"Strade deserte
note distorte
componi per lei
si è fatto buio già"
Ma cavolo! E' notte, ok. Sto camminando, ok. Ma perché? Non è da me! Miseria,
io, Troy Bolton, che cammino in una strada buia, illuminata da 4 lampioni in
croce, quando da Chad, c'è una festa.
Certamente non l'avrei mai pensato e se me l'avessero mai predetto, avrei
negato fino allo spasmo.
Ed invece eccomi qui, solo e triste, che passeggio lentamente su un
marciapiede, calciando sassolini che non avevano fatto mai niente di male se
non trovarsi sulla mia strada questa notte.
Alla festa c'era lei. Bella, bellissima, stupenda. Con il vestito bianco fino
alle caviglie con uno spacco lungo tutta la coscia e con una sola spallina. Dio
mio, quanto era bella. Solo lei sa unire delicatezza e sfrontatezza con tanta
classe. Anche se il vestito le dava un'aria più grande, le stava d'incanto.
Poi quando ci siamo guardati negli occhi... mi ero sorpreso nel riuscire a
leggere quegli occhi. Dentro c'era tanta tristezza e solitudine, ma il suo
sorriso perenne smontava quelle sensazioni per riporle poi in una stanzetta del
suo immenso cuore e chiudere la porta a chiave. Era un controsenso 'sta sera.
La purezza sfrontata, la triste felicità... volevo rimanere solo con lei, anche
solo un' istante, per perdermi in quegli occhi freddi e per assaggiare le sue
labbra dipinte di un velo roseo.
La amo, non c'è niente da fare. L' ho amata, ma non ha funzionato. Perché?
Perché pensavo solo al basket, maledizione!
Quando le ero andato vicino con una scusa, questa sera, avevo sentito il suo
profumo. Fragola e ciliegia, un miscuglio che mi aveva fatto tremare le
ginocchia talmente perfetto. E in quel momento, quel preciso istante avevo
capito che dovevo andarmene da quella casa, andarmene da lei.
"Ore seduto
su un marciapiede
sotto un lampione
sai che lei non tornerà"
Il lampione mi illumina la testa. Il mio volto, sempre alto e fiero, è nascosto
nelle mie mani. Sono triste, ci sto male. La ragazza che ho amato e che amo
tutt'ora più che mai, mi aveva lasciato l'altra settimana. Volevo implorarla di
ripensarci, di non andarsene da me, ma non l'avevo fatto. Perché? Perché aveva
ragione. Non l' ho mai trattata da Regina quale è, non le ho mai dato prova del
mio amore, mai l' ho fatta sentire un Angelo. Perché pensavo che non le
importasse e invece, per quanto lei dicesse il contrario, si capiva che lo
voleva. Ed io... sono stato così stupido, da non capirlo prima.
"E' un lamento continuo
di frasi che ormai
sono andate sparite
mai più sentirai"
E quando mi diceva quelle cose dolci e velenose allo stesso tempo, io l'amavo
ancora di più. Era splendida quando si arrabbiava con me. E anche quando era
assorta nella lettura. A volte leggevamo insieme quando andavo da lei. Anche se
io la lettura la odio come la peste, amavo stare con lei, tenerla tra le mie
braccia per non farla scappare.
"Ti aspettavi di udire
sei solo per me
metti l'anima in pace
quei giorni son già
FUMO E CENERE FUMO E CENERE"
Io la amo, farei di tutto per lei. Anche seguirla in capo al mondo se servisse
per stare con lei. Però l' ho capito tardi. E' proprio vero quel detto che dice
che ti accorgi di quanto vuoi bene ad una persona solo quando la perdi. A me è
successo e non lo auguro a nessuno. L' ho persa, ho perso l'unica ragazza che
io abbia mai amato in vita mia. L' ho persa per colpa mia. Per la mia
stupidità, infantilità, immaturità, insensibilità... sono stato io la causa
della fine del nostro rapporto. La fine di tutto, è per merito mio. Ma perché
cavolo sono stato così cieco?? Perché avevo solo occhi per il basket. Una sola
volta che siamo usciti insieme e solo quella volta abbiamo parlato. Per il
resto, 2 baci sulla guancia all'inizio della scuola e 2 baci sulla guancia alla
fine della scuola. E così è andato avanti per 2 mesi. Io non so come ha fatto a
vivere così. Nessuno sapeva del nostro fidanzamento e nessuno l'avrebbe saputo.
Io espressamente le avevo proibito di non dire niente a nessuno, perché non
volevo che qualcuno sapesse e che mi chiedessero. Eppure io vedevo che ci stava
male, ma i miei occhi vedevano solo quello che volevano vedere e quindi non me
ne accorgevo. Come per dire: -Non c'ero e se c'ero dormivo. - La stessa
identica cosa.
"La nebbia sul viso
nasconde un sorriso
di quei giorni in cui
lei era accanto a te"
Ora, ripensando a tutti quei momenti che avevamo passato insieme, mi sento
male. Lei era così dolce con me e io non lo ero con lei. Sono stato solo uno
stronzo egoista, porca vacca. Io adesso l'amo, non potrei mai stare vicino a
lei, senza non urlarle tutto il mio amore. Perché è questo quello che voglio
fare adesso, URLARE. E' l'unica soluzione per calmarmi. Anche se so che neanche
così ce la farei, perché sono nervosissimo. E non voglio più scappare. Sono
stato uno stronzo, è vero, ma devo assumermi le mie responsabilità. Cavoli, ma
mi sentite?? Chi mai si sarebbe aspettato che Troy Bolton, ovvero Io, si
prendesse le sue responsabilità una volta nella vita?? Io che le ho sempre
scansate per propinarle ad altri, più indicati di me ad affrontarle. Ma questa
volta è diverso.
"Il tuo mondo
sta andando
a puttane oramai"
E' proprio vero. La mia vita era cambiata da quando l'avevo conosciuta. Da
quando avevo incontrato quegli occhi d'angelo per la prima volta. Da quando
l'avevo vista camminare decisa e diretta verso il suo obiettivo, noncurante di
tutto quello che le si diceva alle spalle. Lei è così. Dolce e testarda. Mica
si vede che l'amo, vero?? E adesso che l' ho persa sono perso anche io. Da
quando mi ha lasciato, mio padre mi ha sbattuto fuori dalla squadra, con un garbo
che fa concorrenza a quello di un elefante in un negozio di cristalli. "O
ti rimetti a posto, Troy, o sei fuori." Quelle parole, mi avevano bruciato
tanto che me n'ero andato sbattendo la porta. Arrabbiato. Ero furioso quella
sera. Non avevo mangiato niente e volevo vomitare tutto.
"Puoi reagire
ma forse
non è ciò che vuoi"
In teoria, dovrei andare da lei a chiederle scusa e prometterle che cambierò,
ma non lo faccio. Il mio carattere da Ariete me lo impedisce. Mi impedisce di
chiedere scusa. Anche se la donna alla quale lo devo chiedere, è la più bella,
la più intelligente e la sola ed unica donna che abbia mai amato. Non ce la
faccio e poi non voglio chiedere scusa. Perché... perché cosa! Non lo so il
perché non le chiedo scusa. Non è nella mia natura.
"Preferisci
essere vittima
non guarirai"
Sono consapevole che sto facendo la vittima, ma essendo ariete, pretendo di
aver sempre ragione, anche quando ho torto marcio. Lo so, lo so, con questo
atteggiamento non andrò da nessuna parte nella vita, ma non posso farci niente
se sono così.
"Non mollare
è un consiglio
o ti ridurrai...
FUMO E CENERE, FUMO E CENERE"
- Troy!!! Troy!!!
A volte mi sembra di sentire la sua voce angelica nella mia testa e mi sento
ancora più male.
- Troy!!!!
Un momento, questa non è la voce nella mia testa. Questa è la vera che mi
chiama!! Ma è possibile? Non credo, ok, mi sto rimbecillendo. Troy, Troy, sei
proprio innamorato.
- Troy!!!!!!!! Porca vacca ti giri???
La voce mi ordina di girarmi. Beh, sono
solo, quindi non ho niente da perdere.
Occhi angelici, ecco cosa sto fissando. Occhi splendidi e lucenti, che brillano
nella notte, facendo scomparire la luna. Viso splendente e illuminato. Le
labbra non più velate di rosso, ma tornate rosa come senza trucco.
- Tu?? Che...?
Ma mi salta addosso e mi bacia forte. Sento
che le sue labbra che premono contro le mie e io socchiudo la mia bocca per far
uscire la mia lingua vogliosa. Nel magico istante in cui si incontrano, stringo
ancora di più la ragazza che amo al mio corpo. Non voglio che se ne vada di
nuovo via da me. Deve rimanere mia per sempre, ed io sarò suo per sempre.
- Sì, io. - Sorride mettendo in mostra la
sua perfetta dentatura. Cioè, chiariamo, non è perfetta la sua dentatura, ma
per me lei in tutti i suoi difetti perfetti è splendida.
- Che ci fai qui??
- Sono venuta a prenderti genio. - Rieccola
che sorride.
- Perché?
- Secondo te?
- Non lo so, altrimenti non te l'avrei
chiesto non credi, genio...
Mi fa la linguaccia. Poi però sorride di
nuovo.
Si avvicina lentamente e mi circonda la vita con le sue lunghe e perfette
braccia. Io le cingo le spalle, quando sento un paio di parole che le escono
dalla bocca, in mezzo al suo respiro lento e regolare:
- Ti amo, Troy.
Io la stringo più forte che posso perché so
quanto le è costato dirmelo. Lei è un Leone, e tutti sanno che i leone non
fanno mai niente senza uno scopo preciso. Gli ariete, come me invece, non fanno
mai la prima mossa. E quindi so quanto le sia costato dire quelle due
semplicissime parole. Devo ricambiare in qualche modo. Ma come? Perfetto, le
confesso il mio amore. Senza indugi, tutto d'un fiato.
- Ti amo anche io, Sharpay.
Si allontana da me e mi guarda negli occhi.
Una lacrima le scende sul candido viso e io gliel'asciugo con il pollice
delicatamente, come se si potesse frantumare con una minima pressione. Ci
ribaciamo. Sotto quel cavolo di lampione che mi aveva tenuto compagnia quando
stavo pensando a lei. Quando dicevo a me stesso che l'amavo e quando dicevo che
avrei fatto tutto il possibile per starle accanto.
- Promettimi che mi considererai d'ora in
poi. - Dice seria. Certo. Ti considererò, ogni istante della mia vita lo vivrò
per te.
- Certo, amore.
Un abbraccio lungo e appassionato ci avvolge
e ci coinvolge, lasciandoci senza fiato. Ora so cosa voglio. Ora so cosa
voglio? No... ora... so Chi voglio. Un angelo. Il mio angelo di nome Sharpay
Evans.