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Autore: Kuruccha    20/10/2012    5 recensioni
Un secondo dopo, tutto è di nuovo azzurrognolo, perfino il suo copriletto zebrato; i tre trilli d'avviso di ricezione di un nuovo messaggio le perforano i timpani.
Maledetto volume alto. Maledetto cellulare. Maledetta gente insonne che di notte dovrebbe dormire e invece manda messaggi. Maledetti!

[Sheldon & Penny, alcuni riferimenti alla 2x18]
Partecipante al contest "This is Silly - non prendiamoci sul serio!", indetto da Chappy_ sul Forum di EFP.
Genere: Comico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Penny, Sheldon Cooper
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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The daylight saving time synchronization

 

Il buio della stanza s'illumina di una luce fredda, come se qualcuno avesse acceso una minuscola lampadina più simile a un neon che a una decorazione natalizia. E infatti il periodo non è nemmeno quello giusto, pensa Penny, fissando il soffitto che ora è di un colore tra il bianco e il blu.
All'illuminazione improvvisa seguono le prime note della sigla di Sex and the City - maledizione, ho dimenticato di togliere la suoneria - sparate al massimo del volume - maledizione, ho lasciato i toni alti che avevo in lavanderia - e dopo un paio di manate agli oggetti poggiati sul comodino - maledizione, è caduto il bicchiere dell'acqua, maledizione, asciugherò domattina - riesce a stringere tra le dita il cellulare. Senza curarsi di nulla, preme il pulsante rosso e riaggancia la chiamata. A quell'ora di notte, ad ogni modo, poteva essere solo un maniaco o qualcuno che ha sbagliato numero. Riappoggia il telefono sul comodino, si tira di nuovo il piumone addosso e chiude gli occhi. Il soffitto è di nuovo nero - o almeno così sembra; è lassù, lontano, e non si vede; proprio come dovrebbe essere ogni bravo soffitto nottetempo, sragiona.
Un secondo dopo, tutto è di nuovo azzurrognolo, perfino il suo copriletto zebrato; i tre trilli d'avviso di ricezione di un nuovo messaggio le perforano i timpani. Maledetto volume alto. Maledetto cellulare. Maledetta gente insonne che di notte dovrebbe dormire e invece manda messaggi. Maledetti!
Allunga di nuovo la mano verso il comodino; afferra il telefono e preme il pulsante sul lato destro, attivando la vibrazione. Non si arrenderà all'idea di dover spegnere il suo cellulare: lo tiene sempre acceso nel caso qualche poco di buono entri nel suo appartamento e lei si ritrovi nella necessità impellente di chiamare la polizia, e anche perché - l'ha imparato quella notte - è un'ottima arma per accecare e assordare qualcuno.
Preme il tasto rosso; l'avviso del nuovo messaggio scompare. Chiude gli occhi e affonda di nuovo la testa nel cuscino.
 
Bzzz.
 
Un nuovo messaggio.
Uno due tre quattro cinque sei secondi.
 
Bzzz.
 
Un altro nuovo messaggio.
Una chiamata e tre sms sono troppi anche per lei. Allunga per l'ennesima volta la mano e afferra il telefono. Mentre lo osserva arriva il quarto messaggio: è di Shelbot. Maledetto uomo robotico e maledetta la volta che ho deciso di salvare il nome di Sheldon in rubrica in quel modo. Apre il primo sms.
 
Toc toc toc.
 
Un brivido le corre lungo la schiena. Secondo sms.
 
Penny!
 
E poi gli altri due.
 
Toc toc toc.
 
Penny!
 
Lo conosce. Sa bene che ne seguiranno presto altri due. Ha bisogno di interromperlo prima che sia troppo tardi. Decide che il maiuscolo può aiutarla ad esprimere meglio il suo stato d'animo.
 
DANNAZIONE, SHELDON, NO
 
Decide di sorvolare sul fatto che nel frattempo le sono arrivati altri due messaggi - probabilmente un toc toc toc e un Penny, per completare la serie, perché un uomo con delle abitudini non si smentisce mai - e chiude di nuovo gli occhi. La vibrazione arriva otto secondi dopo. Apre la risposta schiacciando sui tasti con le dita contratte.
 
La grammatica della maggior parte delle lingue del mondo sostiene che ogni frase si debba concludere con un punto fermo o, in alternativa, con un altro segno di punteggiatura dalla forza equivalente. La tua frase è incompleta. Personalmente - e se fossi in te ascolterei il consiglio di qualcuno con un titolo di studio nettamente superiore alla tua laurea in preparazione di pancakes - proverei ad ampliare l'argomento principale con una frase avversativa e-
 
Non legge il seguito. Non ha nessuna intenzione di ascoltare i consigli di uno squinternato che le manda sms parlando di grammatica in piena notte, e poi non è umanamente possibile che abbia digitato tutte quelle parole in otto secondi, deve averlo cercato su google e poi incollato come testo, o forse si prepara questi messaggi in anticipo per poi inviarli quando è il momento giusto e...
Un'altra vibrazione.
 
Sto ancora aspettando la riformulazione della tua frase.
 
Gli risponde in fretta. Sa bene che non la smetterà finché non avrà ottenuto ciò che vuole.
 
DANNAZIONE, SHELDON, NO. PERCHE' E' NOTTE FONDA.
 
Uno, due, tre, quattro, cinque - il soffitto torna nero e scuro, - sei, sette, otto, nove, dieci, undici, dodici, bzzz.
 
E' buona norma non inserire una congiunzione conclusiva all'inizio di una frase. La funzione di una congiunzione, come dice il termine stesso, è per l'appunto quella di congiungere due proposizioni o-
 
Non ha nemmeno il coraggio di leggere il resto. Digita in tutta fretta poche e lapidarie parole, sempre in stampatello, nella speranza di rendere ancora più evidente ciò che a lei pare già chiarissimo:
 
DORMI, SHELDON.
 
Fatto questo, si arrende. Decide di andare contro a tutto e tutti, di annullare la propria filosofia di vita, di prendersi una pausa dal mondo: dopo aver sbloccato i tasti del telefono, tiene premuto il pulsante rosso e lo spegne definitivamente. Nessun jingle le è mai sembrato così celestiale.
Soddisfatta, piazza il cellulare sotto il cuscino, si tira di nuovo il piumone all'altezza delle orecchie e augura la buonanotte definitiva al mondo. Il soffitto è ancora nero e scuro e in un certo senso il suo aspetto è davvero consolante.
 
Toc toc toc.
«Penny?»
 
Si mette a sedere perché no, quello è decisamente troppo. Si allunga verso l'abat-jour e l'accende in un impeto di furia.
«Che diavolo ci fai qui?!»
«Avevi smesso di rispondere» le spiega, lapidario. Le sue spalle sono curve dentro la sua solita vestaglia blu da camera, ma questo non vuol certo dire che si senta in colpa per le sue azioni.
«E così, invece di pensare che probabilmente stavo dormendo come qualsiasi persona normale farebbe a quest'ora della notte se solo potesse, hai deciso di venire a verificare.»
Sheldon non annuisce, ma ormai lo conosce abbastanza da poter dire che il suo cervello starà probabilmente elaborando una frase che suonerebbe incredibilmente simile a "Se perfino un cervello elementare come il suo è riuscito ad elaborare un'ipotesi così complessa prendendola immediatamente per vera invece di proporla in forma di domanda, allora non vi è necessità alcuna di confermare né di smentire, poiché qualsiasi reazione da parte mia potrebbe mandarla in confusione".
«Ho semplicemente pensato, visto che il tuo cellulare non ha suonato, che probabilmente doveva esserci un disturbo nel campo di ricezione del telefono. Strano, se posso esprimere la mia opinione, visto che fino ad un attimo fa tutti i messaggi erano stati recapitati e segnalati tramite vibrazione. Perciò volevo solo verificare, nel caso tu avessi composto e inviato la risposta, e nel caso questa risposta fosse bloccata nel limbo della mancanza di rete, che tu la inoltrassi di nuovo.»
«Vuoi dire che la vibrazione del mio cellulare si sente fino a casa vostra?! Ma sono... non so, quanti metri sono da qui a lì?»
«La soglia della tua camera e il posto a sedere più confortevole presente in casa mia e di Leonard distano all'incirca quindici metri. Questo, ovviamente, tenendo conto che la misurazione è stata fatta in maniera sommaria e utilizzando parzialmente la lunghezza dei passi di Leonard, e ciò vuol dire che la distanza potrebbe essere notevolmente più grande. Ad ogni modo...»
Penny lo guarda, allibita, e lo ascolta sproloquiare come se nulla fosse. Poi lo guarda di nuovo, ed è allibita quanto prima.
«Perché sei qui?» lo interrompe.
«... Non avevo finito. Dicevo, il raggio di ricezione del rumore emesso dalla vibrazione di un cellulare è, ad ogni modo, tranquillamente udibile dal tuo salotto.»
«No, aspetta, questo vuol dire che eri nel mio salotto?! E come diavolo sei entrato, si può sapere?!»
«Con le chiavi di scorta» replica semplicemente, come se non ci fosse niente di più ovvio. E in effetti sembra ovvio anche a Penny e al suo cervello così naive. Ormai ha cominciato a considerarlo così perfino lei, non avendo più un altro suo simile con cui confrontarlo.
«Sheldon» continua poi, ormai sfinita, cercando disperatamente di concludere in fretta per tornare a dormire. «Si può sapere cosa volevi? A cosa servivano tutti quei messaggi?»
«Oh, giusto. Volevo chiederti un favore. Si dà il caso che questa notte, come perfino tu potresti sapere se solo guardassi i telegiornali invece dei programmi spazzatura trasmessi da Mtv, è la notte in cui viene eseguito il cambio tra ora solare e ora legale.»
«Ah-ha. E quindi?»
«Ho bisogno di assistenza per fare in modo che il movimento della lancetta dei secondi del mio orologio» comincia, sporgendo il polso verso di lei, «sia sintonizzato alla perfezione con quello della lancetta dei secondi della sveglia che tengo sul mio comodino, e che in questo momento e solamente per questa occasione tengo invece riposta al sicuro nella tasca della mia giacca da camera.»
Penny lo osserva, sempre più allibita.
«Per fare questo, è assolutamente necessario che due persone diverse sintonizzino l'ora impiegando lo stesso ammontare di tempo. E questo deve ovviamente avvenire nel momento del cambiamento dell'ora legale.»
«Sheldon.»
«Ovviamente posso spiegartelo in termini più elementari, ma certo. Vedi, per risparmiare energia è stata creata una convenzione per cui-»
«SHELDON
Sheldon si zittisce. Possibile che lei abbia già capito? L'ipotesi è remota, ma può anche darsi che la vicinanza di cervelli superiori abbia avuto un influsso positivo sulla sua intelligenza.
«Perché? Perché proprio io? Perché sei piombato in casa mia a notte fonda per sincronizzare due stupidi orologi di cui che-»
«Oh, ma è ovvio. Abbiamo già lavorato in collaborazione. Sono certo che basterà rispolverare un paio di canti marinareschi per ritrovare subito il ritmo esatto e riuscire a-»
«SHELDON.»
«... E anche perché Leonard ha fatto esplicitare direttamente nel contratto tra coinquilini che questo compito non rientra nei suoi doveri di buona convivenza.»
«E nemmeno nei miei.»
«Impossibile. Tra me e te non c'è nessun contratto attivo.»
«Forse sarebbe meglio crearlo.»
«Ne dubito» le risponde, ridacchiando col naso. «Noi non siamo certo coinquilini.»
«Vuoi dire che non hai mai pensato di creare un contratto tra vicini di casa?» gli chiede, incredula.
«Certo che sì, ma Leonard mi ha impedito di proportelo. Secondo una clausola presente nel contratto tra coinquilini, è nei suoi diritti farlo poiché i vicini di casa sono considerati beni comuni al pari delle pentole.»
«Ah. Consolante.»
«Non capisco cosa intendi dire.»
Penny decide di lasciare cadere un discorso che sarebbe potuto proseguire in piena autonomia per ore e ore, fino ad arrivare al mattino inoltrato.
«Non te ne andrai fino a quando non avremo regolato queste dannate sveglie, giusto?»
Sta regredendo. Una richiesta di conferma quando la frase precedente era stata una affermazione diretta... una regressione, decisamente. Sheldon decide di passarci sopra.
«Esatto» conferma, per non affaticare troppo i suoi limitati circuiti cerebrali. «Ti permetterò di scegliere il canto marinaresco che preferisci.»
«E sia. Mettiamo a posto queste dannate lancette. Suppongo non ci siano alternative.»
«Esattamente.»
«Vediamo... Yo Ho? La cantano anche in Pirati dei Caraibi.»
«Ne ero certo» ridacchia ancora. «Una canzone piratesca che va di moda.»
«In alternativa potremmo fare a meno di regolare i tuoi orologi.»
«Yo Ho andrà benissimo» le risponde. Quel cervello elementare sta imparando troppi trucchetti ingannevoli; la vicinanza con menti superiori sta davvero provvedendo a migliorarne i circuiti. Dovrà stare attento, in futuro.
«Penny.»
«Mh?»
«Il tuo tappeto è bagnato per ricreare un'atmosfera più adatta al contesto, o qualche inopportuno animale ha deciso di utilizzare il tuo scendiletto come vaschetta per i suoi bisogni?»
«Canta, Sheldon.»
«Come vuoi» sospira, scrollando le spalle.
 

 
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20.10.2012
Questa storia è eterna e questi personaggi sono difficilissimi da manovrare, e nonostante tutto questa fanfiction è stata scritta praticamente di getto. Perdonatemi per ogni eventuale errore o orrore. Questa volta ho davvero, davvero paura XD
Il titolo è in inglese, ed è una cosa che non facevo daaa... da una vita, sì. Però è perfetto così, mi sembrava troppo in linea con i titoli dei vari episodi originali di The Big Bang Theory, anche se avrebbe reso bene lo stesso anche in italiano :D
Grazie a Valy per il betaggio e per le rassicurazioni <3
Questa storia partecipa al secondo round della Staffetta in Piscina @ Piscina di prompt, squadra Calzelunghe, con il prompt "Il telefono squilla". :°D
Passo e chiudo e me ne torno nel mio angolino del terrore XD
Buona serata :D
Kuruccha


 
   
 
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