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Autore: Its Ellie    19/10/2012    5 recensioni
Una raccolta sulle fobie delle nazioni.
Perchè anche loro provano paura...
-Feliciano (Odinofobia - Paura del dolore)
-Polonia (Dentofobia - Paura del dentista)
-Prussia (Monofobia - Paura della solitudine)
-Germania (Mnemofobia - Paura dei ricordi)
-Sacro Romano Impero (Athazagorafobia - Paura di essere dimenticati e di dimenticare)
-Francia (Pirofobia - Paura del fuoco)
[Ho messo generale perchè ci sarà un po' di tutto]
[In seguito verranno aggiunte fobie che non elencherò nell'introduzione]
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Polonia - Dentofobia (Paura del dentista)

Polonia amava le caramelle, le adorava proprio.
Ne mangiava tantissime e non ingrassava, così ne inghiottiva ancora di più.
Se le infilava in bocca una dietro l'altra fino a finirsi tutta la confezione. Il bello era che non si sentiva mai sazio. Nemmeno dopo quattro pacchetti, volendo cinque.
­Lituania era preoccupato per questa sua mania e più volte aveva cercato di fermarlo, ma senza risultati.
Quest'ultimo un giorno fu svegliato dalla suoneria incessante del cellurare. Lo prese e rispose.
-Pronto?-
-E' UNA TRAGEDIA, NON PUOI CAPIRE!- strillò il suo amico al telefono, facendolo sobbalzare.
-Calmati. Cos'è successo?- chiese, ancora un po' assonnato.
-Tipo che mi fa male il dente, ma tanto tanto! Ha cominciato ieri e oggi è anche peggio! Mi dà così fastidio, non ne posso più!- si lamento Feliks.
-Non mi sorprende, con tutte quelle caramelle che mangi!- replicò l'altro con tono scettico.
-Che vuoi dire?- domandò il biondo senza capire.
-Che sicuramente hai una carie, sapevo che prima o poi sarebbe successo. Se vuoi ti accompagno dal dentista- rispose Toris.
-...- silenzio dall'altra parte. Non si sentiva niente.
-Feliks, sei ancora lì? Feliks?- niente. Ancora silenzio.
Che fosse andata via la linea? Il lituano aspettò ancora un po'.
-NOOOOO!!!-  l'urlo potente che giunse dal telefono lo stordì completamente.
Poi si sentì l'inconfondibile tu tu tu che ti comunicava che il tuo caro amico strambo aveva chiuso la chiamata.
Toris sospirò e rimise il cellulare sul comodino. Andò in cucina, ma non fece in tempo a fare niente che il campanello suonò.
Aprì la porta e si ritrovò il polacco sulla soglia di casa con un'espressione terrorizzata stampata in faccia.
-E' ORRIBILE!- sbraitò, afferrando per le spalle il castano e scuotendolo violentemente.
-Fe-Fe-Feliks, ba-ba-basta!- esclamò quello, sottraendosi alla presa.
Polonia entrò come una furia in casa sua e afferrò un foglio di carta ed una penna, cominciando a scrivere.
Lituania lo fissò interdetto, chiedendosi cosa diamine stesse scrivendo l'amico.
Quando lo vide mettere a posto la penna e guardare il foglio con aria soddisfatta si avvicinò.
Lo prese e cominciò a leggere a voce alta.
-Caro Pony, a te lascio la mia... MA CHE...?!- Toris guardò allibito il biondo.
-Già, visto che sto per morire ho deciso di scrivere tipo un testamento. Sai com'è...- spiegò quello come se fosse una cosa normalissima.
-Ma sei pazzo? E' solo una visita dal dentista, non devi mica andare alla ghigliottina!- ribattè il lituano.
-Infatti è tipo peggio!- esclamò l'alro, mettendosi le mani tra i capelli disperato.
-Senti, ci andiamo adesso e vedrai che non è niente di che preoccuparsi...- cercò di convincerlo, ma Feliks scappò in bagno e ci si chiuse dentro, minacciando di non uscirne vivo.
Il castano scosse la testa sconsolato e finì di leggere il testamento, aspettando che gli passasse.
 
Caro Pony,
a te lascio la mia collezione di smalti rosa, il mio peluche rosa, la mia copertina preferita rosa e anche la mia PREZIOSISSIMA busta di caramelle rosa, la troverai nell'ultimo cassetto.
Caro Russia,
a te lascio...  il mio NIENTE! Guadagnatelo da solo, tipo.
Caro Lituania,
a te lascio la mia casa, le mie terre e tutti i miei averi, so che ne farai buon uso.
Caro...
basta, mi sono stufato. I testamenti sono tipo così noiosi!
Polonia.
 
Il lituano sospirò di nuovo e si chiese quale problema avesse l'amico.
Intanto Polonia era uscito dal bagno, dicendo che si stava annoiando lì dentro perchè l'amico non aveva nemmeno un ombretto rosa. A Toris venne un'idea.
-Vuoi che andiamo a comprarlo?- gli chiese.
-Sì! E mi serve anche il rossetto, il fard, lo smalto...- Feliks snocciolò una lista di cosmetici da prendere.
Lituania si infilò velolecemente i vestiti e partirono subito.
-Bene bene bene, era da un po' che non facevo un salto al centro commerciale. Ho un sacco di roba da comprare, tipo- stava dicendo il polacco tutto entusiasta. Ancora per poco.
Quando si rese conto che strada avevano imboccato era ormai troppo tardi.
-Tu... tu! Mi hai mentito! Mi hai detto che saremmo andati a fare shopping!- urlò disperato.
Il lituano lo afferrò per la camicia rosa e lo strascinò dentro alla studio.
-Non puoi farmi questo! Non puoi!- protestò Feliks, ma non c'era più molto da fare.
Si obbligò a sedersi nella sala d'attesa e per distrarsi afferrò una rivista di moda.
Lesse un articolo dove c'era scritto che il colore della primavera sarebbe stato senz'altro il rosa. Lui annì convinto dell'affermazione.
-Il prossimo!- chiamò l'assistente.
-Tocca a noi- sussurrò Toris.
Di nuovo la paura invase Polonia. Non voleva vedere il dentista, gli avrebbe di sicuro fatto del male.
Si stava comportando peggio di un bambino piccolo, ma lui che ci poteva fare?
Li odiava i dentisti, gli mettevano inquietudine. Erano dei tipi spaventosi secondo lui.
Ti mettevano tutti quegli affari in bocca che non ti lasciavano respirare.
Quanto lo spaventavano quegli aggeggi. Il rumore di un trapano, quello di un aspiratore... ogni volta che li sentiva non poteva fare a meno di irrigidirsi.
Entrarono in una sala ben curata, tutta celeste e blu. Avrebbe trovato il posto carino se non avesse saputo cos'era andato a fare lì.
Il dentista entrò nella stanza e il polacco cominciò a sudare freddo.
-Cosa posso fare per voi?- domandò cortesemente.
-Niente! Assolutamente niente!- esclamò il biondo. Il tizio lo guardò interrogativo.
-Il mio amico ha una carie- spiegò Toris, dando una gomitata all'altro.
-Bene. Allora può accomodarsi...-
-No! Io non mi accomodo da nessuna parte!-
-...sulla poltroncina- il dentista finì la frase scoraggiato.
-Forza Feliks- sibilò il castano.
Polonia si sdraiò tremolante sulla poltroncina e il tipo accese una luce.
-Dunque, mi serve il...-
-No, non le serve!- il polacco interruppe la frase per l'ennesima volta.
Alla fine il dentista riuscì, anche se con qualche difficoltà, a curare il dente di Feliks.
Le urla che provenivano dalla stanza, i pazienti in sala d'attesa non se le sarebbero scordate mai.
Lituania, quando finì l'intervento, pensò che finalmente Polonia si fosse calmato, invece era solo svenuto.
Ma questa è un'altra storia...



L'angolo bar dell'autrice
Ecco a voi il secondo capitolo!
Come promesso, ho puntato più sul comico, ma diciamocelo, mi riesce meglio scrivere quando vado sul triste.
Il prossimo capitolo ritornerà sul malinconico.
Datemi un parere, così posso capire dove migliorare.
Alla prossima!
   
 
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