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Autore: Riku90    03/05/2007    9 recensioni
è una treesome (spero si scriva così) Gohan si risvegliò, era solo. Iniziò a vagare, in cerca di qualcuno, invano. Decise allora di tornare a casa.
Genere: Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Gohan, Goku, Goten, Trunks, Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Avvertenze:
è la Prima FanFic che scrivo ^^ Siate clementi!! Ho un pessimo italiano lo so ^^ Aspetto Commenti ^^

Gohan si risvegliò, era solo. Iniziò a vagare, in cerca di qualcuno, invano. Decise allora di tornare a casa. Vuota, buia, zitta, ad un certo punto, un vagito.
“Chi può essere?” si chiese, poi pensò: era Goten, suo fratello minore, si interrogò su come avrebbe fatto, come avrebbe potuto vivere ora che non c’era più nessuno.
“Ci sono!” pensò fra sè e sè, “Andrò a casa di Vegeta, là ci sarà di certo qualcuno che mi potrà aiutare…”.
Quindi prese Goten in braccio e volò via. Quando fu arrivato trovò anche quella casa vuota, ma per la seconda volta sentì un mugolio, chi poteva essere? Era Trunks, il figlio di Vegeta e Bulma. Lo prese in braccio insieme a Goten e ritornò a casa. Fece addormentare i due neonati e scoppiò in lacrime.

**15 Anni dopo**
“Trunks, Goten! Sbrigatevi! Oggi è il vostro primo giorno di scuola al liceo. Non vorrete arrivare tardi vero?” disse Gohan.
“Non preoccuparti, siamo pronti!” rispose Trunks.
“Sì vero!” aggiunse Goten.
“Ok, ma prima venite qui” replicò l'uomo.
I ragazzi si avvicinarono, ed egli fece un passo verso di loro, infine, appoggiò le sue labbra su quelle dell'uno e dell'altro.
“Va bene ragazzi, ora potete andare”.
Trunks e Goten risposero all’unisono “Grazie, a più tardi!”.
E mentre i due si allontanavano, Gohan iniziò a pensare a quante cose erano successe e quante erano cambiate in quei 15 anni. Da allora non aveva mai smesso di amarli. Pensò che senza quei piccoli non avrebbe potuto sostenere la solitudine e dentro di sé si augurò che quell'amore che li legava a loro non cessasse mai di esistere.
Goten e Trunks arrivarono a scuola. Parteciparono all’inaugurazione di benvenuto per i nuovi studenti e poi si diressero verso la bacheca dove era esposta la collocazione delle classi.
“Che fortuna Trunks, siamo nella stessa classe!” annunciò Goten,
“Davvero!” replicò Trunks.
E insieme si diressero verso l'aula. Entrarono e si misero sedere; intanto altri ragazzi e ragazze riempirono la stanza, con i quali fecero subito conoscenza.
^^^^^^^^^^^^^^^^^^
Il telefono suonò un paio di volte.
“Chi può essere a quest’ora?” si domandò Gohan alzando l'apparecchio.
“Parlo con il signor Gohan?” chiese la voce dall'altro capo.
“Sì, chi è?” rispose di rimando l'uomo.
“Sono il preside della scuola Yoshimata, il Signor Kurenko” spiegò l'interlocutore.
“Mi dica, che è successo? Riguarda Goten e Trunks?” s'incuriosì.
“Mi dispiace dirlo, ma i suoi figli hanno iniziato male la loro carriera scolastica. Hanno discusso con un professore che li voleva cambiare di posto e dopo continui richiami da parte dell'insegnante, si sono alzati, lo hanno preso e buttato letteralmente fuori dalla finestra. Per fortuna che la classe si trova al primo piano!Il professor Yamerata si è fratturato una gamba e un piede, abbiamo dovuto chiamare il pronto soccorso. Ora, lei mi dica cosa dobbiamo fare. Mi pare che una sospensione sia inevitabile!” esclamò il preside.
“Li perdoni, non c’è bisogno di una sospensione, la prego, oggi quando torneranno a casa gliene dirò quattro! Le assicuro che non succederà mai più nulla del genere. Ma la sospensione non è necessaria, quindi ritorni sui suoi passi. Le garantisco che non succederà mai più!” assicurò.
“Guardi, chiuderò un occhio soltanto perchè è il loro primo giorno di scuola. Ma d' ora in poi i suoi ragazzi si dovranno comportare perfettamente! La prossima volta non sarò così clemente!” inveì l'uomo.
“La ringrazio molto, le assicuro che non accadrà più, grazie ancora!” disse Gohan mortificato.
“Terrò sott'occhio i suoi ragazzi. Arrivederla” e riagganciò.
Gohan a questo punto pensò a cosa poteva dire, fare, per far rigare diritto i ragazzi. Ci pensò a lungo e alla fine trovò una soluzione.
  
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