Non il massimo dell'originalità come scena e momento ma ho voluto dare una mia piccola e
breve interpretazione ad un istante che da troppo e che potrebbe essere espresso in mille modi diversi.
Voglio precisare che non è una 'copia' del film, altrimenti non si tratterebbe di una rivisitazione.
Ma visto quando dia fastidio anche a me stessa trovare scene cambiate, in certi casi, preferisco che sia chiaro
onde evitare che mi facciate notare 'ma nel film non è così'.
E poi il mio Phai approva uu quindi pace :3
Mi è venuta in mente dopo un momento roleplayoso (?) ed è stato
difficilissimo scrivere i nomi senza abbreviarli in Alex e Phai xDD
Bene, vi lascio.
Grazie a chiunque leggerà o lascerà un passaggino di qualsiasi tipo ❤
Vostra
L.
Shivers
Quel
profumo era inconfondibile.
Avrebbe potuto riconoscerlo ovunque, i
suoi sensi ne erano talmente abituati che nulla l'avrebbe portato a
dubitare che non appartenesse a qualcosa di suo.
Gli
incensi e gli aromi nella stanza non sarebbero mai stati in grado di
nasconderlo e, anche quando fece il suo ingresso, ciò che
gli colpì
le narici fu lo stesso che si aspettava.
Buono. Corposo.
Intenso.
Voltò lo sguardo, subito dopo aver superato il
paravento, trattenendo un sorriso tra sé e sé
quando lo vide steso
sul letto al centro della stanza.
Imponente, maestoso, illuminato
dalla luce delle candele e dal colore dorato delle vesti e del
copriletto che ne riproducevano l'intensità.
Bellissimo e solido,
come appariva sempre ai suoi occhi.
Un
bagliore fermo e stabile nella sua mente come nel suo cuore, da
sempre per ciò che riusciva a ricordare.
Si avvicinò con un
fruscio leggero, causato dalla propria veste sul pavimento, non
smettendo di guardarlo se non per un breve istante, in cui fece un
cenno frettoloso e secco ai servi presenti di uscire e di lasciarli
da soli.
Nessuno dei due, nemmeno Bagoas, provò a ribattere
qualcosa nonostante non fosse stata una richiesta del Re. Efestione
cercò di ignorare il breve sguardo di risentimento che
l'eunuco
lasciò su di lui prima di abbassarlo a terra con un cenno
d'assenso,
nella forma di rispetto consona.
Appena li sentì uscire, aveva
raggiunto il bordo del letto anteriore mentre Alessandro aveva
liberato un sospiro, allungando una mano sulla propria spalla per
incontrare prontamente quella che il compagno gli appoggiò
sopra,
intrecciandola con la sua.
Stava leggendo una lettera di sua
madre, da Pella, e nonostante l'avesse sentito non si era preoccupato
di controllare i suoi movimenti o l'ordine dato perché
sapeva dal
principio quali sarebbero stati.
Efestione lasciò il bicchiere
di vino sul basso tavolo accanto, liberandosi anche l'altra mano per
ricondurla sulla spalla opposta del sovrano che fece un altro basso
sospiro.
Ora che era entrato, che erano da soli e che l'aveva di
nuovo vicino, si sentiva bene, se stesso, poteva rilassarsi realmente
e non doveva più fingere nulla che la presenza di chiunque
altro,
invece, gli avrebbe richiesto.
Efestione era il suo punto di
sfogo, di sollievo, di libertà, l'unico con cui poteva
parlare e
agire indisturbato senza la paura di venire giudicato o tradito.
E
questo, il generale, lo sapeva bene.
"Brutte notizie?"
Efestione si sistemò con i gomiti sul bordo del letto,
rimanendo
alle sue spalle e osservando la lettera srotolata tra le mani del
sovrano.
Alessandro scosse la testa, stringendo lo stesso la presa
con la sua mano, guardandolo di sbieco e lasciando cadere il pezzo di
carta in grembo.
"Solo saluti, una richiesta di tornare,
notizie di mia sorella e come stanno andando le cose a
Pella"
Efestione annuì non lasciandosi ingannare
comunque.
"Cos'è che ti preoccupa allora?"
Alessandro
fece un breve sorrisino tra sé e sé, consapevole
che non avrebbe
potuto giocarlo, nemmeno rimanendo in silenzio.
Il suo Phai
l'avrebbe letto anche dal suo sguardo.
Efestione, nell'attesa
della risposta, scosse la mano unita nella sua per fargli capire di
lasciargliela e le mosse entrambe verso il retro del suo collo e la
nuca cominciando a massaggiarle lentamente.
"Tutto questo.."
rispose, infine, con l'attenzione già concentrata molto di
più su
quelle dita che sapevano alla perfezione come toccarlo per farlo
stare bene.
"È tuo, Alessandro...puoi farne ciò che vuoi"
rispose l'altro, la cui tonalità di voce si era modificata,
abbassandosi, diventando più roca e carezzevole, unita al
movimento
leggero delle sue mani lungo il collo e le spalle che portarono il re
ad inclinare leggermente la testa all'indietro mentre chiuse gli
occhi.
"Potresti far abbassare chiunque ai tuoi piedi se solo
lo volessi..non farti spaventare dalla grandezza di ciò che
hai
davanti. Saprai benissimo come gestirlo"
Alessandro sorrise,
rincuorato dalle sue parole che sapevano sempre dove andare a colpire
per farlo rimanere presente oltre che deciso, allo stesso tempo,
già
molto più rilassato grazie agli arti che continuavano a
lavorare sui
suoi muscoli con minuzia bramosa, distendendoli e liberandoli dalla
tensione.
"E se non ci riuscissi?" soffocò un sospiro
con le parole, chiudendo gli occhi e lasciando andare per un momento
il peso della testa verso di esse, sostenuto senza problemi dalle
dita che ora stavano spingendo sulla nuca facendolo fremere e
rabbrividire piacevolmente.
Efestione lo guardò dall'alto,
compiaciuto, non preoccupandosi minimamente di nascondere il
sorrisino addolcito e soddisfatto sul suo viso, non l'avrebbe
notato.
Sapeva che, qualsiasi preoccupazione avesse il suo re, non
era quello il momento dove se ne trovasse più concentrato.
"Ci
riuscirai invece..prendi solo la battaglia di pochi giorni fa.
Nessuno avrebbe potuto compiere la stessa impresa come hai fatto
tu"
Alessandro sorrise di nuovo, su un lato delle labbra,
riaprendo gli occhi e sistemandosi più in alto con la
schiena,
fermandogli e prendendogli una mano nella sua subito dopo, sollevando
lo sguardo per guardarlo.
"Rimani con me questa notte.."
i loro occhi si incontrarono, mare sulla terra, ed entrambi seppero
la risposta senza bisogno delle parole.
Efestione lo scrutò più
a lungo mentre Alessandro scorse la mano ancora nella sua lungo
l'avambraccio, accarezzandolo e fermando la presa su di esso per
spostarlo verso di sé.
Aggirò il letto continuando a sostenere
un sorrisino malcelato, lasciandosi guidare senza troppa resistenza,
appoggiando poi un ginocchio su di esso quando si trovò
impossibilitato ad aggiungere un altro passo se non salendoci
sopra.
Lo sguardo di Alessandro non aveva ancora lasciato il suo e
non riusciva a nascondere quanto lo eccitasse quel particolare.
La
sua capacità di non abbassare mai le difese, neanche in
situazioni
più famigliari, intime, facendolo sentire nudo e
completamente
spoglio anche se non lo era, l'aveva sempre reso consapevole di non
poterne sfuggire.
E
non avrebbe nemmeno voluto.
Si lasciò tradire da quel sorriso
trattenuto mentre cercò di non distogliere gli occhi dai
suoi e
dalla sua figura, tremendamente invitante, rilassata e pronta per
lui.
I muscoli tesi del petto e dell'addome si intravedevano dalla
veste aperta sul busto, la pelle calda e abbronzata che li delineava
maggiormente e che avrebbe voluto stringere, continuare a
massaggiare. Come fece.
"Non devi avere paura di nulla"
sussurrò sommessamente, salendo del tutto sul letto e
gattonandogli
sopra, aprendo le gambe sulle sue fino a che non si trovò
seduto sul
suo bacino, facendo scivolare la propria veste dalle spalle che cadde
a terra.
Alessandro gli scorse il corpo con lo sguardo,
consapevole dell'effetto con cui il compagno lo teneva prigioniero,
desiderandolo con bramosa ossessione di ciò che fosse solo
suo e che
nessuno avrebbe mai potuto avere.
Ed
entrambi lo sapevano.
Lo rinchiudeva nella sua forza e non lo
lasciava più andare e, Alessandro, voleva sempre meno
uscirne ogni
volta successiva in cui accadeva.
Si leccò le labbra senza
volerlo, mangiando quel corpo e trattenendosi per non dominarlo
subito e con fretta, spingendosi oltre per far aumentare ancora di
più il suo desiderio solo aspettando.
Aspettavano la stessa cosa
ma non accennavano a fare la prima mossa.
Fino a che Efestione
appoggiò le mani sul suo addome, inclinandosi leggermente
verso di
lui per avvicinarsi al suo viso, lo sguardo puntato sulle sue
labbra.
"Non ce l'ho se ci sei tu con me"
Fu un
sussurro ed Efestione tornò sui suoi occhi non resistendo
oltre,
prendendogli le labbra con un leggero morso, prima di aprire la bocca
cercando di forzare la sua con la lingua, andando oltre.
Non trovò
nessuna resistenza sentendosi avvolgere subito dopo dal calore della
sua bocca e lingua che lo accolsero, rendendo il bacio subito
più
intenso e profondo mentre le braccia del suo re lo strinsero attorno
ai fianchi costringendolo ad abbassarsi di più.
Un brivido di
piacere attraversò la schiena del generale che si
chinò di più,
provando un desiderio enorme di eliminare ogni indumento rimasto a
entrambi e toccarlo fino a che non ci sarebbe stato più
tempo mentre
Alessandro riprendeva il suo posto dentro di lui.
Spostò le mani
sui suoi fianchi, continuando il massaggio su di essi, risalendo
lentamente sul petto fino alle spalle sentendolo distendersi ancora
di più sotto di sò.
"..e non l'avrò mai"
Solo
quel leggero soffio sulle sue labbra ed Efestione ebbe un lieve
sussulto di sorpresa appena si trovò sul letto di schiena,
dopo un
veloce scatto con cui furono invertite le posizioni.
Alessandro
sorrise sornione riabbassandosi su di lui per baciarlo di nuovo,
mentre le mani del compagno scorsero sotto le sue spalle spostando la
veste da sopra di esse e togliendola del tutto, potendo entrare
finalmente a contatto con la sua pelle, accarezzandolo lungo la
schiena.
Non c'era paura che qualcuno potesse entrare e scoprirli,
l'ordine dato di lasciarli da soli era sufficiente per tenerli al
sicuro da tutti, per farli sparire, per poter entrare nell'illusione
di un secondo che non fossero un re e il suo vice in un palazzo, ma
solo Alessandro ed Efestione, due uomini qualunque che avevano
bisogno di amarsi per sentirsi completi.
E nessuno gli avrebbe
impedito di farlo perché nessuno avrebbe mai potuto.
Si amarono
più volte circondati dai colori dell'atmosfera, nella luce
delle
candele e nel profumo degli incensi, mentre la Babilonia oltre il
balcone osservava silente, nascondendo un'unione che non avrebbe
avuto tempo.
Un segreto malcelato che nessuno avrebbe mai
conosciuto pienamente.
Nemmeno loro.