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Autore: Duffy    01/05/2007    13 recensioni
Ed e Al si dividono. L'lachimista viene trovato dall'ultima persona che si sarebbe aspettato. Un homunculus. Quell'homunculus. Ma putrotto è messo talmente male da non riuscire a muoversi. E l'altro...
Genere: Romantico, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Edward Elric, Envy
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Vi avverto, questo capitolo è davvero ma davvero corto

Vi avverto, questo capitolo è davvero ma davvero corto. Mi dispiace, ma so che vi piace tanto come fic, quindi vi volevo accontentare un po’

È che l’ispirazione si sta dedicando solo alla mia fic sado ( XD ) su ed e envy, che alla fine ho messo su manga.it  con il nome di roxas.

Morale della storia: beccatevi sto piccolo pezzeto di ‘O Chibi-san.

Però è un bel pezzo gente, sul serio *_*

 

Ok, credo di aver detto tutto. See ya ^_____^

E commentate =__=

 

 

 

 

Rimasero in silenzio, continuando a fissarsi.

L’homunculus era impassibile, mentre l’alchimista stringeva forte i pugni, per paura di sentire una risposta a quella domanda che non aveva senso aver posto.

-Envy io…lascia perdere…non è una cosa che ho il diritto di chiederti…

-Hai ragione, non ne hai il diritto.

-…- il biondo si morse un labbro, alzandosi in piedi.

-Acciaio, ascolta.

-No, va bene così.

-Ascoltami, razza di idiota! – si guardarono ancora una volta, poi Ed si sedette nuovamente.

-Io sono un homunculus. Sai che significa, no? Non provo dei sentimenti. E’ tutta una finzione. Un ricordo, capisci?

-…si, lo so.

-Con te ho solo giocato, non farti strane idee. Io ti odio, perché sei quello che io non sarò mai. Un essere umano.

-Ma…

-Hai una famiglia, delle persone che si preoccupano per te. Sei libero, puoi andare dove vuoi. Io no. Nonostante questo corpo, nonostante non abbia legami, io non sono libero.

-Non mi hai risposto. Per te sono solo un sacrificio? Posso essere rimpiazzato da chiunque? – l’homunculus fece un sorrisetto amaro.

-No, questo no. Tu sei l’unico idiota che può affezionarsi ad uno come me.

Il biondo non seppe se prenderlo come un complimento o un insulto. Protendeva per la seconda. Incrociò le braccia al petto e gonfiò le guance, stizzito.

-Io…io non mi sono affatto affezionato!!! – l’altro ridacchiò

-Certo, come no…dai, vieni qui

Con quelle poche parole l’homunculus era tornato normale. L’aura negativa che emanava un attimo prima era scomparsa del tutto.

L’alchimista sorrise, sollevato, almeno finche Envy non gli andò vicino, o per meglio dire, ancora, più vicino.

-Ehi! Che cavolo fai?

-Dai…fammi un po’ contento…- lo abbracciò, baciandogli il collo e il mento, sorridendo. Ed emise una specie di soffio rabbioso, come un gatto, ma non si mosse.

-Piantala! Non…non…

-“Non…non”…cosa? – gli fece il verso l’altro, ridacchiando. – Lo so che ti piace.

Questa volta il biondo non rispose, e Envy rise ancora di più.

-Lo vedi? Lo vedi? – lo canzonò divertito.

-Almeno stai zitto, no? – sbottò Ed.

-Ok…- lo costrinse a sdraiarsi, continuando a stuzzicarlo con i denti, mordicchiandogli il collo, il mento, avvicinandosi sempre di più alle labbra.

Il biondo cercò come potè di non pensarci, chiudendo gli occhi e stringendo i pugni.

Stava per allontanarsi, quando l’homunculus prese a baciargli la spalla, facendo scorrere le fredde dita sulla schiena del più piccolo.

Era tutto così…assurdo.

Era assurdo che si stesse facendo baciare in quel modo da qualcuno.

Era assurdo che quel qualcuno fosse Envy.

Ed era ancora più assurdo che lui non facesse nulla per farlo smettere.

Assurdo.

-Ma che cavolo…- Envy improvvisamente si fermò, sedendosi sulle ginocchia. – Girati un attimo ‘O Chibi-san.

Sorpreso, senza capire, il ragazzino ubbidì.

Non pensò nemmeno quanto potesse essere pericoloso un simile ordine.

-Cos’è questo? – Envy premette un dito sulla schiena dell’atro, che gemette di dolore. Era un piccolo taglio, neanche profondo, ma di un colore viola preoccupante.

-Ahi! Cosa? Cos’è? – si portò le mani alla schiena, cercando di toccarsi, ma senza riuscirvi.

-Sta fermo! E’ solo un taglio. Devi essertelo fatto quando sei…- si fermò, trattenendo per un attimo un sorriso. Ed capì, e incrociò le braccia al petto, offeso.

-Dillo pure. Quando mi sono schiantato a terra cadendo dalla montagna.

Envy scoppiò a ridere, senza ritegno. Si portò le mani alla pancia, sotto lo sguardo offeso e risentito del biondo. Quest’ultimo, dopo qualche secondo, gli diede una spinta che lo fece cadere a terra, ma l’altro continuò a ridere, se possibile più di prima.

-E piantala! Non è divertente!!! – gli saltò sopra, colpendolo con i pugni sul petto.

-Ahi! Ahia! Mi fai male! – la risata gli morì lentamente in bocca, e un sorriso sciocco gli rimase sul viso.

-Ehi piccoletto…che stai facendo? – il biondo si accorse di tenerlo per i polsi, impedendogli di muoversi.

-…ecco…io…niente! Non sto facendo niente! – si allontanò con uno scatto, imbarazzato. E magari anche un po’ scocciato.

Envy si appoggiò ai gomiti, rimanendo per terra. Lo guardò, curioso e divertito, senza staccargli gli occhi di dosso.

-Beh – Ed si alzò in piedi, guardandosi nervosamente intorno. – Io vado di là.

-A fare che? – lo disse canzonatorio, sorridendo.

-A…a…- si guardò ancora intorno. – A mangiare!

 

  
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