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Autore: Il Saggio Trentstiel    20/10/2012    5 recensioni
La guarda da lontano, Trent.
Non si accontenta di questo gioco di sguardi, no: Trent vorrebbe di più.
Non osa, però.
[...]
Sospira un'altra volta, il romantico chitarrista.
Sospirare.
Ecco qualcosa che non lo abbandonerà mai.

Tra un sospiro sconfitto e uno di sollievo, Trent continua a sognare Gwen.
Cosa avrà la meglio su di lui, dei biechi pettegolezzi o qualche bizzarro consiglio da parte di due insospettabili saggi?
[Trent/Gwen; Accenni Noah/Izzy]
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gwen, Izzy, Noah, Trent | Coppie: Trent/Gwen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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La guarda da lontano, Trent.
Non si accontenta di questo gioco di sguardi, no: Trent vorrebbe di più.
Non osa, però.
Ha paura, si sente un vigliacco, un adolescente alle prime armi.
È normale, si dice, lei è così bella!
Così bella da aver strappato qualche sorriso di troppo a Duncan, il punk dal cuore metallico come i mille piercing che gli adornano il volto.
Così bella da aver trasformato Cody, l'eterno ragazzino, in un ridicolo playboy a caccia di pupe.
Trent sospira e si sforza di ridere alle battute di Geoff.
Geoff, che abbraccia protettivamente la bella Bridgette.
Duncan, che ha fatto breccia nel cuore chiuso a doppia mandata della rigida Courtney.
Perfino Cody -che diamine, quello scricciolo alto a malapena un metro e mezzo!- ha una ragazza che morirebbe per lui.
O lo ucciderebbe nel tentativo, ma questi sono dettagli.
Sospira un'altra volta, il romantico chitarrista.
Sospirare.
Ecco qualcosa che non lo abbandonerà mai.

 

 

 






 

Con Gwen – questo il nome della ragazza – riesce a parlare e scherzare.
Ridono e si punzecchiano affettuosamente, fraternamente...
Una sfilza quasi infinita di “mente”, nessuno dei quali gradito al ragazzo.
Trent vorrebbe che a quei fastidiosi avverbi si sostituissero altre parole, altri suoni.
Sussurri a lui dedicati, lievi fruscii di dita che scorrono sulla pelle, ansiti e gemiti...
Trasalisce e si guarda attorno: nessuno ha notato quel suo momento di rapido estraniamento.
Sospira sollevato.
Un'altra volta.
Meglio allontanare quei pensieri.
Meglio tornare a scherzare e a parlare di musica.
Con lei, ovviamente.
Giusto per farsi un po' più male.






 

 

 

 

-Sai cosa è successo l'altra sera?-
Trent distoglie per un attimo l'attenzione da Izzy che, in uno slancio d'affetto, ha gettato Noah a terra.
Ecco, perfino lui...
-Cosa?- domanda senza il benché minimo interesse.
Katie sorride con aria astuta.
Ha una cotta per Trent, questo lo sanno tutti: così come sanno che Katie è troppo spesso preda di cotte passeggere e voraci.
-Non indovinerai mai!- soggiunge l'altra metà della coppia, Sadie.
Anche per lei, stesso identico discorso: cotta per Trent, mille cotte giornaliere.
Il chitarrista cerca di fingersi coinvolto dal discorso.
Prima quelle due gli daranno la loro sconvolgente rivelazione, prima potrà tornare ai suoi pensieri.
Ridacchiano, le finte gemelle.
Compiaciute, divertite, inorgoglite da quanto sono riuscite a scoprire.
-Duncan, all'insaputa di Courtney...-
Alla menzione del nome “Duncan” ha smesso di ascoltare.
Non corre buon sangue tra lui e il punk: troppo diversi, troppo attaccati ai propri principi, troppo...
-... Con Gwen!-
Quel nome scatena in Trent una reazione ben diversa.
Boccheggia, innanzitutto: i polmoni gli si sono svuotati all'istante.
Spalanca gli occhi, come a voler carpire informazioni anche con le sue iridi, oltre che con le orecchie.
Batte ritmicamente l'indice destro sul gradino dove è seduto: nove volte.
Se già udire il nome di Duncan è per lui fastidioso, affiancarlo a quello di Gwen è decisamente peggio.
È un crimine, un errore imperdonabile, un abominio.
Il nome di Duncan è un fastidioso stridio di unghie su una lavagna; quello di Gwen una melodia di chitarra accarezzata da mani esperte.
Katie e Sadie si danno di gomito: i loro occhi e le loro orecchie allenate da anni di appostamenti e pettegolezzi hanno registrato ogni singola reazione di Trent.
Dunque è vero, a quel dolce chitarrista piace quella ragazza truce e pallida!
-Potete...- esala il ragazzo, sperando in cuor suo che non si tratti di nulla di compromettente -Potete ripetere?-
Un invito a nozze, per le due ragazze.
A volte sovrapponendo le loro voci, a volte completando l'una le frasi dell'altra, i due oracoli del gossip danno il loro responso.
-Duncan, all'insaputa di Courtney, aveva invitato alcuni amici a casa sua, e dopo aver bevuto abbastanza è finito a chiudersi in camera con Gwen!-
Trent si alza di scatto e si allontana: non gli importa delle espressioni a metà tra lo stupito e il divertito di Katie e Sadie, non gli importa di sparire senza una spiegazione, non gli importa di quel pizzicore che avverte agli angoli degli occhi.
Non sospira più, Trent.
Piange stavolta.





 

 

 


 

Qualcuno lo ha seguito.
Sì, Izzy la pazza ha – a detta sua – “Annusato il terreno e percepito la sua traccia odorosa”.
Noah, sicuramente trascinato lì a forza, alza gli occhi al cielo.
Trent no.
Tiene lo sguardo basso, come se trovasse immensamente interessante l'asfalto chiazzato di olio e foglie marce.
Izzy segue il suo sguardo e ridacchia.
-Vuoi leggere il tuo futuro nell'asfalto?- domanda ilare -Se vuoi ho dei fondi di caffè nella borsetta, sono più efficaci!-
Ancora nessuna risposta.
Noah rotea gli occhi e fa per andarsene, ma Izzy lo trattiene con un cenno: senza smettere di sorridere, la rossa si accomoda sul ciglio marciapiede, accanto a un sempre più triste Trent.
-Sai cosa diceva mia nonna dei pettegolezzi?-
Forse per il tono insolitamente normale di Izzy, forse per quella sua sconvolgente capacità di capire tutto al volo, fatto sta che Trent leva lo sguardo e la osserva con genuina curiosità.
Il sorriso della ragazza si fa più largo.
-Assolutamente nulla.-
Trent sta per interromperla con un mugugno sarcastico – cosa si sarebbe potuto aspettare da quella scriteriata? – ma lei prosegue.
-Non diceva nulla perché non c'è nulla da dire sulle voci messe in giro da altri! E anche perché aveva perso tutti i denti... Ah, se solo avesse abbandonato la sua passione per il torrone mandorlato!-
La teatralità di Izzy strappa un sorriso a Trent.
O è stata la sua saggia e corretta deduzione?
Noah incrocia le braccia e mette su un'espressione sarcastica da far concorrenza ai più spietati protagonisti di sitcom televisive.
-Torrone a parte... C'ero anch'io quella sera.-
L'espressione di Trent deve essersi fatta palesemente basita, perché Noah si acciglia e prosegue rapidamente.
-Forse Duncan voleva qualcuno da smutandare, ma non è questo il punto. Lui e la gotica sono entrati in una stanza, da soli, ma...-
-Ma?- lo interrompe ansiosamente Trent, guadagnandosi un'occhiataccia.
-Ma ne sono usciti cinque minuti dopo. In perfetto ordine, senza un capello fuori posto.-
Il chitarrista è sempre più stupito, cosa che Izzy pare trovare esilarante.
-Ahah, hai la faccia da pesce lesso!- grida, sbarrando gli occhi e protrudendo le labbra -Noah? Dopo mi accompagni in pescheria? Voglio fare quattro chiacchiere con le sogliole e le orate!-
La replica di Noah va persa nel momento esatto in cui Trent scatta in piedi e lo stringe in abbraccio mozzafiato.
Abbandonatolo, piuttosto barcollante, passa poi a stringere con affetto Izzy: la rossa lo abbraccia a sua volta.
-Ti porterò un bel tonno saporito!- promette, strappando una risata a Trent.
-Ci conto!- replica lui, salutandoli e cominciando a correre ripercorrendo il cammino fatto all'andata.
Noah attende che sparisca dietro un angolo per poi sbuffare, massaggiandosi le costole.
-È pazzo, non c'è dubbio.-
Izzy ride, quella risata cristallina che riesce misteriosamente a lenire il dolore fisico di Noah: prende l'esile ragazzo per mano e comincia a trascinarlo lungo la strada.
-La pescheria sarà chiusa, potremmo andare in spiaggia! Catturerò un tonno per Trent, e magari...- fece un sorriso malizioso -... Qualche gamberetto per te!-
Noah sospira, ma non ha altra scelta se non quella di lasciarsi condurre via.
Non che abbia cercato altre scappatoie, beninteso.





 

 

 


 

Trent corre.
Corre come un pazzo – come Noah l'ha definito poco prima a sua insaputa – e con una rinnovata speranza che gli fa brillare gli occhi.
Sorride quando raggiunge il luogo da cui, vigliaccamente, è fuggito.
Sorride perché non c'è nessuno.
Eccetto Gwen.
-Trent!- esclama sollevata lei, avvicinandosi -Che fine avevi fatto?-
Un po' ansimante, il ragazzo cerca di darsi un tono.
-Avevo bisogno... Di una passeggiata... Tranquilla...-
Gwen scuote il capo e gli dà un buffetto sulla guancia.
Il sorriso che gli rivolge è affettuoso, ma c'è qualcosa nella profondità di quegli occhi di ossidiana che lo fa esitare.
C'è una luce strana, vagamente inquietante, quasi lussuriosa.
Gwen ridacchia di fronte alla sua espressione stupita e Trent si ritrova a ridere con lei.
-Sono così buffo?-
Lei annuisce.
-Un po'.- dichiara, appoggiandogli le mani sulle spalle: a quel contatto Trent avverte un brivido percorrergli tutto il corpo.
Un brivido caldo, piacevole, confortevole.
-Gli altri hanno deciso di andare a bere qualcosa al Manx...- prosegue -... Vogliamo raggiungerli?-
Un po' inebetito, Trent annuisce: il sorriso di lei muta mentre un vago rossore le tinge le gote.
Forse anche lui è arrossito.
Forse quel maglione è troppo pesante e sta cominciando ad accalorarsi.
Forse è la parola successiva che fuoriesce, improvvisa e potente, dalle labbra sottili di lei.
-Baciami.-
Non è un ordine, non è una pretesa.
Trent realizza che non dovrà più accontentarsi di guardarla da lontano.
Chiude gli occhi e, un po' impacciato, cerca e trova le labbra di Gwen.
Le lacrime e i pettegolezzi sfumano in lontananza, come nubi squarciate da un raggio di sole.
Mentre stringe Gwen a sé, mentre il bacio si fa quasi irruento, Trent sospira intimamente.
Di felicità, stavolta.

   
 
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