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Autore: Kingdommarco    18/10/2012    2 recensioni
Tuffiamoci nella psiche di due ragazzi, Roxas e Xion, privi di cuore ma con un cervello che di cuori ne vale dieci, nella loro avventura spinta da un ideale da raggiungere: scoprire chi erano nella loro vita precedente, prima di diventare dei Nessuno; capire chi erano le persone che ricordavano e scoprire chi era Sora, la persona della quale spesso avevano sentito il nome nei loro "frammenti" di memoria.
Genere: Azione, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Axel, Organizzazione XIII, Roxas, Xion
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: KH 358/2 Days
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Giunti nel nascondiglio, si lanciarono tutti e quattro sui divanetti e trascorsero più di due ore spaparanzati a chiacchierare. Dopo un po’ Hayner chiese: “Ehi, ma avete sentito che si dice in giro?”
“Cosa?” Domandò Roxas, curioso, a nome di tutti gli altri.
“C’è un ladro misterioso che sta rubando tutte le …!” Rispose il ragazzo.
“Le cosa?” Chiesero gli altri, perplessi.
“Le …, andiamo! Quelle che catturano le immagini, che si fanno con la macchina …grafica!” Solo dopo questa frase, si rese conto di non riuscire a pronunciare la parola che cercava di dire.

“Ma come!? Non riesco a dire …! Com’è possibile!?” Il ragazzo si stava agitando, e Olette gli chiese:
“Ma di cosa si tratta?”
“Come!? Le …! Quelle che scatti con la macchinetta digitale o col cellulare…”
“Ah, le …!” Olette aveva capito, ma neanche lei riuscì a pronunciare la parola. Pence iniziò a frugare in un borsone, poi stupito urlò: “Oh no, manca la nostra preziosa … fatta al mare!”
“Nessuno riesce a pronunciare questa parola.” Concluse Roxas. “Forse è perché il ladro, oltre alle … ha rubato anche la parola …!”
“Ma che vai blaterando!?” Lo aggredì Hayner. “Non è possibile rubare una parola, e lo sai bene!”
“Io ho fatto un ipotesi, scusa…” Rispose il ragazzo, e l’altro fece un cenno come di perdono con la testa, evidentemente per prenderlo in giro.

Decisero di indagare sulla faccenda e uscirono di casa, diretti alla piazza. Giunti lì trovarono la banda dei “bulli del quartiere”, capeggiata da un tipaccio di nome Seifer, che si allenava nello Struggle. Vedendoli, il capo li schernì:
“Oh, abbiamo anche i ladri! Mi raccomando, non rubate altre …!”
“Non siamo stati noi!” Urlò Hayner. “Cosa te lo farebbe pensare!?”
“Siete voi i colpevoli, ormai in paese è sulla bocca di tutti.” Continuò il teppista, con voce divertita.
“Ma è una voce falsa!” Gridò Roxas, stupito.
“Si, certo, ladruncoli!” Concluse Seifer, ridendo, e la banda si dileguò. Mentre si allontanavano, un essere fulmineo, di corsa, sfrecciò dinnanzi al capo spingendolo a terra e scattò in aria verso la vecchia villa. Rialzatosi, per prima cosa il ragazzo controllò nella sua borsa. “Sono sparite le …! Maledetti!”
“Noi eravamo qui!” Gridò Olette, ma il teppista rispose: “La pagherete allo Struggle Battle, ladri!”

Detto questo la banda si allontanò di corsa, e Roxas chiese al gruppo:
“Secondo voi cos’era?”
“Cosa?” Domando Pence.
“Quell’essere che ha spinto Seifer.”
“Quale essere? Seifer è inciampato.” Concluse Olette, lasciando Roxas stranito. L’aveva notato solo lui? Evidentemente era il ladro, e non era umano. Senza nemmeno avvisare gli altri decise di corrergli dietro, per vedere dove andava. Assicurandosi che gli amici non lo seguissero, raggiunse in fretta la vecchia villa e lo trovò, in aria, dinnanzi al cancello. Aveva un sacco sulla spalla e, nel vederlo, gli corse contro e lo spinse a terra. Altri cinque esseri, identici a lui, giunsero in soccorso, e insieme circondarono il ragazzo. Roxas raccolse da terra un ramo secco abbastanza lungo, e decise di usarlo come arma. Gli esseri corsero verso di lui, che li attaccò, ma senza effetto. Il ramo sembrava non scalfire minimamente i loro corpi, anzi, sembrava non toccarli neppure. Un essere lo colpì alla schiena, e lui dolorante cadde a terra. D’improvviso sentì contrarsi il braccio che impugnava il ramo, e lo stese. Un lampo di luce, poi un bagliore avvolse la sua mano e l’arma. Quando la luce sparì, il ramo non c’era più e il ragazzo brandiva una specie di chiave gigante.

“Keyblade!” Non sapeva perché aveva pronunciato quella parola, ma dedusse che era il nome dell’arma. Si alzò e cominciò a colpire gli esseri: adesso ci riusciva. All’improvviso accanto a lui comparve un ragazzo, con i capelli grigi e una benda sugli occhi. Indossava una tunica nera, e imbracciava un Keyblade, completamente nero.
“Riku!” Esclamò Roxas, pur non conoscendolo, e il ragazzo disse: “Ti aiuto io.” Insieme, a colpi di Keyblade, riuscirono a eliminare le creature.
“Finiti.” Concluse il ragazzo, guardando Roxas. “Bel lavoro. Adesso torna dai tuoi amici, e non parlarne con nessuno.”
“Va bene.” Rispose l’altro, sorridendo. “Alla prossima!” Riku accennò un sorriso, poi sparì

. Roxas era rimasto solo, dinnanzi alla villa. Osservò la facciata a lungo: si vedeva che era davvero molto antica, e anche abbandonata. Mentre studiava le finestre, il suo sguardo cadde sull’ultima a sinistra del terzo piano. Non c’era niente, ma lui era sicuro di aver visto, con la coda dell’occhio, una ragazza, bionda, vestita di bianco.

-Angolo dell'Autore-

Carissimi lettori, più la storia va avanti e più ci avviciniamo al finale, e devo ammetterlo, sono indeciso se far si che sia nel prossimo capitolo, o tra un capitolo ancora... Perciò lo metto ai voti qui!
Chi di voi vuole scoprire subito il finale, me lo scriva nella recensione, chi vuole continuare, me lo scriva, sempre nella recensione! xD
Non preoccupatevi, non vi lascerò mica soli, enntro il finale avrete una nuova serie! Non vi anticipo niente, se non che sarà tutta sulle note di... eh, non ve lo dico. ù_ù
Beh, ragazzi, alla prossima! Sayonara!

-Kingdommarco

   
 
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