque fece un cenno affermativo con la testa, e lo guardo` cercare qualcosa in tasca.
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Jones era sicuro di cio` che aveva visto. Era stata un’immagine comica e shockante allo stesso tempo; capiva in un certo senso lo scetticismo di Diana, ma comunque aveva una prova da mostrarle, per convincerla che non era poi completamente suonato. Era contento di avere preso la sottile, pallida e lucida fibra che aveva visto sulla sedia di Neal; l’aveva messa nella tasca interna della giacca, non sapendo cosa fosse e spinto dalla curiosita`.
Ma ora non c’era piu`! Doveva essere scivolata fuori. Era cosi` leggera che bastava un niente per farla volare via. Ed in effetti, quando era uscito per andare a pranzo, aveva la giacca sbottonata e c’era un po’ di vento. Che stupido era stato. Mannaggia! E comunque, chi diavolo era questo Chris Thompson?
-Ehm, Di…-
-Non trovi piu` la tua prova, scommetto-
-Era… era qui, davvero! Poi quando sono uscito, deve essere caduta e…-
-D’accordo Jones, va bene-
-Di, non scherzo. Devi credermi, l’ho visto. Dai! Hey, dove stai andando? Andiamo Diana! Heeey?!-
Con uno sbuffo esasperato, si mise a sedere alla scrivania. Diana aveva preso il suo fascicolo e si era spostata in sala riunioni. Non gli credeva. Ma in effetti, se fosse stata lei ad andare da lui, raccontandogli una storia a dir poco fantascientifica senza avere alcuna prova, lui le avrebbe dato retta?
“Probabilmente no” penso` con tristezza, rimettendosi` a lavorare a un vecchio caso, in attesa che arrivassero finalmente le quattro del pomeriggio. Pero` lui lo aveva visto! Peccato che non aveva pensato di scattare una foto col cellulare…
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-Grazie per il passaggio, Peter! Ci vediamo domattina-
-Certo, e tu riguardati Neal. Sei proprio sicuro di non voler venire a cena da noi? El ne sarebbe felice!-
-Ti ringrazio ma credo che mangero` solo qualcosa di veloce, e poi andro` a dormire; devo recuperare il sonno perduto la notte scorsa, cosi` domani mi potrai vedere in tutto il mio solito, immenso splendore- rispose il piu` giovane con il suo migliore sorriso, che poteva benissimo fare invidia a quello della pubblicita` della MentaDent.
Peter per tutta risposta non pote` trattenersi dall’alzare gli occhi al cielo bonariamente.
-Sempre modesto, vedo. D’accordo, vai e riposati. E se il male non passa, non azzardarti a venire in ufficio domani; chiaro?-
-Cristallino, direi. Buona serata, e salutami El-
Il truffatore scese dalla Taurus nera e la guardo` girare alla prima traversa a destra; poi, tiro` fuori le chiavi ed apri` la porta. Era stata una giornata a dir poco stressante. Fingere per otto ore di avere un torcicollo in reata` inesistente e sopportare quella lana fastidiosissima si era rivelato davvero sfibrante.
Per di piu`, tornato in ufficio dopo pranzo, aveva sentito insistente lo sguardo di Jones su di se`, e gli era venuto il terrore che potesse avere scoperto quale fosse in realta` il suo problema. L’aveva notato passare davanti alla sua scrivania un po’ troppo spesso, ed ogni volta aveva sentito i suoi occhi indagatori posarsi sul suo capo, come se per magia avesse sviluppato la strabiliante capacita` di avere una vista a raggi X. Ma alla fine non era successo nulla, l’agente non gli aveva fatto nessuna domanda; l’unica cosa insolita era stata la tensione che aveva percepito fra lui e Diana. Beh, probabilmente avranno bisticciato come al solito.
Sali` le scale veloce, ed apri` la porta di casa. Sapeva gia` chi avrebbe trovato seduto al tavolo.
Non perse tempo ad appendere giacca e maglione nell’armadio; li sfilo` e li butto` con ben poca cura sul divano. Poi si tolse il cappello. Finalmente! Non lo sopportava piu`; desiderava solo piazzarlo nuovamente nell’ultimo ripiano dell’armadio, e non rivederlo per i successivi dieci anni!
-Ce l’hai Moz?-
-Si`. Nero Plus, la migliore tinta per capelli corvini in circolazione. Questa boccetta costa un occhio della testa! L’ho comprata in un grande magazzino, cosi` non potranno mai risalire a noi. Ovviamente ho pagato in contanti; le carte di credito lasciano troppe tracce-
-Sara` meglio che questa tinta nera riesca a coprire il nuovo giallo canarino dei miei capelli! Me lo auguro vivamente! Come diavolo hai potuto combinare un simile disastro? Cosa ti e` saltato in mente?-
-Ti ho gia` chiesto scusa Neal... Doveva essere un innocuo esperimento, nient’altro. Diciamo che poi e` diventato un piccolo incidente; il biondo non e` il tuo colore, e` vero, ma comunque ho visto di molto peggio, te lo assicuro-
-Il tuo piccolo incidente mi fa assomigliare a Simon Baker de “Il diavolo veste Prada”! Cosa puo` esserci di peggio?-
-Su, non farla tanto tragica. E comunque, io direi piuttosto che sembri Fonzie con i capelli biondi-
-Moz, stai zitto e vai in bagno. Ti raggiungo fra un minuto, il tempo di togliermi le scarpe e mettere dei pantaloni comodi. Tu inizia a preparare tutto. Rivoglio i capelli del mio vecchio colore! E basta con gli esperimenti. Hai capito? Sara` meglio per te che ogni cosa vada per il verso giusto, senza che saltino fuori altri scherzetti come questo. Ho chiuso con le tue idee da scienziato pazzo, che non vorrei diventare Pel di Carota in versione maschile la prossima volta-
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Non credo mi convenga fargli vedere l’etichetta della seconda boccetta di tinta che ho comprato oggi oltre a quella nera: credo apprezzera` il nuovo rosso Rubino solo dopo averlo provato di persona…
 
 
 
 
 
 
 
 
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Non conosco tinte per capelli, di nessun colore e marca, dunque i nomi sono frutto solo della mia pazza immaginazione.
 
 
 
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Finalmente pubblicata! Avevo questa storia sul pc pronta gia` da alcuni giorni, ma mi ero proposta di aspettare che arrivasse il 17 Ottobre prima di postarla. E non per niente! ;)
 
17 Ottobre 1979 – 17 Ottobre 2012
 

Hyvää syntymäpäivää Kimi!

  
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