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Autore: Irishkoala    19/10/2012    7 recensioni
E se non ci fosse stato solo quel massaggio?
Un piccola finestra su un momento che tutti abbiamo immaginato in modi diversi
e che si continuerà a immaginare...
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alessandro il Grande, Efestione
Note: Lime, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Faith.'
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Non il massimo dell'originalità come scena e momento ma ho voluto dare una mia piccola e
breve interpretazione ad un istante che da troppo e che potrebbe essere espresso in mille modi diversi.
Voglio precisare che non è una 'copia' del film, altrimenti non si tratterebbe di una rivisitazione.
Ma visto quando dia fastidio anche a me stessa trovare scene cambiate, in certi casi, preferisco che sia chiaro
onde evitare che mi facciate notare 'ma nel film non è così'.
E poi il mio Phai approva uu quindi  pace :3
Mi è venuta in mente dopo un momento roleplayoso (?) ed è stato
difficilissimo scrivere i nomi senza abbreviarli in Alex e Phai xDD
Bene, vi lascio.
Grazie a chiunque leggerà o lascerà un passaggino di qualsiasi tipo ❤
Vostra
L.




Shivers

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Quel profumo era inconfondibile.
Avrebbe potuto riconoscerlo ovunque, i suoi sensi ne erano talmente abituati che nulla l'avrebbe portato a dubitare che non appartenesse a qualcosa di suo.
Gli incensi e gli aromi nella stanza non sarebbero mai stati in grado di nasconderlo e, anche quando fece il suo ingresso, ciò che gli colpì le narici fu lo stesso che si aspettava.
Buono. Corposo. Intenso.
Voltò lo sguardo, subito dopo aver superato il paravento, trattenendo un sorriso tra sé e sé quando lo vide steso sul letto al centro della stanza.
Imponente, maestoso, illuminato dalla luce delle candele e dal colore dorato delle vesti e del copriletto che ne riproducevano l'intensità.
Bellissimo e solido, come appariva sempre ai suoi occhi.

Un bagliore fermo e stabile nella sua mente come nel suo cuore, da sempre per ciò che riusciva a ricordare.
Si avvicinò con un fruscio leggero, causato dalla propria veste sul pavimento, non smettendo di guardarlo se non per un breve istante, in cui fece un cenno frettoloso e secco ai servi presenti di uscire e di lasciarli da soli.
Nessuno dei due, nemmeno Bagoas, provò a ribattere qualcosa nonostante non fosse stata una richiesta del Re. Efestione cercò di ignorare il breve sguardo di risentimento che l'eunuco lasciò su di lui prima di abbassarlo a terra con un cenno d'assenso, nella forma di rispetto consona.
Appena li sentì uscire, aveva raggiunto il bordo del letto anteriore mentre Alessandro aveva liberato un sospiro, allungando una mano sulla propria spalla per incontrare prontamente quella che il compagno gli appoggiò sopra, intrecciandola con la sua.
Stava leggendo una lettera di sua madre, da Pella, e nonostante l'avesse sentito non si era preoccupato di controllare i suoi movimenti o l'ordine dato perché sapeva dal principio quali sarebbero stati.
Efestione lasciò il bicchiere di vino sul basso tavolo accanto, liberandosi anche l'altra mano per ricondurla sulla spalla opposta del sovrano che fece un altro basso sospiro.
Ora che era entrato, che erano da soli e che l'aveva di nuovo vicino, si sentiva bene, se stesso, poteva rilassarsi realmente e non doveva più fingere nulla che la presenza di chiunque altro, invece, gli avrebbe richiesto.
Efestione era il suo punto di sfogo, di sollievo, di libertà, l'unico con cui poteva parlare e agire indisturbato senza la paura di venire giudicato o tradito.

E questo, il generale, lo sapeva bene.
"Brutte notizie?"
Efestione si sistemò con i gomiti sul bordo del letto, rimanendo alle sue spalle e osservando la lettera srotolata tra le mani del sovrano.
Alessandro scosse la testa, stringendo lo stesso la presa con la sua mano, guardandolo di sbieco e lasciando cadere il pezzo di carta in grembo.
"Solo saluti, una richiesta di tornare, notizie di mia sorella e come stanno andando le cose a Pella"
Efestione annuì non lasciandosi ingannare comunque.
"Cos'è che ti preoccupa allora?"
Alessandro fece un breve sorrisino tra sé e sé, consapevole che non avrebbe potuto giocarlo, nemmeno rimanendo in silenzio.
Il suo Phai l'avrebbe letto anche dal suo sguardo.
Efestione, nell'attesa della risposta, scosse la mano unita nella sua per fargli capire di lasciargliela e le mosse entrambe verso il retro del suo collo e la nuca cominciando a massaggiarle lentamente.
"Tutto questo.." rispose, infine, con l'attenzione già concentrata molto di più su quelle dita che sapevano alla perfezione come toccarlo per farlo stare bene.
"È tuo, Alessandro...puoi farne ciò che vuoi" rispose l'altro, la cui tonalità di voce si era modificata, abbassandosi, diventando più roca e carezzevole, unita al movimento leggero delle sue mani lungo il collo e le spalle che portarono il re ad inclinare leggermente la testa all'indietro mentre chiuse gli occhi.
"Potresti far abbassare chiunque ai tuoi piedi se solo lo volessi..non farti spaventare dalla grandezza di ciò che hai davanti. Saprai benissimo come gestirlo"
Alessandro sorrise, rincuorato dalle sue parole che sapevano sempre dove andare a colpire per farlo rimanere presente oltre che deciso, allo stesso tempo, già molto più rilassato grazie agli arti che continuavano a lavorare sui suoi muscoli con minuzia bramosa, distendendoli e liberandoli dalla tensione.
"E se non ci riuscissi?" soffocò un sospiro con le parole, chiudendo gli occhi e lasciando andare per un momento il peso della testa verso di esse, sostenuto senza problemi dalle dita che ora stavano spingendo sulla nuca facendolo fremere e rabbrividire piacevolmente.
Efestione lo guardò dall'alto, compiaciuto, non preoccupandosi minimamente di nascondere il sorrisino addolcito e soddisfatto sul suo viso, non l'avrebbe notato.
Sapeva che, qualsiasi preoccupazione avesse il suo re, non era quello il momento dove se ne trovasse più concentrato.
"Ci riuscirai invece..prendi solo la battaglia di pochi giorni fa. Nessuno avrebbe potuto compiere la stessa impresa come hai fatto tu"
Alessandro sorrise di nuovo, su un lato delle labbra, riaprendo gli occhi e sistemandosi più in alto con la schiena, fermandogli e prendendogli una mano nella sua subito dopo, sollevando lo sguardo per guardarlo.
"Rimani con me questa notte.." i loro occhi si incontrarono, mare sulla terra, ed entrambi seppero la risposta senza bisogno delle parole.
Efestione lo scrutò più a lungo mentre Alessandro scorse la mano ancora nella sua lungo l'avambraccio, accarezzandolo e fermando la presa su di esso per spostarlo verso di sé.
Aggirò il letto continuando a sostenere un sorrisino malcelato, lasciandosi guidare senza troppa resistenza, appoggiando poi un ginocchio su di esso quando si trovò impossibilitato ad aggiungere un altro passo se non salendoci sopra.
Lo sguardo di Alessandro non aveva ancora lasciato il suo e non riusciva a nascondere quanto lo eccitasse quel particolare.
La sua capacità di non abbassare mai le difese, neanche in situazioni più famigliari, intime, facendolo sentire nudo e completamente spoglio anche se non lo era, l'aveva sempre reso consapevole di non poterne sfuggire.

E non avrebbe nemmeno voluto.
Si lasciò tradire da quel sorriso trattenuto mentre cercò di non distogliere gli occhi dai suoi e dalla sua figura, tremendamente invitante, rilassata e pronta per lui.
I muscoli tesi del petto e dell'addome si intravedevano dalla veste aperta sul busto, la pelle calda e abbronzata che li delineava maggiormente e che avrebbe voluto stringere, continuare a massaggiare. Come fece.
"Non devi avere paura di nulla" sussurrò sommessamente, salendo del tutto sul letto e gattonandogli sopra, aprendo le gambe sulle sue fino a che non si trovò seduto sul suo bacino, facendo scivolare la propria veste dalle spalle che cadde a terra.
Alessandro gli scorse il corpo con lo sguardo, consapevole dell'effetto con cui il compagno lo teneva prigioniero, desiderandolo con bramosa ossessione di ciò che fosse solo suo e che nessuno avrebbe mai potuto avere.

Ed entrambi lo sapevano.
Lo rinchiudeva nella sua forza e non lo lasciava più andare e, Alessandro, voleva sempre meno uscirne ogni volta successiva in cui accadeva.
Si leccò le labbra senza volerlo, mangiando quel corpo e trattenendosi per non dominarlo subito e con fretta, spingendosi oltre per far aumentare ancora di più il suo desiderio solo aspettando.
Aspettavano la stessa cosa ma non accennavano a fare la prima mossa.
Fino a che Efestione appoggiò le mani sul suo addome, inclinandosi leggermente verso di lui per avvicinarsi al suo viso, lo sguardo puntato sulle sue labbra.
"Non ce l'ho se ci sei tu con me"
Fu un sussurro ed Efestione tornò sui suoi occhi non resistendo oltre, prendendogli le labbra con un leggero morso, prima di aprire la bocca cercando di forzare la sua con la lingua, andando oltre.
Non trovò nessuna resistenza sentendosi avvolgere subito dopo dal calore della sua bocca e lingua che lo accolsero, rendendo il bacio subito più intenso e profondo mentre le braccia del suo re lo strinsero attorno ai fianchi costringendolo ad abbassarsi di più.
Un brivido di piacere attraversò la schiena del generale che si chinò di più, provando un desiderio enorme di eliminare ogni indumento rimasto a entrambi e toccarlo fino a che non ci sarebbe stato più tempo mentre Alessandro riprendeva il suo posto dentro di lui.
Spostò le mani sui suoi fianchi, continuando il massaggio su di essi, risalendo lentamente sul petto fino alle spalle sentendolo distendersi ancora di più sotto di sò.
"..e non l'avrò mai"
Solo quel leggero soffio sulle sue labbra ed Efestione ebbe un lieve sussulto di sorpresa appena si trovò sul letto di schiena, dopo un veloce scatto con cui furono invertite le posizioni.
Alessandro sorrise sornione riabbassandosi su di lui per baciarlo di nuovo, mentre le mani del compagno scorsero sotto le sue spalle spostando la veste da sopra di esse e togliendola del tutto, potendo entrare finalmente a contatto con la sua pelle, accarezzandolo lungo la schiena.
Non c'era paura che qualcuno potesse entrare e scoprirli, l'ordine dato di lasciarli da soli era sufficiente per tenerli al sicuro da tutti, per farli sparire, per poter entrare nell'illusione di un secondo che non fossero un re e il suo vice in un palazzo, ma solo Alessandro ed Efestione, due uomini qualunque che avevano bisogno di amarsi per sentirsi completi.
E nessuno gli avrebbe impedito di farlo perché nessuno avrebbe mai potuto.
Si amarono più volte circondati dai colori dell'atmosfera, nella luce delle candele e nel profumo degli incensi, mentre la Babilonia oltre il balcone osservava silente, nascondendo un'unione che non avrebbe avuto tempo.
Un segreto malcelato che nessuno avrebbe mai conosciuto pienamente.

Nemmeno loro.









   
 
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