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Autore: Columbrina    20/10/2012    2 recensioni
{Red&Huntsman
“Ti avverto che non sono pratico con i lupi mannari …”
“Oh, imparerai a domarli stanne certo …”
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cappuccetto Rosso/Ruby, Graham/Cacciatore
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Red Riding Wood
 

 
La luna si specchiava nei suoi occhi dormienti, che erano sfuggiti a una dannazione mai cercata e che un giorno avrebbero ritrovato senza che se ne rendesse conto, come se cadesse in un sonno profondo come il suo, irto tra i mirti e le foglie morte che avevano fatto da culla e da letto a quella notte nera.
I respiri di una vita non valevano niente come quel risveglio.
Fu sollevata di dischiudere gli occhi a una nuova prospettiva, timida come quel sole che cercava di infiltrarsi tra gli interspazi delle fronde che si intrecciavano fino a formare una vera e propria cupola. Red si alzò dal suo piccolo giaciglio, guardandosi furtivamente intorno e con i sensi all’erta; dinanzi a lei si stagliava solo la desolazione di un habitat pronta ad accoglierla come se fosse una vergine della vita, allo stato brado, in attesa che i suoi istinti basilari combaciassero con la ragione.
Ma iniziò ad addentrarsi con misurata indiscrezione, poiché sapeva che era impossibile tutto ciò.
Si era allontanata contro il volere di tutti, ma Red non poteva andare contro il volere del destino. Ecco perché aveva inseguito quel manto intriso dello stesso sanguinario grigiore di cui si era riempito il suo animo, combaciando con quella misera parte di lei che sperava di tenere nascosta dinanzi all’ammissione. Quel lupo sembrava così … Cosciente. Come se avesse un’etica da seguire rigorosamente, per non scontare la pena in una follia gratuita.
Red si era lasciata trascinare dall’istinto, ovviamente. Non poteva fare altrimenti, povera ragazza.
L’apparente civiltà non è fatta per le creature con cui la natura si è divertita a scherzare, pensava e intanto cercava il lupo.
Si concedeva ai sensi e alla cognizione sempre più fortuita di essersi allontanata un po’ troppo; forse sua nonna sarebbe venuta a cercarla, avrebbe seguito le tracce fin troppo evidenti. Red avrebbe sempre elargito quel sorriso che la rendeva diversa agli occhi degli altri.
Anche ora sorrideva, maturando una nuova concezione di se stessa, chiedendosi, però, se non fosse mera ipocrisia.
Se lo chiedeva davvero.
Un buco nel vento, nella morte delle foglie, tra le fronte e i refoli del flauto di Pan. Una traccia intrisa di grigiore.
Red la vide.
Prese a correre.
Divorava stralci di vento e non si curava dei pericoli nascosti; perché ce n’erano ed erano anche furbi, perché saltavano fuori solo all’improvviso.
“Che ci fai qui in un posto come questo?”
Per l’appunto.
La corsa di Red si arrestò non appena quel richiamo indenne sfaldò il vento come un fendente vellutato. Nascondeva una grande forza di spirito dietro un’aria dimessa; questo fu il primo pensiero di Red che sorrise, timorata della furtività.
“Potrei farti la stessa domanda”
D’un tratto, avvertì un’essenza familiare fendere l’aria, come se fosse sempre stata lì, ma non l’avesse mai saputo. Fino a che non incrociò il suo destino fortuito con quello del malcapitato, che pareva reggere sui suoi occhi un peso più grande di se stesso.
Com’erano tristi quegli occhi.
“Questo è il mio territorio. E’ pericoloso qui … Gironzolano molti lupi”
Si librarono nell’aria molti interrogativi. Red si portò le braccia ciondolanti dietro la schiena, iniziando a vagare con lo sguardo perso in quello dimesso di lui, che non dava segni di cedimento a quelle moine silenziose.
“Non è colpa mia …” affermò, con furtiva innocenza “Stavo inseguendo un lupo e mi sono persa”
Lui soffiò una risata che sopprimeva molti pensieri sul fatto che quella ragazza era strana, vestita di rosso piacente e sapeva di peccato. Doveva essere stata condannata alla dannazione, ma non vi sfuggiva senza alcuna intenzione.
Red elargì una smorfia sghemba, invece.
“Perché ridi?” fece, senza dargli il tempo di rispondere “Forse sai qualcosa che io non so …”
“Dipende cosa vuoi sapere”
Lei si portò un indice al mento e con fare pensieroso, gli sorrise con maggiore avvenenza. Lui non demordeva, comunque.
“Dov’è andato quel lupo?”
“Mi piacerebbe dirtelo …” sorrise lui, tastando una corteccia ruvida e assaporandone il tocco raschiante, il sentore che sembrava di carta “Ma non posso”
“Perché?”
“Violerei il patto. I lupi si fidano di me…”
“Quindi vuoi dire che riesci a domarli?”
Red elargì un sorriso eloquente.
“Se vuoi metterlo in questi termini… Contenta tu. Stammi bene”
Fece per andarsene, sicuro che avesse avuto la meglio sugli eventi. Aveva torto. Per l’ennesima volta, per giunta.
Red cercò di fermarlo: dapprima con un sommesso slancio di disperazione, poi con risoluta fermezza che si bloccò in un grido perentorio.
“Aspetta!” disse, senza darsi il tempo di cercare un buon pretesto per non sfuggirgli. Lui non diede ascolto alla sua coscienza e diede un nuovo appiglio agli eventi, voltandosi fortuitamente.
Lancinanti erano i suoi occhi: come guardare uno spicchio di sole.
Red elargì l’ennesimo sorriso compiacente, portandosi nuovamente le mani dietro la schiena.
“Perché non mi accogli nel tuo branco? Saprò essere molto mansueta, lo prometto …”
Rise di nuovo, senza un preciso motivo.
“E tu ti affideresti a un completo sconosciuto?”
“Perché, tu no?”
“Assolutamente no”
“Allora lo scoprirai solo vivendo ...”
Gli passò davanti, strisciando furtivamente e senza distogliere il lancinante sguardo  dal suo, così dimesso, culla di chissà quali proibizioni. Sapeva solo che riuscivano a impartire una severa disciplina ai suoi istinti.
“Vogliamo andare allora?”
“Ti avverto che non sono esperto con i lupi mannari …”
“Oh, imparerai a domarli stanne certo …”
 
   
 
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