20/10/2012
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Cosa entusiasmante, se non fosse per il raduno di classe, o meglio una specie di festa d’addio il giorno del mio compleanno.
Ci trovavamo al Mc Donald, i ragazzi che schernivano le ragazze, e quest'ultime che rispondevano con un linguaggio per niente consono alla loro età. Ovviamente Emma e Liz chiacchieravano di James-sono-bello, che pur avendo dodici anni ci stava provando spudoratamente con una dipendente del locale.
Morsicai in modo per niente femminile il panino, imbottito di ketchup e maionese, insalata e formaggio. Una delizia per il palato, se non fosse stato per il trio di galline –Tiffany, Hilari e Rebecca, che mi prendevano in giro.
In momenti come quelli, preferivo combattere contro qualche Dio egizio, sarebbe stato più…Estenuante.
Dei, anche se non l’avrei mai ammesso mi ero innamorata. Perché, come potrebbe, Sadie Kane, un essere tanto perfetto, non innamorarsi di un Dio?
Mettendo da parte il sarcasmo, volevo davvero incontrarlo. Che ne so, col solito giubbotto di pelle, i jeans strappati e qualche strano amuleto che significava “Amore” o cose del genere.
Sorrisi inconsciamente, guardandomi attorno. E proprio in quel momento, mi accorsi che i miei compagni di classe si erano zittiti guardando le ragazze, che con uno sguardo innamorato, fissavano qualcosa dietro di me.
Mi voltai, ed incontrai due occhi nocciola. Dapprima ero sorpresa, ma poi ritornai la Sadie di sempre. Facendomi strada fra Liz ed Emma, raggiunsi Anubi. E da vicino era ancora più bello. Sorrise, e in quel momento mi sciolsi. Stavo diventando come Emma e Liz, e la cosa non mi piacque per niente.
«Avere un Dio che ti viene a trovare sotto forma di un sedicenne bellissimo, è strano.» dissi, indicando le facce dei miei compagni di classe.
«Tuo padre mi ha detto che oggi era il tuo compleanno.» confessò. «Quindi…» dalla tasca estrasse un amuleto. Prevedibile. Mi sfiorò il collo, e avvampai. Senza dire nulla mi voltai, spostando la chioma caramello sulla spalla, e Anubi mi legò l’amuleto al collo.
Presi il geroglifico fra le
mani,
e capii cosa voleva dire.
Amare
Alzai lo sguardo verso di lui, assumendo tonalità porpora incontrando il viso arrossato. Era imbarazzato. Troppo carino.
«Credo che…» fissai le labbra sottili, scacciando i pensieri perversi che mi nacquero nella testa. «Dovrei ringraziarti…?»
Ovviamente, una persona con poco tatto come il dio della Morte, non capì subito. Mi alzai sulle punte, e con le labbra sporche di ketchup e maionese, lo baciai.
In realtà non sapevo come si baciava (avevo solo dodici anni), quindi mi limitai ad un bacio stampo. Imbarazzata, mi staccai dopo qualche secondo. Con l’avambraccio si coprì le labbra e le guance. Era imbarazzato. Un Dio della morte che riceve il suo primo bacio dopo tremila anni di esistenza da una maga dodicenne, era divertente.
«Tieniti pronta, Sadie Kane.» Mi guardò, serio. «Ci rincontreremo molto presto.»