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Autore: La Mutaforma    17/10/2012    2 recensioni
Luise telefonava ogni settimana, senza un giorno preciso.
Credo che fosse quasi terapeutico, per loro.
[Il telefono squilla, ma è come se avesse già risposto]
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Luise telefonava ogni settimana, senza un giorno preciso.

Quando più aveva la possibilità di farlo, probabilmente, per trattenerla ore e ore a telefono.

La prima cosa che chiedeva, prima di trapanarle l’orecchio con pressappoco diecimila domande, era “come stai?”.

Ogni volta la lasciava in un lapidario silenzio.

Di solito la gente ti chiede “come va?” e tu ovviamente rispondi “bene, grazie” ma non sarebbe stato lo stesso per Luise.

Il fatto che le cose vadano bene non vuol dire necessariamente che anche tu stia bene, giusto?

Ma per Luise non c’era differenza.

“Bene”

Silenzio dall’altra parte del filo telefonico.

“…non ti chiamo per sentirti mentire”

“Sto bene, maledizione!” fece lei, con un zelo di stizza “Una persona non può stare bene?!”

“Tu lo hai detto”

Luise era insopportabile.

 

Luise cominciava a raccontarle dell’ultimo libro uscito in libreria, dei suoi studi, della sua famiglia, del fratello che ora andava lontano, di cui avrebbe sempre sentito la mancanza.

Luise quasi non la faceva rispondere. A volte era meglio così.

Restava in silenzio, dall’altra parte del telefono. Eppur distanti, Luise sapeva che espressione aveva.

Aveva spie ovunque Luise. Anche lontana, sapeva che le succedeva.

Forse sapeva leggere le spire del vento.

Oppure i fondi di the.

Ma questo però non glielo aveva mai raccontato.

 

“Sono una fottuta bugiarda”

“Questo già si sapeva” rispose Luise.

“Ho mentito. Non sto bene”

Silenzio.

“Ti avevo creduto…” fece lei, risentita.

Luise non era infallibile.

“Per l’amor del cielo, Luise!” fece l’amica, sprofondando nella poltrona “Smettila di chiedermi come sto! Così evito di mentirti!”

“E tu smettila di non-sentirti-bene. Cos’hai stavolta?”

Un respiro profondo.

“Niente”

“Già. In confronto alla fame nel mondo ‘niente’ è proprio drammatico”

Le sfuggì un sorrisino sarcastico, e tenne il cordless tra la spalla e l’orecchio.

“Parla. Ora. Subito. Non la smetterò di chiedertelo”

Un altro respiro.

“Perché non sei qui?”

Nessuno rispose.

 

   
 
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