Ti muovi incerta tra la folla, un piede di fronte all'altro, accorciando la distanza che ti separa dal centro della pista. Ti volti indietro, cerchi con lo sguardo quel sorriso infantile ed innocente, quel ciuffo allegro dell'italiano che t'ha spinto verso quello che per te è poco meno d'un inferno. Ma non lo trovi, la folla s'è addensata accanto a te, non permettendoti la completa visuale dei tavoli che circondano quei pochi metri di grigia pietra.
La musica suona, la cantante si muove allegramente mentre le sue labbra colorate da un troppo forte rossetto si muovo scandendo le parole di quella vecchia ballata, che nemmeno tu ricordi con precisione. Ti muovi a stento tra le coppie, da sola, cercando il motivo per cui sei stata così brutalmente allontanata dalla tua cena. Gli occhi si muovo, non scorgendo altro che sconosciuti in giacca e cravatte, sconosciute dagli abiti sgargianti e bambini che, stranamente allegri, ballavano tra di loro.
E tu sei sola, al centro della pista.
Nessuno fa caso a te: nessuno lo fa mai.
Il tuo vestito rosso si muove a causa della leggera brezza estiva, la quale sembrava del tutto intenzionata a ribellarsi al caldo che t'ha affaticato proprio poche ore prima. Quel caldo che t'ha fatto sudare, quel caldo che quasi non senti più. Il tuo caldo, tipico del tuo paese che tanto ami.
Alzi gli occhi al cielo stellato, posandoli sulla luna. Brillavano, in cielo, mentre tu sei semplicemente in mezzo ad una pista da ballo d'un qualche ristorante di poca fama, da sola.
Un tocco. Ti volti, la paura ti assale: paura, sorpresa, sollievo, dubbio, imbarazzo.
Il tuo viso raggiunge il colore del sugo che divinamente si distende ed abbraccia qualsiasi tua cibaria; le tue mani tremano, così come le tue labbra, nel tentativo di dire qualcosa.
Una mano, un inchino. Una proposta?
E tu l'accetti, il tuo cuore batte a tempo di musica: lenti, iniziate a muovere i primi passi; lenta, inizi ad abbandonarti al suo abbraccio, alla sua forte presa.
La musica accelera, i passi accelerano, i cuore accelera. Il tuo respiro si fa corto e, senza necessariamente volerlo, t'avvicini a lui. Ciò che ti circonda non ha più importanza: gli altri, gli sconosciuti, sono spariti. La pista è solo tua, sei il suo centro.
Sei importante per qualcuno, sei qualcuno. Il centro di qualcuno.
Ti muovi sensualmente, il vestito rosso smosso dalla brezza segue il tuo corpo che imita i movimenti spagnoli che tanto hai ammirato, in silenzio, con vergogna. Li hai ammirati e resi tuoi, li hai ammirati ed ora altri ammirano te. Quei passi che non son più solo spagnoli: sono spagnoli, turchi, italiani, latini, greci.
La musica continua ad accelerare: respiri a stento, preoccupandoti solo della musica e di chi, davanti a te, ti guida, non sembrano particolarmente affaticato. Ti guida con la solita assonnata indifferenza di chi vive nel ricordo del passato, ti guida con l'assonnata indifferenza che non riesci pienamente a sopportare. Non la sopporti, eppure, senti di amarla.
Ancora, le note scorrono veloci nella notte, il vestito si muove con ansia e tu, l'ultima giravolta, torni a guardare negli occhi il tuo accompagnatore. Le note s'accasciano, stanche, si gettano nel caldo limbo del silenzio; gli strumenti tacciono, le labbra troppo rosse smettono di muoversi. Sonore risate ed esclamazioni di gioia accompagnano gli esausti ballerini verso le loro imbandite tavolate: rosso, verde, bianco. I tuoi colori, la tua pizza.
Qualcuno applaude. Alzi lo sguardo color nocciola verso il cielo: le stelle brillano, la luna ti sorride. Riporti lo sguardo in basso, verso il suono che non era riuscito a distrarti in precedenza.
Qualcuno applaude, tu lo osservi. Lui applaude, con il suo assonnato sorriso. Tu arrossisci, come il vestito che fallisce pienamente a valorizzare le tue curve.
Qualcuno applaude, senza curarsi del tuo aspetto. Tu continui ad arrossire, senza curarti di chi bisbiglia divertito alle tue spalle.

«Ehi, Grecia, ti prendi una pizza con noi?»

Qualcuno ridacchia, dietro di te.
Qualcuno sorride, annuendo, senza spostare lo sguardo dai tuoi occhi.
Tu rivivi quel ballo in un sorriso, rivivi la tua storia in un sorriso.
Ed ami quel sorriso, l'ami perché è tutto ciò per cui val la pena di sorridere.