RATING:
Giallo.
GENERE: Commedia, Fluff, Romantico.
AVVERTIMENTI: AU, Lime, Slash, un po’
di (inevitabile) OOC.
DISCLAIMER:
Nessuno
dei Super Junior
mi appartiene (anche se vorrei adottarli in massa, ma
vabbè); fyccina scritta
assolutamente non a scopo di
lucro:
non guadagno nulla dalla mia attività di fangirlamento
compulsivo.
DEDICA: A
Cloud Ribbon,
che mi ha fatto da consulente linguistico-culturale e mi ha
incoraggiata a
cimentarmi in quest’impresa; a Fil perché non
vedeva l’ora di leggere il primo
capitolo.
NOTE: Uhm,
cercherò di essere
breve. Un capitolo -un giorno della settimana, un momento particolare
della
giornata- dedicato a ciascuna coppia per un totale di sei
più uno (l’ultimo,
Domenica, sarà una sorpresa). Mi sono auto-concessa diverse
licenze poetiche,
diciamo così: se notate strane incongruenze non
preoccupatevi, è il bello
dell’AU :3.
Dato l’elevato numero di idol coinvolti/citati, premetto sin
da ora che non
potrò dedicare a tutti lo stesso spazio narrativo: non
vogliatemene, cercherò di
rimediare nel capitolo bonus.
Che altro dire? Buona
lettura (si spera)!
La sveglia
suonò, implacabile, come ogni mattino
alle sei e mezza.
Una mano affusolata ma indubbiamente maschile fece capolino da sotto le
coperte, allungandosi verso l’aggeggio infernale per
spegnerlo; con un sospiro
Choi Siwon, trent’anni ad aprile, si preparò ad
affrontare una nuova giornata.
Dalla stanza accanto udì la vocina allegra di Soah, che
aveva preso l’abitudine
di svegliarsi alla stessa ora.
“Papà”
cinguettò dolcemente la bimba.
“Sì
tesoro, papà arriva” la rassicurò,
soffocando
uno sbadiglio.
Si
voltò verso il lato sinistro del letto
matrimoniale, dove s’intuiva una sagoma di forma umana
sepolta sotto il
piumone.
“Kyuhyun,
alzati” scosse delicatamente il marito,
che per tutta risposta emise un borbottio contrariato. “Dai,
riemergi dal
letargo”, insistette, “nostra figlia aspetta che tu
la vada a prendere”.
L’allusione
alla bambina parve far breccia nello
stato semicomatoso dell’altro.
“Soah?”
farfugliò Kyuhyun, tirandosi faticosamente
a sedere; si passò una mano tra la chioma arruffata,
batté le palpebre un paio
di volte per mettere a fuoco.
“Io mi
occupo della colazione” Siwon si limitò a
stringergli una spalla a mo’ di incoraggiamento: sapeva per
esperienza che l’altro
non dava esattamente il meglio di sé, la mattina presto.
Solo Soah aveva il
potere di restituirgli carica e buonumore.
Infilò
un paio di pantaloni della tuta e una
t-shirt bianca spiegazzata che metteva in risalto le perfette
proporzioni del suo
torace (era solito dormire in boxer indifferentemente dalla stagione,
con somma
soddisfazione del compagno) e si recò in cucina.
Mentre aspettava
che il riso fosse pronto,
apparecchiò la tavola con ciotole e bacchette e si
ritrovò a ripensare
all’inizio della sua relazione con Kyuhyun.
Avevano
frequentato lo stesso liceo, in classe
insieme nonostante l’altro avesse un anno meno di lui. Stesse
attività
extracurriculari (corso di cucina, membri del coro della scuola),
stesse
frequentazioni: avevano finito per diventare migliori amici,
addirittura
inseparabili.
Siwon sapeva di
essere gay dall’età di sei anni -la
prima cotta non si scorda mai- e Cho Kyuhyun, con la sua aria
sbarazzina,
l’incarnato di porcellana ed il fisico longilineo, gli era
subito piaciuto.
I compagni di classe, dal canto loro, l’avevano
soprannominato evil maknae
a causa della sua lingua biforcuta, una certa propensione ad escogitare
scherzi
machiavellici ed il fermo rifiuto di usare alcun tipo di onorifico nei
confronti degli studenti più anziani, Siwon compreso.
“Sono
il migliore studente di questo liceo e anche
più alto della media dei nostri coetanei” aveva
confidato una volta all’amico,
ergendosi fiero in tutto
il suo metro e
settantanove. “Non vedo perché dovrei inchinarmi e
ripetere ‘hyung di qua,
hyung di là’ per un solo anno di
differenza”.
La sua baldanza
aveva fatto sorridere Siwon; gli
piaceva davvero quel ragazzino sicuro di sé e talmente
intelligente da saltare
un anno ed eccellere in qualsiasi attività si cimentasse.
Così, quando il giorno del diploma Kyuhyun gli aveva
annunciato entusiasta che
la sua domanda alla Seoul National University -dove intendeva studiare
ingegneria informatica- era stata accettata, lui aveva seriamente
temuto di
perderlo per sempre.
Il suo sogno era
di aprire un asilo nido (c’era
riuscito, alla fine: l’Hello Baby, così
l’aveva chiamato, avrebbe festeggiato a
marzo cinque anni di attività). Adorava i bambini piccoli e
gli sarebbe
piaciuto avere un figlio o due; d’altra parte tutti
affermavano che sarebbe stato
un padre esemplare. Siwon era un ragazzo semplice e modesto, senza
ambizioni
particolari se non quella di condurre un’esistenza il
più serena possibile:
sentiva di non poter offrire nulla ad un genio della matematica
destinato al
successo, alla fama, con la prospettiva di una carriera più
che brillante.
Kyuhyun, vedendo
l’espressione angosciata del suo
migliore amico, non aveva potuto fare a meno di sperare che forse, forse
i
suoi sentimenti fossero ricambiati.
Di Siwon era innamorato cotto sin dal primissimo giorno di liceo,
quando il
professore di inglese aveva fatto l’appello e lui aveva
scoperto il nome del
marcantonio con il volto da statua di antico guerriero seduto nel banco
accanto
al suo. Si era impegnato per diventarne amico, facendo sfoggio di tutte
le sue
qualità nel tentativo d’impressionarlo -e
riuscendoci, con sua grande sorpresa.
Aveva imparato a conoscerlo, ad amarne i pochissimi difetti (era
incredibilmente insicuro, ad esempio, e tendeva ad appiccicarsi come
una cozza
alle persone) e l’indole affettuosa, la pazienza, la grande
umanità.
Kyuhyun, però, temeva che alla lunga Siwon si sarebbe
stancato di stare dietro
ad un ragazzino impertinente e saputello come lui, nemmeno troppo
carino e con
un pessimo carattere.
Ma poi, quando
meno se lo aspettava…
“Eccoci
qui, papà Siwon! Abbiamo una fame da lupi,
non è vero Soah?” Kyuhyun annunciò con
voce squillante il suo ingresso in
cucina, la piccola in braccio di umore altrettanto allegro.
“Papà,
papà!” gorgogliò gioiosamente lei.
“Buongiorno,
principessina mia” Siwon posò un bacio
sui capelli a caschetto e liscissimi della figlia, rivolgendole il
più
smagliante dei sorrisi.
“E
a me
niente?” s’imbronciò Kyuhyun.
“Ma
che maritino esigente” ridacchiò. “Ben
alzato
amore mio, luce dei miei occhi, compagno della mia vita, stella del
mattino,
mia aspirina contro l’influenza-” venne
perentoriamente messo a tacere da un
bacio a stampo.
“Addirittura?”
ghignò dopo che l’altro si fu
staccato.
“Non
fraintendere, stupido. Volevo solo impedirti
di continuare ad elencare sdolcinatezze da carie istantanea”
borbottò,
arrossito.
“Convinto
tu, caro”.
“Sai”,
esordì Kyuhyun annodandosi la cravatta,
“prima, vestendo Soah, mi è capitato di ripensare
a quando ci siamo
conosciuti”.
“Curioso”
si stupì Siwon. “Mi è successa la
stessa
cosa mentre vi aspettavo per mangiare”.
“Ricordo
il giorno del diploma come se fosse ieri”
sospirò l’altro, nostalgico. “Il nostro
primo bacio… Credo passeranno ancora
parecchi anni prima che i nostri compagni e professori se ne
dimentichino”
ridacchiò.
“Esagerato.
Ne parli come se ci fossimo accoppiati
di fronte all’intera scuola!” ribatté
l’altro leggermente sulla difensiva,
tirando su la cerniera dei jeans
“Poco
c’è mancato. Avevamo entrambi gli ormoni in
subbuglio e tu mi sei effettivamente saltato
addosso, non negarlo” lo
stuzzicò.
“Non
ti sei lamentato, però”.
“Lungi
da me! Erano anni che mi masturbavo
immaginandoti alla mia mercè-”
“Sì,
beh, il seguito lo conosciamo” lo interruppe
Siwon imbarazzatissimo, preferendo concentrarsi sulla scelta del golf
da indossare.
Kyuhyun
scoppiò a ridere. Afferrò la valigetta ai
piedi del letto preparata la sera prima e si avvicinò al
marito che stava
osservandosi con occhio critico allo specchio.
“Sei
sempre un gran figo, Siwon” gli circondò la
vita con un braccio.
“Se lo
dici tu, tesoro” ricevette in cambio
un’occhiata dubbiosa.
“Piantala.
Ce l’avessi io, il tuo corpo da modello
di intimo, non mi farei tutte queste pare mentali”.
“Ma tu
sei bellissimo così, Kyuhyun” e lo
guardò
con cieca adorazione.
“Anche
tu, maritino mio” sorridendo maliziosamente
afferrò l’altro per lo scollo del maglione e si
alzò sulle punte, reclamando il
suo bacio del buongiorno.
Siwon
mugolò, sorpreso dalla sua irruenza.
“Adesso
va’, altrimenti arriverai tardi in ufficio”
boccheggiò poi, piacevolmente sfiatato.
“E
sia: un’altra giornata dedicata a progettare
videogiochi di ultima generazione mi attende” alzò
gli occhi al cielo, con
finta rassegnazione. “Do un bacio a nostra figlia e mi
avvio… Ah, saluta i
piccoli e Sungmin da parte mia” si raccomandò,
riferendosi rispettivamente ai frequentatori
dell’Hello Baby, tra cui c’era anche Soah, e al
socio e cofondatore dell’asilo.
Osservando il
marito dirigersi verso la cameretta
della loro bambina, Siwon pensò che era davvero un uomo
fortunato.
I riferimenti a
fatti/persone/passioni/lati del
carattere realmente esistenti non mancano, come avrete potuto notare
:3. Un
premio speciale a chi ne coglie almeno tre!
Credo (spero) che parecchi di voi si stiano chiedendo che aspetto abbia
Soah:
eccola qui, me ne sono innamorata all’istante! (http://24.media.tumblr.com/tumblr_mav8gcP5xO1r2jj75o1_500.gif)
E poi c’è Siwon Appa, che ha sempre
il suo perché.
Se per qualche
strano motivo vi fosse venuta la
curiosità di seguire questa storia e di leggere
anticipazioni e altre ghiotte
(?) novità, eccovi la mia pagina Facebook per seguire in
diretta i miei scleri (http://www.facebook.com/pages/Il-Genio-del-Male-EFP/152349598213950).
A risentirci
tra una settimana o giù di lì!