30/04/2007
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Il gelido vento notturno, mi accarezza la calda pelle.
L'aria odora di salsedine, e l'unico rumore che si ode, è l'infrangersi delle onde sulla sabbia calda.
Cammino a passi lenti lungo la riva.
Il mare...
Per me mare è sinonimo di immensità...
Alzo lo sguardo per vedere le onde notturne, ma l'unica cosa che vedo è un'immensa distesa nera.
Il riflesso della luna nell'acqua, si spezza e si ricompone per poi spezzarsi di nuovo.
Le onde.
Le uniche assassine del riflesso lunare.
Mi siedo sulla bianca sabbia e osservo il cielo.
Nero...
Il colore della cosa che fa paura a milioni di esseri viventi.
Nero...
Il colore della morte.
Chi non ha paura di essa?
Dove si finisce dopo essere morti?
In un posto migliore o peggiore della Terra?
Ci si reincarna forse?
E' strano che un ragazzo giovane come me pensi alla Signora Oscura, ma io mi avvicino sempre di più a lei.
Ne divento sempre più "amico".
Perchè penso alla morte?
Perchè grazie a questo un giorno o l'altro io non ci sarò più...
Potrei morire anche domani...
Non è una malattia, è peggio.
E' una maledizione lanciata da un maledetto demone di nome Naraku, alla mia famiglia.
Verrò risucchiato dal mio Kazaana senza lasciare un minimo ricordo di me...
Osservo la mia mano destra, decorata con un guanto senza dita, avvolto da un rosario che tiene sigillato il vortice.
La alzo in modo da coprire la luna, e da far ombra sul mio viso.
Chiudo gli occhi e ascolto il mare.
Che sensazione piacevole...
Chissà! Forse morire ha lo stesso effetto...
E' piacevole come ascoltare il mare...
Tutti gli esseri viventi un giorno o l'altro sono destinati a morire, ma io sono un caso particolare...come già detto, potrei morire anche domani...
Riapro gli occhi.
La luna piena è bellissima stasera.
Sola, malinconica, triste.
Così mi sembra la luna.
Lei vive nella morte.
Vive nel suo colore.
Ma la luna è luminosa, è come una speranza.
Già...
Una speranza...
Io ce l'avrei una speranza...quella di uccidere Naraku prima di essere risucchiato.
Mi avvicino all'acqua e mi bagno le mani per poi sciacquarmi la faccia.
Calda.
Calda come un ultimo abbraccio.
Calda come l'abbraccio dell'oscurità.
Un verso strozzato mi fa voltare di scatto.
I pallidi raggi lunari illuminano la sagoma morente di un gabbiano.
Ecco sta arrivando.
Sta arrivando lei...
Sta arrivando la mia futura madre, che mi accoglierà tra le sue braccia come un figlio che non vede da anni.
Mi avvicino al gabbiano.
Una brutta ferita sanguinante sotto l'ala gli colora di rosso il piumaggio bianco e gli impedisce di essere libero in cielo.
Gli impedisce di raggiungere i compagni, di arrivare alle nuvole sue amiche.
Respira affannosamente.
Apre e chiude il becco.
Lo accarezzo con la mano che mi porterà alla fine.
Un brivido mi percorre la schiena.
Il volatile bianco volge un ultimo grido alla luna piena, che un tempo poteva quasi toccare.
Chiude gli occhi e i suoi muscoli si rilassano.
Scavo una piccola buca e poggio il gabbiano al suo interno per poi coprirlo con la sabbia.
Mi risiedo sulla sabbia bianca e osservo la luna.
Sospiro.
Non temere mio piccolo amico alato.
Anch'io, come te, un giorno smetterò di volare...
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Se non riuscite a vedere l'immagine di Miroku andate qui:http://img116.imageshack.us/img116/1161/232tm0.jpg