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Autore: Shodaime    17/10/2012    2 recensioni
Che cosa succede se Izaya finisce in prigione e Shizuo va a salvarlo...Per una donna?
Questa è la mia prima one shot dal tono serio, spero possa piacervi ^^
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Izaya Orihara, Shizuo Heiwajima | Coppie: Celty/Shinra, Izaya/Shizuo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Avanza nel corridoio vuoto, senza curarsi di abituare gli occhi alla semioscurità che vi regna. D’altronde al momento è talmente accecato dall’ira che difficilmente si accorgerebbe di un tir in corso a un palmo dal suo naso.

Anche in quel caso, peraltro, non sarebbe lui a riportare danni.

Il cemento soffoca il suono basso e lento dei suoi passi. Le sbarre delle celle contengono gli sguardi curiosi e fiammeggianti d’ira verso quello sconosciuto che ha osato interrompere la lenta e monotona cantilena di buio e noia, di silenzio dalle celle e ticchettio d’infiltrazioni dal tetto che da infiniti giorni ed ancor più molti incornicia i resti della loro esistenza, ammucchiati alla rinfusa tra imprecazioni e oblio in quell’affresco di disperazione.

Del quale, a dirla tutta, a lui non ne frega un accidenti di niente.

Non lo sorprende che la sua destinazione sia il buco più in fondo a quella fogna. Oltre i ratti, la puzza, le poche lampadine nude e impolverate che penzolano dal soffitto e gli occhi famelici che ancora lo seguono.

Si ferma.

Il silenzio torna a regnare, ma è un’egemonia destinata a durare poco. Questo lo sa anche la dannata aria pregna di tanfo che riempie quel buco.

Una risata sommessa dal fondo della cella., un leggero clangore di catene ad accompagnare i suoi movimenti lenti, trascinati verso le sbarre. Lento lui. Incatenato.

Sente la mascella serrarsi prima ancora di incontrare il suo sguardo.

“ Sapevo che saresti venuto, Shizu-chan!” Il tono della sua voce non è cambiato di una virgola. Dio solo sa quanto gli costa mantenere la sua odiosissima facciata di ineffabile figlio di puttana.
Sorride persino.

 Gli viene una grandissima voglia di spaccargli la faccia con un pugno.

“ Poche stronzate, Izaya. Fosse per me ti lascerei a marcire qua dentro in eterno.”

Ecco. Adesso perché diavolo ha cominciato a sentirsi nervoso? Deve uscire di lì, e alla svelta anche. Ha estremamente bisogno di una sigaretta, ma ha il cupo sospetto che se provasse ad accendersene una lì l’intero palazzo salterebbe allegramente per aria.

Ride. Di nuovo.

Dio quanto lo odia quando ride. E perché sta continuando a ripetersi la parola ‘Dio’?

“ Sei diventato particolarmente sensibile al fascino femminile in mia assenza, Shizu-chan?”

Di nuovo clangore di catene. Si alza in piedi, a fatica, reggendosi alle sbarre per fissare meglio nel suo quel maledetto sguardo beffardo.
“ Mi sorprendi” Conclude.

“ Sta zitto, idiota. Lo sai che lo faccio solo per lei. Quindi taci e vedi di non  farmi cambiare idea.” Ringhia lui.  

Ha cominciato a sudare, eppure là sotto fa un freddo cane.

In risposta, lui si allontana appena dalle sbarre. Un’altra persona lo farebbe per istinto di conservazione, lui invece lo fa per studiare meglio il suo viso contratto e imperlato di sudore, prima di scoppiare in una delle sue solite, odiose risate.

“ Hai un animo sempre così nobile, Shizu-chan!” Lo deride.

Lui cede, infilando di scatto un braccio nella cella per strangolarlo, ma come al solito non ottiene altro che di sfiorarlo.

Troppo veloce, sempre troppo veloce, maledizione a lui!

Le catene stridono di nuovo, e questa volta prima ancora che possa rendersene conto, sono avvolte al suo polso.

Lui si avvicina di nuovo, la sua mano avvinta nella stessa catena che ora avvolge la sua.

Gli basterebbe una pressione e una torsione del polso per spezzarla, ma s’impone di trattenersi fino a che non avesse quantomeno capito dove volesse andare a parare.
“ Ci tieni tanto ad uccidermi e finire al mio posto, Shizu-chan?” È persino divertito. Divertito!


“ Mi fermo alla prima metà della frase, grazie.” Gli ringhia lui di rimando.

“ Oh, giusto, per la seconda parte hai già dato...” Replica quello.

È a un passo dal cercare nuovamente di ucciderlo, giusto per il gusto di veder sparire quell’aria di sfida dalla sua faccia.

Insieme a tutta la faccia, possibilmente.

“ tu ti sei incastrato da solo, idiota. Era davvero necessario far fuori quella tizia?”

Che la dipartita di Namie sia stata per lui fonte di enorme sollievo e indicibile gaudio, questo Shizuo non lo ammetterà mai.

Lui, tanto per cambiare, sembra meno turbato di una montagna sotto qualche goccia di pioggia.

“ Quella donna stava prendendosi troppe libertà. E poi chi lo sa, Shizu-chan...” Il suo sorriso diventa un ghigno sadico.

Shizuo non saprebbe dire cosa tra i suoi pugni e quel sorriso avrebbe avuto più successo nel distruggere quelle sbarre.

“ Magari ho architettato tutto solo per farti arrivare fin qui e farti arrabbiare un po’.”

Shizuo sente i denti scricchiolare nella morsa della mascella serrata. I pugni si chiudono. Le catene si spezzano.

 

Dieci minuti dopo Shizuo posa la tazzina di caffè sul bancone del bar dell’autogrill.

Fuori, una colonna di camion dei Vigili del fuoco segue quella della polizia. Un elicottero della TV passa a bassa quota, tranciando di netto il concitato notiziario trasmesso dallo schermo del locale.

Proprio mentre l’agitatissima inviata mostra una zoomata delle macerie del carcere di massima sicurezza.

Inarca impercettibilmente un sopracciglio quando Izaya esce dal bagno. Non lo degna di uno sguardo, limitandosi a percepire la sua mefistofelica presenza.
“ Uh-uh! Ma ti sei cambiato anche tu Shizu-chan! Quanta eleganza!”

Ci pensa lui a farsi vedere, stendendosi fisicamente sul bancone, ignorando formalmente la commessa riversa alle sue spalle. Dalla gola della ragazza scorre ancora un rivolo di sangue aperto dal coltello che adesso se ne stava comodo e pronto all’uso nella tasca dello smoking.

Gli calza a pennello.

Modello simile a quello che indossa lui, colore diverso. Non vuole di certo sembrare una coppietta, dannazione.

Shizuo grugnisce un qualche insulto dirigendosi alla macchina.

Sente i suoi passi seguirlo. Non ha bisogno di girarsi verso di lui per sapere che ha steso i piedi sul cruscotto, mettendosi bello comodo.

Sente l’estremo bisogno di frenare bruscamente e fargli ingoiare le ginocchia, ma si trattiene per amore della sua macchina nuova.

“ Dimmi una cosa...” Dice all’improvviso. Il solito tono irridente. Sente i suoi occhi addosso.

“ Ma dai, tu che vuoi sapere qualcosa da me?” Sarcasmo puro. Izaya scoppia a ridere.

“ Oh, ma io voglio sapere sempre un sacco di cose da te Shizu-chan! Sei sempre così interessante!” Se lui è stato sarcastico, Izaya è stato sardonico.

Shizuo sbuffa, cominciando a cercare uno straccio di parcheggio.

“ Parla.” Taglia corto.

“ Come mai Celty ci teneva tanto che ci fossi anche io al suo matrimonio?” Domanda.

Sembra sincero. A momenti dovrebbe nevicare.

“ MA sei scemo? Sei il suo cazzo di testimone, idiota!” Non riuscendo a trovare delle moente per il parchimetro, Shizuo lo divelge.

“ Chissà perché poi ha voluto anche te come testimone, uh?” Cos’è, si mette a fare il lascivo adesso?

“ Non mi interessa. Ce li hai quei dannati anelli?” Non ha intenzione di cedere alle sue provocazioni.

Izaya gli mette la scatolina sotto il naso.

Shizuo incarna il suo profondissimo sollievo in un mezzo cenno della testa, mentre si toglie gli occhiali da sole per entrare in chiesa.

“ Begli anelli, non c’è dubbio” Mormora Izaya, avanzando lungo la navata.

“... ma ne ho visti di migliori” Conclude, spensierato, toccandosi l’anello che dall’indice era passato all’anulare sinistro.

Quello che teneva a destra è misteriosamente sparito.

Shizuo si sente avvampare.

“ Stai zitto.” Dice, semplicemente, nascondendo la mano nella tasca del completo.
 
 
   
 
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