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Autore: LadyMaria    17/10/2012    0 recensioni
Audrey è "costretta" a passare le vacanze estive nel paesino di campagna dei nonni.
Quando era più piccola adorava passare la maggior parte dell'estate lì, c'era così tanto da fare che il tempo volava..., ma adesso che è cresciuta... le cose sono totalmente diverse.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Mentre camminava nelle stradine che ricordava, ormai, a memoria Audrey si fissava attorno attentamente. Non era cambiato molto. Quel paesino era sempre lo stesso. Ogni volta che vi aveva rimesso piede le stesse facce, gli stessi paesaggi sembravano darle di nuovo una specie di “benvenuto”.
Anche quell’estate s’era lasciata convincere dai genitori nel seguirli in quel desolato paesino di campagna, il paese natale dei propri nonni.
Sarebbe stato noioso, lo sapeva molto bene, eppure non aveva opposto molto resistenza.
I grandi occhi verdi indagavano tutto ciò che la circondava, le mani adagiate sulle spalle lasciavano delle lieve carezze sul giacchetto rosso di lana.
Era troppo freddo per essere estate, sembrava quasi inverno.
Si sarebbe annoiata, era quello che si ripeteva quasi ogni giorno, finché… qualcosa cambiò all’improvviso.
Quel qualcosa si chiamava Jack, un bellissimo ragazzo dai folti capelli scuri e dagli occhi azzurri che l’avevano letteralmente conquistata fin dal loro primo incontro.
Cominciarono a passare molto tempo insieme, si vedevano di nascosto e ad orari assai impensabili. Quando il paesino dormiva e nessun pettegolo avrebbe potuto metterla nei guai coi propri genitori o con i nonni.
Lei, ingenuamente, pensava che quella storia non avrebbe avuto alcuno sviluppo. Pensava proprio che fosse lui a non volerlo e, invece, quando le chiese:
-Possiamo vederci dopo la fine dell’estate?
Audrey sgranò gli occhi voltandosi appena verso di lui.
Era un caldo pomeriggio estivo e loro si trovavano in mezzo ad uno dei tanti vicoletti del borghetto. La mano di lui stretta nella propria la fece quasi indietreggiare dalla moto che si interponeva tra loro.
-         Ma…. – iniziò a dire quasi balbettando –cosa vuoi dire?- fece finta, ovviamente, di non capire.
-Voglio dire che voglio vederti di nuovo quando te ne tornerai in città, non voglio… - con l’indice sinistro lisciò il sellino della moto –che tutto finisca così.-
Audrey doveva aggrapparsi ad una scusa, e doveva farlo in fretta.
-No, io…-  più parlava e più indietreggiava
–non posso. Non posso impegnarmi con uno che ha la moto! Mi dispiace… non lo sopporterei….- ed in parte era vero. Suo fratello, esattamente sei anni prima, aveva avuto un incidente in motorino ed era morto sul colpo. Era una storia risaputa nel paese, ma chissà perché non voleva rivelarla a Jack.
C’erano troppi ricordi dolorosi che, in quel momento, tornarono improvvisamente a galla. Lo stomacò le tremò leggermente e fu costretta ad adagiarvi una mano sopra. Socchiuse gli occhi e ripeté un – Non posso….- prima di fuggire senza rivolgergli più un solo sguardo. Correva e non sapeva nemmeno lei dove. Passava da un vicoletto all’altro quasi con furia cieca.
Jack rimase vicino alla moto, troppo allibito perfino per muoversi. Lo aveva lasciato? Dopo le settimane passate insieme e quel che era nato tra loro? O meglio quel che lui pensava fosse nato tra loro. Possibile che si fosse sbagliato fino a tal punto? Per lei non era stata altro che un’avventura?
Mentre queste domande ronzavano in maniera confusa  e disordinata nella sua testa afferrò il casco e fece per indossarlo quando una ragazza gli si avvicinò.
-Sei un amico di Audrey? –chiese sorridente.
Jack annuì e adagiò il casco sul sellino.
-Oh, adesso capisco perché è scappata..- la ragazza fissò la moto e continuò a dire –se le hai proposto un giro sappi che lei odia le moto. Suo fratello ha avuto un incidente e da allora non vuol nemmeno sentirne parlare.-
In quel momento tutto gli fu chiaro: non era lui il problema! Doveva immaginarlo. Quella creaturina dolce e fragile non poteva certo essersi trasformata in una ragazza fredda e distaccata da un giorno all’altro.
Preso dall’agitazione chiese alla sconosciuta di vegliare sulla moto mentre lui ormai correva nella stessa direzione in cui Audrey era sparita.
 
Dopo aver corso talmente tanto da non avere quasi più fiato Audrey decise di rallentare il passo. Camminò a lungo, uscì dalle mura del paesino per costeggiare la campagna per qualche chilometro. Quando il sole cominciò a tramontare fece lentamente dietro-front e decise di entrare in paese dalla porta Sud-Est.  Non si ricordava, però, che vi sarebbe stata la fiera e quindi si ritrovò a camminare in mezzo ad una folla di adulti, bambini, ragazzi e ragazze troppo estasiati per le giostre appena installate per prestare attenzione alla povera ragazza. Qualcuno la spintonò, ma lei non fece una piega. Proseguì il proprio cammino volgendo, ogni tanto, lo sguardo sulle attrazioni della fiera.
La giostra coi cavallini… si ricordava quando da piccola non vedeva l’ora di andare a trovare i nonni per aspettare con impazienza di salire su quegli allegri cavalli colorati dai colori più sgargianti che vi potesse esistere.
La pista degli autoscontri…. Sorrise di nuovo mentre una lacrima le scese sulla guancia destra e gliela inumidì leggermente. Sollevò la mano e l’asciugò celermente per sobbalzare quando, spostato lo sguardo di fronte a sé, notò Jack venirle incontro.
La raggiunse in pochi istanti, non poteva permetterle di andarsene di nuovo. Quando fu abbastanza vicino notò il volto leggermente arrossato e gli occhi lucidi.
-Ne valeva la pena?- chiese carezzandole la guancia più umida mentre lei socchiudeva gli occhi e deglutiva lentamente.
-Potevi dirmi la verità e allora ti avrei detto che appena tornato a casa avrei cambiato la moto e mi sarei preso una macchina.- disse col più dolce dei toni.
-Chi te lo ha detto?- chiese lei mentre le labbra le tremarono leggermente.
-Non ti preoccupare…- rispose afferrando le mani di lei per lasciare delle carezze sui dorsi.
-Lo faresti?- pensava, sospettava, che la moto per lui fosse tutta la sua vita. Quindi s’era sbagliata! Fissò gli occhi di lui e cominciò a perdervisi completamente.
Mentre lui le cingeva la spalla col braccio e le sussurrava un dolce:
-Lo farò...- iniziò a camminare al fianco di lei per mormorare sensualmente –Ma adesso mi concederesti un giretto con te sulle giostre?-
-Quali?- domandò lei sorridendogli mentre gli occhi erano ancora lucidi, ma stavolta a causa della troppa felicità.
-Quelle con i cavallini…. Mi sono sempre piaciute tanto… -disse fissando la giostra, poco lontana da loro, mentre lei si strinse a lui più che mai e borbottò un:
-D’accordo.-
Sparirono in mezzo alla folla e per quante persone vi fossero per Jack e Audrey, in quel momento,  non esisteva nessun’altro: se non loro stessi.
  
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