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Autore: La Mutaforma    19/10/2012    1 recensioni
“Quando ero piccola” cominciò a parlare “La nonna mi raccontava sempre una storia. C’era una ragazza che camminando trovava per terra un anello. Non so che generi di poteri avesse, ma con quello lei diventò felice”
La prozia che-era-lì-pur-essendo-altrove seguì la storia distratta, eppure attenta.
Come se qualcosa improvvisamente le avesse ricordato la casa lontana.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La lontana prozia che era venuta da un altro continente nella sua piccola cittadina non faceva che osservarla.

Anche se era al suo fianco, per strada, in quel momento, era sempre la lontana prozia.

 

“Guardi in basso?”

Non rispose. Con tutta l’amarezza dei suoi dieci anni guardò gli occhi azzurri della donna, così diversi dai suoi. Era difficile vedere qualche traccia di parentela, ma sua madre le aveva elencato tutto l’albero genealogico e le aveva detto “questa è la prozia che abita lontano”.

Non viveva in un altro continente.

“E’ per timidezza?”

Ma era come se lo fosse.

 

“Non sono timida”

La sua vocetta suonò un po’ stridula, all’orecchio adulto di quella donna fece un suono falso.

Ma i bambini non mentono. Non mentono mai.

“Quando ero piccola” cominciò a parlare “La nonna mi raccontava sempre una storia. C’era una ragazza che camminando trovava per terra un anello. Non so che generi di poteri avesse, ma con quello lei diventò felice”

La prozia che-era-lì-pur-essendo-altrove seguì la storia distratta, eppure attenta.

Come se qualcosa improvvisamente le avesse ricordato la casa lontana.

 

“Non troverò mai il mio anello”

Per strada non c’era più nessuno.

“Come puoi dirlo?” chiese la donna, silenziosamente.

Strisciò le scarpine per terra.

“Nella storia della nonna c’erano prati immensi. Il mio anello l’hanno sotterrato nell’asfalto”

Si sedette sul nero buio del fondo stradale, rovente come lo specchio opaco del sole.

Poggiò l’orecchio sull’asfalto.

“La terra pulsa. E l’erba cresce sotto le sgommate dei motorini”

 

L’anello giace sepolto, come i morti antichi, quelli che non hanno più parenti che possano portagli i fiori la domenica e qualche preghiera.

L’anello giace sepolto. Non sull’asfalto, né più in basso.

Là, dove era davvero irraggiungibile. Sotto le sue dita.    

 

   
 
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