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Autore: SmartieMiz    18/10/2012    0 recensioni
Sebastian Smythe frequenta il liceo McKinley. È un ragazzo attraente e superficiale, ma qualcuno cambierà la sua vita. Per sempre.
Rivisitazione della saga di Twilight con i personaggi di Glee!
«Io so cosa sei», gli sussurrai.
«Allora dillo», rispose lui, poi mi si avvicinò lentamente e mi sussurrò all’orecchio: «Ad alta voce».
«Tu sei un vampiro», affermai.
Un brivido percorse la mia schiena. Le labbra di Thad si incurvarono in uno strano sorriso.
Genere: Fantasy, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Dave Karofsky, Sebastian Smythe, Thad Harwood, Un po' tutti | Coppie: Sebastian/Thad
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà della Fox; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.





The new student


Ero nel cortile della mia nuova scuola, il McKinley High School.
Non l’avrei mai detto, ma incominciavo già a sentire la mancanza della mia Westerville e della Dalton Academy, ma sapevo che dovevo abituarmi alla nuova scuola.
Camminai nervoso per il cortile con lo zaino in spalla. Non conoscevo nessuno, tutti volti nuovi, e questo rendeva la situazione ancora più irritante.
«Ehi, ciao! Tu sei lo studente nuovo?», mi domandò una voce decisamente entusiasta.
Mi voltai e vidi un ragazzo alto e snello con i capelli biondi e gli occhi vivaci castani. Era al fianco di un ragazzo moro un po’ più basso con un naso pronunciato.
«Sì», risposi semplicemente.
«Io sono Jeff Sterling, piacere di conoscerti!», si presentò Jeff porgendomi la mano: «Lui invece è Nick Duval, il mio migliore amico».
«Piacere di conoscerti», parlò Nick.
«Il piacere è tutto mio, ragazzi. Sebastian Smythe», risposi con un sorriso sghembo.
Il biondo quasi svenne al mio sorriso irresistibile. Nick, invece, restò impassibile.

Sterling si era rivelato un grande rompiscatole. Parlava sempre e non diceva niente di intelligente, proprio come Duval: ecco spiegato perché erano amici.
«Allora con chi vai al ballo?», domandò Jeff a Nick.
«Wow, già pensi al ballo!», lo ammonì Nick, poi disse: «Comunque non lo so. E tu?», rispose lui.
«Nemmeno io lo so! E tu, Seb, con chi vai?», mi domandò Jeff curioso.
«Ti sembra una domanda sensata da fare al nuovo studente il primo giorno di scuola?», risposi sarcastico.
«Jeff, in effetti…», notò Nick.
«Scusami, Seb, ma sono così elettrizzato!», esultò Jeff: «Io adoro le feste!».
«A me non piacciono. Sono troppo noiose», ammisi beccandomi lo sguardo incerto e stupefatto del biondo.
Mi voltai indietro e notai che in quel momento dei ragazzi stavano facendo ingresso nella mensa.
Erano così affascinanti, così misteriosi e spaventosamente pallidi.
«Chi sono?», domandai curioso a Nick e Jeff.
«Quella è la famiglia Martinez», mi spiegò Nick.
«E lui chi è?», domandai curioso indicando un ragazzo che aveva due occhi nerissimi e impenetrabili.
«Lui è Thad Harwood, il più figo tra tutti i figli del dottor Martinez. Guarda quanto è carino!», commentò Jeff con aria sognante beccandosi un’occhiataccia da parte di Nick.
«È antipatico», mugugnò Nick.
«Andiamo, Nick, almeno compensa in bellezza!», scherzò Jeff beccandosi la gomitata del suo amico.
Sfoggiai un sorriso finto.
«Non fare il geloso, sai che non ti tradirei mai!», disse Jeff con un sorriso baciando teneramente la guancia di Nick. Questi arrossì tremendamente.
«…cioè, non ti tradirei mai come migliore amico», si corresse Jeff anche lui rosso in viso e con un sorriso imbarazzato.
Okay, non ci voleva un arco di scienza per capire che quei due si piacevano, e non poco.
«Allora? Perché dite che quel Thad è antipatico?», chiesi loro facendoli ritornare alla realtà.
«Ti risponde sempre in modo freddo», rispose Nick, poi aggiunse: «Ah, mi correggo: SE ti risponde».
«Ah, bene», commentai: «Secondo me non è così antipatico».
«Dici così perché non lo conosci», fece Nick.
Annuii distrattamente. Ero troppo intento a contemplare quel ragazzo. Jeff non si sbagliava: era davvero così carino. Era di una bellezza quasi sovrannaturale: aveva gli occhi scuri contornati di viola e i capelli castano scuro. Era basso, decisamente basso, ed estremamente pallido.
«Eh eh, Seb, ti piace, vero?», scherzò Jeff.
«Beh, non è male», risposi con un sorriso malizioso.
Jeff annuì, ma non sembrava molto convinto.
Thad si era seduto con quelli che dovevano essere i suoi fratelli ad un tavolo della mensa. Notai con sorpresa che nessuno somigliava all’altro se non per il colore della pelle e degli occhi.
C’era un ragazzo con i capelli castano biondo al fianco di uno molto carino con i capelli ricci e scuri, poi c’era un ragazzo alto e massiccio con i capelli castani e una ragazza mora e mingherlina che aveva l’aspetto di un folletto. Era difficile stabilire chi fosse il più bello tra quei ragazzi.
C’era una strana forza che mi impediva di distogliere lo sguardo: quei ragazzi erano davvero attraenti.
Ad un certo punto lo sguardo di Thad incontrò il mio. Feci finta di guardare altrove. Dopo qualche minuto mi voltai di nuovo e notai che Thad mi fissava insistentemente con un’espressione non molto amichevole. Fu quando i suoi impenetrabili occhi neri pieni di disprezzo si incatenarono nei miei che provai una strana sensazione, un misto tra piacere e inquietudine.
Non seppi definirlo.

Odiavo l’ora di biologia quanto odiavo Sebastian Smythe.
Nessuno si era seduto vicino a me e a Sebastian, arrivato leggermente in ritardo, era toccato il posto accanto al mio. Misi una mano davanti al naso, come se in questo modo il suo bellissimo odore potesse affievolirsi.
Lui mi guardò circospetto, ma non disse niente, perciò anche io decisi di non parlargli.
Mi allontanai da lui e mi sporsi vicino alla parete: non potevo e non volevo saltargli addosso all’improvviso e prosciugarlo davanti a tutti. Dovevo contenermi.
Non riuscivo affatto a seguire la lezione. L’odore del suo sangue era così maledettamente invitante da impedirmi di pensare lucidamente. Già vedevo quel povero ragazzo con il collo squartato.
E poi, per quale diavolo di motivo non riuscivo a leggere i suoi pensieri?
Leggendo i pensieri di quel Duval avevo scoperto che gli piaceva Sterling (e viceversa), leggendo le menti degli altri studenti avevo capito che si scocciavano di fare lezione, leggendo la mente del professore avevo capito che voleva tanto starsene a casa a dormire. Ma perché cavolo non riuscivo a leggere nella sua mente? Cosa diavolo stava pensando? Gli avevo dato una brutta impressione?
Non lo potevo sapere.
Sangue…solo quella parola frullava nella mia mente.
Quel sangue aveva un odore buonissimo. Quanto avrei voluto berne, ma dovevo controllarmi.
Con quel Sebastian al mio fianco non era affatto facile resistergli.

Stavo camminando per i corridoi alla ricerca dell’aula di spagnolo quando vidi Thad parlare con la segretaria.
«Siete sicura del fatto che non si può proprio fare niente per spostarmi l’ora di biologia?», le domandò il ragazzo.
«No, mi dispiace», rispose lei comprensiva.
«Sì, in effetti mi sembra impossibile. Mi scusi ancora per il disturbo», si congedò gentilmente il ragazzo.
Thad mi passò davanti e mi scrutò con odio per poi andarsene.
Per quanto potesse apparire strano ed inverosimile, sperai tanto di non essere io la causa della sua ira.

«Seb, com’è andato il primo giorno di scuola?», mi chiese mio padre con un gran sorriso.
«Bene», mentii.
«Non sembri molto convinto», asserì mio padre.
«Sì, infatti. Niente di che», risposi, poi raccontai: «Ho incontrato due ragazzi rompiscatole, si chiamano Nick Duval e Jeff Sterling».
«Ah, sì, ho capito chi sono, sono due bravissimi ragazzi», disse mio padre con un sorriso sincero, poi domandò: «Conosciuto ragazze carine?».
Guardai mio padre seccato.
«Papà, sono gay», risposi freddo.
«Ah, sì, giusto», disse lui: «Allora? Ragazzi carini?».
«No», risposi, e non so perché ma in quel momento mi venne in mente Thad Martinez: «C’è però un ragazzo… quando mi guarda sembra che vuole uccidermi».
«Ucciderti?», ridacchiò mio padre.
«Sì, ha uno sguardo cattivo quando mi guarda», ammisi.
«Beh, forse oggi è la sua giornata no. Può capitare, tesoro», concluse mio padre.

Il secondo giorno di scuola non andò meglio.
Continuavo a frequentare quei due ragazzini vomitevoli e avevo anche conosciuto altri ragazzi come Trent, Wes e David.
I Martinez erano seduti sempre al solito tavolo e ognuno aveva un vassoio pieno davanti, ma nessuno osava toccare cibo. Solo allora mi accorsi che erano quattro anziché cinque, e solo allora capii che mancava proprio Thad.
Thad non si presentò a scuola per circa una settimana, cosa alquanto strana. Forse aveva cambiato scuola.
Mi ricredetti quando lo vidi il lunedì dopo. Quel lunedì pioveva incessantemente. Odiavo le cose fredde e gelide, preferivo le lunghe giornate di sole e il caldo soffocante della mia amata Westerville.
Alla seconda ora avevo biologia e notai di essere in anticipo. Mi incamminai velocemente verso l’aula cosicché potessi scegliere io il posto, ma soprattutto il compagno di banco. Ma nemmeno quel lunedì la fortuna giocò dalla mia parte.
«Ciao, sono Thad Harwood, tu dovresti essere Sebastian Smythe?», mi domandò il ragazzo con un sorriso enigmatico sedendosi accanto a me.
«Sì, sono io, ma scusami, tu non ti chiami Thad Martinez?», chiesi leggermente confuso.
«Il mio vero cognome è Harwood, il dottor Martinez non è il mio vero padre», spiegò brevemente Thad, poi con un sorriso smagliante mi porse la mano. Accettai la stretta con un sorriso malizioso.

Quel sorriso…era un sorriso maledettamente irresistibile.
La sua mano era calda. Lui quasi rabbrividì al mio contatto.
«Ah, d’accordo, scusami», si scusò lui.
Mi limitai ad un sorriso accennato.
«Interessante la lezione, vero?», gli domandai sarcastico.
«Sì, molto», rispose lui con altrettanto sarcasmo, poi guardò fuori la finestra e sbuffò: «Uffa, che noia, piove. E fa anche freddo. A Westerville pioveva di rado».
«E perché ti sei trasferito nella cittadina più piovosa dell’Ohio se ami così tanto la pioggia e il freddo?», gli domandai con un sorriso enigmatico. Mi ero accorto di mandarlo in estasi con i miei magnifici sorrisi innaturali.
«Per seguire mio padre», rispose lui: «Lui e la mamma si sono lasciati. Lei si è risposata».
«E a te non piace il suo nuovo compagno», affermai.
Mi guardò un po’ confuso.
«No, cioè, è un bel tipo, ma non volevo lasciare mio padre da solo, tutto qui».
«Scusami per le domande un po’ inopportune, sto solo cercando di conoscerti», gli dissi ad un certo punto.
Non riuscivo a leggerlo nella mente e quello era l’unico modo per poterlo conoscere.
«Non ti preoccupare», mi rassicurò lui accennando uno strano sorriso.
Sebastian Smythe non sembrava poi così antipatico e rivoltante come tutti gli altri studenti del McKinley. Sentivo che era diverso.
Risposi con un lieve sorriso.


Angolo Autrice


Non so cosa ne verrà fuori xD Questa fanfiction sarà un po' diversa da Twilight, ma è comunque ispirata al romanzo/film. :)
Ho inserito nella fanfiction il personaggio di David Martinez nel ruolo di Carlisle Cullen. :)
Inizialmente avevo pensato a Sebastian vampiro, ma alla fine ho deciso di fare Thad vampiro.
Al prossimo capitolo! :)

   
 
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